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"Basta con la contrapposizione tra lavoratori pubblici e privati". Il ministro Marianna Madia difende la sua riforma e avverte comeunodei blocchi centrali, la mobilità, sia ormai in rampa di lancio. «Stiamo chiudendo le tabelle di equiparazione, che ti dicono come verrai inquadrato e che retribuzione avrai», fa sapere. Kamsin Tabelle che sono contenute in un decreto, un Dpcm, praticamente pronto. Si aspettano infatti solo le ultime limature per raccordarsi con il Tesoro.

Dopo il vaglio del Mef non resterebbe che la firma. Un tassello fondamentale per rendere operativo il trasferimento del dipendente da un'amministrazione all'altra, con una certezza, ricorda la Madia: il lavoratore «guadagnerà quanto guadagnava». Il capitolo mobilità è tuttavia complesso: la materia è stata rivista dal dl 90/2014, diventato legge in estate, con l'introduzione della possibilità di spostamento obbligatorio del dipendente nel raggio dei 50 chilometri.

Zedde

Gli Avvocati dello Stato hanno impugnato innanzi alla Corte Costituzionale la norma del decreto legge di Riforma della Pubblica Amministrazione che ha abolito il trattenimento in servizio nei loro confronti.

Kamsin In cinque hanno proposto ricorso al Tar contro lo stop al trattenimento in servizio contenuto nel decreto legge di riforma della Pubblica Amministrazione. Parliamo degli Avvocati dello Stato per i quali, a differenza dei magistrati, l'articolo 1, comma 2 del Dl 90/2014 non ha previsto la proroga al 31 Dicembre 2015 dei trattenimenti in servizio già disposti alla data del 25 Giugno 2014.

Per loro lo stop è scattato, con per gli altri dipendenti delle Pa, il 1° Novembre 2014. Da questa data, compiuti i  70 anni gli Avvocati dello Stato dovranno necessariamente lasciare il posto di lavoro senza poter piu' contare sulla possibilità di rimanere sul posto di lavoro per altri cinque anni, come prevedeva la disciplina previgente. Ma gli Avvocati non ci stanno e già in cinque hanno presentato ricorso. 

I primi a fare ricorso, ricorda Sergio Rizzo dalle pagine del Corriere della Sera, sono stati due vice Avvocati generali: Giuseppe Nucaro, 73 anni di età, e Raffaele Tamiozzo, anch’egli settantatreenne. Ovvero i più alti in grado dopo l’Avvocato generale, incarico ricoperto fino al 31 ottobre, data del pensionamento, da Michele Dipace (74 anni). Subito seguiti, Nucaro e Tamiozzo, dagli avvocati dello Stato distrettuali di Bologna, Caltanissetta, Milano e Napoli. Tra i ricorrenti serpeggia l’irritazione perché mentre i magistrati hanno ottenuto una deroga di un anno al pensionamento dei settantenni, gli avvocati dello Stato, che sarebbero a loro equiparati pur avendo una funzione del tutto diversa, non sono riusciti a spuntarla.

Anche se in tre casi i Tar hanno rigettato la domanda di sospensiva dell’entrata in vigore della tagliola i ricorrenti sono riusciti, comunque, a sollevare la questione della legittimità dello stop al trattenimento in servizio innanzi alla Corte Costituzionale. Circostanza che sta suscitando un certo nervosismo al Ministero della Pubblica Amministrazione: "Questa storia è la dimostrazione di quanto sia faticoso cambiare il Paese. Le resistenze sono fortissime e dappertutto. Ma noi andiamo avanti. Siamo determinati a dare spazio, in nome del merito e della contendibilità dei luoghi di responsabilità, a chi in questi anni ha avuto la strada sbarrata dalle logiche ferree dell’anzianità e della cooptazione. Vogliamo passare dalla legge del ‘no amici, no carriera’, alla regola del ‘no merito, no carriera’" ha ricordato e il sottosegretario alla Pubblica amministrazione Angelo Rughetti.

