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Il governo cerca la quadra sull'introduzione del reato di autoriciclaggio, l'inasprimento delle pene sul falso in bilancio e la criminalità mafiosa. In vista anche un intervento su corruzione e concussione.

Kamsin Oltre alla revisione della geografia della Corti d'Appello e delle Procure generali (sono 26, ne rimarranno 20-21) e alla sanzione degli illeciti disciplinari dei magistrati, il nodo cruciale del governo Renzi sulla Riforma della Giustizia sono le nuove norme di contrasto alla criminalità organizzata e ai patrimoni illeciti. Le linee guida dell'esecutivo sulla giustizia penale, che probabilmente non saranno discusse nel corso del Cdm del prossimo 29 Agosto (per via della mancanza di un accordo politico nella maggioranza), sono di rendere più efficace l’azione di contrasto dello Stato, mediante l’aggressione ai benefici patrimoniali delle organizzazioni criminali e l’ostacolo al riutilizzo del denaro di derivazione criminosa. Obiettivo da raggiungere mediante, da un lato, attraverso l’introduzione nel sistema penale del reato di autoriciclaggio (che si realizza con una condotta, allo stato attuale, priva di sanzione), dall'altro mediante il rafforzamento del falso in bilancio.

Quanto al reato di autoriciclaggio la nuova ipotesi di reato sanziona l’autore di un delitto non colposo che sostituisca, trasferisca o impieghi denaro, beni o altre utilità provenienti da tale delitto in attività di carattere imprenditoriale o finanziario; mentre sul falso in bilancio il governo intende effettuare una profonda revisione con l'obiettivo di garantire ai creditori, ai lavoratori e ai soci una fedele rappresentazione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale delle singole società, anche per consentire investimenti di terzi. Saranno eliminate, in particolare, le  zone d’ombra e di non punibilità che finivano per incentivare meccanismi artificiosi tanto più difficili da scoprire quanto maggiori fossero le dimensioni della società.

Un ulteriore intervento di particolare rilevanza è quello relativo all’allargamento dei presupposti per la confisca allargata (o per sproporzione), applicabile ai soggetti condannati in relazione a determinate ipotesi di reato e in riferimento ai beni di cui gli stessi siano titolari senza poterne giustificare la provenienza e la cui entità sia sproporzionata rispetto al loro reddito; è quindi prevista l’applicazione di tale particolare normativa anche agli autori di ulteriori fattispecie di reato, tra cui quella delle attività organizzate che siano finalizzate al traffico illecito di rifiuti.

Altre novità dovrebbero interessare la corruzione e concussione.  Nello specifico, secondo quanto si apprende dalle linee guida dell'esecutivo, si prevede di applicare il trattamento sanzionatorio in materia di concussione anche nei confronti dell’incaricato di pubblico servizio, in tal modo estendendo la norma a un’area di soggetti investiti di compiti di interesse pubblico più ampia rispetto di quella attuale ( si pensi agli amministratori di società a capitale pubblico). Inoltre, si prevede che l’esercizio dell’azione penale per alcuni dei più gravi reati contro la pubblica amministrazione sia comunicato immediatamente all’Autorità Nazionale Anti Corruzione e alla Corte dei Conti, anche qualora non derivi danno diretto per l’erario, in modo che possano esplicare i loro compiti di istituto disponendo delle necessarie informazioni.

Altri interventi dovrebbero rafforzare il trattamento sanzionatorio per il delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso, con l’innalzamento delle pene detentive. Inoltre dovrebbe essere estesa la possibilità di ricorrere alla partecipazione a distanza al giudizio penale del soggetto detenuto al di fuori della circoscrizione del giudice, mediante lo strumento della videoconferenza. In particolare, è previsto che il giudice possa disporre la partecipazione a distanza del soggetto ristretto per taluni reati di particolare gravità (tra cui quelli in materia di criminalità organizzata) anche quando il procedimento riguardi fatti diversi e, in ipotesi, meno gravi di quelli per cui il soggetto si trova nello stato di detenzione.

