Redazione

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Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo che sostituirà, a decorrere dal 1° Maggio, l'attuale Aspi. Entra in vigore anche il l'assegno di disoccupazione (Asdi) e l'indennità per i parasubordinati.

Kamsin Con la pubblicazione ieri in GU del decreto legislativo numero 22 del 6 Marzo 2015 si compone l'ultimo tassello della Riforma degli ammortizzatori sociali voluta dal Governo Renzi nel Jobs Act.

La Nuova Aspi. Dal prossimo 1° maggio il decreto introduce la nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego (Naspi) alposto di Aspi e mini Aspi. La Naspi è destinata ai lavoratori disoccupati con almeno 13 settimane di contribuzione nel quadriennio precedente il licenziamento e con 30 giorni di lavoro nei 12 mesi precedenti. La nuova assicurazione durerà non più di 104 settimane (78 dal 2017) e avrà un importo massimo di 1.300 euro, con riduzione del 3% al mese per ogni mese successivo al terzo. L'ammortizzatore fornisce una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato; con esclusione dei dipendenti pubblici e degli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato, che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione.

L'erogazione della Naspi è condizionata alla partecipazione dell'interessato a iniziative di attivazione lavorativa.

L'assegno di disoccupazione. Chi, pur avendo beneficiato della Naspi, dovesse rimanere poi senza occupazione e in condizione di bisogno, potrà ottenere un assegno di disoccupazione (Asdi) per massimo 6 mesi e un importo pari al 75% dell'ultimo assegno Naspi (l'ammontare però può essere incrementato per gli eventuali carichi familiari del lavoratore.)

Nel primo anno di applicazione della norma, cioè il 2015, è prevista una corsia preferenziale per i lavoratori che appartengono a nuclei familiari con minorenni o che siano prossimi al pensionarnento. Come per la Naspi per avere diritto all'assegno di disoccupazione è necessaria l'adesione a un progetto personalizzato redatto dai competenti servizi per l'impiego con specifici impegni in termini di ricerca attiva di lavoro, la disponibilità a partecipare a iniziative di orientamento e formazione e la partecipazione obbligatoria alle iniziative di attivazione proposte.

L'indennità per i parasubordinati. Infine viene riconosciuta un'indennità di disoccupazione (Dis-coll) per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa (anche a progetto) iscritti in via esclusiva alla gestione separata. La durata del sostegno è limitata a un periodo massimo di sei mesi (anche questa indennità è legata alla partecipazione ad iniziative di politiche attive).

La Ricollocazione. Nel provvedimento c'è anche il contratto di ricollocazione a cui sono destinati 50 milioni nel 2015 e 20 nel 2016. Lo strumento dovrà garantire una dote individuale proporzionato al profilo di occupabilità del lavoratore e spendibile presso i soggetti pubblici o privati accreditati al servizio di assistenza nella ricerca del lavoro.

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Entra in vigore da oggi il decreto legislativo numero 23 del 6 Marzo 2015, cd. contratto a tutele crescenti. A tutti i nuovi assunti con contratto a tempo indeterminato sarà riconosciuto solo un indennizzo economico in caso di licenziamento illegittimo. 

Kamsin Si chiude definitivamente l'iter sul contratto a tutele crescenti. Con la pubblicazione ieri in GU del decreto legislativo 23/2015 (qui il testo del provvedimento) entra in vigore la Riforma dell'articolo 18 tanto annunciata dal Governo Renzi. Il decreto riscrive le regole sui licenziamenti superando nella maggior parte dei casi il reintegro dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori con l'indennizzo economico.

Tutti i nuovi assunti a tempo indeterminato dal 7 marzo 2015 potranno essere licenziati, anche in modo illegittimo, di regola con un indennizzo che parte da 2 mensilità per anno di servizio con un tetto di 24 mensilita (c'è tuttavia un indennizzo minimo di 4 mensilità, da far scattare subito dopo il periodo di prova, con l'obiettivo di scoraggiare licenziamenti facili). E' confermata la conciliazione veloce: qui il datore di lavoro puo' offrire una mensilità per anno di anzianita' fino a un massimo di 18 mensilita', con un minimo di due. Per quanto riguarda i licenziamenti disciplinari la reintegra resterà per i soli casi di insussistenza materiale del fatto contestato direttamente accertato in giudizio. Oltre alla reintegra il lavoratore avrà diritto anche ad un risarcimento stabilito dal giudice sino a 12 mensilità piu' i contributi (qui la mappa dei nuovi indennizzi).

