Sergey

Sergey

Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.

Si apre questa settimana la trattativa sui ritocchi alla legge di stabilità in Commissione Bilancio a Montecitorio. Migliaia sono gli emendamenti presentati dalle forze politiche mentre per quelli del governo c'è ancora tempo. Kamsin Sul fronte delle pensioni sono piovuti emendamenti a 360 gradi: dall'estensione dei benefici per i lavoratori usuranti, ai precoci, passando per i quota 96 della scuola sino alla richiesta di azzerare il taglio ai patronati e a ridurre il prelievo fiscale sulla previdenza complementare, l'altro capitolo fortemente criticato un pò da tutte la forze politiche.

Sul tavolo di commissione Bilancio e governo ci sono anche altri temi trasversali come l'introduzione della local tax, il Tfr, dagli sgravi contributivi per i neoassunti ai fondi per gli ammortizzatori sociali, fino alle platee dei beneficiari dei bonus degli 80 euro (da estendere ai pensionati) e del nuovo bonus bebè.

Ma, nonostante le aperture a modifiche qualitative della manovra, e a correzioni che enfatizzino la sua portata espansiva, alcune richieste, come quelle dell'estensione dei benefici previdenziali, hanno poche chance di essere accolte. Soprattutto per la contrarietà del Governo che non intenderebbe concedere altre deroghe dopo la recente approvazione della legge 147/2014 in materia di sesta salvaguardia. Anche un intervento sulla platea degli 80 euro che sarebbe legata all'Isee o introducendo il quoziente familiare, indicano fonti vicine a Palazzo Chigi, è molto complesso, motivo per cui, tra l'altro, non è stato fatto finora.

Diverso il discorso per il bonus alle neomamme, per cui i deputati chiedono di rivedere il tetto a 90mila euro a favore dei redditi più bassi,, misura sulla quale potrebbe esserci un ritocco verso il basso. Quasi certo un intervento correttivo sulla tassazione sui fondi pensione (che adesso la manovra fa salire dall'11 al 20%) in quanto il governo ha dato disponibilità a rivedere il capitolo, mentre ancora apertissima è la partita sulla Tfr - tema su cui sono arrivate richieste di revisione da tutti i partiti. Possibile anche venga accolto l'emendamento che sterilizza le penalizzazioni sino al 31 Dicembre 2017 per i cd. lavoratori precoci dopo l'apertura del Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, delle scorse settimane. Resta invece in salita la possibilità di aumentare le risorse per gli ammortizzatori, perché i margini disponibili già sono stati ampiamente utilizzati e nuovi interventi particolarmente onerosi avrebbero bisogno di ulteriori coperture difficili da reperire.

Zedde

Una lettura di pensionioggi.it sulle modalità d'ingresso alla sesta salvaguardia di cui alla legge 147 2014 riportata dal nostro collaboratore Franco Rossini secondo la quale la possibilità di accedere al profilo di tutela dedicato ai lavoratori che hanno maturato un diritto a pensione entro i 12 mesi successivi alla scadenza dell'indennità di mobilità sia limitata al solo requisito contributivo, e non dunque estesa al requisito anagrafico, è stata da alcuni lettori non condivisa. Kamsin Legittima una diversa lettura ma, per quanto ci riguarda, ribadiamo che tale diversa interpretazione dovrà essere fornita in modo chiaro dagli organi competenti in primo luogo l'Inps e Ministero del Lavoro nei prossimi giorni.

Ciò in quanto una analoga disposizione prevista nella quinta salvaguardia di cui alla legge 147/2013 (lettera e del dm 14 febbraio 2014) ha previsto che l'attivazione di questo ulteriore periodo dopo la scadenza dell'indennità di mobilità ordinaria sia a vantaggio dei soli lavoratori non riuscissero a maturare il requisito contributivo entro la scadenza dell' indennità di mobilità ordinaria, per l'appunto.

