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Buongiorno,
avrei bisogno dei chiarimenti su come funziona la finestra mobile di 12 mesi,
per quanto riguarda la Pensione di Vecchiaia per i lavoratori Ciechi.

Riassunto:
- a Giugno compio 61 anni
- ho 26 anni di contributi (nessuno dopo il riconoscimento dell'invalidità)
- non lavoro più
- rientro nel calcolo Misto
- Nel biennio 2025-2026 non ci sono stati aumenti di aspettative di vita:
quindi a Giugno avrò i requisiti anagrafici contributivi etc etc ( di questo ne sono sicuro al 100%).

Finestra mobile 12 mesi:
Giugno2025 + 12mesi =Giugno2026
Luglio 2026 sarà il primo mese valido di partenza per l'erogazione della Pensione
Corretto?

la domanda all'Inps la posso inoltrare a Maggio (2 mesi prima),
il dubbio è:
il calcolo della rata pensionistica parte da Luglio 2026 corretto?
sono stato assalito da questo dubbio alla vista del traguardo e ho pensato:
non partira mica da Giugno2025 il calcolo e poi la prima rata verrò erogata a Luglio2026

Sono riuscito a complicare una domanda per certi versi anche semplice,
ringrazio per l'aiuto
 

Ciao e buongiorno,
rientro nella categoria CiecoAssoluto ( o meglio Ipovedente con oramai poco residuo visivo),
è giunto il momento di andare "in pensione" e avrò bisogno di qualche aiuto a capire un paio di cose,
assalito da qualche dubbio in vista del traguardo .

A presto con la mia "prima richiesta"...

 

Per un collega nel comparto sicurezza, è possibile ottenere la pensione all’età di vecchiaia (62), facendo domanda di cumulo contributivo Avendo 13 anni di servizio effettivo di cui 8 mesi al 31/12/1995, 1 anno e 3 mesi lavoro con privati, 3 anni e 3 mesi di servizi resi allo Stato non di ruolo 1 anno di servizio militare, e 3 anni di NASPI. Grazie

Come da titolo mi farebbe piacere saperlo, non so nemmeno quanto possa convenire parlando di un dipendente statale che va in pensione anticipata. Qualcuno potrebbe illuminarmi?

Buonasera,
nel 2024 ho riscattato 3 anni di laurea (dei 5 anni in corso disponibili).
Da diversi anni sono però a carico di mia  mamma.
Siccome mia mamma non aveva disponibilità economiche per pagare in un unica soluzione e non poteva neanche pagare in 120 rate per non aggravare il bilancio famigliare, ho pagato l'INPS io in un unica soluzione con fondi derivati da un eredità a mio nome.

Volevo sapere, essendo a carico di mia mamma (ma avendo lavorato io precedentemente):
1) può mia mamma dedurre il riscatto dei 3 anni anche se ho pagato io (perché mia mamma non aveva disponibilità)?
2) la deduzione sarà al 50% o al 100%?
3) in quanti anni verranno ritornati i soldi a mia mamma (5 o 10 anni)?

Grazie.

Salve
Potrei accedere all'ape sociale il prossimo anno quando raggiungerò i 63 anni e 5 mesi mi sembra.
Praticamente ho lavorato come carrellista dal 2015 al 2021 con una ditta che è fallita e poi con altra ditta per 4 anni la quale mi ha rilasciato il modello AP148.
Il problema purtroppo rimane la ditta fallita dalla quale non posso avere il modello di cui sopra. So che l'azienda è ancora in liquidazione giudiziale con tanto di curatore fallimentare. Volevo chiedervi se c'è possibilità che mi siano riconosciuti i 6 anni precedenti e poter rientrare nei 7 anni su 10.
Grazie per l'aiuto

stefano
 

Salve a tuti
Sono Stefano e invio un saluto a tutti.
Ciaooo

 

Grazie per la risposta. Tuttavia, il commercialista che non mi ha cancellato dalla gestione commercianti, facendomi versare i contributi INPS nella gestione commercianti, ha commesso un errore? Ad oggi ho 68 anni, sono pensionato con Quota 100 dal 2019 e sono socio al 2% della SRL che amministro a titolo gratuito dalla data di pensionamento. Il patronato a cui ho chiesto spiegazioni mi ha riferito che, secondo loro, il mio caso è unico, poiché, con Quota 100, anche se non svolgo alcun lavoro, non avrei dovuto lasciare aperta la gestione commercianti e non avrei dovuto versare i contributi INPS, come ho fatto. Non sanno indicarmi un percorso per regolarizzare la posizione. Rimango in attesa di consigli.

