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Riforma Pa, Madia: pronte le tabelle per la mobilità obbligatoria
"Basta con la contrapposizione tra lavoratori pubblici e privati". Il ministro Marianna Madia difende la sua riforma e avverte comeunodei blocchi centrali, la mobilità, sia ormai in rampa di lancio. «Stiamo chiudendo le tabelle di equiparazione, che ti dicono come verrai inquadrato e che retribuzione avrai», fa sapere. Kamsin Tabelle che sono contenute in un decreto, un Dpcm, praticamente pronto. Si aspettano infatti solo le ultime limature per raccordarsi con il Tesoro.
Dopo il vaglio del Mef non resterebbe che la firma. Un tassello fondamentale per rendere operativo il trasferimento del dipendente da un'amministrazione all'altra, con una certezza, ricorda la Madia: il lavoratore «guadagnerà quanto guadagnava». Il capitolo mobilità è tuttavia complesso: la materia è stata rivista dal dl 90/2014, diventato legge in estate, con l'introduzione della possibilità di spostamento obbligatorio del dipendente nel raggio dei 50 chilometri.
Zedde
Pensioni, partono i ricorsi per rimanere in servizio oltre i 70 anni
Gli Avvocati dello Stato hanno impugnato innanzi alla Corte Costituzionale la norma del decreto legge di Riforma della Pubblica Amministrazione che ha abolito il trattenimento in servizio nei loro confronti.
Kamsin In cinque hanno proposto ricorso al Tar contro lo stop al trattenimento in servizio contenuto nel decreto legge di riforma della Pubblica Amministrazione. Parliamo degli Avvocati dello Stato per i quali, a differenza dei magistrati, l'articolo 1, comma 2 del Dl 90/2014 non ha previsto la proroga al 31 Dicembre 2015 dei trattenimenti in servizio già disposti alla data del 25 Giugno 2014.
Per loro lo stop è scattato, con per gli altri dipendenti delle Pa, il 1° Novembre 2014. Da questa data, compiuti i 70 anni gli Avvocati dello Stato dovranno necessariamente lasciare il posto di lavoro senza poter piu' contare sulla possibilità di rimanere sul posto di lavoro per altri cinque anni, come prevedeva la disciplina previgente. Ma gli Avvocati non ci stanno e già in cinque hanno presentato ricorso.
I primi a fare ricorso, ricorda Sergio Rizzo dalle pagine del Corriere della Sera, sono stati due vice Avvocati generali: Giuseppe Nucaro, 73 anni di età, e Raffaele Tamiozzo, anch’egli settantatreenne. Ovvero i più alti in grado dopo l’Avvocato generale, incarico ricoperto fino al 31 ottobre, data del pensionamento, da Michele Dipace (74 anni). Subito seguiti, Nucaro e Tamiozzo, dagli avvocati dello Stato distrettuali di Bologna, Caltanissetta, Milano e Napoli. Tra i ricorrenti serpeggia l’irritazione perché mentre i magistrati hanno ottenuto una deroga di un anno al pensionamento dei settantenni, gli avvocati dello Stato, che sarebbero a loro equiparati pur avendo una funzione del tutto diversa, non sono riusciti a spuntarla.
Anche se in tre casi i Tar hanno rigettato la domanda di sospensiva dell’entrata in vigore della tagliola i ricorrenti sono riusciti, comunque, a sollevare la questione della legittimità dello stop al trattenimento in servizio innanzi alla Corte Costituzionale. Circostanza che sta suscitando un certo nervosismo al Ministero della Pubblica Amministrazione: "Questa storia è la dimostrazione di quanto sia faticoso cambiare il Paese. Le resistenze sono fortissime e dappertutto. Ma noi andiamo avanti. Siamo determinati a dare spazio, in nome del merito e della contendibilità dei luoghi di responsabilità, a chi in questi anni ha avuto la strada sbarrata dalle logiche ferree dell’anzianità e della cooptazione. Vogliamo passare dalla legge del ‘no amici, no carriera’, alla regola del ‘no merito, no carriera’" ha ricordato e il sottosegretario alla Pubblica amministrazione Angelo Rughetti.
