Redazione

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- Roma, 21 set. - "Penso che il problema numero uno in Italia sia la produttivita'. Dobbiamo aumentarla. E per farlo e' giusto intervenire sul mercato del lavoro. Allora dico innanzitutto che va bene un contratto a tutele progressive, ma questo non puo' valere per i nuovi contratti, come e' stato detto. Cosi' si andrebbe nella direzione di aumentare la segmentazione del mercato del lavoro". Lo sostiene l'ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervistato dal Sole 24 Ore. "Questo sarebbe inaccettabile - aggiunge Bersani - Noi abbiamo bisogno di un percorso unificante. Il contratto a tutele crescenti dovrebbe quindi sostituire gran parte dei contratti esistenti, riducendo a tre-quattro tipologie". La reintegra? "Possiamo pensare a una maggiore flessibilita', su questo sono apertissimo, anche sull'articolo 18 si puo' tornare a intervenire cercando di farlo funzionare meglio, ma alla fine la reintegra deve rimanere". "La flessibilita' - spiega Bersani - e' nelle tutele crescenti. In un periodo iniziale l'imprenditore ha piu' facolta' di interrompere il rapporto di lavoro, passati 2-3-4 anni non piu'". Sui rischi di scissione del Pd, Bersani dice: "Ho sempre detto che lavoro per la ditta, ma la ditta e' il luogo dove si elabora e si propone". "Si deve discutere prima, no si puo' arrivare alla direzione con un prendere e lasciare". In ogni modo "sono fiducioso che al di la' delle asprezze, si trovi un punto di convergenza ed equilibrio". .
- Roma, 20 set. - Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ritiene che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, "sbagli" sul tema della riforma del mercato del lavoro in quanto "non si possono affrontare temi estremamente importanti, come quello delle estensioni delle tutele e del come si esce da una situazione cosi' ampia di disoccupazione, senza il dialogo e il confronto". "Credo soprattutto non lo si possa fare con atti di forza che tolgono i diritti a chi ce li ha senza dare nessuna prospettiva al mondo del precariato", ha affermato Camusso a La Spezia .

- Roma, 20 set. - "Chi oggi difende il sistema vigente difende un modello di diseguaglianze dove i diritti dipendono dalla provenienza o dall'eta'. Noi vogliamo difendere i diritti di chi non ha diritti. Quelli di cui nessuno si e' occupato fino ad oggi". Lo scrive il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi, in una lettera indirizzata agli iscritti del partito. "Il 29 settembre - aggiunge - presentero' in direzione nazionale il JobsAct. Dobbiamo attirare nuovi investimenti, perche' senza nuovi investimenti non ci saranno posti di lavoro e aumenteranno i disoccupati. Ma dobbiamo anche cambiare un sistema ingiusto - conclude - che divide i cittadini in persone di serie A e di serie B e umilia i precari".

"Nel partito c'e' chi vuole scontri ideologici"

"Davanti a un problema c'e' chi trova soluzioni provando a cambiare e chi organizza convegni lasciando le cose come sono. Anche nel nostro partito c'e' chi vuole cogliere la palla al balzo per tornare agli scontri ideologici e magari riportare il Pd del 25%. Noi no" si legge ancora nella lettera pubblicata sul sito del Pd. "Bloccare l'emorragia dei posti di lavoro e tornare a crescere, semplificare il fisco pagando meno (ma pagando tutti, finalmente!) e, prima di tutto, investire sull'educazione e sulla scuola: questa e' la nostra sfida", aggiunge Renzi che poi sottolinea: "Ci hanno detto che siamo di destra per questo. Ci hanno paragonato ai leader della destra liberista anglosassone degli anni Ottanta. A me - conclude - hanno insegnato che essere di sinistra significa combattere un'ingiustizia, non conservarla".