Copio e incollo par. 1.3 della Circolare INPS n. 117/2019: 1.3 Redditi che non rilevano ai fini dell’incumulabilità della pensione In linea con i chiarimenti forniti ai fini dell’applicazione di precedenti disposizioni normative in materia di incumulabilità della pensione con i redditi da lavoro, si riporta di seguito l’elenco tassativo dei redditi che non rilevano ai fini dell’incumulabilità della pensione:indennità percepite dagli amministratori locali in applicazione dell’articolo 82 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 – TUEL (cfr. il messaggio n. 340/2003) e, più in generale, tutte le indennità comunque connesse a cariche pubbliche elettive (cfr. la circolare n. 58/1998);
indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale, di cui al decreto legislativo 28 marzo 1996, n. 207, e ss.mm.ii. (cfr. la circolare n. 77 del 24 maggio 2019).

Redditi che rilevano ai fini dell'incumalabilità:
redditi di impresa connessi ad attività di lavoro, nonché le partecipazioni agli utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione nei casi in cui l’apporto è costituito dalla prestazione di lavoro (cfr. il messaggio n. 59 del 12 marzo 1997). Ove non sia svolta attività lavorativa, gli interessati potranno rendere la dichiarazione di responsabilità in ordine alla qualità di socio che partecipa con capitale senza espletare attività lavorativa. In tali casi le Strutture territoriali considereranno il reddito conseguito come reddito da capitale e, quindi, cumulabile con la prestazione pensionistica (cfr. il messaggio n. 292 del 31 ottobre 2001).
Legga con attenzione la Circolare indicata che è un documento ufficiale e faccia le sue valutazioni.

La pensione in quota 100 non può essere trasformabile in pensione di vecchiaia.

Buongiorno,mi rivolgo a voi per un chiarimento riguardo alla mia situazione con la pensione anticipata tramite Quota 100.Ho usufruito della misura Quota 100 per andare in pensione anticipata. Successivamente, ho svolto attività di amministratore senza compenso per una società a responsabilità limitata (SRL) in cui detengo quote di capitale.A distanza di alcuni anni, sono venuto a conoscenza che il mio commercialista, pur non avendo percepito alcun reddito, come si evince dalle dichiarazioni, non ha provveduto a cancellare la mia posizione di "commerciante", continuando a farmi versare i contributi INPS come se fossi ancora attivo in questa veste.La mia domanda è la seguente: questa situazione, nonostante non abbia dichiarato alcun reddito, può avere un impatto sulla mia pensione Quota 100? L'INPS potrebbe richiedermi la restituzione di somme già percepite, considerata la continuità dei versamenti previdenziali nonostante la mia posizione? Inoltre, il mio commercialista ha commesso un errore? Infine, posso eventualmente trasformare la mia pensione Quota 100 in una pensione di vecchiaia?Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione e per ogni eventuale chiarimento.

Non sono un esperto e Ieri Ho visionato anche io il video dell’udienza sul sito della corte costituzionale ma dopo un po’ ho piantato lì. Una pizza!

Però andando a naso:

Il messaggio che ho postato è relativo all’udienza di giorno 29 gennaio. ( quotidiani e siti vari avevano indicato proprio questa data per discussione dei ricorsi )
Il 29 gennaio la corte ha esaminato vari ruoli ma solo tre riguardavano la rivalutazione delle pensioni. Due relativi alla Toscana ed uno relativo alla Campania.
Quindi Direi che non vi sono dubbi.

Inoltre:
Ricorsi sulla perequazione delle pensioni nei decenni passati ce ne sono stati a iosa
Ed hanno avuto sempre esito negativo

La politica economica la fa l’Unione Europea e non l’Italia ( ogni spesa deve essere autorizzata
Da UE e visto il debito pubblico italiano non avrebbe mai concesso autorizzazione - stiamo parlando di diversi miliardi che si protraggono per ogni anno successivo )

Se qualcuno aveva una speranza di sicuro non si reggeva su basi solide.

Saluti a tutti

Grazie.
Premettendo che non sono abbastanza ferrato sulla materia, mi pare tuttavia che la questione ritenuta inammissibile cui si riferisce il messaggio riportato sia relativa all'intervento "ad adiuvandum proposto dalla Sezione Autonoma Magistrati a Riposo dell'Associazione Nazionale Magistrati". Che non mi pare sia il nocciolo della questione.
Per farla breve, vi allego un link dove potete ascoltare l'audio dello "sviluppo" dell'udienza del 29 gennaio.
Come potrete verificare (per coloro che avranno la pazienza di ascoltare...)il presidente Amoroso, circa a metà della lunga udienza (più di due ore) conferma questa inammissibilità (quella cioè dell'intervento "ad adiuvandum" di cui sopra).
Ma poi l'udienza continua e al termine degli interventi degli avvocati degli altri attori (Ricorrenti/Inps e Stato) lo stesso presidente comunicando la chiusura dell'udienza conferma che la questione "sarà decisa".
Stante cosi le cose - e nell'assoluto silenzio in merito da ogni parte (strano che l'evoluzione di una "bomba" cosi impattante sui conti pubblici, non venga minimamente evidenziata da alcuno) - mi verrebbe da pensare che i giochi non siano affatto chiusi.
Forse mi sto facendo un film e non ho ben compreso il contesto, ma in ogni caso ringrazio in anticipo chi vorrà dare un contributo alla discussione.
A voi il link:
www.radioradicale.it/scheda/749946/udien...corte-costituzionale

