Sergey

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Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.

Nel dossier del commissario Cottarelli spunta l'ipotesi di introdurre un vincolo di reddito per l'indennità di accompagnamento.

Il rapporto della spesa per le prestazioni agli invalidi civili, pensioni di invalidità ed indennità di accompagno diffusi dall'Inps parlano abbastanza chiaro. Complessivamente la spesa per l'accompagno vale infatti 12 miliardi mentre quella destinata alle pensioni di invalidità vale oltre 3 miliardi. Negli ultimi anni le verifiche si sono inasprite con il coinvolgimento dell'Inps e delle strutture territoriali del Ministero del lavoro e della sanità consentendo il risparmio di alcuni denari ma la spesa su questo fronte resta comunque molto elevata.

Cottarelli ipotizza oltre ad una intensificazione dei controlli, anche l'introduzione di un limite di reddito per quanto riguarda le indennità di accompagnamento fissato a 30mila euro per i redditi individuali e a 45mila euro per quelli familiari. Secondo il dossier elaborato dal Commissario da questa misura si potrebbero ottenere 100 milioni il prossimo anno e 200 nel 2016, cifre chiaramente ben più consistenti se si decidesse di intervenire non solo sui trattamenti ancora da erogare ma anche su quelli già in essere.

In realtà come hanno ricordato esponenti del governo e lo stesso Cottarelli, tutte le decisioni su questa delicata materia dovranno essere assunte a livello politico dal governo Renzi e dalla maggioranza che lo sostiene. Non è affatto scontato che questa ipotesi possa passare dato che il governo Letta, nel dicembre dell'anno scorso, aveva tentato di presentare una misura analoga indicando dei limiti di reddito leggermente meno severi di quelli ipotizzati oggi. La proposta suscitò moltissime polemiche e proteste e fu rapidamente cancellata dal testo della legge di stabilità. Bisognerà quindi ora comprendere se il clima politico è cambiato e se si vuole intervenire sulla questione.

L'Inps chiarisce che i benefici previsti per i lavoratori che svolgono attività usuranti possono essere fruiti anche dal personale viaggiante e di macchina iscritto al Fondo speciale per il personale dipendente delle Ferrovie dello Stato.

L'Inps ha precisato con il messaggio 3380/2014 che il personale viaggiante e di macchina iscritto presso il Fondo speciale per il personale dipendente delle Ferrovie dello Stato può fruire, in presenza dei requisiti richiesti, dei benefici previsti per i lavoratori che svolgono attività particolarmente faticose e pesanti di cui al Dlgs 67/2011.

Si tratta pertanto di una precisazione particolarmente interessante per il personale viaggiante delle Ferrovie dello Stato dopo che la riforma Fornero del 2011 ha abolito la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con requisiti più bassi rispetto alla generalità dei lavoratori dipendenti dello Stato.

Il personale in questione potrà quindi fruire di un'uscita anticipata con il perfezionamento di quota 97,3 con almeno 61 anni 3 mesi di età e 35 di contributi per il 2014. In questo caso tuttavia continuerà a trovare applicazione la finestra mobile di accesso pari a 12 mensilità oltre, chiaramente, agli adeguamenti in materia di stima di vita che scatteranno dal 2016.

L'Inps ricorda, infine, che tali benefici sono cumulabili con gli aumenti di valutazione di cui all’art. 217 del T.U. n. 1092/1973 - maturati dal personale in questione fino alla data del 31/12/2011 - ai soli fini della determinazione dell’importo della pensione e non dell’anticipo dell’accesso al pensionamento.

Nota di aggiornamento - Il messaggio in parola ha destato importanti perplessità interpretative in quanto ha fatto presupporre l’inclusione tra le attività usuranti previste dal citato D.Lgs. n. 67/2011 anche quelle svolte dal personale viaggiante, di macchina, navigante… iscritto al Fondo Speciale FS.

L'INPS ha chiarito che non è questa l'interpretazione e che i benefici per i lavoratori usuranti sono ammissibili solo per i notturni. L'indicazione che si voleva fornire con il messaggio in parola era solo quello di precisare che in presenza dell'applicazione al personale ferroviario del regime pensionistico di miglior favore per attività usuranti connesse a lavoro notturno, ai fini del raggiungimento del limite contributivo minimo dei 35 anni previsto dalla normativa di riferimento, non devono concorrere gli eventuali aumenti di valutazione maturati fino al 31.12.2011.

I risparmi conseguibili dalla gestione di 85 mila esuberi sarebbero di 3 miliardi di euro dopo i tagli indicati da Cottarelli.

Sul pubblico impiego l'intervento indicato dal commissario straordinario alla spending review Carlo Cottarelli prevede la razionalizzazione di diversi enti ed amministrazioni pubbliche con una riduzione di circa 85 mila lavoratori. Il progetto consentirebbe un risparmio per le casse dello stato di circa 3 miliardi di euro.

Secondo Cottarelli gli interventi comporteranno esuberi che potranno essere riassorbiti con la mobilità. Tra le ipotesi c'è anche la possibilità di introdurre il blocco totale del turn over per evitare circa 90 mila assunzioni programmate nei prossimi 3-4 anni. Il piano di Cottarelli conferma poi il taglio degli stipendi dei dirigenti delle amministrazioni pubbliche per 500 milioni di euro. 

Tra le altre misure, per fare cassa, c'è anche una proposta di legge firmata da Francesco Boccia presidente della commissione Bilancio della Camera che prevede ulteriori tagli temporanei e progressivi sugli stipendi degli amministratori pubblici.

