
Notizie
Pensioni, il M5S chiede lo stop dei versamenti obbligatori all'Enpaf
E' stata discussa ieri in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati la Risoluzione Dall'Osso (M5S) che intende chiedere al Governo la correzione del regime contributivo per i farmacisti dipendenti e i titolari di farmacia. Kamsin I promotori della risoluzione hanno fatto presente come sul piano previdenziale sussista un regime differenziato non piu' sostenibile tra i farmacisti dipendenti, che sono tenuti all'iscrizione all'INPS, e i titolari di farmacia, che invece hanno rapporti con il solo ENPAF (l'ente nazionale di previdenza ed assistenza dei farmacisti).Nella risoluzione, peraltro, evidenziano che, per effetto di una legge assai risalente nel tempo, anche i farmacisti dipendenti sono tenuti a versare un «obolo» al medesimo ente previdenziale, che risulta particolarmente oneroso nei casi di disoccupazione involontaria.
Il M5S chiede pertanto al Governo di ridurre la somma dovuta dai farmacisti occupati, assumendo altresì iniziative per sollevare dal versamento della stessa tutti gli inoccupati restituendo anche le quote sinora percepite dall'anno 2008, anno di stima di inizio della crisi economica, all'anno 2014 e, su un piano più generale, rendere facoltativa l'iscrizione all'ENPAF.
seguifb
Zedde
Dis-Coll 2015, l'indennità per i parasubordinati è pronta al debutto. E sarà retroattiva
La Circolare che darà completa attuazione ai nuovi ammortizzatori sociali sarà pubblicata dall'Inps questa settimana. La Dis-Coll sarà retroattiva da gennaio in modo da non trascurare chi ha perso il lavoro nella prima parte del 2015.
Kamsin "Entro la settimana l'Inps emanerà la circolare attuativa sulla Dis-Coll. Da quel momento i lavoratori con i requisiti avranno 68 giorni per richiederlo e sarà retroattivo, a partire da gennaio". Lo ricorda Stefano Sacchi, consulente del lavoro di Palazzo Chigi.
La Dis-Coll sarà erogata mensilmente ai collaboratori, continuativi o a progetto (esclusi pensionati e partite Iva) iscritti alla Gestione Separata per un numero di mesi pari alla metà di quelli di quelli coperti da contributi nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2014 al giorno di cessazione dal lavoro (per il 2015 la durata non potrà quindi superare i 6 mesi). Il sostegno economico è garantito a condizione di poter far valere almeno 3 mesi di contribuzione nell'anno precedente, o 1 mese di contribuzione nell'anno in corso. L'importo del sussidio sarà rapportato al reddito e graduato con gli stessi meccanismi della Naspi, cioè fino a un massimo di 1.300 euro, con una riduzione del 3% mensile dal quarto mese. Inoltre l'erogazione è subordinata dalla frequenza di percorsi di riqualificazione.
Restano invece i problemi per gli stagionali. Nei loro confronti il Governo conferma la stretta sulla durata del nuovo ammortizzatore sociale Naspi che resterà dimezzata rispetto al passato. "La questione si pone per coloro che alternano, strutturalmente, sei mesi di lavoro a sei mesi di sussidio, anno dopo anno" ricorda Sacchi. "Molti mi scrivono: prof, si è dimenticato di noi. Non è così. Ma qui c'è un problema. Se Paola fa la receptionist per sei mesi a mille euro al mese e poi ottiene altri sei mesi di sussidio, lei versa 162 euro di contributi totali e in cambio riceve dallo Stato, dunque dalla collettività attraverso le tasse di tutti, 6.500 euro tra Aspi e contributi figurativi. In pratica copre appena un 2,5% dei benefici. Una situazione insostenibile e iniqua verso gli altri lavoratori. Se strutturale, il sussidio alla fine diventa un reddito garantito, non più un'assicurazione contro il rischio di perdere il lavoro".