Zedde
Tasi, Imu: il Governo conferma la nuova imposta unica sugli immobili
Fioccano gli emendamenti al Ddl Stabilità. L'esecutivo conferma l'obiettivo di unificare dal prossimo anno la Tasi e l'Imu per semplificare la vita dei contribuenti. Previsto il ritorno ad aliquote standard e detrazioni fisse sull'abitazione principale.
Kamsin Per la legge finanziaria sarà un mese e mezzo di cammino parlamentare difficile, con imboscate possibili ovunque, e tanti temi spinosi da sciogliere, ad iniziare dalle tasse sulla casa, Tfr e fondi pensione, e le risorse per gli ammortizzatori sociali.
Oggetto di moltissime proposte di modifica è comunque la nuova local tax, che dovrebbe di nuovo superare Imu e Tasi. Il governo vorrebbe far scattare il nuovo regime già dal 2015, ma il semplice accorpamento delle due imposte farebbe solo resuscitare la vecchia Imu. Si vorrebbero ripristinare anche gli sgravi per i figli, e cogliere l’occasione per trasferire ai Comuni anche il gettito dell’Imu sui capannoni, eliminando la loro compartecipazione all’Irpef. Il testo definitivo del provvedimento per ora non c'è. Il Governo ha infatti ancora dei giorni per presentare i suoi emendamenti al testo di legge di stabilità e per svelare la carte.
Ad ogni modo l'obiettivo dell'esecutivo è unificare, dal prossimo anno, la Tasi e l'Imu ed introdurre una local tax affidata ai Comuni. Per gli immobili diversi dall’abitazione principale il nuovo prelievo risulterebbe dalla somma delle attuali aliquote Imu e Tasi (il cui tetto complessivo è al 10,6 per mille ma incrementabile di un ulteriore 0,8 per mille). Per le prime case invece l’ipotesi più probabile è il ripristino della detrazione standard già prevista per l’Imu (200 euro più 50 per ciascun figlio convivente con meno di 26 anni) che però potrebbe essere accompagnata da altre forme di sgravio affidate ai Comuni e basate comunque sull’indicatore Isee. La conseguente riduzione del prelievo sulle case di più basso valore catastale (fino all’azzeramento) sarà compensata da un innalzamento dell’aliquota standard, che arriverebbe ad un valore intermedio tra il 3,3 per mille (massimo) applicato quest’anno e il 4 per mille dell’Imu 2012.
L'imposta per gli inquilini - Un altro aspetto su cui il prossimo anno può portare novità è quello degli inquilini: se oggi questi pagano un quota oscillante tra il 10 ed il 30% dal prossimo anno Renzi ha indicato di voler cancellare la quota a loro carico per gli immobili ad uso abitativo e confermarla invece - con alcune modifiche- per gli immobili delle imprese come i negozi. In queste situazioni il contributo dell’inquilino sarebbe accompagnato dall’assorbimento nell’imposta unica di tributi minori come quelli sulle affissioni.
Vista l’esigenza di fare presto per il primo anno l'unificazione dell'imposizione fiscale sugli immobili dovrebbe essere solo parziale, includendo l’unificazione tra Imu e Tasi e il sostanziale ritorno ad una detrazione standard per le abitazioni principali. Resterà fuori, pertanto, la Tari, la tassa sui rifiuti, dato che le modalità di calcolo sono diverse (per questa imposta non si prende, infatti, in considerazione la rendita catastale dell'immobile), e il Governo ha intenzione di agganciare l'imposta alla quantità di rifiuti prodotti con tempi più lunghi di studio.
Zedde
Riforma Pensioni, la Cgil aderisce al referendum contro la Riforma Fornero
Nella Manifestazione di ieri i sindacati si sono detti pronti allo sciopero generale se il Governo non farà dietrofront sul lavoro. Arriva anche l'adesione della Cgil al referendum della Lega per l’abolizione della legge Fornero.