Nel mirino ci sono gli stipendi oltre i 60, 70 e 80 mila euro lordi annui che porterebbero risparmi netti di 2,5 miliardi nell'arco di tre anni. La proposta di legge prevede nello specifico un taglio del 6% degli stipendi superiori a 60 mila euro del 7% per quelli superiori a 70mila euro e dell'8% per quelli sopra gli 80 mila euro. La misura avrebbe carattere temporaneo dal 2014 al 2016 con l'obiettivo di garantire l'equilibrio del bilancio dello Stato. 

Nel documento di Cottarelli sulla spending review c'è anche l'incremento dei requisiti di un anno per l'accesso alla pensione anticipata per le donne. 

Nel documento diffuso ieri sui risparmi che potrebbero essere effettuati sulla spesa pubblica per finanziare gli sconti fiscali, il Commissario Cottarelli ha messo nero su bianco anche la possibilità di una modifica della riforma Fornero del 2011. L'intervento, per ora solo proposto, prevede l'innalzamento ulteriore dei requisiti utili per l'accesso alla pensione anticipata di un anno per le donne, i requisiti passerebbero pertanto dai 41 anni e 6 mesi attuali a 42 anni e 6 mesi.

Secondo Cottarelli l'età per la pensione anticipata verrebbe in questo modo equiparata a quella prevista per gli uomini; la novità potrebbe comportare risparmi di 200 milioni di euro per il 2014, di 500 milioni di euro per il 2015 sino a raggiungere il miliardo di euro dal 2016 in poi. Secondo la Cgil la proposta "è irricevibile perchè va a penalizzare ulteriormente le lavoratrici donne che già hanno visto allungarsi notevolmente l'età pensionabile con la riforma Fornero".

Anche se per ora fonti vicine a Palazzo Chigi smentiscono che saranno attuati questi tagli è evidente che la strada si preannuncia stretta e tortuosa per Renzi che dovrà decidere entro metà aprile quali coperture presentare a Bruxelles per dare credibilità al suo piano taglia Irpef. Se per il 2014 i fondi si possono trovare senza grandi impatti sociali, il governo dovrà fornire alla Commissione europea dei tagli strutturali per almeno 10 miliardi l'anno per il futuro affinché la riduzione fiscale annunciata dall'esecutivo possa essere credibile e duratura nel tempo. E il capitolo pensioni che da solo vale oltre il 16 % del Pil pare non possa proprio essere al riparo da nuove strette.

Nel piano proposto da Cottarelli compaiono, oltre al contributo di solidarietà, una stretta alle pensioni di reversibilità, l'indennità di accompagnamento e sussidi di guerra. 

La cura da cavallo che il commissario alla spending review Carlo Cottarelli ha in programma e che sarà utilizzata per finanziare la riduzione delle tasse si arricchisce di nuovi capitoli soprattutto per quanto riguarda il settore previdenziale. 

Nei giorni scorsi il commissario aveva indicato l'introduzione di un contributo temporaneo di solidarietà per gli assegni superiori ai 2500 euro lordi mensili. Misura che non appena annunciata aveva subito suscitato diverse reazioni da parte dei sindacati e dei lavoratori costringendo il premier Renzi a smentire la proposta. Ma nel menù dei tagli che Cottarelli ha predisposto non c'è solo il contributo di solidarietà. Ci sono anche molte altre misure sul piatto che, se approvate, potrebbero costare molto caro ai pensionati italiani.

Salta subito agli occhi la proposta di innalzare da 41 anni a 42 anni l'anzianità contributiva delle donne utile per l'accesso alla pensione anticipata. Se oggi sono necessari 41 anni e 6 mesi domani potrebbero diventare 42 anni e 6 mesi. In tal modo la pensione anticipata verrebbe parificata quella degli uomini con un risparmio di 200 milioni di euro quest'anno e di un miliardo a regime. Un'altra stretta è prevista riguardo alle pensioni di invalidità. Qui Cottarelli vuole inserire un tetto massimo al reddito per poterne fruire: 30 mila euro individuali e 45 mila euro in caso di reddito familiare.

Nel piano si mettono a bilancio anche tagli sulle pensioni di guerra che costano ancora 1, 5 miliardi di euro e sulle pensioni di reversibilità che dovrebbero essere legate a specifiche fasce di reddito. Ciliegina sulla torta il Commissario mette di nuovo sul tavolo la deindicizzazione delle pensioni con una stretta a partire dal 2015. Il risparmio previsto sarebbe pari a 600 milioni nel 2015 e di 1,5 miliardi nel 2016; si ricorda che le pensioni sono state appena "reindicizzate" dal governo Letta (totalmente fino a tre volte il minimo e poi misura decrescente).

Poi c'è il capitolo "macchina statale" che secondo i piani dovrà dimagrire in modo significativo con un consistente numero di esuberi nel pubblico impiego. Cottarelli spiega che gli esuberi dipenderanno dei piani di specifici di riforma anche se ammette che i numeri in gioco sono alti: almeno di 85 mila persone per un costo complessivo di oltre tre miliardi di euro.
Il problema è talmente delicato che nel documento diffuso la questione è indicata come critica. Per Cottarelli l'idea è di partire dai prepensionamenti con l'eliminazione delle posizioni superflue e fare ricorso, ove possibile, all'istituto dell'esonero dal servizio che garantisce ai lavoratori metà stipendio ma una contribuzione piena ai fini pensionistici. Possibile anche il collocamento in disponibilità del personale in esubero con un taglio della retribuzione oppure incentivi all'uscita dal settore pubblico con finanziamenti una tantum ed il rafforzamento della mobilità obbligatoria.

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