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Riduzione della quota retributiva della pensione passando da lavoratore dipendente a autonomo ?

22/11/2019 20:20 - 22/11/2019 20:56#65236 da Domino
Cochise,
di te, dello spirito Wakan Tanka che spesso invochi e di qualche altro frequentatore del forum, mi fido più delle quattro sigle dei Patronati d’Italia e di altri consulenti che ho sentito di recente e che affermano che mi distruggerei la quota retributiva aggiungendo un anno di artigiano ai miei anni di contributi nel FPLD.

Detto ciò, per una tua conferma e benedizione (o correzione, se scrivo cose non esatte), nonché per dare suggerimenti a chi si trova in situazioni simili alla mia riporto un dettagliato schema operativo.

Premessa: ho 60 anni, 34 anni di contributi (31 in FPLD, 1 riscatto militare, 2 NASPI completata), sistema misto, laurea conseguita negli anni 80.

Obiettivo: entro il 2021, quando avrò 62 anni, per arrivare a 38 anni di contributi devo trovarne altri 4, cercando di ridurre i costi del riscatto laurea ma anche evitando azioni autolesionistiche sul valore della mia pensione futura.

IPOTESI 1: riscatto laurea di 4 anni (con FPLD).

Non faccio nulla fino al 2021, quando riscatterò (circa) 4 anni di laurea al costo di 105K (stima attendibile, calcolata sia con Carpe PC che con le tue precedenti dritte sulla riserva matematica sugli ultimi 5 anni di retribuzione)

IPOTESI 2: 12 mesi da artigiano + riscatto laurea di 3 anni (con FPLD + ART)

Nel 2020 apro P.IVA e posizione INPS in gestione Artigiani a gennaio per poi chiuderle a dicembre.
Il mio imponibile annuo sarà inferiore a 15.878 € (al limite sarà nullo se decido di non lavorare affatto).
L’INPS mi impone comunque di pagare, in 4 rate, i contributi relativi a una retribuzione minima di riferimento pari a 15.878€, con aliquota del 24%, che porta ad un valore di 3.810€ che possono scendere a 2.476€ se chiedo all’INPS la riduzione del 35% (per regime forfettario).
Saldo 2020: pagamento di 3.8K o 2.4K di contributi + spese operative per aprire e chiudere P.IVA.

Nel 2021 riscatto solo 3 anni di laurea (perchè 12 mesi li ho già recuperati da artigiano).
Come si calcola la riserva matematica ?
Al netto della NASPI si prendono gli ultimi 5 anni lavorati che includeranno quindi 4 anni di retribuzione da dipendente e 1 anno da artigiano (presunto, perché pari al minimo di 15.878€) ?
Se questo è il criterio (ma te lo chiedo perché ho dei dubbi), il riscatto mi costa 70K (anziché 105K della prima ipotesi).
Saldo 2021: risparmio di 35K sul riscatto totale

Saldo finale: -5K nel 2020 (contributi INPS su ART, spese P.IVA) +35K nel 2021 (risparmio) = 30K a mio favore. Troppo bello per essere vero ?

E tutto ciò senza la minima penalizzazione sulla quota retributiva a causa della contribuzione su ART (come sostieni tu al contrario dei patronati).

IPOTESI 3 (proposta iper-ottimistica di un mio ex collega): 3 mesi da artigiano + riscatto laurea associato solo alla retribuzione ART

Partendo dal presupposto che FPLD e ART, per gli effetti sulla quota retributiva, sono indipendenti (come dici tu) allora potrebbero esserlo anche per la storia contributiva da agganciare al riscatto di laurea.
In pratica, nel 2020 apro e chiudo la P.IVA da Artigiano nel giro di 3 mesi, pagando un trimestre di contributi pari 3.810 / 4 = 952€. (sempre calcolati con aliquota del 24% sul valore minimo di riferimento di 15.878 / 4 = 3.969€)
Appena il mio estratto conto previdenziale mostra i 3 mesi di contributi ART faccio la domanda di riscatto laurea e supponiamo che mi venga offerta la possibilità di farla su FPLD o su ART.
Scelgo ART e la riserva matematica attinge solo a 3 mesi di retribuzione ART (3.969€) perché è indipendente da FPLD. Di conseguenza il beneficio pensionistico è molto ridotto e l’onere del riscatto, nel mio caso, scende a 20K (contro 105K della prima ipotesi e 70K della seconda ipotesi).

E’ fantascienza ?
Tutto ciò si basa sull’idea (sbagliata ?) di un riscatto di laurea “isolato” su ART che ignora FPLD perché sono indipendenti.

Nel file allegato c’è la scelta della gestione che appare a mia moglie durante l’inserimento della domanda di riscatto laurea perché lei ha contributi in FPLD e Gestone Separata.

Se avessi contributi in ART avrei anche io una scelta tra FPLD e ART ? E nel calcolo della riserva matematica verrebbero presi solo 3 mesi come Artigiano (e non i restanti 4 anni e 9 mesi come dipendente, per arrivare a 5) ?

