Notizie

Notizie

Ultim'ora

Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, risponderà domani dalle ore 16 alle interrogazioni a risposta immediata presso l'Aula del Senato in materia di attuazione della riforma del mercato del lavoro e circa gli interventi in materia previdenziale. Lo rende noto un comunicato diffuso questa sera da Palazzo Madama e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Seguifb

Zedde

Bisogna garantire anche una settima salvaguardia per tutelare gli esodati e rivedere il sistema pensionistico per i giovani lavoratori. No all'ipotesi di un taglio delle pensioni retributive.

Kamsin Il privilegio non è essere andati in pensione con il retributivo. Invece sta passando questo concetto». Lo ribadisce oggi Cesare Damiano, ex ministro e attuale presidente della commissione del Lavoro della Camera, in una intervista rilasciata al quotidiano Il Garantista. E prova a rilanciare l'agenda su quella che resta la principale voce di spesa del welfare:«Noi proponiamo un'azione in due tempi: scoprire se ci sono risparmi nel Fondo per i cosiddetti esodati e utilizzarli per tutelare altri lavoratori oltre i 170mila già salvaguardati. Una settima salvaguardia. In secondo luogo prevedere con la legge di stabilità una riforma strutturale sull'uscita flessibile e anticipata dal lavoro».

Invece si parla di ricalcolare le pensioni in essere... Io spero che su questo versante sia chiaro che il molo dell'Inps non è quello del governo: l'istituto fa un semplice esame statistico dei dati, è il ministro Poletti con i suoi colleghi a fare la politica previdenziale. Il ministro ha già fatto sapere che, per facilitare l'uscita dal lavoro, avrebbe inserito degli interventi nella prossima legge di Stabilità.

E lei, che fa, se ne starà con le mani in mano? Come commissione Lavoro della Camera abbiamo riaperto i dossier sulla previdenza per continuare l'esame dei disegni di legge presentati datutti i partiti che prevedono la flessibilità in uscita. lo per esempio, penso a un pensionamento anticipato a 62 anni con 35 anni di contributi e con una decurtazione dell'8 per cento o a 41 anni di contributi (si veda in tal senso il ddl 857 presentato da Damiano, ndr); oppure con la quota 100 (63 anni e 37 di contributi) ma senza penalizzazione (si veda in tal senso il ddl 2945 presentato sempre dall'onorevole Damiano, ndr).

Yoram Gutgeld ha lanciato una campagna contro le pensioni di invalidità. Gutgeld è stato protagonista in passato di affermazioni molto pensanti sui pensionati, già tacciati dl furto da Davide Serra per il solo fatto di essere andati in pensione con il sistema retributivo. Un privilegio è andare casomai in pensione con 30 anni di contributi e l'80 per cento dello stipendio. Il governo dovrebbe avere a cuore lo stato sociale, non prevedere la sua distruzione.  In commissione, come me, la pensano Forza Italia, il Movimento Cinque Stelle, Sel e il Nuovo Controdestra, con il quale ci siamo divisi sul Job Act. C'è un largo schieramento con il quale debbono fare i conti il governo e la Ragioneria.

Secondo la ragioneria servono almeno 4 miliardi per finanziare un intervento simile. Quando si tratta di calcolare un risparmio la Ragioneria generale dello Stato utilizza un metro di cento centimetri, quando deve calcolare un costo ne utilizza uno di trecento centimetri.  Parlo come presidente della commissione Lavoro: chiameremo in audizione il ministro Poletti e il presidente dell'inps Boeri. Così come abbiamo spinto il governo a trovare le risorse che mancano al Jobs Act, quelle per gli ammortizzatori sociali e per stabilizzare gli incentivi alle nuove assunzioni. chiederemo che corregga la "riforma" Fomero. Che è una delle cause dei nuovi poveri, perché tra di loro ci persone che hanno perso il lavoro e aspetteranno anni per andare in pensione, anziani con assegni troppo bassi, senza dimenticare i tanti giovani che non trovano lavoro per il blocco del turnover. deciso da chi vorrebbe avere fabbriche di 70enni.

