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- Roma, 12 mag. - Una riunione operativa nella sede di Expo e, a seguire, un incontro con gli imprenditori. Matteo Renzi domani torna a Milano per l'Expo, accompagnato dai ministri Maurizio Martina e Maurizio Lupi e, forse soprattutto, dal presidente dell'Autorita' anti-corruzione, Raffaele Cantone. Una trasferta nel capoluogo lombardo che si carica di significato, cone Renzi che chiarisce di voler "mettere la faccia", come si dice, su un appuntammento su scala mondile la cui immagine rischia di restare sfregiata dall'inchiesta che ha portato a sette arresti. "I sondaggisti dicono che non mi conviene entrare nella dinamica dell'Expo, che non mi conviene mischiare la mia faccia pulita con quei problemi. Preferisco rischiare di perdere qualche punto nei sondaggi che perdere una gigantesca opportunita' in termini di investimenti e posti di lavoro", e' la sfida viso aperto che arriva dall'inquilino di palazzo Chigi. E non e' il solo, Renzi, a fare quadrato: "I ladri ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre ma l'Italia non puo' essere un Paese che si rassegna a non fare le grandi opere", dice per esempio Pier Ferdinando Casini. Anche Silvio Berlusconi garantisce che "l'Expo e' superimportante, e' stato il mio governo a chiamare tanti stati a partecipare. E' un vanto del mio governo e guai se le cose non fossero perfette il giorno dell'apertura". "I fatti scoperti non riguardano la mia parte politica, non ci entriamo per niente", assicura l'ex premier. Rinunciare all'Expo 2015 significherebbe consegnare una vittoria alla criminalita', "soprattutto adesso significherebbe dimostrare che l'illegalita' vince", conviene Raffaele Cantone, appunto il presidente della neonata Autorita' nazionale anticorruzione. "Dire no all'Expo - aggiunge il magistrato - non a priori ma proprio ora significa dimostrare che siccome ci sono fenomeni corruttivi vasti, lo Stato non e' in grado di porvi argine. Come quando si dice non facciamo una partita di calcio perche' c'e' il rischio tifosi. E' evidente che sarebbero sconfitte, sconfitte che la nostra democrazia non si puo' permettere. Ma dico questo da cittadino, io sono un funzionario dello Stato e se mi viene chiesto qualcosa lo faccio, le valutazioni politiche spettano ad altri". E quanto al fronte giudiziario, l'imprenditore Enrico Maltauro, arrestato nell'ambito dell'indagine, avrebbe fatto "parziali ammissioni sui fatti materiali che gli sono contestati" nell'interrogatorio di garanzia, durato circa un'ora e mezzo, che si e' svolto nel carcere di Opera davanti al gip Fabio Antezza, riferisce il suo legale, l'avvocato Paolo Grasso. In un filmato agli atti dell'inchiesta, si vede Maltauro consegnare a un altro degli arrestati, Enrico Cattozzo, il 17 aprile in corso Sempione a Milano, 15mila euro in una busta. Sempre stando a quanto riferito dal legale, Maltauro ha affermato che e' sua intenzione chiarire i fatti in un prossimo interrogatorio davanti ai pm. Angelo Paris, il manager di Expo2015 arrestato nell'ambito dell'indagine che tocca anche alcuni appalti relativi alla manifestazione, ha chiesto al gip di Milano, Fabio Antezza, l'autorizzazione ad inviare alla societa' per cui lavora una lettera di dimissioni. Paris ricopre il ruolo di direttore generale della divisione Construction and dismantling e responsabile dell'Ufficio contratti di Expo2015 Spa. Durante l'interrogatorio di garanzia, che si e' svolto nel carcere di Opera, Paris ha risposto per circa due ore alle domande del gip (erano presenti anche i pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio) stando a quanto riferito dal suo legale, Luca Troyer, "ha chiarito la sua posizione". Ha rilasciato dichiarazioni spontanee, invece, Sergio Scattozzo, ex segretario regionale ligure dell'Udc, che si e' avvalso della facolta' di non rispondere alle domande del gip. E fa chiarezza anche il commissario unico del Governo per Expo 2015, Giuseppe Sala: "Non ho mai parlato, ne' avrei mai parlato con personaggi tristemente noti sul territorio lombardo e non solo. Sarebbe stata un'ingenuita' per non dire peggio". Ascoltato dalla commissione Antimafia, Sala rileva che "non ci sono gare condizionate, a quanto dice la Procura. I controlli e il sistema di verifica di Expo sono molto importanti". E il ministro dell'Interno rivendica che "sull'Expo abbiamo svolto una forte azione di contrasto alle infiltrazioni criminali: 33 aziende escluse, 66 cantieri controllati, 2.400 soggetti controllati. Questi sono i fatti contro l'infiltrazione criminale". "Adesso contro la corruzione una task force che avra', anch'essa, un ottimo risultato", e' sicuro Angelino Alfano. .

