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Renzi, Expo grande opportunita' I delinquenti vanno fermati
I soldi a Matacena da un conto corrente della Camera
- Reggio Calabria, 12 mag. - Esisterebbe un conto corrente bancario, aperto presso la tesoreria della Camera dei Deputati, attraverso il quale sarebbero partiti dei soldi destinati ad Amedeo Matacena Jr., l'ex deputato di Forza Italia latitante a Dubai dopo una condanna definitiva a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Su quel conto sarebbe dovuto transitare anche il denaro per finanziare il trasferimento di Matacena in Libano.
Matacena "con Berlusconi rapporti cordiali"
Questo e' quanto emerge da un'intercettazione del 5 febbraio scorso, nell'ambito dell'operazione Breakfast, quando gli investigatori della Dia ascoltano la telefonata tra l'ex ministro Claudio Scajola, arrestato per procurata inosservanza di pena, e la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, anch'ella destinataria di misura cautelare. Senonche' da un lato, secondo ambienti della Camera, non esistono conti correnti presso la Tesoreria della Camera intestati a singoli deputati o ex deputati, in quanto "i conti correnti bancari gestiti dal Servizio Tesoreria della Camera dei Deputati sono intestati alla stessa Camera dei Deputati, e sono utilizzati esclusivamente per la regolazione di partite contabili connesse all'attivita' istituzionale di quest'ultima".
D'altro canto, invece, intervistato via Skype, lo stesso Amedeo Matacena ha confermato all'AGI "ho un conto corrente alla Camera", spiegando pero' che su quel conto sono transitati soltanto i pagamenti per l'assistenza sanitaria ai parlamentari e ai propri familiari, con quote da pagare semestralmente, e negando che tramite quel conto gli siano mai pervenuti soldi durante la latitanza. "Basta prendere l'estratto conto - ha affermato Matacena - per vedere quali sono stati i movimenti, un conto che e' sempre stato a zero o quasi". Zero, come il ricordo che di Matacena conserva Silvio Berlusconi, che intervistato da Tgcom24 dell'ex armatore ha detto: "Questo Signor Matacena io non me lo ricordo. Sara' stato deputato di Forza Italia vent'anni fa ...". "I miei rapporti con Berlusconi all'epoca erano cordiali come quelli di tutti gli altri colleghi, assolutamente normali". Ha risposto Matacena sul punto, affermando che "posso comprendere che il presidente Berlusconi non si ricordi di me con tutta la gente che ha avuto all'interno del Parlamento, sia alla Camera che al Senato, per cui non la vedo una cosa particolarmente strana da sottolinearsi".
Chi non l'ha dimenticato e' l'ex ministro Claudio Scajola, con cui i rapporti "risalgono alla mia elezione alla Camera dei Deputati nel 94, sono sempre stati molto cordiali, si sono intensificati - ha evidenziato Matacena - quando ci siamo trasferiti a Montecarlo". Matacena spiega cosi' l'interessamento di Scajola: "E' una persona che ha dei grandi valori umani, e sicuramente in questa situazione, essendo come un padre per mia moglie, lei gli ha chiesto aiuto, e che lui abbia cercato di aiutarla la ritengo una cosa moralmente importante". Intanto questo pomeriggio e' stata rinviata a mercoledi' (per mancanza di alcuni documenti) l'udienza per l'estradizione di Chiara Rizzo, fermata ieri pomeriggio dalla polizia francese. "Ha dimostrato grande coraggio - ha detto Matacena - nel prendere la decisione di tornare, ha chiesto il divorzio perche' non condivide la mia decisione di andare via, io preferisco aspettare i ricorsi da uomo libero, e non in carcere". .
Expo: Renzi, grande opportunita' I delinquenti vanno fermati
- Roma, 12 mag. - L'Expo e' una grandissima opportunita' per per gli italiani. In tanti mi dicono 'non mischiare la tua faccia che e' pulita con questi'. Io preferisco rischiare di perdere qualche punto nei consensi e non perdere una grande opportunita'. Non si devono fermare lavori si devono fermare delinquenti". Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi interpellato dai giornalisti fuori Palazzo Chigi ribadendo di avere "assolutamente" fiducia in Giuseppe Sala, commissario dell'Expo.