Kamsin Pensionati e lavoratori sul piede di guerra contro il Governo. Con la manifestazione unitaria del pubblico impiego che si è svolta ieri a Roma i sindacati hanno rivendicato il «successo» della giornata (centomila, secondo gli organizzatori, in piazza a Roma: «È andata meglio del previsto, così come quella dei pensionati»), ed hanno trovato l'unità nell'affermare nell’affermare che «ora la palla è al governo, aspettiamo risposte nelle prossime ore». In caso contrario le tre sigle sindacali annunciano lo sciopero generale.
Anche se resta qualche distinguo, che non compare nella nota congiunta diramata ieri sera, ma che è stata chiara negli interventi dal palco. «Se non ci saranno risposte — dichiara infatti Susanna Camusso — ci sarà lo sciopero di categoria, chiameremo tutti i lavoratori». E alla leader della Cgil si affianca il segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo, per il quale il governo è «il peggior datore di lavoro del Paese. Se non si siede per rinnovare il contratto, faremo lo sciopero generale dei lavoratori pubblici. Anzi, lo estenderemo anche ai precari del settore privato». Mentre è più attendista Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl: «Non accetteremo un altro blocco dei contratti, fermi da sei anni. Però in Italia gli scioperi generali si decidono insieme. E dopo lo sciopero generale non c’è più niente, gli obiettivi devono essere chiari ».
Dalla manifestazione di ieri è arrivata anche l'apertura dei sindacati al Referendum contro la Riforma Fornero promosso dalla Lega: "Nel momento in cui la Corte costituzionale ammettesse la consultazione, - ha detto la Camusso - la Cgil sarebbe favorevole in quanto ciò determinerebbe per il governo un tempo entro il quale abolire una legge ingiusta". Parole a cui ha fatto subito seguito la risposta soddisfatta del segretario leghista Matteo Salvini: "è la dimostrazione che si può andare oltre gli steccati ideologici". Piu' cauta invece la Cisl che indica che "A quella legge vanno tolte le storture. È una cosa più complessa di un semplice referendum".
Le prossime tappe del Referendum contro la Riforma Fornero - Il quesito che chiede di abrogare la legge Fornero è uno dei 5 referendum su cui la Lega Nord ha raccolto le firme. Lo scorso 4 novembre la Cassazione ha certificato che la quota di 500 mila firme è stata raggiunta. In dicembre è atteso il parere della Corte costituzionale. Se ci sarà il via libera, il voto potrebbe essere nella primavera 2015.
Zedde
Riforma Pensioni, si lavora per emendare la legge di stabilità
Congelare l'aumento della tassazione sulla previdenza complementare, modificare il pagamento delle pensioni al 1° del mese (rispetto al 10 fissato nel documento governativo) per gli 800 mila pensionati titolari di due prestazioni, cancellare la tassazione ordinaria per il Tfr in busta paga, allargare la platea degli 80euro, e rivedere quella del bonus bebè. Kamsin Sono alcune delle richieste di modifica che sono state presentate in oltre 3700 emendamenti alla legge di Stabilità.
Molte sono doppioni presentate da piu' forze politiche che non si sono coordinate tra loro. Molti chiedono poi di rivedere l'intervento sull'Irap e di aumentare le risorse per gli ammortizzatori sociali,matanti sonoanche su scuola e università e per abbassare l'Iva sugli ebook al 4%. Ricompaiono poi gli emendamenti in favore dei quota 96 della scuola e quelli in favore dei lavoratori precoci (questi ultimi sono stati richiamati, peraltro, anche nella Relazione al ddl di stabilità elaborata dalla Commissione Lavoro della Camera). Alcuni emendamenti prevedono anche lo stop al taglio previsto per i patronati.
Altre richieste dei deputati si concentrano poi sugli 80 euro, puntando a legare la platea dei beneficiari all'Isee oppure inserendo il quoziente familiare. Tantissimi poi chiedono di rivedere il tetto dei 90mila euro per il bonus bebè per dare più risorse a chi ne ha più bisogno. Numerosi emendamenti si concentrano poi su scuola e università, che non possono reclutare ricercatori e professori vincitori di concorso per ragioni di budget.