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Sul fronte delle pensioni "i sindacati hanno chiesto un incontro, li incontreremo". Lo ha detto, ieri, a margine di un convegno di Unindustria Bologna, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
"In questa fase dobbiamo fare ancora un po' di lavoro istruttorio - ha osservato -, per il momento abbiamo definito quali sono le priorità di intervento che - ha concluso - debbono partire dalle problematiche sociali più acute".

Secondo il ministro del lavoro, infatti, il tema degli interventi sulla riforma Fornero delle pensioni "è all'ordine del giorno e il punto di riflessione coinciderà con la prossima legge di stabilità". Così il ministro del Lavoro Poletti, spiegando che si comincerà a parlarne prima dell'estate. La flessibilità in uscita a fronte di un assegno più basso "è una delle opzioni". 

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La riforma degli ammortizzatori sociali entra nel vivo. Dal prossimo 1° maggio l'Aspi sarà sostituita dalla Naspi la cui durata ed importo saranno strettamente correlate alla retribuzione media pensionabile dei 4 anni antecedenti la domanda. Kamsin Abbiamo raccolto il parere della senatrice Nunzia Catalfo (M5S) che ci ha esposto il proprio punto di vista e i punti critici della Riforma soprattutto per quanto riguarda il calcolo dell'importo che, secondo il M5S risulterebbe particolarmente penalizzante.

Senatrice quali sono i punti piu' controversi del nuovo ammortizzatore? La parte peggiore è il sistema di calcolo dell'assegno o meglio la sua lenta e graduale riduzione. E' previsto infatti che la NASpI si riduca progressivamente nella misura del 3 per cento al mese dal primo giorno del quarto mese di fruizione. La percentuale di riduzione, apparentemente esigua, risulta in realtà gravemente penalizzante.

Perchè? Per il reddito preso a base e che dovrà essere rivalutato ogni anno sulla base degli indici Istat del costo della vita, (1195 euro), l'indennità lorda sarà inizialmente di 896,35 euro per arrivare, nel caso di utilizzo di tutte le 78 settimane di copertura, ad un'indennità lorda di 567,55 euro che rappresenta il 47,49 per cento del reddito di cui si godeva al momento della perdita del lavoro. Se si prende ad esame un reddito di 1500 euro lordi (range nel quale rientra la stragrande maggioranza dei lavoratori) l'indennità lorda sarà inizialmente 972,5 euro per arrivare, sempre nel caso di utilizzo di tutte le 78 settimane, ad un'indennità lorda di 615,84 euro che rappresenta il 41,06 per cento del reddito di cui si godeva al momento della perdita del lavoro. Ambedue le cifre citate sono al di sotto della soglia di povertà.

Tale riduzione appare dunque illogica, punitiva ed ingiustificata quasi che la permanenza nella condizione di disoccupazione sia imputabile alla volontà del lavoratore. E' infatti col permanere dello stato di disoccupazione che si andranno progressivamente ad erodere gli eventuali risparmi a cui può fare ricorso il lavoratore che abbia perso il lavoro e dunque sarà proprio nel momento di maggiore necessità che quello stesso lavoratore si vedrà ridurre l'effettivo importo del beneficio in maniera inversamente proporzionale all'aumentare delle necessità;

Cosa avete proposto al Governo? Noi abbiamo formulato un parere, in seno alla Commissione Lavoro del Senato che chiedeva la cancellazione della disposizione in questione. Anzi la si dovrebbe invertire prevedendo un incremento anzichè una riduzione.

Non si rischia in questo modo di incentivare comportamenti poco disponibili alla ricerca di un nuovo lavoro? No. L'obiezione in base alla quale una simile modifica finirebbe per disincentivare il lavoratore a ricercare un'occupazione è facilmente contraddetta tenendo conto della disposizione che condiziona l'erogazione della NASpI "alla regolare partecipazione alle iniziative di attivazione lavorativa nonché ai percorsi di riqualificazione professionale proposti dai Servizi competenti". Al fine di rendere realmente efficace tale meccanismo di condizionalità sarebbe tuttavia necessario dare piena e rapida attuazione alle apposite disposizioni di delega sui servizi essenziali in materia di politica attiva del lavoro, destinando a tal fine consistenti ed adeguati investimenti in capitali e risorse umane.

Alcuni problemi riguardano anche il calcolo della pensione.

Quali? Rispetto alla prima versione dello schema di decreto pubblicata, è stata cancellata la previsione, di cui all'articolo 12, del periodo transitorio per il 2015 per quanto riguarda la contribuzione figurativa che invece viene sin da subito rapportata entro un limite di retribuzione pari a 1,4 volte l'importo massimo mensile della NASpI per l'anno in corso. In pratica l'assegno pensionistico sarà piu' leggero.

