Bernardo Diaz
Bernardo Diaz, dottore commercialista collabora con PensioniOggi.it dal novembre del 2015.
Legge di stabilità, taglio dell'Irap solo per i contratti a tempo indeterminato
Martedì, 21 Ottobre 2014La legge di stabilità prevede lo sconto Irap solo sui contratti a tempo indeterminato. Non ci saranno vantaggi fiscali per chi si avvale di collaboratori o lavoratori a tempo determinato. Ripristinata l'aliquota del 3,9% sulle imprese commerciali ed industriali.
Kamsin Limitatamente ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato, il costo del lavoro sostenuto dalle imprese, per la parte che eccede quanto già oggi deducibile, viene portato in diminuzione della base imponibile. E' quanto prevede l'articolo 5 della bozza del disegno di legge di stabilità presentato lo scorso mercoledì dal Governo.
In altri termini dal prossimo esercizio, chi ha alle proprie dipendenze soltanto lavoratori con contratti a tempo indeterminato potrà dedurre integralmente il costo sostenuto, con l'imposta regionale che, per tale importo, viene ad azzerarsi.
Con la misura il Governo intende garantire una riduzione della pressione fiscale per le imprese 6,5 miliardi di euro con effetto di cassa immediato per lo Stato pari a 5 miliardi di euro. Una misura che va a tutto vantaggio del sistema produttivo alleggerendo il carico fiscale che oggi grava sulle imprese. Del resto rendere integralmente deducibile la componente lavoro dalla base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive significa ridurla del 50 per cento. E quindi secondo recenti stime del Ministero dell'Economia e delle Finanze per le imprese ci sarebbero risparmi oscillanti tra il 7 e il 9 per cento per le microimprese fino a 5 dipendenti, di circa il 30-35 per cento per le imprese più piccole, e tra il 55-60 per cento per le imprese medio-grandi.
Attenzione però. Il disegno di legge non prevede alcuno sconto per le spese sostenute per i dipendenti a tempo determinato, e per i lavoratori parasubordinati (come ad esempio i co.co.co gli amministratori della società): il costo della loro manodopera resterà indeducibile e soggetto pertanto ad IRAP.
Nel disegno di legge viene inoltre stralciata la norma (contenuta nell'articolo 1 del Dl 66/2014) che aveva previsto un taglio del 10 per cento sulle aliquote IRAP. Le imprese industriali e commerciali applicheranno dunque l'Irap secondo la precedente misura del 3,9 per cento con una forte penalizzazione per chi, non avendo dipendenti, ha molti oneri finanziari.
La legge di stabilità riscrive anche la normativa che interessa la deduzione dall'imponibile Ires dell'Irap pagata sull'imponibile generato dal costo del personale. Viene indicato che il conteggio dell'Irap da portare in deduzione sul reddito si effettua al netto della nuova deduzione integrale del costo dei dipendenti a tempo indeterminato.
Zedde
Legge di stabilità 2015, maxi-aumento dell'Iva dal 2016?
Lunedì, 20 Ottobre 2014Una norma annidata nella bozza della legge di stabilità prevede un aumento, non ancora definito, dell'Iva e delle accise sui carburanti. L'intervento sostituisce la clausola di salvaguardia inserita dal Governo Letta nella scorsa legge di stabilità.
Kamsin Dal primo gennaio 2016 le aliquote IVA e le accise sulla benzina potrebbero aumentare. E' questo quanto si legge nell'articolo 45 della bozza provvisoria della legge di stabilità approvata dal Consiglio dei Ministri mercoledì scorso. L'entità dell'aumento tuttavia ancora non è nota ma sembra, da come è formulato il testo, che la tagliola sia destinata a scattare indipendentemente dalla circostanza che altri strumenti come la spending review dovessero fallire.
Le aliquote Iva del 10 per cento e del 22 per cento, indica il testo, sono incrementate a decorrere dal 1º gennaio del 2016. Anche le accise su benzina e gasolio subiranno lo stesso trattamento. Le cifre in gioco non sono irrilevanti dato che l'aumento dell'Iva e delle accise sui carburanti assorbe la vecchia clausola di salvaguardia inserita dal governo Letta con la scorsa manovra di stabilità. In origine la norma prevedeva un taglio lineare di 3 miliardi nel 2015, di 7 miliardi nel 2016 e di 10 miliardi nel 2017, che avrebbe interessato tutte le agevolazioni fiscali nel caso in cui la spending review seguita dal commissario Carlo Cottarelli non avesse prodotto i risultati indicati dal governo.
