Redazione

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- Roma, 24 lug. - Meriam Yehya Ibrahim, la donna sudanese condannata a morte per apostasia in Sudan e poi assolta, e' arrivata a Ciampino con un volo della presidenza del Consiglio. Ad accoglierla il premier, Matteo Renzi, e il ministro degli Esteri, Federica Mogherini. La sudanese cristiana Meriam, che era stata condannata a morte per apostasia ed era stata quindi scarcerata dalle autorita' di Khartoum, e' arrivata su un volo di Stato accompagnata dal sottosegretario agli Esteri Lapo Pistelli che ha pubblicato la foto sul proprio profilo Facebook: "Con Meriam, Maya, Martin e Daniel, fra pochi minuti a Roma. Missione compiuta". .
- Torino, 23 lug. - "Spero che Renzi tenga duro". Cosi' l'ad, Sergio Marchionne, a margine dell'inaugurazione, a Torino, del centro uffici 'Officina 82'. "L'importanza di completare il programma di riforme - ha detto Marchionne rispondendo ai giornalisti - ormai e' essenziale. Il fatto che il paese abbia bisogno di riforme, non lo dico io, ma il mondo intero: ce lo stanno dicendo tutti. L'importanza di completare il programma di riforme e' essenziale: se non lo facciamo ci andiamo a giocare il futuro". "Continuo ad essere convinto - ha proseguito Marchionne che l'agenda intrapresa da Renzi sia da completare. Adesso lo cominciano a criticare perche' ha promesso una tempistica che non c'e'. Le buone intenzioni per portarla avanti ce l'ha, continuano a crearsi centomila problemi di convergenza e di punti di vista e se continua cosi' cercheranno di sfinirlo". "Spero che tenga duro - ha concluso - e non si faccia intimidire".
- Roma, 23 lug. - Sono oltre 500 le richieste di voto segreto arrivate dai gruppi sugli emendamenti relativi alle riforme costituzionali. E' quanto hanno riferito al termine della Giunta del Regolamento i senatori Loredana De Petris (Sel) e Maurizio Buccarella (M5S). Anche se hanno specificato che non e' la Giunta del regolamento che decide l'ammissibilita' del voto segreto, ma tale decisione verra' presa dal presidente del Senato Pietro Grasso. "Non spettava assolutamente alla Giunta del Regolamento di decidere - ha spiegato De Petris - ma al presidente Grasso che pero' cosi' ha voluto sentire l'orientamento dei gruppi". Ai senatori della Giunta e' stato consegnato un "report" con i precedenti che secondo De Petris "sono chiarissimi" nel senso che sarebbero possibili anche nel caso di riforma della Costituzione. "Chi dice che il voto segreto sulle riforme costituzionali non si puo' fare - ha sostenuto la presidente Sel - dice una cosa priva di fondamento". .
- Roma, 23 lug. - Tre votazioni in due ore, 900 richieste di voto segreto, tempi che si allugano nonostante la promessa, che verra' mantenuta, di far lavorare tutti sette giorni su sette dalle 9 alle 24 con orario continuato: al Senato il gioco si fa duro. Il Colle non comincia a giocare, no, ma seglie di mandare un segnale. L'impasse, del resto, rimette Giorgio Napolitano al centro del villaggio. Una costante nell'eterna storia dei rapporti tra le istituzioni della Repubblica: quando il Parlamento si inceppa e il governo non riesce a mettere l'olio nei pistoni entra in campo il Meccanico. Ecco allora che Napolitano riceve prima gli ostruzionisti, poi il Presidente del Senato. Ore 16, sale al Colle una delegazione di Sinistra Ecologia e Liberta'. "Abbiamo ascoltato l'appello di Napolitano e abbiamo chiesto di incontrarlo per rappresentare le ragioni di chi si ribella all'ostruzionismo del governo", spiega alla fine Nichi Vendola. L'ostruzionismo - rovescia l'accusa - e' quello del ministro Boschi e di matteo Renzi, sordi alle richieste di mediazione. Tanto e' vero che, aggiunge, Qualora il governo desse autentici segnali di dialogo sulle riforme, Sel potrebbe prendere in considerazione la possibilita' di rivedere le centinaia di emendamenti attualmente presentati al Senato. Fin dalla mattina, poi, si sa che salira' al Quirinale anche Pietro Grasso, il Presidente del Senato che oggi incappa nelle infosserenze del Pd per aver ammesso in gran parte il voto segreto. Con lui Napolitano si intrattiene per circa un'ora. Convengono, i due, su una comune preoccupazione che si possa creare un vero e proprio blocco del processo riformatore, che rischia di comprometterne l'esito finale. In parole povere: che salti, una volta ancora, quel cammino sempre intrapreso e mai completato verso la revisione della seconda parte della Carta. Ieri, alla cerimonia del Ventaglio, Napolitano ha gia' fatto sapere che le cose devono andare avanti, perche' le riforme istituzionali non sono meno importanti di quelle economiche. Stasera, una volta stretta la mano a Grasso, il Presidente fa filtrare una dichiarazione ufficiosa. Questa: bisogna tener presente "il grave danno che recherebbe al prestigio e alla credibilita' dell'istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale". E' quanto fanno sapere fonti del Quirinale interpellate sul colloquio al Colle".Tradotto, vuol dire che nessuno puo' permettersi un nuovo blocco. Perderebbero tutti, ad iniziare dallo stesso Parlamento. Quindi rimettere l'olio nei pistoni e' assolutamente necessario. E tutti sono chiamati ad intervenire. Tutti. .