"La Naspi è il sussidio più inclusivo d'Europa - continua Sacchi - e noi l'abbiamo non solo esteso, ma incrementato di due miliardi e mezzo di euro all'anno. Come si fa a dire che abbiamo diminuito i diritti?". "Per il 2015 comunque il problema non si pone. Alla fine di questa stagione turistica saranno nelle condizioni precedenti. Dal prossimo anno però sarà conveniente avere contratti più lunghi da otto mesi, così da coprire la parte restante con il sussidio. Vogliamo che tutti si attivino"
Sacchi ricorda anche che "chi è in condizioni di bisogno e non riesce a ricollocarsi dal primo maggio c'è l'Asdi. Occorre rafforzarlo. Eventualmente si potrebbe pensare a un'applicazione particolare per il turismo, un settore cruciale per l'economia italiana".
seguifb
Zedde
Riforma Pensioni 2015, Damiano: quota 100 soluzione equa. No all'elemosina
“Si rischia di negare un diritto pensionistico trasformando quest’ultimo in assistenza”. Serve un anticipo strutturale dell'età pensionabile con il ritorno al sistema delle quote.
Kamsin Il Presidente della Commissione Cesare Damiano boccia l'ipotesi di introdurre un reddito minimo garantito per le persone tra i 55 e 65 anni che il presidente dell’Inps ha annunciato in arrivo pe il mese di giugno. “Non credo che dare loro un trasferimento, che sara’ basso – dice Boeri – li esponga al rischio di non mettersi in cerca di un lavoro”. Si tratta di persone che “difficilmente trovano un nuovo impiego (solo il 10%)”. Ma Damiano sostiene che “corriamo il rischio di intervenire con una misura assistenziale laddove alcuni potrebbero andare in pensione” ovvero si rischia di “negare un diritto pensionistico trasformando quest’ultimo in assistenza”.
L'ex ministro del Lavoro ricorda le due proposte di legge che concedono la possibilita’ di uscire dal mercato del lavoro gia’ da 62 anni con 35 anni di contributi e una leggera penalizzazione sull’assegno pensionistico oppure al perfezionamento della quota 100 con 62 anni e 38 di contributi ma senza alcun taglio all'assegno pensionistico. "Nei prossimi giorni sentiremo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti per conoscere le intenzioni ufficiali del governo su questi punti".
Per intervenire sulla fascia indicata da Boeri e che vive disagi di diverso tipo occorre, argomenta Damiano, “disaggregare la platea e differenziare gli interventi sulle diverse situazioni di disagio”. Se ad alcuni sarebbe giusto concedere il diritto ad andare in pensione, agli incapienti per esempio che percepiscono una pensione di 600 euro si potrebbe estendere la misura del bonus di 80 euro.
"Inoltre, nel caso delle pensioni contributive, quindi erogate a fronte di un capitale già accumulato, perché non riconsiderare la questione dell'età minima quale utile strumento di spinta all'uscita dal lavoro dipendente verso nuove attività e di sostituzione tra generazioni? Di fatto, la lotta alla pensione di anzianità non si giustifica più in un pieno e coerente sistema contributivo. Quanto è stato accumulato dal singolo correttamente deve essere tradotto in quanto spettante, poco o tanto che sia, soltanto in relazione all'età raggiunta e a un minimo di anzianità accumulata" ha detto Damiano.
seguifb
Zedde
730 precompilato, la dichiarazione già trasmessa si corregge al Caf
Per eventuali correzioni occorre presentare una dichiarazione integrativa al Caf o al professionista oppure trasmettere un modello Unico correttivo nei termini o integrativo.
Kamsin La dichiarazione dei redditi precompilata potrà essere accettata, integrata ed inviata alle Entrate a partire dal 1° maggio e sino al 7 luglio. Sino ad allora i contribuenti potranno solo accedere, tramite i pin dispositivi, al modello redatto dall'Agenzia per prenderne visione. Bisogna quindi attendere ancora alcuni giorni prima di poter concretamente inviare il modello all'amministrazione finanziaria e fruire delle agevolazioni sui controlli.
Ricordiamo che il primo passo della rivoluzione verso un fisco digitale varata dal governo, però, interesserà solo i contribuenti che nel 2014 hanno percepito redditi da lavoro dipendente o da pensione per i quali l’Agenzia delle Entrate ha ricevuto dai sostituti d’imposta la Certificazione Unica 2015 e che l'anno scorso hanno presentato il modello 730 oppure, pur avendo i requisiti per presentare il 730, hanno presentato il modello Unico o Unico Mini.