L'insediamento di Renzi ha poi sterilizzato l'aumento di 3 miliardi per il 2015 mentre quello da 7 miliardi è stato ridotto a 4 miliardi. Di conseguenza l'incremento delle accise e dell'Iva dal 2016 potrebbe riguardare solo questa cifra. E dato che ogni punto di IVA vale 4 miliardi di euro è verosimile immaginare che dal 2016, se il governo non troverà risorse da altri capitoli da tagliare, le due aliquote Iva del 10 e del 22 per cento potrebbero essere incrementate di un punto percentuale ciascuna. Ancora peggio se l'incremento fosse interamente concentrato su una di queste due aliquote: in tal caso entrambe potrebbero essere incrementate di due punti percentuali. E il testo dell'articolo apre anche ad ulteriore aumento dell'Iva al 22% nel 2017 e nel 2018.
Nulla però per ora è definitivo e la misura potrebbe anche essere stralciata. Inoltre anche se l'aumento dell'Iva partire dal 2016 dovesse essere confermato nella versione definitiva della legge di stabilità, che sarà approvata nel mese di dicembre, il prossimo anno il governo potrà comunque eliminarla reperendo opportune risorse da altri capitoli di spesa in grado di scongiurare l'aumento dell'imposta.
Il testo della manovra di stabilità contiene inoltre la cosiddetta reverse charge, l'inversione contabile, un meccanismo per cui a versare l'imposta sul valore aggiunto non è il venditore ma il compratore. Il meccanismo sarà esteso per 4 anni ai settori delle pulizie, dell'edilizia, al trasferimento di quote di emissioni di gas serra, al gas e all'energia elettrica. Se ci sarà il disco verde da parte dell'Unione Europea, lo strumento potrebbe essere introdotto anche per la pubblica amministrazione.
Zedde
Legge di stabilità, anche le polizze vita entrano nel mirino del Governo
Lunedì, 20 Ottobre 2014Una norma contenuta nella bozza della legge di stabilità prevede l'aumento del prelievo sulla componente finanziaria delle polizze vita.
Kamsin Il disegno di legge di stabilità per il 2015 cambia buona parte delle regole sulla tassazione delle rendite finanziarie. Che saranno soggette ad una stretta. Da un lato infatti il Governo vuole intervenire (si tratta però ancora di una proposta che, come tale, potrà essere modificata in Parlamento) con un incremento della tassazione sui rendimenti finanziari delle Casse di previdenza dei professionisti (con l'asticella del prelievo che salirà dal 20 al 26%) nonchè del prelievo sulla previdenza complementare; dall'altro lo schema di disegno di legge prevede un inasprimento delle tassazione anche per le polizze vita.
Nella bozza si prevede infatti che le polizze vita siano sottoposte ad una tassazione del 26 per cento sulla componente finanziaria. Attualmente, com'è noto, le somme percepite dai beneficiari di polizze vita in caso di morte dell'assicurato sono esenti dall'Irpef. Il provvedimento stabilisce invece che l'esenzione dall'Irpef venga limitata alla parte di capitale erogato in caso di morte dell'assicurato a copertura del rischio demografico. Dunque, la differenza fra il capitale erogato alla scadenza e il totale dei premi versati sarà esente solo per la parte erogata dalla compagnia in più rispetto al valore della polizza al momento del decesso. La quota residua sarà tassata al 26 cento in capo ai beneficiari.
Resterebbe comunque garantita la non applicabilità delle imposte di successione in quanto il capitale viene percepito dai beneficiari non per causa successoria ma sulla base di un diritto derivante dalla polizza.
Camporese (Adepp): No al rialzo del prelievo sulla previdenza - L'ipotesi di una stretta sulla tassazione delle rendite finanziarie non piace per nulla all'Adepp, l'Associazione degli Enti Previdenziali Privati. "Tassare le rendite finanziarie delle casse di previdenza dei professionisti al 26% così come per qualsiasi investitore privato è un atto di assoluta miopia, soprattutto nei confronti dei giovani" ha dichiarato Andrea Camporese, presidente dell'Associazione.
Se la stretta fosse confermata "sarebbe un atto gravissimo. La tassazione delle rendite finanziarie delle casse, infatti, subirebbe l’ennesimo aumento, dal 20 al 26%, una scelta che smentirebbe quanto più volte dichiarato dal ministro dell'Economia Padoan e dai suoi rappresentanti, che si erano resi disponibili a rivedere la tassazione per arrivare ad una omogenizzazione fiscale in linea con quanto auspicato dalla stessa Ue. Condannare due milioni di professionisti, le loro famiglie e i dipendenti degli studi professionali a un futuro di prestazioni basse, mentre i versamenti previdenziali all’Inps non sono tassati, semplicemente per avere un maggior gettito nell’immediato, significa andare in totale controtendenza rispetto alla linea seguita dagli altri Paesi della Ue, alle indicazioni Ocse e alle risoluzioni della Commissione europea" ha indicato Camporese.
Zedde

