
Redazione
Lavoro: primo si' alla riforma Il Pd si spacca, FI si astiene
Giovedì, 18 Settembre 2014- Roma, 18 set. - Primo si' alla riforma del lavoro, ma il Pd si spacca. Dentro il partito salgono i toni del dibattito in materia di riforma del mercato del lavoro. In commissione esteri al Senato passa una norma con cui si introduce per la prima volta il criterio dei contratti a tutela crescente, secondo la linea del Jobs Act di Renzi.
Ma nel partito non tutti sono d'accordo. "Servono importanti correzioni" al progetto del governo, twitta con foga Matteo Orfini, giovane turco che di recente aveva avviato un fitto dialogo con la maggioranza del partito. Pier Luigi Bersani rilancia: nel progetto del governo si ravvisa la presenza di "idee surreali".
Poi si lascia andare ad un commento sulla questione della Consulta che sa molto di malizia. "Ci sono passato anch'io", dice riferendosi alla presenza dei franchi tiratori che hanno impallinato i candidati alla Corte Costituzionale. Talvolta il passato passa, ma molto lentamente.
Il padre di Renzi e' indagato, l'accusa e' bancarotta fraudolenta
Giovedì, 18 Settembre 2014Consulta: fumata nera. Renzi Serve soluzione di alto profilo
Giovedì, 18 Settembre 2014- Roma, 18 set. - Ennesima fumata nera, la tredicesima per quanto riguarda la Consulta, e la Camera archivia anche questa settimana di votazioni per l'elezione di due giudici costituzionali ed altrettanti consiglieri 'laici' del Csm. I voti per Luciano Violante sono stati 542, 527 quelli per Donato Bruno. Niente da fare, si riprova martedi', in attesa che il week-end porti consiglio. "Ha assolutamente ragione il Capo dello Stato. Spero in una soluzione di alto profilo nelle prossime ore",fa sapere intanto Matteo Renzi.
Per il momento, pero', lo stallo non si sblocca, e le parole di Giorgio Napolitano restano, almeno per ora, lettera morta. Anzi, dal Movimento 5 Stelle fioccano le accuse. "Noi in questa combine non c'entriamo". 'Combine', all'inglese. 'Biscotto', se preferite l'italiano. Insomma, una partita truccata. Beppe Grillo liquida cosi' la questione: "O ci sono candidati all'altezza delle istituzioni, o il M5S non si sporchera' le mani". Insomma, i grillini si chiamano fuori, mentre Fi e Pd si danno da fare. Un incontro tra i capigruppo di Camera e Senato del Partito Democratico e di Sel porta alla "piena condivisione delle parole del Capo dello Stato" e alla condivisa "disponibilita' al reciproco ascolto sia nel metodo sia nel merito per una vicenda che deve trovare una rapida conclusione". Silvio Berlusconi, da parte sua, incontra una delegazione leghista per tentare un recupero del pacchetto di voti del Carroccio in vista di martedi'. Gli effetti di queste manovre saranno pesati la prossima settimana.