I patronati a cui ho esposto tutto ciò stanno ancora ridendo (ma ridono anche quando gli si dice che ART non penalizza la quota retributiva di FPLD)

Se Wakan Tanka ti ha dato la forza per leggere fin qui allora chiedo al potente spirito di dartene un altro po’ per rispondermi e illuminare me e tutti quelli che cercano sistemi “creativi” (ma sicuri) per ridurre i costi da sostenere.
Grazie

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22/11/2019 18:47#65231 da cochise
Domino, in merito al calcolo la mia risposta è da ritenersi certa al 100% per un semplice motivo: ornmai viaggio verso i duemila calcoli e non sono stati pochi quelli in cui c'era doppia contribuzione (dipendente ed autonoma) e ti garantisco che il calcolo si fa con i criteri da me riportati.
In merito all'opportunità di riscattare la laurea utilizzando la posizione da autonomo , non posso darti conferma con la stessa certezza ma la logica mi dice di si.
In sostanza tu acquisiresti solo il diritto a basso costo ma, per quanto riguarda il calcolo non avresti certo il beneficio di avere il periodo riscattato nell'ambito del periodo da lavoratore dipendente, quindi la risata non me la spiego ma è sempre più attuale il proverbio del ciabattino meneghino (si nun sai fa o scarpar nun romper o caxx e semmenzelle).
Credo che nell'ambito di pensioni oggi potresti trovare qualcosa che conferma la tua tesi di riscatto.
Se non trovi nulla cerchiamo insieme, ma credo sia meglio fare la domanda quando si ha ancora lo status di artigiano.

Grande Guerriero e Capo Apache, membro storico di PensioniOggi.it
Ringraziano per il messaggio: Domino

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22/11/2019 18:03 - 22/11/2019 18:06#65229 da Domino
Cochise, grazie (come sempre) per la tua risposta.

Diversi patronati mi avevano invece detto che l’unica gestione “indipendente” dal FPLD è la Gestione Separata mentre la Gestione Lavoratori Autonomi, visto che fa parte dell’AGO (come il FPLD) e alimenta lo stesso estratto conto previdenziale del FPLD (di colore azzurro) è “unificata” al FPLD.
Pertanto, fatto 100 il mio stipendio da lavoratore dipendente degli ultimi anni, se farò il lavoratore autonomo (artigiano) percependo 15, ciò aumenterà di poco la mia quota contributiva ma ridurrà di molto la mia quota retributiva. In altre parole… un autogol da evitare assolutamente.

Perché tutte queste fake news da parte dei patronati ?

Invece, in base alla tua risposta, nel 2020 apro a gennaio e chiudo a dicembre una P.IVA come Artigiano, mi iscrivo alla Gestione Artigiani, l’INPS mi inpone una retribuzione minima di riferimento pari a 15.878€ (nel 2020 sarà forse leggermente aumentata) e mi fa pagare in 4 rate, con l’aliquota del 24%, un importo di 3.810€ (che si riducono a 2.476€ se chiedo all’INPS l’agevolazione della riduzione del 35%) .
Nel 2021 chiedo il riscatto di laurea, non per 4 anni (quelli mi mancano adesso per arrivare a 38), ma per 3 anni (avendo accumulato nel 2020 12 mesi da artigiano) e quindi risparmio 28K (stima annuale per il mio riscatto di laurea) pagando semplicemente 3.810€ (o 2.476€) di contributi da artigiano, senza nemmeno emettere una fattura (perché l’INPS chiede i contributi anche con imponibile nullo o negativo).

In conclusione: nel 2020 pago 3K, nel 2021 risparmio 28K (bilancio 25K a mio a favore), poi raggiungo 38 anni di contributi e con 62 anni chiedo quota 100 (ammesso che ci sia ancora).
“Troppo bello per essere vero” è stato il commento dei patronati (con risata inclusa).

Invece è davvero così o mi sono dimenticato di considerare qualcosa ?

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22/11/2019 14:15#65221 da cochise
Domino, la tua futura pensione sarà costituita da quote totalmente indipendenti tra loro:
1) quota da Lavoratore dipendente, a sua volta costituita dalla somma delle quote retributive (A e B) e contributiva
2) quota da lavoratore autonomo, contributiva.
Quindi, ripeto, l'importo delle retribuzioni da artigiano non avranno alcuna ricaduta sul calcolo della quota da lavoratore dipendente.
Buon lavoro

Grande Guerriero e Capo Apache, membro storico di PensioniOggi.it
Ringraziano per il messaggio: Domino

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22/11/2019 07:38#65215 da Domino
Provo a riproporre la domanda, nel caso qualcuno sia in grado di darmi una risposta, anche al fine di avere una conferma di ciò che mi ha riiferito nel frattempo un patronato.

In pratica, potrei avere una riduzione della quota retributiva passando da lavoratore dipendente a lavoro autonomo (nel caso ci sia una sensibile riduzione della retribuzione) perchè i rispettivi contributi finiscono entrambi nell'estratto conto "azzurro" e quindi non sono distinti tra loro, come invece accade con la gestione separata, che ha un estratto conto "verde" e che garantisce una effettiva neutralità (e, pur con retribuzioni molto più basse rispetto a quelle avute con il precedente lavoro dipendente, non intacca la quota retributiva della futura pensione).

E' davvero così ?

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20/11/2019 09:10 - 22/11/2019 07:29#65182 da Domino
Salve, dopo oltre 30 anni di contributi nel FPLD come lavoratore dipendente potrei iniziare un’attività da Artigiano, con posizione INPS nella Gestione dei Lavoratori Autonomi.

Trovandomi nel sistema misto, se tornassi a lavorare come dipendente e avessi una retribuzione molto più bassa rispetto a quella degli ultimi anni so che avrei una riduzione della quota retributiva della mia futura pensione.

Tale riduzione non ci sarebbe con un lavoro para-subordinato o che comunque comporti il versamento di contributi nella Gestione Separata (perché è un “compartimento stagno” rispetto al FPLD).

Cosa succede alla quota retributiva della mia pensione se verserò i futuri contributi nella Gestione Artigiani (sempre ipotizzando una forte riduzione della retribuzione rispetto agli ultimi anni) ?
Ci sarebbe una penalizzazione (come se tornassi a lavorare da dipendente) o nessun effetto (come accade per la Gestione Separata) ?

Grazie

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