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Contratto Statali, Renzi conferma il blocco dei contratti nel 2015
La Manifestazione non cambia la strategia del Governo che conferma il blocco dei salari nelle Pa per il 2015. Lo sblocco possibile dal 2016 solo se l'Italia uscirà della recessione.
Kamsin La protesta avviata dai dipendenti della pubblica amministrazione non farà cambiare strategia al Governo. E' quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo Vidoni. Il che vuol dire che la scelta, formalizzata con la legge di Stabilità, di congelare anche nel 2015 i contratti di 3,3milioni di dipendenti pubblici non sarà modificata. Dunque il blocco degli stipendi, che va avanti dal 2010 (con un risparmio cumulato di circa 16 miliardi per le casse pubbliche), sarà prorogato anche nel 2015. Con buona pace delle aperture che il governo Renzi aveva fatto ad aprile quando non aveva escluso la possibilità di far ripartire la contrattazione.
La ripresa della contrattazione, o meglio degli effetti economici dei salari nella Pa, potrà aversi non prima del 2016 sempre che l'Italia mostrerà segni di uscita dalla stagnazione. Per ora, per il quinto anno consecutivo, i dipendenti pubblici vedranno le proprie retribuzioni restare ferme. Dati della ragioneria del Tesoro alla mano, un dipendente pubblico è titolare di una retribuzione lorda annua di 21.405 euro lordi. Calcolando che tra il 2009 e il 2014 il tasso d'inflazione è stato del 2%, l'adeguamento contrattuale avrebbe dovuto far salire il salario a quota 23.510 euro.
Gli effetti della legge di stabilità sui contratti pubblici
L’articolo 21 del ddl di stabilità conferma il blocco economico della contrattazione nel pubblico impiego per contenere le spese nel settore. Le procedure contrattuali e negoziali del personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche sarà ammissibile per la sola parte normativa e non ci sarà la possibilità di recupero per la parte economica. Tra le altre misure restrittive c'è la previsione che sarà rinviato il pagamento dell'indennità di vacanza contrattuale fino al 2018.
Il ddl proroga, infatti, l’efficacia della norma introdotta con la legge 147/2013 secondo la quale l'indennità di vacanza contrattuale (ossia l’incremento provvisorio della retribuzione che interviene una volta scaduto il contratto collettivo nazionale, in assenza di un suo rinnovo e finché questo non sia rinnovato) da computare quale anticipazione dei benefici complessivi che saranno attribuiti all'atto del rinnovo contrattuale sia quella in godimento al 31 dicembre 2013.
Viene poi stabilito che - nei confronti del personale non contrattualizzato in regime di diritto pubblico (professori e ricercatori universitari, dirigenti dei corpi di polizia e delle forze armate, con esclusione del personale di magistratura per effetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 223/2013) - anche per l’anno 2015 non si applicheranno i meccanismi di adeguamento retributivo di cui all’articolo 24 della legge n. 448 del 1998 e che lo stesso anno non è utile ai fini della maturazione delle classi e scatti di stipendio, correlati all’anzianità di servizio, che caratterizzano il trattamento economico del citato personale.
Riprendono, invece, efficacia le disposizioni concernenti il blocco degli effetti economici delle progressioni di carriera per il personale contrattualizzato e non contrattualizzato, che erano state anch’esse prorogate, per l’anno 2014, dal D.P.R. n. 122 del 2013.
Zedde
Fisco, Orlandi: "stop agli scontrini fiscali e meno blitz sul territorio"
I blitz stile Cortina andranno in soffitta, il 730 precompilato consentirà di aiutare i contribuenti a districarsi tra le scadenze e la burocrazia. È quanto ha annunciato la direttrice dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, nel rapporto sul fisco presentato in Parlamento questa settimana. Kamsin "Sulle imprese minori è in corso una profonda riflessione, ha sottolineato la direttrice dell'Agenzia delle Entrate, che punta ad una completa ricostruzione del rapporto di fiducia con le pmi". L'obiettivo infatti, è quello di aumentare la tracciabilità dei pagamenti, archiviando le certificazioni cartacee, bollate come inefficaci, e abbandonando i controlli sul territorio che rischiano di essere controproducenti.