Però il detrimento sarebbe solo sugli assegni medio-alti. Non potrebbe essere accettabile? Sì, a patto che si inserisca una specifica disposizione volta a consentire al lavoratore la possibilità di integrare, mediante versamenti volontari la contribuzione figurativa fino al raggiungimento di un monte contributivo pari a quello che sarebbe spettato in mancanza del riproporzionamento.

Si è posta anche la questione dei lavori stagionali. Come stanno le cose? E' uno dei temi che il Governo non ha affrontato. La nuova disciplina appare svantaggiosa per i lavoratori stagionali che non potranno più coprire il proprio reddito per tutto l'anno, in quanto percepiranno l'indennità per la metà dei mesi lavorati. In pratica chi riusciva a lavorare 6 mesi all'anno, poteva coprire gli altri 6 mesi dell'anno con il sussidio. Dal 1° maggio invece, i lavoratori stagionali, percepiranno la metà dei mesi lavorati (quindi solo per 3 mesi). Il danno economico, per le famiglie che lavorano in posti dove c'è solo lavoro stagionale, sarà enorme. Questa situazione comporterà l'impoverimento dei paesi che vivono di turismo. 

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Per venti milioni di pensionati, lavoratori dipendenti e assimilati a partire dal 15 aprile sara' disponibile il modello 730 precompilato.

Kamsin Si avvina il debutto del 730 precompilato. Per elaborarlo l'Agenzia delle Entrate sta utilizzando le informazioni disponibili in Anagrafe tributaria, quelle trasmesse dalle banche, dalle assicurazioni e dai sostituti d'imposta (enti previdenziali e datori di lavoro). Benche' le operazioni di acquisizione e trattamento dei dati siano ancora in corso, grazie al contributo di tutti gli attori coinvolti nel progetto "730 precompilato", sono state gia' trasmesse piu' di 100 milioni di operazioni relative ai premi assicurativi, interessi passivi sui mutui e contributi previdenziali, oltre a quasi 19 milioni di certificazioni uniche. Dal 2016 saranno presenti nella dichiarazione precompilata anche le spese sanitarie che danno diritto a deduzioni dal reddito o detrazioni d'imposta e altre spese comuni, come ad esempio le tasse per l'iscrizione all'universita'.

Grazie a questo patrimonio informativo i contribuenti potranno disporre gia' nel 2015 di una dichiarazione dei redditi precompilata dal Fisco in tutto o in buona parte. Il contribuente, spiega l'Agenzia delle Entrate, puo' comunque modificare, integrare o accettare il modello agevolmente e trasmetterlo al Fisco, dall'1 maggio al 7 luglio, direttamente dal proprio PC o delegando il sostituto d'imposta che presta assistenza fiscale, un Caf o un professionista. Se la dichiarazione viene accettata direttamente cosi' com'e' o modificata tramite un Caf o un professionista abilitato, si chiude cosi' la partita con il Fisco.

Infatti in quest'ultimo caso i controlli documentali sono effettuati direttamente nei confronti dei Caf e dei professionisti ai quali i cittadini si affidano. Proprio per il ruolo di maggiore responsabilita' al quale sono chiamati gli intermediari con il Decreto ministeriale del 29 dicembre 2014 e' stata prevista una diversa modulazione dei compensi. La dichiarazione precompilata si basa sulle certificazioni dei sostituti d'imposta per redditi di lavoro dipendente e assimilati, pensioni e compensi per attivita' occasionali di lavoro autonomo. Il modello contiene, inoltre, le informazioni presenti in Anagrafe tributaria relative alle spese di ristrutturazione edilizia e di risparmio energetico, ai versamenti effettuati con il modello F24, alle compravendite immobiliari, ai contratti di locazione registrati e alla dichiarazione dei redditi dell'anno precedente.

Nel nuovo 730, infine, sono disponibili anche i dati trasmessi da altri soggetti, che riguardano alcuni oneri detraibili e deducibili sostenuti dai contribuenti. Per quest'anno si tratta di interessi passivi sui mutui, premi assicurativi e contributi previdenziali. Per accedere al modello occorre il codice Pin per i servizi telematici dell'Agenzia che puo' essere richiesto sul sito www.agenziaentrate.gov.it, telefonicamente al numero 848.800.444 o presso gli uffici territoriali delle Entrate. Per agevolare i cittadini che gia' dispongono del Pin dispositivo dell'Inps e' previsto un accesso anche attraverso il sito dell'Istituto. In alternativa, e' possibile delegare il proprio sostituto di imposta disponibile ad effettuare l'assistenza fiscale, un Caf o un professionista abilitato.

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