Scontro con la Cgil sull'articolo 18

"Cambiamo il Paese, chi puo' ci dia mano"

"Noi siamo qui per cambiare l'Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a volte ritorna. O almeno ci prova" scrive ancora Renzi "Sul sito - spiega - trovate l'indicazione della nuova segreteria. Chi puo' ci dia una mano, partendo dalle iniziative per le imminenti regionali e per le forme di autofinanziamento. Abbiamo la grande occasione di cambiare il paese piu' bello del mondo: Aiutiamoci a farlo sul serio".

- Roma, 20 set. - "Non voglio morire renziano. Se per caso ci fossero misure positive da parte del governo, è chiaro che andrebbero esaminate. Ma noi siamo opposizione e dobbiamo rafforzare e rendere visibile questo profilo". Lo ha detto, dal seminario di Sirmione, Daniele Capezzone. Il presidente FI della commissione Finanze della Camera) giudica "abbastanza surreale che il centrodestra subisca da mesi l'agenda politica e mediatica di Renzi, agenda peraltro sbagliata per il Paese: oggi tutti riconoscono che è stato un errore bloccare per 6 mesi la discussione sul tema del Senato, quando invece l'emergenza era ed è economico-sociale". "Anche dal punto di vista mediatico - incalza - l'andazzo è lo stesso, con un centrodestra essenzialmente 'commentatore' delle attività di Renzi. Tutto ciò fa male a noi, rischia di non riportare al voto i nostri delusi e astenuti, e fa male alla democrazia italiana, a cui rischia di mancare il ruolo dell'alternativa e dell'opposizione". "Da mesi - rivendica - contropropongo un'agenda diversa, una nostra controffensiva liberale centrata su uno choc fiscale: taglio di spesa e taglio di tasse. Nel mio libro è spiegata in dettaglio la possibilità di procedere a un taglio simultaneo di 40 miliardi di pressione fiscale, a favore delle imprese, con dimezzamento dell'Irap e il calo dell'aliquota Ires; delle famiglie, con l'abolizione della tassa sulla prima casa e il calo di due punti dell'Iva; e dei lavoratori, con un consistente taglio del cuneo fiscale, a cui deve accompagnarsi un corrispondente taglio di spesa pubblica". Il tutto, tiene a precisare "dettagliato al cap. 16 del mio libro, voce per voce". .
- Bari, 20 set. - "Sono certa che il Parlamento sapra' riconquistare il ruolo e il prestigio che merita come massima sede di rappresentanza del popolo italiano", ha detto oggi a Conversaro Laura Boldrini, presidente della Camera, parlando a un folto pubblico di studiosi e studenti sui temi della Grande Guerra e del ruolo di alcune figure del socialismo pacifista, ospite della Fondazione Di Vagno. "Come diceva lo storico Gaetano Salvemini bisogna 'trasformare le proteste in riforme' ed e' con questo spirito che cerco di costruire giorno per giorno il cambiamento necessario e che mi sforzo di esercitare l'importante ruolo che la Camera mi ha chiamato a svolgere", ha detto ancora. Ricordando i giorni dell'inizio della Grande Guerra di cui ricorre il centenario la presidente della Camera ha ricordato "la retorica antiparlamentare esacerbata dal clima bellico con accuse di vaniloquio, la contestazione delle lentezze procedurali. Sono temi che, purtroppo, hanno riecheggiato e riecheggiano tuttora nella polemica politica. Oggi pero' - ha concluso - a differenza di un secolo fa l'Italia e' una Repubblica e il nostro Parlamento puo' contare non solo sulla tutela formale della Costituzione, ma anche sulla maturita' della coscienza civile dei cittadini". Boldrini ha visitato una mostra fotografica sul tema dell'immigrazione dal titolo 'Storie senza confini'. Al termine ha invitato il presidente della Fondazione a esporre la mostra a Montecitorio, ha visitato la Cattedrale e, presso il cimitero della cittadina barese, ha deposto una corona di fiori presso la tomba del martire antifascista Giuseppe Di Vagno, il deputato socialista ucciso da una squadraccia fascista nel 1921. .
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