- Roma, 23 lug. - L'Aula del Senato ha sospeso nel tardo pomeriggio le attivita' di voto del ddl Boschi. I lavori si sono svolti molto lentamente infatti nel corso della prima seduta sono stati votati solo tre emendamenti su 8000. L'Aula di palazzo Madama tornera' ad occuparsi delle riforme domani mattina, alle 9,30.

Dopo oltre un'ora di dibattito  e' stato votato e bocciato (con 262 no e 14 si') il primo emendamento che chiedeva di abolire le circoscrizione degli italiani eletti all'estero. L'emendamento era stato presentato dai dissidenti di FI e Gal, Minzolini, Milo e altri. C'e' voluto molto tempo per passare alla votazione a causa dell'ostruzionismo di alcuni senatori M5S che sono intervenuti in dissenso per prendere tempo. A Felice Casson (Pd) che ha lamentato la decisione di Grasso di concedere solo un minuto di tempo ai senatori che parlano in dissenso dal proprio gruppo, il presidente del Senato ha replicato: "Spetta al presidente l'armonizzazione dei tempi quando non c'e' il contingentamento".

E' poi intervenuto il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, per sottolineare l'impossibilita' ad andare avanti con questi ritmi: "vorrei far notare all'Aula che stiamo discutendo da un'ora e mezza e abbiamo votato un solo emendamento e Grasso poco fa aveva fatto cenno ai poteri di coordinamento della presidenza (sui tempi). Oppure - conclude Zanda - dobbiamo procedere a questi ritmi? Francamente mi sembra ci stia indicando molto sul nostro futuro...".

Subito dopo prende la parola Pier Ferdinando Casini, che si associa, seppur con parole piu' forti, alla 'protesta' del capogruppo Pd. Parole, quelle dell'esponente Udc, che suscitano la reazione dei grillini e del senatore azzurro Domenico Scilipoti, piu' volte ripreso dal presidente di turno, Maurizio Gasparri. Casini ha affermato: "Credo sia chiaro a tutti che tra i poteri della presidenza esiste la capacita' e necessita' di garantire all'opposizione il diritto pieno di espressione e alla maggioranza, che non puo' avere meno diritti dell'opposizione, la possibilita' di portare in votazione il prodotto legislativo che ritiene prioritario per il paese". Per Casini, quanto sta avvenendo in Aula "e' la dimostrazione piu' palese dell'incapacita' di questa istituzione di riformare se stessa e pertanto questa forma cosi' sbracata di ostruzionismo e' il piu' grande regalo a chi vuole dimostrare che questa istituzione non fa il suo dovere e questo apparira' chiaro agli occhi degli italiani. Se siete impegnati in un atto di autolesionismo", dice Casini rivolgendosi ai grillini, va bene ma cosi' non e' democrazia, e' anarchia".