Anche se non ci sono tempi certi la direttrice ha sottolineato come sia necessario cambiare passo, "costruendo un rapporto di informazione trasparente e più scambio con i contribuenti. Una parte del piano è già individuato nella legge di stabilità. Del resto con la manovra arriveranno forme più avanzate di comunicazione anche in termini preventivi rispetto alle scadenze fiscali. Inoltre, verrà estesa l'operatività del ravvedimento operoso in modo da incentivare i comportamenti virtuosi dei contribuenti.
Riforma del Fisco: meno blitz e piu' tracciabilità - Per tale ragione, sottolinea la Orlandi, l'Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei contribuenti, "anche mediante l'utilizzo di nuove tecnologie, tutti gli elementi e le informazioni in suo possesso riferibili al medesimo contribuente, acquisite direttamente o pervenute da terzi, e le informazioni utili a quest'ultimo per una valutazione in ordine ai ricavi, compensi, redditi, volume d'affari, valore della produzione e relativi alla stima dei predetti elementi, anche in relazione ai beni acquistati e posseduti". In tal modo, prosegue la Orlandi, saranno possibili nuovi flussi di dati che consentono al contribuente di assolvere correttamente a monte i suoi obblighi fiscali, accompagnandolo nei momenti precedenti e successivi alla presentazione della dichiarazione.
Sul fronte della delega fiscale la direttrice ha ricordato come il prossimo passo è quello di metà novembre in cui verrà definita una nuova normativa in materia di abuso di diritto, senza però determinare un affievolimento nella lotta l'elusione.
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Statali in piazza contro il blocco dei contratti nelle Pa
E' partito il corteo dei lavoratori pubblici a Roma per manifestare contro il progetto di riforma del mercato del lavoro e contro le misure previste nel ddl di stabilità che bloccano di un altro anno il rinnovo economico dei contratti nella Pa. A tenere lo striscione di apertura i segretari generali di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Anna Maria Furlan e il segretario generale aggiunto Carmelo Barbagallo. Kamsin Accanto a loro i segretari generali della Funzione Pubblica. "Servizi pubblici perche' servono, perche' di tutti", recita lo striscione bianco e verde. Dietro migliaia di bandiere delle varie categorie presenti al corteo, provenienti da tutta Italia. La manifestazione, che sta sfilando ora a Largo Susanna, e' diretta a piazza del Popolo, per il comizio.
"Spero che questa grande manifestazione basti a sturare le orecchie al governo, che deve ascoltare le richieste dei lavoratori pubblici". Cosi' il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, Quanto alla possibilita' di indire lo sciopero generale del settore prima dell'approvazione della legge di stabilita', Furlan ha risposto: "Vedremo la disponibilita' del governo". Furlan ha richiamato il governo al suo "dovere di fare il contratto per i suoi dipendenti. In sei anni i lavoratori pubblici ci hanno rimesso migliaia di euro, cosa volete che servano gli 80 euro dati dal governo".
I dipendenti pubblici, ha aggiunto, "vogliono essere protagonisti della riforma. Renzi fa la consultazione dei cittadini online ma non si confronta con i lavoratori". Quanto alla legge di stabilita' e alla situazione economica, Furlan ha ribadito che ci sono molte cose da modificare, oltre al rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, in particolare misure per i pensionati e un'impostazione diversa per l'operazione del Tfr. "Renzi deve capire che da solo non ce la puo' fare".
