Redazione
Riforme: Renzi rimane fiducioso, non ci facciamo impaurire
Martedì, 22 Luglio 2014
- Roma, 22 lug. - Guarda con fiducia al percorso delle riforme nonostante l'ostruzionismo incontrato al Senato: vorra' dire che si lavorera' anche sabato e domenica, scherza Renzi con il suo staff. Per il premier cio' che sfugge ai 'frenatori', cosi' li chiama, e' che ogni giorno di ostruzionismo in piu' rappresenta una nuova iniezione di consenso nel Paese per il governo. L'importante, insomma, e' arrivare al traguardo. La linea del premier rimane quella del confronto, del dialogo, ma sempre con l'obiettivo di andare avanti veloci per portare a casa le riforme, fino all'ultimo giorno utile. Per il governo, la priorita' rimane il programma dei 'mille giorni', quindi le cose da fare per gli italiani. Questa riforma e' gia' frutto di mediazione, nota Renzi conversando con il suo entourage. Le cose da cambiare rimangono, per il premier, giustizia, fisco, infrastrutture: non possiamo certo farci impaurire dall'ostruzionismo, e' il ragionamento che Renzi fa con i suoi mentre lavora ancora ai dossier 'mille giorni'. .
Napolitano furioso con Grillo, non agitare spettri autoritarismo
Martedì, 22 Luglio 2014
- Roma, 22 lug. - Avanti con le riforme, che siano le piu' condivise possibili attraverso il metodo del dialogo e della necessaria mediazione. Ma soprattutto si evitino allarmismi al limite della decenza, come quando si accusano i titolari del processo riformatore di tentazioni autoritarie. Giorgio Napolitano rivece la Stampa parlamentare per la tradizionale cerimonia del Ventaglio e lancia un ennesimo endorsement per chi e' impegnato nelle riforme; non rinuncia a raccomandare a tutti, proprio tutti, la pazienza e la capacita' di ascoltare; non si sottrae ad un avvertimento, anche questo lanciato erga omnes: quando lascio lo decido io. Per favore, piantiamola com le profezie a basso prezzo. Il cammino delle riforme e' lontano dall'essere completato. Napolitano auspica che si proceda con rapida attenzione. In un clima costruttivo e aperto. Quindi "per serieta' e senso della misura, non si agitino spettri di insidie e macchinazioni autoritarie". Bisogna, semmai, "superare estremismi e contrasti". Come successo in commissionme affari costituzionale del Senato. Poi, una volta passate le riformeistituzionali, "seguiranno altre esigenze, istanze e proposte". Tra esse "in primo luogo la riforma elettorale, sulla base del testo varato in prima lettura dalle Camera ma destinato ad essere ridiscusso con la massima attenzione per criteri ispiratori e verifiche di costituzionalita' che possono indurre a concordare significative modifiche". Dopo ancora, "piu' in generale si imporra' una riconsiderazione dello stato e delle esigenze di messa a punto e rafforzamento del sistema delle garanzie costituzionali". Ed anche la tanto auspicata riforma della giustizia, molto vicina viste le parole zuccherine pronunciate verso la magistratura dallo stesso Silvio Berlusconi. c'e' pero' un punto che, evidentemente, sta particolarmente a cuore al Capo dello stato, tanto e' vero che se lo riserva in chiusura di intervento. Da tempo e' un rincorrerisi di voci sulle sue dimissioni, quando per presunti motivi politici, quando per altrettanto presunti motivi di salute. Lça si faccia finita. O, nelle parole del diretto interessato: "E' una valutazione che appartiene solo a me stesso". Insomma, decide il colle e solo il Colle.
Galan verso carcere Opera. Gli telefona anche Berlusconi
Martedì, 22 Luglio 2014
- Roma, 22 lug. - Sta per essere condotto verso il carcere di Opera, Gianfranco Galan e sono state diverse, a quanto si apprende in ambienti parlamentari FI, le telefonate al deputato per il quale l'Aula della Camera ha oggi votato l'autorizzazione all'arresto, per la vicenda Mose. Tra i tanti messaggi che lo hanno raggiunto, particolarmente apprezzato sarebbe stato, riferiscono le stesse fonti, quell di Daniele Capezzone. Mentre non e' mancata una telefonata di solidarieta' da parte di Silvio Berlusconi. Galan non ha rinunciato alla sua abituale ironia: sono diventato un appestato, neanche piu' in ospedale mi vogliono, avrebbe detto. E sempre secondo le stesse fonti, l'ex ministro avrebbe spiegato di essere "incazzato" nei confronti dei suoi tre accusatori che gli hanno spalancato le porte della prigione. .
Camera dice si' ad arresto Galan. Sono incazzato nero
Martedì, 22 Luglio 2014
- Roma, 21 lug. - Voto segreto, richiesto da Forza Italia, e via libera dell'Aula della Camera, alla richiesta richiesta all'arresto del deputato 'azzurro' Giancarlo Galan, avanzata della Procura di Venezia nell'ambito dell'inchiesta Mose. I si' sono stati 395, i voti contrari 138, 2 gli astenuti. "Sono incazzato e sapete benissimo con chi". Con queste laconiche parole Galan, ha lasciato l'ospedale di Este. E' uscito in carrozzella ed e' poi salito su un'ambulanza, che si e' allontanata. All'ospedale di Este e' stata firmata stamattina da parte dei sanitari una lettera di dimissioni per il parlamentare. Gli avvocati Antonio Franchini e Nicolo' Ghedini chiederanno che a Galan siano concessi i domiciliari. Ad annunciarlo lo stesso Franchini, secondo cui quello sul parlamentare e' "un voto politico e non di coscienza". "Abbiamo presentato una richiesta di domiciliari", ha spiegato Franchini, che fino a poco prima del si' della Camera e' stato all'ospedale di Este, dove Galan e' ricoverato con una prognosi di 40 giorni. "Adesso non sappiamo bene cosa accadra': potrebbe essere piantonato qui in ospedale oppure trasferito altrove. Galan in questi minuti e' molto reattivo e combattivo, come sempre", ha concluso. Lega, si' ad arresto Galan. Non c'e' fumus persecutionis "Riteniamo che non ci sia fumus persecutionis e quindi votiamo a favore dell'arresto di Giancarlo Galan" ha detto in Aula il vicecapogruppo della Lega Nord alla Camera, Matteo Bragantini. "Sarebbe comunque importante discutere - ha aggiunto - sull'opportunita' o meno dell'arresto preventivo, non solo per i parlamentari ma per tutti i cittadini. E un discorso andrebbe fatto anche sull`opportunita' che siano i parlamentari stessi a votare per i propri componenti o se magari a decidere debba essere un organo terzo, magari il capo dello Stato. Questo per evitare che il voto non sia politico ma entri nel merito della vicenda". .