Immediata e' stata la reazione piccata dei grillini, ma il piu' agguerrito e'stato Scilipoti, che si e' alzato in piedi. Viene ripreso dal presidente di turno, che si rivolge al capogruppo Romani: "ci aiuti a sedare il senatore Scilipoti". Infine ha replicato a Zanda e Casini: "Grasso e' stato chiaro, l'orientamento in capigruppo e' stato di ampliare i tempi della discussione con un calendario impegnativo proprio per l'importanza dell'argomento ed e' un modo per non comprimere i diritti di nessuno e non usare strumentalmente l'ampiamento della discussione".

"Il capogruppo del Pd Luigi Zanda si lamenta perche' ci e' voluta piu' di un'ora per votare un solo emendamento. A lui e a tutto il suo gruppo rispondiamo: e' la democrazia, bellezza! Non si puo' essere insofferenti nei confronti delle regole parlamentari, che garantiscono la possibilita' di discutere ed esaminare il testo con l'attenzione e la calma che merita una riforma costituzionale. Ma il Pd scalpita perche' e' allergico a queste regole o solo perche' ha voglia di andarsene in ferie?". E' quanto ha affermato il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato, Vito Petrocelli.

Sulla questione dei tempi lunghi e dell'ostruzionismo e' intervenuto anche il capogruppo Ncd, Maurizio Sacconi: "e' bene rilevare l'ostruzionismo in atto affinche' si cominci a riflettere sui modi entro i quali questa legittima pratica si esprima, va consentita ma entro certi limiti perche' l'assemblea del Senato deve essere posta nella condizione di deliberare".

In disaccordo e' intervenuto Vincenzo D'Anna, di Gal, che ha proposto: "si riuniscano i capigruppo e chiedano agli autori degli emendamenti di rivedere" la loro posizione con il ritiro di alcune richieste di modifica. Poi, pero', D'Anna si e'scagliato contro la 'minaccia' di dimezzare i tempi di discussione: "Aleggia la parola ghigliottina, il discorso e' 'attenti a voi che tagliamo i tempi perche' state dando fastidio'. Ma noi non desisteremo, perche' noi non stiamo difendendo i nostri augusti deretani ma un principio abbastanza marginale, che si chiama diritto del popolo italiano a scegliersi i parlamentari. Non stiamo discutendo delle prebende. Andate di fretta perche' la tempistica presuppone le elezioni anticipate - prosegue il senatore di Gal rivolgendosi alla maggioranza - Voi state facendo peggio della legge Acerbo, volete il potere con il 25% dei voti. Se lo avesse proposto Berlusconi molti degli insofferenti sarebbero li' con le mutande viola a rompere le scatole", conclude D'Anna.

Dopo la lunga discussione, l'ostruzionismo, gli interventi sull'ordine dei lavori e le proteste dei favorevoli a un'ampia discussione e quelli contrari a che i tempi si allunghino troppo, l'Aula del Senato si e' espressa sul secondo emendamento al primo articolo del ddl riforme, bocciandolo.

Napolitano, non possiamo permetterci la paralisi

Interpellate sull'incontro tra il Capo dello Stato ed il Presidente del Senato Grasso, fonti del Colle fanno sapere che il Presidente Grasso ha illustrato l'andamento dei lavori a Palazzo Madama sulle leggi di riforma costituzionale, mettendo in luce le gravi difficolta' rappresentate da un ostruzionismo esasperato, tradottosi in un numero abnorme di emendamenti. Il Presidente della Repubblica ha insistito sul grave danno che recherebbe al prestigio ed alla credibilita' dell'istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforme essenziale ai fini di una rinnovata funzionalita' del sistema istituzionale. .

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