- Reggio Calabria, 12 mag. - Esisterebbe un conto corrente bancario, aperto presso la tesoreria della Camera dei Deputati, attraverso il quale sarebbero partiti dei soldi destinati ad Amedeo Matacena Jr., l'ex deputato di Forza Italia latitante a Dubai dopo una condanna definitiva a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Su quel conto sarebbe dovuto transitare anche il denaro per finanziare il trasferimento di Matacena in Libano.

Matacena "con Berlusconi rapporti cordiali"

Questo e' quanto emerge da un'intercettazione del 5 febbraio scorso, nell'ambito dell'operazione Breakfast, quando gli investigatori della Dia ascoltano la telefonata tra l'ex ministro Claudio Scajola, arrestato per procurata inosservanza di pena, e la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, anch'ella destinataria di misura cautelare. Senonche' da un lato, secondo ambienti della Camera, non esistono conti correnti presso la Tesoreria della Camera intestati a singoli deputati o ex deputati, in quanto "i conti correnti bancari gestiti dal Servizio Tesoreria della Camera dei Deputati sono intestati alla stessa Camera dei Deputati, e sono utilizzati esclusivamente per la regolazione di partite contabili connesse all'attivita' istituzionale di quest'ultima".

D'altro canto, invece, intervistato via Skype, lo stesso Amedeo Matacena ha confermato all'AGI "ho un conto corrente alla Camera", spiegando pero' che su quel conto sono transitati soltanto i pagamenti per l'assistenza sanitaria ai parlamentari e ai propri familiari, con quote da pagare semestralmente, e negando che tramite quel conto gli siano mai pervenuti soldi durante la latitanza. "Basta prendere l'estratto conto - ha affermato Matacena - per vedere quali sono stati i movimenti, un conto che e' sempre stato a zero o quasi". Zero, come il ricordo che di Matacena conserva Silvio Berlusconi, che intervistato da Tgcom24 dell'ex armatore ha detto: "Questo Signor Matacena io non me lo ricordo. Sara' stato deputato di Forza Italia vent'anni fa ...". "I miei rapporti con Berlusconi all'epoca erano cordiali come quelli di tutti gli altri colleghi, assolutamente normali". Ha risposto Matacena sul punto, affermando che "posso comprendere che il presidente Berlusconi non si ricordi di me con tutta la gente che ha avuto all'interno del Parlamento, sia alla Camera che al Senato, per cui non la vedo una cosa particolarmente strana da sottolinearsi".

Chi non l'ha dimenticato e' l'ex ministro Claudio Scajola, con cui i rapporti "risalgono alla mia elezione alla Camera dei Deputati nel 94, sono sempre stati molto cordiali, si sono intensificati - ha evidenziato Matacena - quando ci siamo trasferiti a Montecarlo". Matacena spiega cosi' l'interessamento di Scajola: "E' una persona che ha dei grandi valori umani, e sicuramente in questa situazione, essendo come un padre per mia moglie, lei gli ha chiesto aiuto, e che lui abbia cercato di aiutarla la ritengo una cosa moralmente importante". Intanto questo pomeriggio e' stata rinviata a mercoledi' (per mancanza di alcuni documenti) l'udienza per l'estradizione di Chiara Rizzo, fermata ieri pomeriggio dalla polizia francese. "Ha dimostrato grande coraggio - ha detto Matacena - nel prendere la decisione di tornare, ha chiesto il divorzio perche' non condivide la mia decisione di andare via, io preferisco aspettare i ricorsi da uomo libero, e non in carcere". .