La dichiarazione viene predisposta anche per coloro che per l’anno 2013 hanno presentato, oltre al modello 730, anche i quadri RM, RT, RW del modello Unico. Niente precompilata, invece, se per il periodo d’imposta precedente il contribuente ha presentato dichiarazione integrativa o correttiva per la quale è ancora in corso l’attività di liquidazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Dovranno ricorrere alle vie ordinarie anche i lavoratori con partita iva e comunque coloro che non sono in possesso dei requisiti per la presentazione del 730.
Le rettifiche al 730 seguono il canale ordinario. Attenzione poi agli errori. Una volta trasmesso il modello il contribuente non può infatti inviare una nuova dichiarazione precompilata (neanche entro il 7 luglio, cioè se c'è ancora tempo prima dello spirare dell'ultima data utile per inviare il modello). Pertanto, per eventuali correzioni occorre presentare una dichiarazione integrativa al Caf o al professionista oppure trasmettere un modello Unico correttivo nei termini o integrativo.
In pratica se il contribuente riscontra errori o si accorge di non aver indicato tutti gli elementi in dichiarazione, può presentare un modello 730 integrativo “a favore” (maggior credito o minor debito) rivolgendosi a un Caf o a un professionista abilitato, anche se ha presentato direttamente il modello 730 precompilato o tramite sostituto d’imposta.
Il modello 730 integrativo non può però essere presentato direttamente all’Agenzia delle Entrate dal contribuente, salvo il caso in cui sia necessario modificare i dati del sostituto, o indicarne l’assenza, se l’Agenzia non è riuscita a comunicare il risultato contabile al sostituto d’imposta. In alternativa il contribuente può presentare un modello Unico correttivo nei termini o integrativo.
seguifb
Zedde
Pensioni, nelle Pa scatta il recesso d'ufficio anche prima dei 62 anni
Le Amministrazioni pubbliche potranno collocare in quiescienza forzosa il dipendente al perfezionamento della massima anzianità contributiva anche prima del 62° anno di età. Ma sino al 2017.
Kamsin Sino al 2017 le Pa potranno spedire a casa i dipendenti che raggiungono un diritto a pensione anticipata anche prima dei 62 anni. Lo chiarisce il Dipartimento della funzione pubblica, con la nota 16/4/2015 n. 24210, in risposta ad un quesito posto dal comune di Brescia. Il chiarimento si è reso necessario per approfondire l'impatto dell'articolo 1, comma 113, della legge 190/2014 sulla normativa che consente alle Pa di risolvere facoltativamente il rapporto di lavoro per esigenze organizzative quando il lavoratore abbia raggiunto un diritto a pensione anticipata.
L'articolo 1, comma 5, del dl 90/2014 (riforma Madia) ha infatti previsto che le amministrazioni pubbliche possono attivare la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro nei confronti del personale soggetto alla nuova disciplina pensionistica, quando detto personale abbia acquisito il requisito contributivo per la pensione anticipata (per il 2015: 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne, mentre per il triennio 2016-2018 si passa a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne), a condizione che dipendente non abbia un'età anagrafica che possa farlo incorrere in penalizzazioni sull'importo della pensione.
In sostanza, come chiarito dalla circolare della funzione pubblica 2/2015, la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro, ai sensi della riforma Madia, non può avvenire prima del compimento dei 62 anni d'età.
Il diritto a pensione deve essere raggiunto entro il 2017. Sul tema però è tornato l'articolo 1, comma 113, della legge 190/2014, ai sensi del quale le disposizioni contenute nella «riformaFornero» delle pensioni e, in particolare l' articolo 24, comma 10, terzo e quarto periodo, del dl 201/2011 «non trovano applicazione limitatamente ai soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017».
Palazzo Vidoni, dunque, chiarisce che combinando le varie disposizioni tra loro si deve concludere che nel triennio 2015-2017 «non operano più le penalizzazioni previste dall'art 24, comma 10, del dl n. 201 del 2011, convertito in legge n. 214 del 2011, per quei dipendenti che accedono alla pensione anticipata prima del compimento dei 62 anni di età». Questo consente alle p.a., per il triennio 2015-2017, di attivare con maggiore agilità la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro, utile per sbloccare il turnover e favorire il ricambio generazionale.