Al corteo e' presente anche il segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo. "Abbiamo accettato la sfida di Renzi, che ci dice di fare i sindacalisti. Noi stiamo per fare i sindacalisti e infatti cosa si fa quando il peggiore datore di lavoro non rinnova i contratti? Si sciopera". "Sappiamo che lo sciopero fa male ai lavoratori e al Paese ma se non si rinnova il contratto saremo costretti a farlo". Barbagallo ha spiegato che la Uil ha disertato l'accordo con l'Aran perche' "c'erano dei protocolli che esentavano il diritto di sciopero in alcuni ambienti di lavoro".
Zedde
Pensioni Quota 96, c'è l'emendamento per salvare 4mila docenti dal 2015
E' stato presentato a firma di Giorgio Airaudo (Sel) un emendamento al testo del disegno di legge di stabilità (AC 2679-bis) che dovrebbe consentire a 4mila docenti che hanno maturato un diritto a pensione entro l'anno scolastico 2011/2012 il collocamento in quiescenza dal prossimo 1° Settembre 2015. Kamsin La modifica ricalca in pieno l'emendamento bocciato dal Dl 90/2014 la scorsa estate, e mira a consentire al personale docente che ha maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico di accedere alla vecchia disciplina pensionistica, quella vigente prima dell'entrata in vigore del Dl 201/2011.
Interessati sono quindi i lavoratori e le lavoratrici che hanno maturato entro tale data i requisiti per la pensione di anzianità all'epoca vigenti (cioè la quota 96 o 40 anni di contributi) oppure i requisiti per la vecchiaia (cioè 65 anni unitamente ad almeno 20 anni di contributi). L'emendamento, che interviene sull'alinea del comma 14 dell'articolo 24 del Dl 201/2011, specifica che il beneficio è riconosciuto con decorrenza dal 1° Settembre 2015 all'esito di una procedura di monitoraggio delle domande.
Il mantenimento della previgente disciplina consentirà inoltre ai docenti coinvolti di non incappare nella penalizzazione prevista dell'articolo 24, comma 10 del Dl 201/2011 qualora essi non abbiano perfezionato i 62 anni età alla data della decorrenza della prestazione previdenziale. Resta fermo tuttavia che il calcolo delle anzianità contributive maturate successivamente al 1° gennaio 2012 avverrà mediante il sistema contributivo.
La procedura - L'emendamento prevede che l'istituto di previdenza provvederà a stilare la graduatoria dei beneficiari mediante un criterio progressivo risultante dalla somma dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva vantate dai singoli richiedenti alla data del 31 dicembre 2012. Un meccanismo, questo, simile alle quello delle quote in cui la priorità in graduatoria si determinerà sulla base della somma dell'età anagrafica e di quella contributiva dell'istante: chi ha un valore piu' elevato dovrebbe pertanto acquisire priorità nella graduatoria. Qualora dal monitoraggio risulti il superamento delle 4 mila domande l’INPS non prenderà in esame ulteriori domande di pensionamento.
Il pagamento del TFS sarà tuttavia determinato con le regole previste dall'articolo 24, del Dl 201/2011 e dunque, se l'emendamento verrà accolto dalla maggioranza, la buonuscita verrà spostata di diversi anni rispetto alle regole standard.
Di seguito il testo dell'emendamento, in anteprima, che ci è stato fornito.
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Articolo 12 bis
(salvaguardia previdenziale del personale docente della scuola)
1. all’alinea del comma 14 dell’articolo 24 del Decreto Legge 6 dic. 2011, n. 201, convertito, con modificazioni dalla L. 22 dic 2011, n.214, dopo le parole: (ad applicarsi) sono inserite le seguenti:
“al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l’ anno scolastico 2011/12, ai sensi dell’, comma 9, della L. 27 dic. 1997 n. 449, e successive modificazioni”
2. il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto dalla data del primo settembre 2015, nel limite di 4000 soggetti e nei limiti dell’autorizzazione di spesa di cui al comma 3.
