Eleonora Accorsi

Eleonora Accorsi

Sono una giornalista freelance. Collaboro con diverse testate e blog nella redazione di notizie ed approfondimenti su materie fiscali e di diritto del lavoro. Dal 2014 collaboro con la redazione di PensioniOggi.it

Il DEF prevede l'introduzione della cosiddetta "busta arancione", importata dal modello svedese;  informerà i lavoratori sulla stima dell'ammontare della pensione che  sarà pagata dalla previdenza pubblica.

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Già da quest'anno l'Inps inizierà ad inviare ai suoi iscritti il documento che consentirà di stimare la pensione attesa. E' quanto si apprende dal Documento di Economia e Finanza (Def) approvato da Renzi, in cui si specifica che «il Ministero del Lavoro progressivamente informerà tutti i lavoratori delle diverse gestioni Inps, sulla loro futura condizione pensionistica attraverso il Progetto Trasparenza sulle pensioni dell'Inps».

Già da molti anni , l'idea circolava senza però essere mai stata attuata. A fine 2013 l'ex ministro del Welfare Enrico Giovannini e l'ex presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua, avevano annunciato che entro pochi mesi i pensionandi italiani avrebbero conseguito maggiore trasparenza sul proprio prospetto pensionistico. Poi con la caduta di Letta e di Mastrapasqua non se ne fece piu' nulla.

Il Def oggi però prevede che nei prossimi mesi l'operazione trasparenza sulle pensioni potrà avere inizio e darà la possibilità a tutti i lavoratori di effettuare simulazioni sulla propria condizione pensionistica futura. Secondo il DEF nel corso del 2014 l'Inps invierà, "inizialmente solo ad alcune categorie di lavoratori, secondo successivi passaggi" la cosiddetta busta arancione (così, chiamata dal colore della lettera che la Svezia spedisce ai lavoratori per informarli sulle stime dell'ammontare della pensione, ndr)".

Si tratta di "uno strumento che darà in tempo reale informazioni sugli anni di contributi versati e mancanti, l'entità della eventuale rendita e quando poter andare in pensione con la possibilità del calcolo della pensione online".

Ma anche questa volta si dovrà vedere se la misura sarà effettivamente attuata. La "busta arancione" dovrebbe aiutare i lavoratori italiani piu' giovani a conoscere l'entità stimata della prestazione pensionistica sulla base del calcolo contributivo, notoriamente molto piu' penalizzante rispetto a quello fruito dai loro padri. Il rischio di allarmare i destinatari o meglio di rappresentare loro la realtà dell'importo che potrà essere conseguito,  secondo la Cgil, ha frenato politicamente l'operazione trasparenza piu' volte annunciata.

Dal 6 Giugno arriva l'obbligo della fattura elettronica verso le Pubbliche Amministrazioni.

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Dal prossimo 6 Giugno scatterà l'obbligo della fattura elettronica verso la Pa senza piu' la possibilità di utilizzo del supporto cartaceo ai sensi di quanto previsto dal Dm 55/2013. Per avere una visione più completa della nuova disciplina, vediamo quali saranno i principali meccanismi che accompagnaranno la novità.

La decorrenza del divieto - Il 6 giugno 2014 scatta l'obbligo di emettere le fatture in modalità elettronica con un determinato formato (XML con sottoscrizione digitale) verso circa i 18.000 uffici della Pubblica amministrazione. Se le fatture perverranno in forma cartacea, il destinatario non potrà gestirle né pagarle fino a che non gli venga spedita in modalità elettronica nel formato Xml.

Il legislatore, ha però concesso un termine di 3 mesi (fino al 6 Settembre 2014) per consentire agli uffici di trattare le fatture emesse in forma cartecea secondo le modalità precedenti e potrà pertanto provvedere al loro pagamento. Se la procedura di liquidazione e di pagamento non si concluderà entro il 6 Settembre la gestione della fattura dovrebbe comunque proseguire normalmente fino alla sua liquidazione ed al pagamento (onde evitare un ulteriore aggravio per il fornitore). 

Qualora invece il fornitore abbia inviato la fattura con modalità cartacea prima del 6 giugno, ma la stessa venga in tutto o in parte rifiutata dall'ente destinatario, il fornitore dovrà procedere all'emissione di una nuova fattura o nota di variazione in formato elettronico ai sensi di quanto stabilito dal Dm 55/2013.

Si sottolinea che, in base alle regole previste dalla legge 244/2007, il fornitore e la Pa, in regime di fatture elettroniche dovranno gestire e conservare i documenti secondo le disposizioni del Codice dell'amministrazione digitale (Dlgs 82/2005).

«Entro Aprile si aprirà un tavolo con i ministeri dell'Economia e del Lavoro, l'Inps e gli uffici di presidenza delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, integrati dai capigruppo, per trovare una soluzione rapida.

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Una pausa per la proposta Damiano. Il governo ha dato la disponibilità all'apertura di un tavolo ad hoc entro la fine del mese, al quale parteciperà il ministero dell'Economia, quello del Lavoro, i vertici lnps e una rappresentanza parlamentare.

Il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd) è soddisfatto “E' un passo avanti" commenta infatti sottolineando come l'Esecutivo punti a trovare “una soluzione rapida e strutturale".

Da mesi in Commissione Lavoro a Montecitorio, i deputati lavorano ad una proposta per estendere le deroghe alla Riforma del 2011, (atteso in Aula per lunedì) che possano dare una risposta agli esodati.