- Roma, 12 mag. - L'Expo e' una grandissima opportunita' per per gli italiani. In tanti mi dicono 'non mischiare la tua faccia che e' pulita con questi'. Io preferisco rischiare di perdere qualche punto nei consensi e non perdere una grande opportunita'. Non si devono fermare lavori si devono fermare delinquenti". Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi interpellato dai giornalisti fuori Palazzo Chigi ribadendo di avere "assolutamente" fiducia in Giuseppe Sala, commissario dell'Expo.

Il premier: "gigantesca chance di posti di lavoro, non la spreco"

Iintanto Angelo Paris, il manager di Expo2015 arrestato nell'ambito dell'indagine che tocca anche alcuni appalti relativi alla manifestazione, ha chiesto al gip di Milano, Fabio Antezza, l'autorizzazione ad inviare alla societa' per cui lavora una lettera di dimissioni. Paris ricopre il ruolo di direttore generale della divisione Construction and dismantling e responsabile dell'Ufficio contratti di Expo2015 Spa. Durante l'interrogatorio di garanzia, che si e' svolto nel carcere di Opera, Paris ha risposto per circa due ore alle domande del gip (erano presenti anche i pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio) stando a quanto riferito dal suo legale, Luca Troyer, "ha chiarito la sua posizione". Ha rilasciato dichiarazioni spontanee, invece, Sergio Scattozzo, ex segretario regionale ligure dell'Udc, che si e' avvalso della facolta' di non rispondere alle domande del gip.

- Roma, 12 mag. - Il governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo unico senza emendamenti del testo della commissione Lavoro della Camera sul dl Poletti, identico a quello del Senato. Lo ha comunicato all'aula di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il parlamento, Maria Elena Boschi. "Nuova, ennesima 'fiducia' del governo. Questa volta la vittima e' il decreto legge che doveva cambiare il mercato del lavoro: un anticipo di quel Jobs Act, copiato solo nel titolo dall'esperienza americana, e subito riposto nel cassetto in attesa, giugno del prossimo anno, di tempi migliori". Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, interviene cosi' "sulle fiducie a ripetizione" e domanda "perche' Renzi, gia' che c'e', usando l'articolo 138 della Costituzione, dopo il Senato non elimina anche la Camera, cosi' potra' fare tutti i decreti che vuole?". .

- Roma, 12 mag. - "Questo Signor Matacena io non me lo ricordo. Sara' stato deputato di Forza Italia vent'anni fa ...". Cosi' Silvio Berlusconi liquida, intervistato da Tgcom24, ogni frequentazione del suo partito da parte dell'ex parlamentare.

Amedeo Matacena, latitante a Dubai, nel corso di un'intervista rilasciata all'AGI via Skype, ha replicato: "Posso comprendere che il presidente Berlusconi non si ricordi di me con tutta la gente che ha avuto all'interno del Parlamento, sia alla Camera che al Senato, per cui non la vedo una cosa particolarmente strana da sottolinearsi".

Matacena "assurdo pensare a miei rapporti con i clan"

"I miei rapporti con Berlusconi all'epoca - ha detto ancora Matacena all'AGI - erano cordiali come quelli di tutti gli altri colleghi, assolutamente normali".

MATACENA, ASPETTO ESITO RICORSI DA UOMO LIBERO

"Preferisco aspettare i ricorsi da uomo libero, e non in prigione", sottolineato l'ex deputato dopo la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. "Mia moglie - ha detto Matacena - e' venuta a Dubai, mi ha portato mio figlio, e' venuta qua perche' aveva bisogno che le facessi alcune comunicazioni per il divorzio, lo ha voluto perche' non condivideva che io fossi andato via, mentre io preferisco aspettare le sentenze della Cassazione, per il ricorso straordinario che ho fatto, e quella alla Corte Europea dell'Uomo, da uomo libero, e non in prigione. I miei legali - ha proseguito - le hanno gia' presentate entrambe da 4-5 mesi, non conosco esattamente i tempi tecnici".