Intanto Boeri parla di "contributo di equità"? È balzana l'idea di tassare le pensioni, a partire dai duemila euro lordi mensili, che al netto sono circa 1.500 euro. Coinvolgerebbe quasi due milioni di pensionati con assegni medio bassi. Non stiamo mica parlando di nababbi né di pensioni d'oro, ma di gente che ha faticato una vita e che ha pagato 35 anni, a volta 40 anni di contributi. Chiedere un nuovo sacrificio al loro, al ceto medio, è inammissibile. Se dovesse passare questa sua idea, io sarei profondamente contrario. L'lnps sta facendo le sue giuste indagini per avere una maggiore trasparenza. Suggerirei allora di farne altre. Intanto sul potere d'acquisto che hanno perso le pensioni a seguito del blocco parziale o totale dell'indicizzazione. Eppoi una seconda sullo scostamento tra le previsioni di risparmio dopo la riforma Fomero del 2011 indicati dalla Ragioniera in 20 miliardi dal 2012 al 2019 e quelli che in realtà si verificheranno: 80 miliardi.
L'Inps dovrebbe anche indagare sul risparmio atteso tra il 2020 e il 2080 per il sistema pensionistico.  E poi quanti sono i cosiddetti esodati attualmente non coperti dalle sei salvaguardie?

Perché non parlate mai di pensioni dei giovani? Quando ero ministro, nel protocollo con le parti sociali dl luglio 2007, avevano fissato un tasso di sostituzione di almeno il 80 per cento da conseguire con un riscatto molto favorevole della laurea, con contributi figurativi nei periodi passati senza lavoro, con una revisione più espansiva dei coefficienti di trasformazione. Tutte queste ipotesi sono state smantellate dal Governo Berlusconi e dimenticate da quelli successivi.

seguifb

Zedde

Il 2015 per il governo, a proposito di finanza locale, deve essere l'anno che introduce la cosiddetta 'local tax' e supera il patto di stabilità interno.

Kamsin Il governo mette nero su bianco l’intenzione di arrivare nel 2016 ad una riforma delle tasse sulla casa, con il superamento dell’Imu e, probabilmente, della nuovissima Tasi. Nel Documento di economia e finanza che sarà varato venerdì, l’esecutivo annuncia infatti l’intenzione di modificare nuovamente il fisco sugli immobili arrivando a una "local tax comunale" che assorba le imposte sulla casa ed alcuni tributi di competenza municipale. Il riordino dovrebbe trovare spazio all'interno della prossima legge di Stabilità. 

Sulle abitazioni principali l'ipotesi di partenza, elaborata a fine dicembre dai tecnici del Mef, è quella di introdurre un'aliquota standard al 2,5 per mille e massima al 5 per mille piu' una detrazione standard di 100 euro. Dovrebbero esserci aliquote diversificate per case di lusso, quelle abitate da portatori di handicap gravi e nuclei familiari con piu' di tre figli. Sulle seconde case il prelievo ipotizzato è, al massimo, del 12 per mille.

Nelle intenzioni del Governo c'è poi il riordino di Tosap, Cosap e tassa sulle affissioni, le cd. imposte locali minori: gli esercizi, secondo le anticipazioni di Palazzo Chigi, pagheranno 120 euro al metro quadro all'anno (da calcolare in base al periodo di effettiva occupazione), salvo conguaglio in caso di diversa delibera comunale. I Comuni, infatti, avranno possibilità di determinare diversamente il canone patrimoniale di concessione o di autorizzazione. Presupposto per l'assoggettamento al nuovo canone locale è l'occupazione, anche abusiva, di beni demaniali o del patrimonio indisponibile di Comuni e Province.

Seguifb

Zedde

L'ammortizzatore che garantisce un sostegno economico in favore dei lavoratori che non possono contare su altre forme di integrazione salariale andrà in soffitta a partire dal 2017.

Kamsin Caccia a circa 400 milioni per finanziare la Cassa integrazione in deroga per il 2015. L'allarme arriva dalle Regioni che denunciano come non ci siano risorse sufficienti per erogare l'ammortizzatore sociale, introdotto a sostegno degli artigiani, delle piccole imprese, degli apprendisti e dei lavoratori che non possono contare sugli altri tipi di Cig. Quest'anno, nonostante lo strumento possa durare solo per cinque mesi per effetto del decreto ministeriale dello scorso agosto, i lavoratori rischiano di subire un ulteriore ritardo nell'erogazione dei denari.