Gli effetti. La nota spiega che qualora il dipendente abbia maturato il requisito contributivo per la maturazione del diritto alla pensione anticipata in data antecedente al 1° gennaio 2015 e tale dipendente sia in servizio perché di età anagrafica inferiore ai 62 anni, l'amministrazione di appartenenza potrebbe comunque disporre la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro con preavviso di 6 mesi e senza penalizzazioni per l'interessato, purché successivamente al 1° gennaio 2015.
Laddove il dipendente maturi i suddetti requisiti contributivi entro il dicembre 2017, anche con età inferiori a 62 anni, anche in questo caso la risoluzione del rapporto di lavoro non comporterebbe penalizzazioni, nonostante la decorrenza dell'assegno di pensione ricada successivamente al 31/12/2017. Le penalizzazioni torneranno operative a partire dal 1° gennaio 2018, fatto salvo, appunto, il caso della maturazione del requisito della pensione anticipata entro il 31/12/2017.
seguifb
Zedde
Altro...
Pensioni, scoperto falso cieco: in 10 anni si porta a casa 122mila euro
Quasi 700 euro al mese tra pensione di invalidità civile e indennità di accompagnamento erogate dall'Inps ad un falso cieco. Protagonista della vicenda è un uomo residente a Rho, che i militari del Comando provinciale della Guardia di finanza hanno pedinato per settimane, nell'ambito di un'inchiesta sui falsi invalidi. Secondo i finanzieri l'uomo, pur essendo invalido al 100 per cento, era in grado di recarsi da solo in un centro commerciale, senza guida né bastone, e leggere le etichette dei prodotti esposti. E una volta completati gli acquisti, sistemare i sacchetti nel baule dell'auto, prima di mettersi alla guida.
La finzione va avanti da almeno dieci anni, periodo in cui - secondo le stime dei finanzieri - l'uomo avrebbe percepito complessivamente senza averne diritto almeno 122mila euro, destinati a chi disabile lo è veramente. L'inchiesta, coordinata dalla procura e condotta anche grazie a riprese audiovisive, ha finora permesso all'autorità giudiziaria di indagare l'uomo per truffa aggravata. Anche ora che sono arrivati a formulare una formale denuncia, i militari non si fermano: gli accertamenti nei confronti dell'uomo vanno avanti. Si vuole capire se, dal 2005 a oggi, fingere la disabilità gli abbia portato altri vantaggi indebiti oltre alla percezione della doppia indennità.
seguifb
Zedde
Riforma Pensioni, Poletti appoggia il reddito minimo per gli ultra 55enni
A Giugno le proposte dell'Inps per garantire un sostegno economico ai lavoratori ultra 55enni che hanno perso il posto di lavoro e si trovano in condizione di bisogno.
Kamsin "L'idea di introdurre un reddito minimo tra i 450 e i 700 euro al mese per gli ultra 55enni che hanno perso il lavoro è interessante". Così ha commentato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti alle dichiarazioni di Tito Boeri, neo Presidente dell'Inps. L'istituto presenterà entro giugno una serie di progetti sulle pensioni e sull'assistenza sociale nel cui ambito troverà posto anche l'introduzione di un reddito minimo peri cittadini indigenti nella fascia di età tra i 55 ei 65 anni, misura che dovrà essere senza aggravi per il bilancio dello Stato.
Il numero uno dell'Inps non ha chiarito però ancora i criteri di erogazione del reddito di sostegno. Ma ha detto che l'importo dell'assegno «sarà basso» e non ci sarà quindi il rischio che chi lo riceve smetta di cercare il lavoro. Il problema è che sopra i 55 anni chi perde l'impiego ha molte difficoltà a trovarne un altro, ci riesce solo il 10%. E con l'età della pensione ancora lontana il rischio di cadere sotto la soglia di povertà è molto consistente. Negli anni della crisi è stata proprio l'area dei disoccupati "anziani" a soffrire di più, insieme ai giovani.
Da qui la decisione Inps di avanzare una proposta a governo e Parlamento finanziata con risorse da «reperire all'interno dell'istituto», ha spiegato Boeri. L'obiettivo sarebbe quello di sostenere tutti i 55-65enni sotto una certa soglia di reddito familiare, probabilmente sotto gli 8mila euro di reddito annuo (i cd. incapienti) con un sostegno minimo per traghettarli al traguardo pensionistico. Un sostegno tuttavia che, secondo quanto si apprende, non avrà copertura figurativa come avviene invece oggi per Cig e Naspi e dunque con un pregiudizio inevitabile sull'importo dell'assegno pensionistico. In definitiva secondo i dati Istat a fine 2014 i disoccupati over 55 erano oltre 230mila: garantire alle fasce piu' disagiate un assegno medio di circa 600 euro al mese costerebbe circa 1,5 miliardi l'anno.