Il premier: "gigantesca chance di posti di lavoro, non la spreco"
Iintanto Angelo Paris, il manager di Expo2015 arrestato nell'ambito dell'indagine che tocca anche alcuni appalti relativi alla manifestazione, ha chiesto al gip di Milano, Fabio Antezza, l'autorizzazione ad inviare alla societa' per cui lavora una lettera di dimissioni. Paris ricopre il ruolo di direttore generale della divisione Construction and dismantling e responsabile dell'Ufficio contratti di Expo2015 Spa. Durante l'interrogatorio di garanzia, che si e' svolto nel carcere di Opera, Paris ha risposto per circa due ore alle domande del gip (erano presenti anche i pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio) stando a quanto riferito dal suo legale, Luca Troyer, "ha chiarito la sua posizione". Ha rilasciato dichiarazioni spontanee, invece, Sergio Scattozzo, ex segretario regionale ligure dell'Udc, che si e' avvalso della facolta' di non rispondere alle domande del gip.
Dl Lavoro: governo pone fiducia, Brunetta Renzi elimini anche la Camera
Matacena: con Berlusconi rapporti cordiali. Ex premier non ricordo
- Roma, 12 mag. - "Questo Signor Matacena io non me lo ricordo. Sara' stato deputato di Forza Italia vent'anni fa ...". Cosi' Silvio Berlusconi liquida, intervistato da Tgcom24, ogni frequentazione del suo partito da parte dell'ex parlamentare.
Amedeo Matacena, latitante a Dubai, nel corso di un'intervista rilasciata all'AGI via Skype, ha replicato: "Posso comprendere che il presidente Berlusconi non si ricordi di me con tutta la gente che ha avuto all'interno del Parlamento, sia alla Camera che al Senato, per cui non la vedo una cosa particolarmente strana da sottolinearsi".
Matacena "assurdo pensare a miei rapporti con i clan"
"I miei rapporti con Berlusconi all'epoca - ha detto ancora Matacena all'AGI - erano cordiali come quelli di tutti gli altri colleghi, assolutamente normali".
MATACENA, ASPETTO ESITO RICORSI DA UOMO LIBERO
"Preferisco aspettare i ricorsi da uomo libero, e non in prigione", sottolineato l'ex deputato dopo la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. "Mia moglie - ha detto Matacena - e' venuta a Dubai, mi ha portato mio figlio, e' venuta qua perche' aveva bisogno che le facessi alcune comunicazioni per il divorzio, lo ha voluto perche' non condivideva che io fossi andato via, mentre io preferisco aspettare le sentenze della Cassazione, per il ricorso straordinario che ho fatto, e quella alla Corte Europea dell'Uomo, da uomo libero, e non in prigione. I miei legali - ha proseguito - le hanno gia' presentate entrambe da 4-5 mesi, non conosco esattamente i tempi tecnici".
MATACENA, CONTO CAMERA PER PAGARE ASSISTENZA SANITARIA
"Ho un conto corrente alla Camera, serve per pagare l'assistenza sanitaria, e' sempre stato a zero". Cosi' Matacena ha commentato le notizie circa il conto corrente della Camera dei Deputati che sarebbe servito per fargli avere soldi durante la latitanza. "Oggi - ha affermato - sentivo di un conto corrente della Camera dei Deputati che era servito per farmi avere soldi nella latitanza, e questa e' un'altra favola. Per quello che so io, ho un mio conto corrente alla Camera dei Deputati, dal quale - spiega l'ex deputato - si paga l'assistenza sanitaria dei parlamentari, credo che se una somma sia stata mossa e' stata quella per pagare semestralmente la rata dell'assistenza sanitaria dei Deputati, che tra l'altro riguarda anche i miei familiari, per cui e' un loro interesse pagarla. E comunque basta prendere l'estratto conto e vedere quali sono stati i movimenti, un conto che e' sempre stato a zero o quasi". Alla stessa maniera Matacena commenta l'ipotesi inquisitoria dell'inchiesta che intravede nell'ombra una societa' segreta: "Di favole in Italia ne ho sentite tante - taglia corto Matacena - e questa, credo si aggiunga a quelle".
SCAJOLA: MATACENA, PER MIA MOGLIE E' COME UN PADRE
"Vincenzo Speziali non l'ho mai conosciuto, i miei rapporti con l'ex ministro Claudio Scajola, l'ho gia' detto, risalgono alla mia elezione alla Camera dei Deputati nel 94, sono sempre stati molto cordiali, si sono intensificati quando ci trasferiti a Montecarlo", ha detto Matacena parlando dei sui suoi rapporti con l'ex ministro Scajola, arrestato con l'accusa di procurata inosservanza di pena in favore dello stesso Matacena, e di Vincenzo Speziali, l'imprenditore calabrese tramite il quale secondo l'accusa Scajola avrebbe cercato di fare ottenere a Matacena l'asilo politico in Libano. "Ho un rapporto di grande stima nei suoi confronti - ha proseguito Matacena parlando di Scajola - e' una persona che ha dei grandi valori umani, e sicuramente in questa situazione, essendo come un padre per mia moglie, lei gli ha chiesto aiuto, e che lui abbia cercato di aiutarla la ritengo una cosa moralmente importante".