Il governo non ha infatti chiarito quanti soldi sono disponibili e quando potranno essere trasferiti alle Regioni. Per ora il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha sbloccato i fondi che serviranno a pagare gli assegni del 2014, per i quali si era previsto di spendere 1,7 miliardi: una cambiale pagata in ritardo, attingendo all'apposito Fondo ministeriale verso il quale la legge di stabilità ha dirottato altri 2,2 miliardi per coprire il biennio 2015-2016.

Ma non c'è solo l'incognita dei soldi che serviranno a pagare 5 mesi di Cig in deroga nel corso del 2015 (i mesi erano 11 nel 2014). Il problema più grave riguarda il futuro stesso di questo strumento, ampiamente usato dalle piccole aziende in difficoltà, che è destinato ad andare in soffitta da gennaio 2017. E' una fine annunciata, che però fa temere un salto nel vuoto.

Il destino della cassa in deroga è legato infatti al riordino più generale della Cig, che richiederà un apposito decreto delegato in linea con il jobs act che il Governo dovrebbe adottare entro giorno. La Cig in deroga, in pensione a fine 2016, dovrebbe essere sostituita dai fondi bilaterali di solidarietà: un cambio di passo complicato perché ora la Cig in deroga la pagano i contribuenti mentre, fra meno di due anni, il nuovo ammortizzatore sarà a carico di aziende e lavoratori, come le altre forme di Cig e non graverà piu' sulla fiscalità generale. 

A complicare ulteriormente le cose c'è poi la decisione del Consiglio di Stato di ammettere all'ammortizzatore anche i dipedenti degli studi professionali dopo che erano stati tagliati fuori dal decreto dell'agosto 2014. La novità richiederà lo stanziamento di ulteriori risorse.

seguifb

Zedde

L'Inps precisa che le domande di ammissione al bonus non possono essere ancora accolte stante la mancata pubblicazione in Gazzetta del decreto attuativo.

Kamsin "In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di attuazione del bonus bebè (art. 1, co. da 125 a 129, L. n. 190/2014, cd. Legge di stabilità 2015), non è ancora disponibile la procedura di acquisizione della domanda relativa al suddetto bonus né il modello ufficiale della domanda stessa. Pertanto, le sedi Inps non dovranno accettare istanze presentate con modelli non pubblicati dall’Istituto di previdenza". Lo comunica l'istituto di previdenza pubblica con il messaggio inps 2390 lo scorso 3 aprile 2015. 

Il decreto, com'è noto, prevede l’erogazione di un assegno mensile per le famiglie che festeggeranno l’arrivo di un nuovo componente, vale a dire di un neonato o di un bambino adottato. Gli aventi diritto avranno 90 giorni di tempo dalla nascita del figlio per presentare la relativa domanda all’Inps, domanda che sarà valida per tutto il triennio in cui il bonus è attivo. L’assegno spetta per le nascite e le adozioni avvenute fra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017 a condizione che l'Isee del nucleo familiare cui appartiene il genitore richiedente, risulti non superiore a 25mila euro. La domanda può essere presentata sia da cittadini italiani, sia da cittadini di uno Stato membro dell'Unione Europea nonchè da extracomunitari muniti di regolare permesso "di lungo soggiorno".

L'importo dell'assegno sarà di 960 euro l'anno (80 euro al mese) se l’Isee del nucleo familiare compreso tra 7mila e 25mila euro l'anno mentre raddoppia in caso l'Isee risulti inferiore a 7mila euro; in tal caso l’assegno corrisposto sarà pari a 1.920 euro annuali (ossia a 160 euro al mese) per ogni figlio nato o adottato. L’assegno verrà corrisposto dal mese di nascita o adozione del bambino e avrà valore per tre anni, e non concorrerà inoltre alla formazione del reddito complessivo dei genitori.

seguifb

Zedde

Giulia De Franchis, Patronato Inas

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati

Accedi