Non so dire perché da errore.l’indirizzo e’ giusto

Tuttavia il contenuto è il seguente: ( mi scuso se intaso con un messaggio troppo lungo)
In fondo al messaggio trovate dichiarazione di inammissibilità

Previdenza - Pensioni - Riconoscimento nell'anno 2023 della rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici secondo il meccanismo di proporzionalità stabilito dall'art. 34, c. 1, della legge n. 448 del 1998 - Previsione che applica all’intero importo dell’assegno pensionistico una percentuale progressivamente ridotta, corrispondente alla fascia in cui ricade l’importo dell’assegno - Previsione che, in particolare, rivaluta nella misura del 47 per cento i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a otto volte tale trattamento, del 37 per cento i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a otto volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a dieci volte il medesimo trattamento minimo, del 32 per cento i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a dieci volte il predetto trattamento minimo - Denunciata misura che riduce la proporzionalità e l’adeguatezza della retribuzione e segnatamente nella sua forma differita rappresentata dal trattamento pensionistico previdenziale, in spregio al fondamento lavoristico della Repubblica - Disposizione che impone sacrifici a carico dei lavoratori in quiescenza, permettendo, al contempo, ad altre categorie di soggetti di beneficiare di rilevanti provvidenze a carico del bilancio dello Stato - Ingiustificata introduzione di misure di “raffreddamento” dell’indicizzazione delle pensioni più alte, rivolte a contenere l’inflazione, nel contesto di una manovra di bilancio espansiva - Progressiva assimilazione dei trattamenti pensionistici di carattere previdenziale alle prestazioni assistenziali, parametrate, anziché alla quantità e qualità del lavoro, allo stato di bisogno - Lesione del principio che considera il lavoro un elemento fondante della Repubblica - Disconoscimento del contributo fornito dal lavoratore al progresso spirituale e materiale della società - Violazione del principio della promozione dei capaci e meritevoli, affinché possano raggiugere i gradi più alti degli studi - Contrasto con il principio della retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto - Lesione della garanzia previdenziale - Violazione del principio in forza del quale nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base a una legge - Stabilizzazione sostanziale dei tagli della perequazione che impone al contribuente un sacrificio definitivo, in spregio al principio di temporaneità delle misure - Previsione che, riconoscendo alla lett. b), n. 3), 4) e 5), del c. 309 dell’art. 1 della legge n. 197 del 2022 una rivalutazione in misura inferiore al 50 per cento, risulta inferiore al tasso di interesse legale nel periodo di riferimento e confligge con il principio civilistico della lesione ultra dimidium

ANTONELLA SCIARRONE ALIBRANDI (GIUDICE RELATRICE)

D'ANDREA PATRIZIO IVO per Sezione Autonoma Magistrati a Riposo dell’Associazione Nazionale Magistrati (AVVOCATO)

La Corte si ritira in Camera di consiglio per decidere sull'ammissibilità dell'intervento ad adiuvandum proposto dalla Sezione Autonoma Magistrati a Riposo dell'Associazione Nazionale Magistrati. La Corte successivamente rientra e il Presidente dà lettura dell'ordinanza con la quale il predetto intervento viene dichiarato inammissibile.


BIANCA SALVATORE per P. M. (AVVOCATO)

PATTERI ANTONELLA per Istituto nazionale della previdenza sociale - INPS (AVVOCATO)

URBANI NERI FABRIZIO per Presidente del Consiglio dei Ministri (AVVOCATO DELLO STATO)

Si dà atto della presenza di SEMINARA GIORGIO per Annunziata Nicola (AVVOCATO)

Si dà atto della presenza di CASTILLETTI ELISABETTA per Annunziata Nicola (AVVOCATO)

Anche a me da errore, da ricerche in rete non appare nulla.

Grazie.
Non riesco però ad aprire il link, mi da errore. Riesci a scaricare la sentenza/inviarla in pdf?
Grazie comunque per supporto e disponibilità.