Quanto alla proposta complessiva attesa per giugno, ha spiegato Boeri, «sarà organica e riguarderà sia aspetti assistenziali sia previdenziali». Boeri punta però anche a un meccanismo per rendere più flessibile l'età del pensionamento permettendo un accesso anticipato in cambio di un vitalizio più basso. Misura questa che andrebbe incontro anche ai disoccupati ultrasessantenni e che, se confermata, lancia un assist alle proposte in discussione alla Camera sostenute in particolare dalla minoranza dem che intendono introdurre un'età flessibile per il pensionamento a partire dai 62 anni. «C'è un problema con chi è avanti con l'età e perde il lavoro», conferma il ministro Poletti, dobbiamo trovare una soluzione» e quella del reddito minimo «è interessante». «L'Inps è un grande istituto, ha elementi di analisi e lavora col ministero. Questo tipo di proposte è sicuramente una delle cose che può fare».
seguifb
Zedde
Riforma Pensioni, Damiano: il tesoretto aiuti esodati ed incapienti
Se ci sono “tesoretti” utilizziamoli per aggredire la poverta’ crescente con interventi mirati. Sarei contrario a parlare genericamente di un reddito di cittadinanza che puo’ andare bene per le famiglie segnate da un disagio endemico, con i genitori disoccupati e con i figli a rischio di abbandono scolastico, alle quali bisogna garantire una vita dignitosa”. Lo dichiara in una nota il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano. "Altra situazione – prosegue – e’ quella caratterizzata dai pensionati “incapienti”, quelli che arrivano al massimo ai 600 euro al mese e che sono quasi sei milioni di cittadini ai quali, ad esempio, andrebbe gradualmente esteso l’aumento degli 80 euro gia’ erogato ai lavoratori dipendenti”. “Infine – conclude Damiano – l’area della nuova poverta’ puo’ essere ridotta se consentiamo, introducendo un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico, l’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni con 35 di contributi ed una lieve penalizzazione dell’assegno pensionistico
seguifb
Zedde
Vittime del dovere e del terrorismo, Ncd: ora equiparazione dei benefici ai superstiti
"E' necessario superare la differenza di trattamento tra vittime del dovere, del terrorismo e del servizio cui attualmente è sottoposto il personale di una stessa Amministrazione".
Kamsin Ad oggi, nonostante il principio equiparatore enunciato dal legislatore nel 2005, continua a permanere una disparità di trattamento in materia di benefici attribuibili ai superstiti delle vittime del dovere, del terrorismo e di servizio, non più ora giustificabile dal punto di vista giuridico né, da sempre, sul piano etico. Lo ricordano in una nota i Capigruppo di Ncd alla Camera dei Deputati.
Tali discrasie risultano, ad esempio, evidenti tra i superstiti del personale appartenente alle Forze armate, deceduto nell'ambito della stessa missione militare all'estero, destinatario però di trattamenti significativamente differenziati in ragione del riconoscimento quale vittima del dovere ovvero vittima del terrorismo o, addirittura, quale vittima del servizio ai sensi degli articoli 1895 e 1896 del decreto legislativo n. 66 del 2010, in quanto la specificità delle funzioni istituzionali affidate alle Forze armate in tali contesti, caratterizzati da situazioni di crisi o instabilità che compromettono le condizioni essenziali di convivenza o mettono a rischio la sicurezza internazionale, sono assai differenziate e, mancando una norma che sancisca l'identico trattamento per gli eventi luttuosi accaduti nei teatri operativi, spesso devono essere ricondotte alle diverse, non confacenti fattispecie di cui alle varie norme in materia di vittime.