L’INPS provvede al monitoraggio delle domande presentate, secondo modalità telematiche definendo un elenco numerico delle stesse basato su un criterio progressivo risultante dalla somma dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva vantate dai singoli richiedenti alla data del 31 dic. 2012.
qualora dal monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico non prende in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefici previsti dalla disposizione di cui al medesimo comma 1. Per i lavoratori che accedono al benefico del comma 1, il trattamento di fine rapporto, comunque denominato,è corrisposto al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione dello stesso secondo le disposizioni di cui all’art. 24 del D.L. 6 dic. 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla L. 22 dic. 201, n. 214 e sulla base di quanto stabilito dall’art. 1, comma 22, del D.L. 13 ago. 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla L. 2011, n. 148, nonché secondo le modalità previste a legislazione vigente.
3. per l’attuazione del presente articolo è autorizzata la spesa di 35 milioni di euro per l’anno 2015, di 105 milioni di euro per l’anno 2016, di 101 milioni per l’anno 2017, di 94 milioni per l’anno 2018 e di 81 milioni di euro per l’anno 2019 e, di conseguenza all’, comma 11, le parole: “è ridotta di 200 milioni di euro a decorrere dal 2015” sono sostituite dalle seguenti ”è ridotta ridotta di 380 milioni di euro a decorrere dal 2015”.
Jobs Act, Renzi apre a modifiche sull'articolo 18
Subito l’accelerazione e l’approvazione del Jobs act da parte della Camera, in cambio di «risorse aggiuntive» nella legge di stabilità per gli ammortizzatori sociali per accogliere quanto richiesto da Damiano. Kamsin Ma, soprattutto, apertura alla minoranza Dem: il governo sarebbe ora disposto a inserire nel Jobs act l’accordo raggiunto a inizio ottobre nella Direzione del Pd: «Nella legge delega», spiegano a palazzo Chigi, «si potrà introdurre una maggiore specificazione delle fattispecie per il reintegro in caso di licenziamenti disciplinari o discriminatori».
La correzione in corsa del Jobs act porterà con sé la necessità di un nuovo passaggio della legge delega in Senato. E visto che Renzi non ha intenzione di spostare la dead line fissata per il 1 gennaio, per forza di cose non viene escluso il ricorso al voto di fiducia. Non contro la minoranza dem, come inizialmente era stato messo in conto. «Ma solo in caso di ostruzionismo dei Cinquestelle. E comunque sul testo approvato dalla Commissione, senza prove di forza».
Ocse: Jobs Act aiuterà l'Italia a crescere
Lo Jobs Act puo' aiutare l'Italia a creare nuova occupazione ma agli annunci devono seguire i fatti, soprattutto in un contesto che vede l'Eurozona scivolare verso il baratro delle deflazione, con una Bce chiamata ad agire in modo piu' deciso, magari con un programma di acquisto di titoli di Stato sul modello della Federal Reserve. E' quanto sottolinea l'Ocse nel suo 'Preliminary Economic Assessment', il documento che anticipa lo 'Economic Outlook' che verra' diffuso a fine mese. "L'Italia e la Francia hanno di recente iniziato un processo di riforma per stimolare la crescita e creare migliori opportunita' occupazionali per i lavoratori con basse qualifiche", sottolinea l'organizzazione di Parigi, "la sfida chiave sara' far seguire agli annunci fatti un'applicazione di successo delle riforme gia' in cantiere".
E sono proprio Italia e Francia, insieme alla Germania, con le loro fiacche performance economiche, a pesare sull'economia dell'Eurozona, che resta "debolissima", con una disoccupazione "ancora in crescita e destinata a restare elevata" e lo spettro della deflazione che si fa sempre piu' concreto. Per scongiurare la prospettiva di una "stagnazione prolungata", sostiene l'Ocse, i governi dell'area devono da una parte varare risolute riforme strutturali, mentre la Bce, dall'altra, deve allentare ulteriormente la propria politica monetaria, lanciando un piano di 'quantitative easing' sulla scia delle banche centrali di Stati Uniti e Giappone. Francoforte, e' l'appello dell'Ocse, "dovrebbe espandere il suo sostegno monetario oltre le misure gia' annunciate" acquistando "obbligazioni garantite da mutui con bassi rating, corporate bond e titoli di Stato".
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