Il testo messo a punto in Parlamento, tuttavia, non è accompagnato dalla relazione tecnica sulle coperture e quindi se si fosse deciso di proseguire l'iter parlamentare si sarebbe corso il rischio di continuare a “girare a vuoto", come evidenzia Damiano. Da qui l'idea di una pausa sulla proposta unificata che sarà integrata con le eventuali coperture che emergeranno dal confronto con Inps e Ministero.

Ora invece, spiega l'esponente Pd, giocheremo tutti a carte scoperte e non ci saranno più rimpalli di responsabilità tra il Ministero dell'Economia e quello del Lavoro, tra il governo e il Parlamento.

In arrivo tagli alla spesa e un miliardo dalle banche per garantire 80 euro in busta paga a 10 milioni di italiani. Tra i possibili beneficiari anche gli incapienti.

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L’operazione che consegnerà 80 euro al mese per i redditi sino a 25mila euro lordi annui si dovrebbe allargare anche agli incapienti, le persone che non pagano le tasse perché restano al di sotto della soglia minima di 8 mila euro lordi l’anno. E' quanto annunciato dal premier Renzi nella conferenza sul DEF, che contiene fondamentalmente solo le linee guida della politica economica del Paese, con i numeri sulle prospettive dell’economia italiana, e il cosiddetto «Piano Nazionale delle Riforme».  

Insomma il famoso taglio delle tasse che porterà fino ad 80 euro netti in più nelle buste paga di lavoratori dipendenti ed assimilati, come i co.co.co., a partire dallo stipendio di maggio dovrebbe interessare, in qualche misura, anche coloro che, avendo dei redditi troppo bassi, dall’aumento delle detrazioni non avrebbero alcun vantaggio. E' stato lo stesso Renzi a dire che nel decreto legge che il governo dovrebbe approvare il 18 aprile ci sarà un intervento a favore di questa categoria.

Quanto alle coperture i 6,6 miliardi necessari per i restanti 8 mesi del 2014 saranno trovati tagliando la spesa pubblica attraverso la spending review di Carlo Cottarelli, con il gettito Iva aggiuntivo, ma anche togliendo 1 miliardo alle banche che beneficiarono della rivalutazione delle quote di Bankitalia. 

Nello stesso decreto su Irpef e incapienti ci sarà lo sconto dell’Irap per le imprese: del 5% quest’anno e poi, si legge nel Def, di «almeno il 10%» a partire dall’anno prossimo. L’operazione sarà finanziata con l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie (Bot esclusi) che dal primo luglio di quest’anno dovrebbe passare dal 20 al 26% .

Coinvolgendo gli incapienti però il numero delle persone coinvolte salirebbe da 10 a 14 milioni con ulteriori risorse da individuare a meno che non si decida di spalmare in modo diverso i fondi già trovati per l’aumento delle detrazioni Irpef. Quanto alle modalità di erogazione del bonus agli incapienti il governo studia un eventuale ammontare anticipato dal datore di lavoro che poi lo recupererebbe a sua volta sotto forma di credito d’imposta. Ma restano in piedi anche l’ipotesi del taglio dei contributi Inps, comunque versati anche da chi è nella no tax area, o del contributo diretto pagato sempre dall’Inps.

All'indomani della nota del Ministero del Lavoro che ha ristretto l'ambito di operatività della quarta salvaguardia, molti lavoratori si stanno vedendo rigettare l'istanza di accesso alle Direzioni Territoriali del Lavoro.

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Nello scorso mese di marzo molti lavoratori esodati che avevano presentato istanza per fare parte del contingente dei 6.500 cessati per risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro  di cui Dl 102/2013 (si tratta cioè di coloro che si sono dimessi o sono stati licenziati) si sono visti rigettare dalle DTL l'istanza per l'ammissione al beneficio.

Colpa in gran parte di una nota del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Prot. 14954 del 5 Marzo 2014) che escluso dal beneficio i percettori "che risultino fruitori dell'indennità di mobilità, poiché rientranti in altra categoria di salvaguardati".

Secondo Bruno Palmieri del Patronato Inca-Cgil pertanto i "lavoratori che hanno fruito dell'indennità di mobilità non possono partecipare alla lotteria dei 6.500. Ad alcuni di questi la DTL dapprima ha accettato l'istanza poi, dopo la pubblicazione della nota del Ministero, l'ha revocata. E' un comportamento inaccettabile che denota la scarsa attenzione a questo tema sociale".  

Palmieri ricorda anche che questa salvaguardia ha dell'assurdo: "essendo tutelata solo la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro, un lavoratore il cui contratto a termine sia scaduto alla sua data naturale non può farne parte. Ma se lo stesso lavoratore si fosse dimesso il giorno prima della scadenza risolvendo unilateralmente il rapporto, ne avrebbe avuto diritto."

Per quanto riguarda i 2.500 lavoratori in congedo tutelati ai sensi dell'art. 11 bis D.L. n. 102/2013, la nota ministeriale evidenzia anche la possibile applicazione della salvaguardia a coloro che benché autorizzati precedentemente, non hanno fruito nel corso del 2011, dei permessi di cui all'art. 33 - comma 3- della Legge n.104/92, nonchè la possibilità di concedere la salvaguardia anche ai lavoratori stessi portatori di handicap in situazione di gravità - categoria individuata dal comma 6 del medesimo art. 33 - Legge n. 104/1992.

A tal proposito la nota osserva che non sussistono motivi ostativi alla concessione del benefico a colui che ha usufruito dei permessi in questione, a prescindere che si tratti di un lavoratore che assiste un disabile o che sia esso stesso portatore di handicap.

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