Peraltro, è recentemente intervenuta in materia di benefici alle vittime del terrorismo anche la legge di stabilità 2014, il cui articolo 1, comma 494, prevede dal 1° gennaio 2014 il riconoscimento al coniuge e ai figli dell'invalido portatore di una invalidità permanente non inferiore al 50% a causa dell'atto terroristico subito, anche se il matrimonio sia stato contratto successivamente all'atto terroristico e i figli siano nati successivamente allo stesso, del diritto allo speciale assegno vitalizio, non reversibile, di 1.033 euro mensili di cui alla legge n. 206 del 2004 nonché all'assegno vitalizio, non reversibile, di 500 euro di cui alla legge n. 407 del 1998.
Sarebbe pertanto utile una previsione normativa atta a risolvere l'attuale disparità di trattamento tra le varie categorie di vittime e che concluda il processo di completa equiparazione delle vittime del dovere e loro equiparati alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, garantendo a tutti gli stessi benefici, anche con particolare riguardo al personale deceduto o rimasto permanentemente invalido nel corso delle missioni militari all'estero.
seguifb
Zedde
Riforma pensioni, reddito minimo per gli ultra 55enni. Ecco la proposta dell'Inps
Il Neo-presidente dell'Inps conferma un'operazione per garantire un reddito minimo a chi ha perso il lavoro tra i 55 e i 65 anni. Asticella entro un massimo di 1,5 volte l'importo dell'assegno sociale.
Kamsin Un sostegno economico oscillante tra 450 e 700 euro al mese per 13 mensilità per gli ultra 55enni senza lavoro in condizione di disagio economico e a cui mancano pochi anni al raggiungimento dell'età pensionabile. E' questa la sintesi della proposta che sarà presentata a Giugno a cui sta lavorando il presidente dell'Inps, Tito Boeri per offrire una scialuppa di salvataggio a chi ha perso il lavoro e non ha ancora agganciato i requisiti per la pensione pubblica. "La proposta che farà l'Inps è tuttavia complementare al reddito minimo. Sarei felice se il governo riuscisse a trovare le risorse per finanziare un reddito minimo garantito per tutta la popolazione ma la nostra proposta per ora è mirata a risolvere il problema degli over 55enni rimasti senza lavoro" ha precisato Boeri.
Lo scenario a cui stanno lavorando i tecnici dell'Inps è un reddito minimo per le persone tra i 55 e 65 anni pari a circa 1-1,5 volte l'importo dell'assegno sociale (l'importo dell'assegno partirebbe da un minimo di 450 euro per poi salire in base ai carichi di famiglia e a determinate soglie Isee del nucleo familiare del lavoratore) ed avrebbe un costo di circa 1,5 mld di euro. Una sorta di proroga dell'Asdi, lo strumento coniato dal Jobs Act che entrerà in vigore il prossimo 1° maggio proprio con l'obiettivo di accompagnare chi ha redditi bassi alla pensione pubblica: lo strumento a cui lavora Boeri avrebbe però una durata piu' lunga, sino ad un massimo di due anni, contro i 6 mesi dell'Asdi reputati insufficienti a garantire un'adeguata copertura.
Boeri ha evidenziato che con la crisi «abbiamo avuto una forte crescita di povertà per questa fascia di età ed è quindi necessario introdurre degli strumenti per tutelare queste persone. "Non credo che dare loro un trasferimento, che sarà basso, le esponga al rischio di non mettersi in cerca di un lavoro: si tratta di persone che difficilmente trovano un nuovo impiego (solo il 10%)" ha detto Boeri.
Intanto, ha spiegato Boeri, sui pagamenti di tutte le pensioni il primo del mese «abbiamo trovato l'accordo con le banche». Adesso, ha aggiunto, «aspettiamo il decreto del governo che mi auguro venga varato il prima possibile». Lo ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri, durante un convegno in Bocconi, sottolineando che «è a costo zero per le banche e per lo Stato, mentre c'è un grande vantaggio per i pensionati».
«Rivendico il diritto di poter fare delle proposte. Non è certamente un modo di violare le regole della democrazia, come qualcuno ha sostenuto», ha sottolineato ancora presidente dell'Inps, in merito al pacchetto di proposte che - assicura - l'istituto presenterà a «governo e parlamento entro giugno». Per Boeri, «un ente come l'Inps ha conoscenze e competenze che può mettere a servizio del paese. Inoltre abbiamo dati importanti che ci permettono di valutare meglio di altri le politiche fatte sin qui in Italia».
seguifb
Zedde