MATACENA, CONTO CAMERA PER PAGARE ASSISTENZA SANITARIA

"Ho un conto corrente alla Camera, serve per pagare l'assistenza sanitaria, e' sempre stato a zero". Cosi' Matacena ha commentato le notizie circa il conto corrente della Camera dei Deputati che sarebbe servito per fargli avere soldi durante la latitanza. "Oggi - ha affermato - sentivo di un conto corrente della Camera dei Deputati che era servito per farmi avere soldi nella latitanza, e questa e' un'altra favola. Per quello che so io, ho un mio conto corrente alla Camera dei Deputati, dal quale - spiega l'ex deputato - si paga l'assistenza sanitaria dei parlamentari, credo che se una somma sia stata mossa e' stata quella per pagare semestralmente la rata dell'assistenza sanitaria dei Deputati, che tra l'altro riguarda anche i miei familiari, per cui e' un loro interesse pagarla. E comunque basta prendere l'estratto conto e vedere quali sono stati i movimenti, un conto che e' sempre stato a zero o quasi". Alla stessa maniera Matacena commenta l'ipotesi inquisitoria dell'inchiesta che intravede nell'ombra una societa' segreta: "Di favole in Italia ne ho sentite tante - taglia corto Matacena - e questa, credo si aggiunga a quelle".

SCAJOLA: MATACENA, PER MIA MOGLIE E' COME UN PADRE

"Vincenzo Speziali non l'ho mai conosciuto, i miei rapporti con l'ex ministro Claudio Scajola, l'ho gia' detto, risalgono alla mia elezione alla Camera dei Deputati nel 94, sono sempre stati molto cordiali, si sono intensificati quando ci trasferiti a Montecarlo", ha detto Matacena parlando dei sui suoi rapporti con l'ex ministro Scajola, arrestato con l'accusa di procurata inosservanza di pena in favore dello stesso Matacena, e di Vincenzo Speziali, l'imprenditore calabrese tramite il quale secondo l'accusa Scajola avrebbe cercato di fare ottenere a Matacena l'asilo politico in Libano. "Ho un rapporto di grande stima nei suoi confronti - ha proseguito Matacena parlando di Scajola - e' una persona che ha dei grandi valori umani, e sicuramente in questa situazione, essendo come un padre per mia moglie, lei gli ha chiesto aiuto, e che lui abbia cercato di aiutarla la ritengo una cosa moralmente importante".

MOGLIE MATACENA FERMATA ALL'AEROPORTO DI NIZZA

La moglie di Matacena, Chiara Rizzo, e' stata fermata all'aeroporto di Nizza dove avrebbe dovuto prendere un volo per tornare in Italia. "Mi ha inorgoglito molto, e' una donna che ha dimostrato grande coraggio nel prendere questa decisione. Certamente lo ha fatto per il grande amore dei suoi figli, e con la convinzione che e' in grado di chiarire la sua posizione", ha detto l'ex deputato commentando la scelta della moglie di tornare in Italia. La donna, ripartita dagli Emirati, dove si era recata da poco, proprio dopo avere appreso di essere destinataria di ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'inchiesta Breakfast, che ha visto in manette anche l'ex ministro Claudio Scajola accusato di procurata inosservanza di pena, ha fatto scalo a Nizza dove e' stata fermata ieri pomeriggio, su mandato d'arresto europeo, dalla polizia francese. "Da quello che mi dicono i legali, tra l'altro - prosegue Matacena - molte cose sono dimostrabili nella loro erroneita' anche in maniera documentale. Da quando sono andato via - ha concluso sull'argomento l'ex deputato di Forza Italia - ho perso la mia famiglia, da loro non ho mai avuto una lira, per cui l'accusa mi sembra assolutamente fantasiosa".

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