Redazione

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- Roma, 17 lug. - "Noi chiudiamo le riforme costituzionali, al massimo, entro 15 giorni". Lo ha detto Matteo Renzi nel corso dell'incontro con i 5 stelle, facendo riferimento ai tempi del dibattito e del voto al Senato. "Il giorno dopo - ha aggiunto il presidente del Consiglio - siamo pronti a discutere della legge elettorale". Tra il Movimento Cinque Stelle e il Pd e' "possibile arrivare ad un accordo piu' ampio" che non sulla sola legge elettorale, ha detto ancora Renzi. "Su questi cinque punti, i Cinque Stelle fanno un passo in avanti. Io ci credo, sono portato a dare fiducia", ha detto inoltre Renzi. "Non mi pare che siate poi cosi' distanti da noi sulle riforme istituzionali. Se io sono autoritario, attenti: voi rischiate di diventare pericolosi bradipi...". Usa l'arma dell'ironia, Matteo Renzi, per far decollare un confronto, quello con il M5S, che al momento stenta a prendere quota. .

- Roma, 17 lug. - "Se si puo' migliorare, io sono sempre ben disposto. Siamo qui con la stessa franchezza, nessuno di noi puo' poter dire agli altri partiti cosa e' giusto e cosa non lo e'". Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi durante l'incontro con il M5S. "Altri partiti possono avere dei dubbi. Forza Italia potrebbe dire di si', piu' difficile che sia disponibile Italia Popolare e Sel. Noi vediamo cosa si puo' fare, se si puo' trovare un accordo, sono d'accordo con Di Maio che si puo' migliorare", ha aggiunto Renzi. .

Il "ritardo" della crescita rende "piu' stretti" i margini di manovra del Governo che e' comunque intenzionato a rendere "permanente" il bonus da 80 euro con la prossima legge di stabilita' e a proseguire "nella riduzione dell'Irap".

L'indicazione e' stata fornita dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervenuto alla Camera per un informativa sulle raccomandazioni della Ue. L'inquilino di via XX settembre ha anche definito la crescita "ancora debole e incerta" e si e' limitato a un laconico "no comment" sulla possibilita' di una manovra estiva per correggere alcuni squilibri nei conti. Padoan ha comunque rivendicato con forza l'efficacia delle azioni messe in campo dal Governo in questi mesi. Anche sul fronte delle riforme istituzionali. Il loro "impatto economico", ha rilevato, "e' estremamente rilevante e purtroppo spesso sottovalutato". E' un dato di fatto pero' che la ripresa stenta ad arrivare e questo rende piu' difficile trovare in bilancio i soldi per sostenere l'economia.

"I dati macroeconomici piu' recenti, se confermati", ha sottolineato il ministro, "indicano un ritardo nel ritorno al meccanismo di una crescita sostenibile in Europa e altrove e cio' e' vero anche per il nostro paese: i margini per l'azione del governo si faranno piu' stretti ma non per questo", ha aggiunto, "si indebolisce la prospettiva di medio termine indispensabile per quel salto di qualita' di cui il paese ha bisogno tramite una decisa azione di riforme". L'Italia pero', Padoan ne e' convinto, ha fatto non pochi progressi che "saranno dettagliatamente indicati" nell'aggiornamento del Def a settembre. Sin d'ora pero', ha osservato il ministro, e' possibile dire che "lo scenario e' in linea con la riduzione del debito e siamo su un sentiero compatibile con i parametri europei". Nonostante la crescita che si fa desiderare.

E pero', ha affermato ancora Padoan, "non ci sono scorciatoie" ed "e' indispensabile che ci sia un orizzonte di medio termine" perche' "la crescita e' un fenomeno complesso e spesso non ben compreso". A promuovere le parole di Padoan sul cuneo fiscale e' il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, secondo cui rendere strutturale il taglio sarebbe "una boccata d'ossigeno e benzina nel motore delle imprese". A definirsi "fortemente deluso" e' al contrario il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, che definisce la relazione di Padoan "esoterica, omissiva, elusiva, e anche sbagliata".

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- Roma, 17 lug. - Riunione a Palazzo Chigi prima dell'incontro tra Pd e M5S: nella sede del governo sono arrivati il vicesegretario del Partito Democratico Debora Serracchiani, l'eurodeputata Alessandra Moretti e il capogruppo dem alla Camera, Roberto Speranza. "La delegazione sara' formata dai firmatari della lettera ai 5 Stelle", ha detto Moretti rispondendo ai cronisti.
- Roma, 17 lug. - Slitta di un'ora rispetto al previsto, cioe' dalle 14 alle 15, il faccia a faccia alla Camera, in streaming, tra le delegazioni Pd e M5S sulle riforme. L'orario del vertice e' stato aggiornato anche sul blog di Beppe Grillo. L'incontro sara' diffuso in diretta streaming sul blog stesso, su 'La Cosa', ma anche sul canale Youtube. "Il Pd ha chiesto di spostare alle 15 l'incontro" scrive Luigi Di Maio, su facebook, confermando lo slittamento dell'incontro di oggi. Aggiunge, il vicepresidente della Camera M5S, l'eloquente hastag #chefatica. "In Senato si affermi un reale spirito costituente", dice il senatore del Partito democratico Walter Tocci, concludendo il suo intervento durante la discussione generale del ddl di Riforma nell'Aula di palazzo Madama. Ma quello che colpisce di piu' e' la salva di applausi che si leva dall'emiciclo ad accogliere le parole del 'frondista' Pd, anche da parte dei rappresentanti M5S e Sel, e anche dalla senatrice FI Alessandra Mussolini. Tocci, appunto tra i 14 senatori Pd che a giugno si erano autosospesi in solidarieta' con il collega di partito Mineo, sostituito in commissione in ragione della sua contrarieta' alò progetto di riforme ora approdato in Aula, auspica che "il testo finale consenta di rivedere il giudizio negativo". "L'elegante lingua italiana dei padri costituenti con le sue parole semplici e profonde, riconoscimento, lavoro, dignita' - spiega - e' improvvisamente interrotta da un lessico nevrotico e tecnicistico, scandito da rinvii a commi, come un normale regolamento di condominio. E' la parte che si sta scrivendo oggi". Con la proposta di revisione costituzionale insieme all'Italicum, ha affermato ancora Tocci, "nessuno dei problemi istituzionali e' stato risolto, anzi, molti sono stati aggravati". Con la proposta di riforma della legge elettorale, ha insistito, si decide "di voltare le spalle agli elettori" che da un decennio chiedono di "guardare in faccia gli eletti". "I cittadini - ha spiegato - continueranno a non scegliere i deputati e non eleggeranno neppure i senatori" con il risultato "che il ceto politico eleggera' il ceto politico: e' un grande azzardo, a mio avviso, restringere la rappresentanza, proprio mentre viviamo forse la piu' grave frattura fra societa' ed istituzioni della storia italiana". .
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