Zedde

Fioccano gli emendamenti al Ddl Stabilità. L'esecutivo conferma l'obiettivo di unificare dal prossimo anno la Tasi e l'Imu per semplificare la vita dei contribuenti. Previsto il ritorno ad aliquote standard e detrazioni fisse sull'abitazione principale.

Kamsin Per la legge finanziaria sarà un mese e mezzo di cammino parlamentare difficile, con imboscate possibili ovunque, e tanti temi spinosi da sciogliere, ad iniziare dalle tasse sulla casa, Tfr e fondi pensione, e le risorse per gli ammortizzatori sociali.

Oggetto di moltissime proposte di modifica è comunque la nuova local tax, che dovrebbe di nuovo superare Imu e Tasi. Il governo vorrebbe far scattare il nuovo regime già dal 2015, ma il semplice accorpamento delle due imposte farebbe solo resuscitare la vecchia Imu. Si vorrebbero ripristinare anche gli sgravi per i figli, e cogliere l’occasione per trasferire ai Comuni anche il gettito dell’Imu sui capannoni, eliminando la loro compartecipazione all’Irpef. Il testo definitivo del provvedimento per ora non c'è. Il Governo ha infatti ancora dei giorni per presentare i suoi emendamenti al testo di legge di stabilità e per svelare la carte.

Ad ogni modo l'obiettivo dell'esecutivo è unificare, dal prossimo anno, la Tasi e l'Imu ed introdurre una local tax affidata ai Comuni. Per gli immobili diversi dall’abitazione principale il nuovo prelievo risulterebbe dalla somma delle attuali aliquote Imu e Tasi (il cui tetto complessivo è al 10,6 per mille ma incrementabile di un ulteriore 0,8 per mille). Per le prime case invece l’ipotesi più probabile è il ripristino della detrazione standard già prevista per l’Imu (200 euro più 50 per ciascun figlio convivente con meno di 26 anni) che però potrebbe essere accompagnata da altre forme di sgravio affidate ai Comuni e basate comunque sull’indicatore Isee. La conseguente riduzione del prelievo sulle case di più basso valore catastale (fino all’azzeramento) sarà compensata da un innalzamento dell’aliquota standard, che arriverebbe ad un valore intermedio tra il 3,3 per mille (massimo) applicato quest’anno e il 4 per mille dell’Imu 2012.

L'imposta per gli inquilini - Un altro aspetto su cui il prossimo anno può portare novità è quello degli inquilini: se oggi questi pagano un quota oscillante tra il 10 ed il 30% dal prossimo anno Renzi ha indicato di voler cancellare la quota a loro carico per gli immobili ad uso abitativo e confermarla invece - con alcune modifiche- per gli immobili delle imprese come i negozi. In queste situazioni il contributo dell’inquilino sarebbe accompagnato dall’assorbimento nell’imposta unica di tributi minori come quelli sulle affissioni.

Vista l’esigenza di fare presto per il primo anno l'unificazione dell'imposizione fiscale sugli immobili dovrebbe essere solo parziale, includendo l’unificazione tra Imu e Tasi e il sostanziale ritorno ad una detrazione standard per le abitazioni principali. Resterà fuori, pertanto, la Tari, la tassa sui rifiuti, dato che le modalità di calcolo sono diverse (per questa imposta non si prende, infatti, in considerazione la rendita catastale dell'immobile), e il Governo ha intenzione di agganciare l'imposta alla quantità di rifiuti prodotti con tempi più lunghi di studio.