Zedde

- Roma, 21 ago. - E' muro contro muro tra M5S e governo sulla giustizia. I 5 stelle hanno infatti disertato, come avevano annunciato ieri, l'incontro con il Guardasigilli previsto per oggi, spiegando in una lettera aperta allo stesso Andrea Orlando, pubblicata sul blog di Grillo, di non volere "incontri di facciata" e pronunciando un netto NO a una "riforma di Berlusconi". Ma dal M5s arrivano parole dure contro il premier: "Il presidente Renzi ormai parla soltanto di giustizia civile: proviamo un senso di ribrezzo nel constatare che un premier possa ancora scendere a patti con Berlusconi sulla giustizia". Secondo i 5 stelle, "dopo il Patto del Nazanero, la lotta alla criminalita' e, piu' in generale, la giustizia penale, sono scivolate all'ultimo posto delle priorita' del governo. Si parla di responsabilita' dei giudici, ma non crede che in Italia dovremmo cominciare a sanzionare seriamente le responsabilita' dei criminali, anche se politici?". La risposta del governo non si fa attendere ed e' lo stesso premier Renzi a rispondere, rilanciando un tweet del presidente Pd Matteo Orfini, che scrive caustico: "E i grillini rifiutano il confronto sulla riforma della giustizia... Coi terroristi bisogna interloquire, ma guai a farlo col governo...". Immediata la replica di Vito Crimi: "Il M5S non dialoga coi terroristi, chi lo dice mente. Il governo manda armi in M.O., questo si che e' vero". "Utilizzare una mediocre boutade (di Orfini!) sul terrorismo per sviare l'attenzione dai problemi veri della giustizia - conferma il grillino Alfonso Bonafede - da' il senso di un presidente del Consiglio drammaticamente povero di argomenti e totalmente privo di sostanza!". Da parte sua, invece, il ministro della Giustizia Orlando sostiene che sulla riforma della giustizia "non si tratta di fare accordi piu' o meno segreti con nessuno". E, nonostante lo stop grillino, non esclude futuri incontri: "Mi auguro che questo passaggio non comprometta la possibilita' di proseguire la discussione con tutte le forze politiche. Mi spiace per le parole usate dal M5s perche' l'incontro che avevamo tenuto aveva dato degli spunti di cui abbiamo tenuto conto: mi riferisco in particolare a contrasto alla criminalita' economica e giustizia civile. Le proposte che erano emerse sono infatti state ritenute integrabili con le nostre". Oltre a M5S, anche Sel e Lega hanno deciso di non incontrare il Guardasigilli. Solo Forza Italia si e' presentata in via Arenula anche se l'azzurra Stefania Prestigiacomo ammonisce: no ad una "riformetta" che "non servirebbe a nulla se non a perpetrare tutte le disfunzioni attuali". .
Dalla legge di stabilità si attende la soluzione strutturale al fenomeno esodati. Tempi stretti per i 4mila docenti della scuola e per i 32mila esodati che attendono il via libera del Senato alla sesta salvaguardia.

Kamsin Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha confermato in questi giorni la volontà del governo di introdurre dei correttivi al Dl 201/2011 per concedere maggiore flessibilità sull'età pensionabile.  Soprattutto con riguardo ai lavoratori esodati, cioè coloro che hanno perso il posto di lavoro e che si trovano senza reddito sino alla pensione.

Un intervento che, secondo il Ministro, potrebbe essere finanziato con l'introduzione di un nuovo contributo di solidarietà sulle pensioni medio-alte ( a partire dai 3.500 euro netti in su), ipotesi tuttavia che sta suscitando serie polemiche tra i sindacati e che non trova d'accordo neanche i vari esponenti dell'esecutivo. Probabile quindi che il prelievo "aggiuntivo" sia accantonato con la conseguenza che il governo dovrà reperire i denari da altre voci di spesa per finanziare la novità. 

In attesa di conoscere le modalità di reperimento delle risorse, gli interventi annunciati da Poletti vanno nella direzione di fornire un ventaglio di possibilità al lavoratore che intende lasciare il lavoro per andare in pensione prima dei tempi canonici fissati dalla riforma Monti- Fornero. Poletti ha infatti parlato di strumenti differenziati adatti e coerenti con le diverse situazioni anche se non ha specificato nei dettagli quali saranno le iniziative.

Tra le ipotesi in campo, come già anticipato da Pensioni Oggi, c'è la possibilità di riproporre i cd. "pensionamenti flessibili", un progetto elaborato lo scorso anno dagli onorevoli Baretta e Damiano che consentirebbe un anticipo della pensione fino a 62 anni di età e 35 di contributi con un sistema di penalità; la riapertura del sistema delle quote che regolava la vecchia pensione di anzianità; l'introduzione del "prestito pensionistico" per chi ha perso il lavoro a pochi anni dal raggiungimento dei requisiti richiesti per la pensione. Possibile anche un mix di tali interventi. 

Sempre nell'ottica di consentire un anticipo sull'età pensionabile, la legge di stabilità potrebbe essere il veicolo da utilizzare per la proroga dell'opzione donna, una misura su cui l'esecutivo ha fatto nelle scorse settimane dietrofront, ma che potrebbe estendere la possibilità per lavoratori e lavoratrici di accedere alla pensione con requisiti agevolati sino al 2018 al prezzo di avere un assegno calcolato con il sistema contributivo. Possibile anche che la finanziaria sia utilizzata per inserire la norma, stralciata dal Dl sulla Pa, che cancelli le penalizzazioni per i lavoratori precoci. 