MOGLIE MATACENA FERMATA ALL'AEROPORTO DI NIZZA
La moglie di Matacena, Chiara Rizzo, e' stata fermata all'aeroporto di Nizza dove avrebbe dovuto prendere un volo per tornare in Italia. "Mi ha inorgoglito molto, e' una donna che ha dimostrato grande coraggio nel prendere questa decisione. Certamente lo ha fatto per il grande amore dei suoi figli, e con la convinzione che e' in grado di chiarire la sua posizione", ha detto l'ex deputato commentando la scelta della moglie di tornare in Italia. La donna, ripartita dagli Emirati, dove si era recata da poco, proprio dopo avere appreso di essere destinataria di ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'inchiesta Breakfast, che ha visto in manette anche l'ex ministro Claudio Scajola accusato di procurata inosservanza di pena, ha fatto scalo a Nizza dove e' stata fermata ieri pomeriggio, su mandato d'arresto europeo, dalla polizia francese. "Da quello che mi dicono i legali, tra l'altro - prosegue Matacena - molte cose sono dimostrabili nella loro erroneita' anche in maniera documentale. Da quando sono andato via - ha concluso sull'argomento l'ex deputato di Forza Italia - ho perso la mia famiglia, da loro non ho mai avuto una lira, per cui l'accusa mi sembra assolutamente fantasiosa".
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Berlusconi, Matacena chi? , Dell'Utri torturato perche' mio amico
- Roma, 12 mag. - "Questo Signor Matacena io non me lo ricordo. Sara' stato deputato di Forza Italia vent'anni fa ...". Cosi' Silvio Berlusconi liquida, intervistato da Tgcom24, ogni frequentazione del suo partito da parte dell'ex parlamentare. Secondo l'ex cavaliere "l'Expo e' superimportante, e' stato il mio governo a chiamare tanti stati a partecipare. E' un vanto del mio governo e guai se le cose non fossero perfette il giorno dell'apertura. I fatti scoperti non riguardano la mia parte politica, non ci entriamo per niente. Penso che dobbiamo affrontare questo problema con determinazione ma senza pensare che ci sia uno scandalo che possa far risalire a tangentopoli", ha aggiunto.
Quanto a Dell'Utri, "e' da vent'anni che e' sottoposto alla tortura di chi lo accusa probabilmente perche' mi e' stato vicino dall'inizio di Forza Italia", dice Berlusconi. "Ho espresso dolore per la condanna della Cassazione. Lo conosco dall'universita', e' una delle migliori persone che abbia avuto modo di conoscere, e' il piu' importante bibliofilo italiano e' un cattolico praticante", ha aggiunto.
Poi promette: "Alle casalinghe garantiremo sicuramente una pensione fino a mille euro al mese". Dei mille euro, ha spiegato, "800 sono la minima piu' 200 che arriveranno dal fondo per le casalinghe che sosterremo". "In questo modo - ha concluso - le casalinghe potranno guardare con serenita' al futuro".
"Sul governo Renzi sono pessimista", dice ancora Berlusconi, e "Renzi e' il presidente di un governo di sinistra, sostenuto in Parlamento dalla sinistra, che fa le cose che la sinistra ha sempre fatto: finora ha solo aumentato le tasse". Altra promessa: "Vogliamo eliminare Equitalia e tornare all'Agenzia delle Entrate e alle Regioni. Equitalia - ha sostenuto Berlusconi - funziona come un'azienda che mira all'utile con premi di produzione sia ai funzionari che ai dirigenti". Secondo il leader di Forza Italia i contribuenti che hanno avuto a che fare con Equitalia "hanno avuto la sensazione di aver incontrato uno stato ostile e nemico". .
Tasi 2014, l'acconto di giugno a rischio caos
Niente da fare per l'invio del bollettino precompilato a casa dei contribuenti per il pagamento della Tasi. Mancano i tempi tecnici per l'invio del documento per giugno. I contribuenti di fronte al rebus della Tasi.
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Ormai è chiaro che, per il pagamento della Tasi non ci sarà l'invio dei bollettini precompilati con gli importi da pagare per evitare ai contribuenti di fare errori e recarsi nei Caf o dai Commercialisti per l'appuntamento del 16 Giugno. L'acconto insomma sarà «fai da te» e, molti elementi lasciano prevedere che lo stesso accadrà al saldo di dicembre.