Zedde

Quattromila emendamenti,
e siamo solo all’inizio.
Matteo Renzi ha voluto una legge
di Stabilità espansiva, che
per la prima volta dopo anni dà
alle famiglie e alle imprese più
di quello che toglie, e i deputati,
i partiti, alla vista di qualche
risorsa da spendere, si sono
scatenati.
Le 4 mila richieste di modifica
presentate in Commissione
Bilancio alla Camera saranno
scremate a 500, ma poi la valanga
di emendamenti si riabbatterà
sull’Aula di Montecitorio,
poi di nuovo in Commissione
ed in Aula al Senato. Per
la legge di bilancio sarà un mese
e mezzo di cammino parlamentare
arduo, con imboscate
possibili ovunque, e tanti temi
spinosi da sciogliere, come le
tasse sulla casa, sul Tfr e sui
fondi pensione, e le risorse per
gli ammortizzatori sociali, con
la discussione della Legge di
Bilancio che incrocia, pericolosamente,
la delega sul Jobs Act.
Il governo si è già detto disponibile
a ragionare sull’aumento
delle imposte sui fondi
pensione e la rivalutazione del
Tfr, sull’articolazione del bonus
bebè, sul regime dei minimi
per le partite Iva e anche sugli
sgravi Irap per i nuovi assunti.
Ma sempre e solo a patto
che i saldi della manovra, cioè i
grandi numeri, vengano salvaguardati.
Il che restringe parecchio
i margini per una riduzione
delle imposte su fondi pensione
e Tfr, che valgono 400
milioni l’anno, e che i deputati
di quasi tutti i gruppi hanno
chiesto di eliminare.
Oggetto di moltissime proposte
di modifica è la nuova local
tax, che dovrebbe di nuovo
superare Imu e Tasi. Il governo
vorrebbe far scattare il nuovo
regime già dal 2015, ma il semplice
accorpamento delle due
imposte farebbe solo resuscitare
la vecchia Imu. Si vorrebbero
ripristinare anche gli sgravi per
i figli, e cogliere l’occasione per
trasferire ai Comuni anche il
gettito dell’Imu sui capannoni,
eliminando la loro compartecipazione
all’Irpef. Ma è un’operazione
molto complessa, difficile
da fare in poche settimane.
Non si esclude un rafforzamento
delle norme sulle partecipate
degli enti locali, per «forzarli
» a fare altri risparmi.
Sugli sgravi Irap per le assunzioni
a tempo indeterminato
molte proposte puntano allo
stesso obiettivo, vincolare in
qualche modo il comportamento
delle imprese. Escludendo
dal bonus chi ha licenziato,
come ha chiesto la Commissione
Finanze, o chi delocalizza
la produzione, come
chiede Sel, o condizionando le
agevolazioni alle sole assunzioni
aggiuntive. Qualche modifica
condivisa potrebbe emergere
anche sul nuovo trattamento
dei minimi per le partite Iva.
Molti, tra Ncd, Pd e Fi, si sono
schierati contro i tagli ai patronati
e contro la tassazione ad
aliquota marginale Irpef del Tfr
maturando in busta paga, ma
anche questa operazione sarà
difficilmente «compensabile»,
visto che genera un gettito annuo
di oltre due miliardi di euro.
La minoranza del Pd è particolarmente
bellicosa, ed ha
avanzato una buona parte dei
quasi mille emendamenti del
partito del premier, con i quali,
in pratica, riscrive quasi da capo
la manovra. C’è anche la
proposta di un forte aumento
delle imposte di successione
per finanziare il reddito di cittadinanza.
E si chiedono risorse
aggiuntive per gli ammortizzatori
sociali, proprio mentre è
in corso un braccio di ferro tutto
dentro al Pd sulla calendarizzazione
del Jobs Act alla Camera,
che rischia di sovrapporsi.
Tra gli emendamenti presentati
molti riguardano la famiglia,
con un proliferare di
«bonus». Accanto a quello destinato
alle mamme per i bebè,
che Sc e Ncd puntano a modificare
per favorire le famiglie con
i redditi più bassi, sono spuntati
fuori anche il bonus pannolino,
altri aiuti per tre anni
alle neomamme, ed il bonus
per i libri del liceo. Sc vuole più
soldi per gli asili nido (togliendo
100 milioni all’Agenzia delle
Entrate). E non manca il taglio
della spesa per gli aerei militari
F-35, o delle missioni di pace,
proposti da Sel, per rifinanziare
la scuola.
Nella Manifestazione di ieri i sindacati si sono detti pronti allo sciopero generale se il Governo non farà dietrofront sul lavoro. Arriva anche l'adesione della Cgil al referendum della Lega per l’abolizione della legge Fornero.