Le altre misure su cui si attende il via libera - A settembre dovrebbe iniziare in Senato la discussione del progetto di legge in materia di sesta salvaguardia, un provvedimento, approvato agli inizi di luglio alla Camera che consentirà ad ulteriori 32 mila soggetti di mantenere le vecchie regole pensionistiche. Già a fine mese si dovrebbero poi conoscere le decisioni dell'esecutivo sui quota 96 della scuola, un intervento che consentirebbe a 4mila docenti che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012 di andare in pensione in deroga alla disciplina vigente.

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Pensioni quota 96, i professori scendono in piazza a Roma il 29 AgostoZedde

- Roma, 21 ago. - Sulla riforma della giustizia "non si tratta di fare accordi piu' o meno segreti con nessuno". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in merito alla presa di posizione del Movimento 5 Stelle che ha disertato la riunione che si e' tenuta questa mattina sulla riforma tra il guardasigilli e le opposizioni (alla quale ha pero' partecipato soltanto Forza Italia con il senatore Giacomo Caliendo). "Esiste una maggioranza - ha sottolineato Orlando incontrando i cronisti in via Arenula - che fa delle proposte e che si confronta con tutti. Mi auguro questo passaggio non comprometta la possibilita' di proseguire la discussione con tutte le forze politiche. Mi spiace per le parole usate dai 5 Stelle - ha continuato il guardasigilli - perche' l'incontro che avevamo tenuto aveva dato degli spunti di cui abbiamo tenuto conto: mi riferisco in particolare al contrasto alla criminalita' economica e alla giustizia civile. Le proposte che erano emerse in quell'occasione sono infatti state ritenute integrabili con le nostre". .
- Roma, 21 ago. - E' muro contro muro tra M5S e governo sulla giustizia. I 5 stelle hanno infatti disertato, come avevano annunciato ieri, l'incontro con il Guardasigilli previsto per oggi, spiegando in una lettera aperta allo stesso Andrea Orlando, pubblicata sul blog di Grillo, di non volere "incontri di facciata" e pronunciando un netto NO a una "riforma di Berlusconi". Ma dai 5 stelle arrivano parole dure contro il premier Matteo Renzi: "Il presidente Renzi ormai parla soltanto di giustizia civile: proviamo un senso di ribrezzo nel constatare che un presidente del Consiglio possa ancora scendere a patti con Berlusconi sulla giustizia". Secondo i 5 stelle, "dopo il Patto del Nazanero, la lotta alla criminalita' e, piu' in generale, la giustizia penale, sono scivolate all'ultimo posto delle priorita' del governo. Si parla di responsabilita' dei giudici, ma non crede che in Italia dovremmo cominciare a sanzionare seriamente le responsabilita' dei criminali, anche se politici?". La risposta del governo non si fa attendere ed e' lo stesso premier Renzi a rispondere, rilanciando un tweet del presidente democrat Matteo Orfini, che scrive caustico: "E i grillini rifiutano il confronto sulla riforma della giustizia... Coi terroristi bisogna interloquire, ma guai a farlo col governo...". Che il dialogo si sia interrotto, lo conferma il deputato 5 stelle Alfonso Bonafede, che e' pure vicepresidente della commissione Giustizia della Camera: "Se l'approccio alla giustizia continua ad essere questo, non ci puo' essere dialogo" specie se, sottolinea, "Renzi vuole continuare a fare combutta con Silvio Berlusconi". Da parte sua, invece, il ministro della Giustizia Orlando sostiene che sulla riforma della giustizia "non si tratta di fare accordi piu' o meno segreti con nessuno". E, nonostante lo stop grillino, non esclude futuri incontri con i 5 stelle: "Mi auguro che questo passaggio non comprometta la possibilita' di proseguire la discussione con tutte le forze politiche. Mi spiace per le parole usate dai 5 Stelle perche' l'incontro che avevamo tenuto aveva dato degli spunti di cui abbiamo tenuto conto: mi riferisco in particolare al contrasto alla criminalita' economica e alla giustizia civile. Le proposte che erano emerse in quell'occasione sono infatti state ritenute integrabili con le nostre". Oltre a M5S, anche Sel e Lega hanno deciso di non incontrare il Guardasigilli. Solo Forza Italia si e' presentata in via Arenula anche se l'azzurra Stefania Prestigiacomo ammonisce: no ad una "riformetta" che "non servirebbe a nulla se non a perpetrare tutte le disfunzioni attuali". .
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