Naturalmente noi auspichiamo per una eventuale estensione del regime derogatorio in senso tale da poter includere anche coloro che maturino requisito anagrafico successivamente alla scadenza dell'indennità di mobilità ordinaria.

Zedde

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso del question time alla Camera ha ribadito che non ci sono cause d'incompatibilità all'assuzione del ruolo di commissario straordinario.

Kamsin Non risulta alcuna incompatibilità all'assunzione della carica di Commissario straordinario dell'Inps da parte di Tiziano Treu. È quanto ha sottolineato, mercoledì, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso di un'interrogazione alla Camera dei Deputati sollevata da Marco Baldassarre (M5S).

La questione era nata dopo un articolo del 30 settembre 2014 pubblicato dalla testata Il Sole 24Ore secondo il quale il neo-commissario straordinario dell'Inps, Tiziano Treu, sarebbe stato socio di un famoso studio professionale, Crowe Horwarth, determinando in questo modo una situazione di conflitto di interessi. Secondo Poletti, il neo-commissario ha lasciato una dichiarazione, alla firma dell'incarico, in cui attesta di aver cessato qualsiasi tipo di collaborazione con lo studio in questione. 

Poletti ha inoltre rassicurato che l'operatività dell'articolo 6 del Dl 90/2014, secondo cui è vietato alle amministrazioni pubbliche conferire a soggetti, già lavoratori privati o pubblici dipendenti collocati in quiescenza, incarichi dirigenziali direttivi o cariche in organi di governo non può trovare applicazione nel caso in parola. Secondo Poletti infatti, oltre a non esserci precedenti amministrativi o giurisdizionali, l'incarico di commissario straordinario presso l'Inps non sembra riconducibile ad alcuna delle ipotesi di divieto regolate dalla legge in esame che concernono, a detta del ministro, incarichi di natura ordinaria quanto a durata e contenuti, mentre, nel caso di specie, l'incarico conferito ha natura straordinaria in quanto ha una durata limitata nel tempo.

Il ministro tuttavia non ha risposto circa alla questione relativa al compenso del commissario straordinario, dato che, sempre con il decreto della pubblica amministrazione, gli incarichi e le collaborazioni sono consentiti esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore ad un anno, non prorogabile o rinnovabile per ciascuna amministrazione. Il decreto ministeriale di nomina, invece prevede che al commissario straordinario venga corrisposta un'indennità pari a quella spettante al presidente dell'Istituto, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 216 mila euro lordi annui. Ma probabilmente anche in tal caso, come al solito, si è trovata una scappatoia per non applicare la normativa. 

Zedde

Il bonus sarà erogato a condizione che il reddito dei genitori non superi complessivamente i 90mila euro annui. Le modalità di erogazione saranno affidate ad un dpcm.

Kamsin Con la legge di stabilità il governo riconosce un bonus bebè di 960 euro annui, erogato con cadenza mensile, a decorrere dal mese di nascita o di adozione del bambino. E' quanto si apprende dalle ultime bozze del ddl dopo la firma del Presidente della Repubblica Giorgio Napoltiano. Il testo ora arriverà ufficialmente in Parlamento per la discussione.

Il bonus bebè sarà dunque erogato mensilmente, e non in un'unica soluzione, come era stato originariamente ipotizzato dall'esecutivo. Il beneficio sarà erogato alle famiglie con un reddito annuo sino a 90.000 euro, 36 mila euro ai fini ISEE. Il beneficio riguarderà solo i nuovi nati che vedranno la luce tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. Le modalità di erogazione del bonus saranno individuate con un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Sul tetto reddituale, il dicastero guidato da Pier Carlo Padoan ha indicato ieri che il limite dei 90 mila euro sarà valido sino al quarto figlio e tale livello si riferisce al reddito dei genitori. Mentre dal quinto figlio in poi non ci saranno limiti.

Guidaleggestabilta2015
Zedde

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