Kamsin Pensionati e lavoratori sul piede di guerra contro il Governo. Con la manifestazione unitaria del pubblico impiego che si è svolta ieri a Roma i sindacati hanno rivendicato il «successo» della giornata (centomila, secondo gli organizzatori, in piazza a Roma: «È andata meglio del previsto, così come quella dei pensionati»), ed hanno trovato l'unità nell'affermare nell’affermare che «ora la palla è al governo, aspettiamo risposte nelle prossime ore». In caso contrario le tre sigle sindacali annunciano lo sciopero generale.

Anche se resta qualche distinguo, che non compare nella nota congiunta diramata ieri sera, ma che è stata chiara negli interventi dal palco. «Se non ci saranno risposte — dichiara infatti Susanna Camusso — ci sarà lo sciopero di categoria, chiameremo tutti i lavoratori». E alla leader della Cgil si affianca il segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo, per il quale il governo è «il peggior datore di lavoro del Paese. Se non si siede per rinnovare il contratto, faremo lo sciopero generale dei lavoratori pubblici. Anzi, lo estenderemo anche ai precari del settore privato». Mentre è più attendista Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl: «Non accetteremo un altro blocco dei contratti, fermi da sei anni. Però in Italia gli scioperi generali si decidono insieme. E dopo lo sciopero generale non c’è più niente, gli obiettivi devono essere chiari ».

Dalla manifestazione di ieri è arrivata anche l'apertura dei sindacati al Referendum contro la Riforma Fornero promosso dalla Lega: "Nel momento in cui la Corte costituzionale ammettesse la consultazione, - ha detto la Camusso - la Cgil sarebbe favorevole in quanto ciò determinerebbe per il governo un tempo entro il quale abolire una legge ingiusta". Parole a cui ha fatto subito seguito la risposta soddisfatta del segretario leghista Matteo Salvini: "è la dimostrazione che si può andare oltre gli steccati ideologici". Piu' cauta invece la Cisl che indica che "A quella legge vanno tolte le storture. È una cosa più complessa di un semplice referendum".

Le prossime tappe del Referendum contro la Riforma Fornero -  Il quesito che chiede di abrogare la legge Fornero è uno dei 5 referendum su cui la Lega Nord ha raccolto le firme. Lo scorso 4 novembre la Cassazione ha certificato che la quota di 500 mila firme è stata raggiunta. In dicembre è atteso il parere della Corte costituzionale. Se ci sarà il via libera, il voto potrebbe essere nella primavera 2015.

Zedde

Congelare l'aumento della tassazione sulla previdenza complementare, modificare il pagamento delle pensioni al 1° del mese (rispetto al 10 fissato nel documento governativo) per gli 800 mila pensionati titolari di due prestazioni, cancellare la tassazione ordinaria per il Tfr in busta paga, allargare la platea degli 80euro, e rivedere quella del bonus bebè. Kamsin Sono alcune delle richieste di modifica che sono state presentate in oltre 3700 emendamenti alla legge di Stabilità.

Molte sono doppioni presentate da piu' forze politiche che non si sono coordinate tra loro. Molti chiedono poi di rivedere l'intervento sull'Irap e di aumentare le risorse per gli ammortizzatori sociali,matanti sonoanche su scuola e università e per abbassare l'Iva sugli ebook al 4%. Ricompaiono poi gli emendamenti in favore dei quota 96 della scuola e quelli in favore dei lavoratori precoci (questi ultimi sono stati richiamati, peraltro, anche nella Relazione al ddl di stabilità elaborata dalla Commissione Lavoro della Camera). Alcuni emendamenti prevedono anche lo stop al taglio previsto per i patronati.

Altre richieste dei deputati si concentrano poi sugli 80 euro, puntando a legare la platea dei beneficiari all'Isee oppure inserendo il quoziente familiare. Tantissimi poi chiedono di rivedere il tetto dei 90mila euro per il bonus bebè per dare più risorse a chi ne ha più bisogno. Numerosi emendamenti si concentrano poi su scuola e università, che non possono reclutare ricercatori e professori vincitori di concorso per ragioni di budget.

Zedde

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