Infatti le regole per il pagamento dell'acconto saranno lineari solo nei Comuni che approveranno le delibere entro il 23 maggio e le pubblicheranno sul sito del MEF entro il 31 maggio. Per i Comuni ritardatari, i proprietari di sola abitazione principale saranno esentati dalla prima rata e pagheranno tutto a dicembre; chi possiede altri immobili invece, dovrà pagare l'Imu in base alle aliquote 2013 e la Tasi allo 0,5 per mille - cioè la metà del parametro standard dell'1 per mille - perchè dovranno parametrarla su un possesso di sei mesi.
Il rischio è di generare un meccanismo di rimborsi e restituzioni. Infatti nei Comuni che nel 2013 hanno stabilito un'aliquota Imu del 10,6 per mille e non pubblicheranno le aliquote 2014 entro il 31 maggio, i proprietari dovranno pagare un acconto Imu del 5,4 per mille (la metà del 10,6) e un acconto Tasi dello 0,5 per mille. L'acconto quindi sarebbe misurato su un'aliquota teorica (fuori limite), dell'11,6 per mille. Se poi il Comune deciderà di non applicare la Tasi su questi Immobili si dovrà procedere al rimborso.
Ma i problemi ci saranno anche nei Comuni che hanno già deliberato e pubblicato le aliquote. Per le abitazioni principali infatti, i Comuni possono aver stabilito particolari detrazioni legate al valore catastale, al numero dei figli o al reddito del nucleo familiare. I contribuenti dovranno quindi analizzare i meccanismi di funzionamento delle detrazioni per evitare di fare errori.
Dubbi anche su come devono comportarsi i proprietari delle abitazioni date in affitto. La regola dell'acconto Tasi con aliquota standard nei Comuni che non pubblicano le delibere con le aliquote entro il 31 maggio, riguarda infatti anche le abitazioni con inquilini che devono pagare una quota che oscilla dal 10 al 30% della Tasi, e che deve essere scelta dal Comune. Non essendoci un parametro standard non si comprende quindi che cosa paghino gli inquilini in acconto.
L'acconto Imu, applicato con le aliquote 2013 nei Comuni che non pubblicano le delibere con le aliquote entro il 31 maggio, comporta anche problemi per le abitazioni di residenti all'estero e anziani lungodegenti, che potrebbero essere successivamente assimilate all'abitazione principale. Anche in questo caso, in acconto si pagherebbe un'Imposta poi non dovuta in base alle regole definitive; problemi che sussistono anche per gli Immobili in comproprietà utilizzati come abitazione principale solo da alcuni proprietari. In questo caso, il problema riguarda anche l'acconto nei Comuni che non pubblicano le aliquote entro il 31 maggio, dal momento che le abitazioni principali non pagano, mentre le altre sì.
Lavoro, Poletti: basta ai diritti acquisiti per chi ha privilegi ingiustificati
Poletti: "Bisogna avere il coraggio di cambiare. E' una questione di equità verso i ragazzi che sono disoccupati. Se una cosa conquistata nel 1964 va bene in eterno, allora non faremo mai niente"
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"Se il diritto acquisito è un privilegio ingiustificato" allora "non si deve tenere", "bisogna avere il coraggio di dire che ci sono delle cose che non ci stanno, perché ingiuste". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in occasione di un convegno organizzato dal Pd sul Jobs Act, a Roma la settimana scorsa.
Secondo il ministro "bisogna misurarci con un dato di equità" o meglio "dobbiamo misurarci con i ragazzi che non hanno ancora cominciato a lavorare". Per Poletti infatti è iniquo che mio figlio o mio nipote, un ragazzo di vent'anni, non possa avere le condizioni minimali di garanzia e tutela e non che io possa mantenere quello che mi sono acchiappato nel '75".
Contro il sindacato il ministro è duro: "Forse ci sono delle cose che erano giuste nel '62 ma non lo sono più nel 2014", ha spiegato Poletti. Anche perché, "se cominciamo ad accettare che una certa cosa conquistata nel 1964 va bene in eterno, allora noi non faremo niente". E ha aggiunto: "di gente che ha conquistato cose nel '64-'65 ne abbiamo in una quantità industriale". Per Poletti bisogna rimettere in discussione temi che sino ad oggi non lo sono mai stati, tra cui anche la possibilità di rivedere l'applicazione dell'articolo 18 sul quale, ricorda il ministro, ci saranno dei temperamenti con il contratto a tutele crescenti che il governo presenterà nel secondo round delle misure del cd. jobs act.
Il ministro ha ricordato anche che il decreto lavoro è in dirittura d'arrivo. Oggi alla Camera partirà l'esame per dare la terza ed ultima lettura alla legge di conversione del decreto 34/2014. Il decreto deve essere convertito entro il 19 maggio, pena la sua decadenza.