Sergey
Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.
Lavoro, Poletti: basta ai diritti acquisiti per chi ha privilegi ingiustificati
Lunedì, 12 Maggio 2014Poletti: "Bisogna avere il coraggio di cambiare. E' una questione di equità verso i ragazzi che sono disoccupati. Se una cosa conquistata nel 1964 va bene in eterno, allora non faremo mai niente"
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"Se il diritto acquisito è un privilegio ingiustificato" allora "non si deve tenere", "bisogna avere il coraggio di dire che ci sono delle cose che non ci stanno, perché ingiuste". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in occasione di un convegno organizzato dal Pd sul Jobs Act, a Roma la settimana scorsa.
Secondo il ministro "bisogna misurarci con un dato di equità" o meglio "dobbiamo misurarci con i ragazzi che non hanno ancora cominciato a lavorare". Per Poletti infatti è iniquo che mio figlio o mio nipote, un ragazzo di vent'anni, non possa avere le condizioni minimali di garanzia e tutela e non che io possa mantenere quello che mi sono acchiappato nel '75".
Contro il sindacato il ministro è duro: "Forse ci sono delle cose che erano giuste nel '62 ma non lo sono più nel 2014", ha spiegato Poletti. Anche perché, "se cominciamo ad accettare che una certa cosa conquistata nel 1964 va bene in eterno, allora noi non faremo niente". E ha aggiunto: "di gente che ha conquistato cose nel '64-'65 ne abbiamo in una quantità industriale". Per Poletti bisogna rimettere in discussione temi che sino ad oggi non lo sono mai stati, tra cui anche la possibilità di rivedere l'applicazione dell'articolo 18 sul quale, ricorda il ministro, ci saranno dei temperamenti con il contratto a tutele crescenti che il governo presenterà nel secondo round delle misure del cd. jobs act.
Il ministro ha ricordato anche che il decreto lavoro è in dirittura d'arrivo. Oggi alla Camera partirà l'esame per dare la terza ed ultima lettura alla legge di conversione del decreto 34/2014. Il decreto deve essere convertito entro il 19 maggio, pena la sua decadenza.
Lavoro, Contro la crisi i giovani italiani scelgono Germania e Gran Bretagna
Domenica, 11 Maggio 2014Secondo l'Aire negli ultimi due anni, l'incremento di chi si è trasferito all'estero è cresciuto del 55%. Tra le nuove destinazioni compare anche il Brasile.
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Prosegue la fuga degli italiani che si trasferiscono all'estero per lavoro. A dirlo è l'Aire (l'ufficio del ministero degli Interni che raccoglie il numero degli italiani residenti all'estero), che certifica che 2013 gli italiani in uscita sono aumentati del 19 per cento, un dato che fa seguito all'incremento del 30 per cento comunicato nel 2012. In soli due anni, gli italiani che si sono spostati oltreconfine sono cresciuti del 55 per cento: erano 61mila nel 2011 e ora si toccano le 100mila unità.
Tra le mete piu' ambite in questo periodo di crisi economica del Bel Paese c'è la Gran Bretagna e Germania paesi in cui si reca oltre il 60% dei giovani migranti compresi tra i 20 e 40 anni di età. Anche se il dato complessivo potrebbe essere ancora più significativo se si considera che, secondo gli esperti di flussi migratori, soltanto un italiano su due di solito comunica il suo trasferimento all'estero al Ministero.
In particolare la Germania recupera appeal sulla Gran Bretagna. Secondo l'Aire in Uk si recano 12.904 persone con Berlino che si attesta a 11.713 trasferimenti. Segue a ruota la Svizzera (10.300), Francia (8.342) e Argentina (7.496), il primo dei paesi non europei. Da segnalare, la crescita dei paesi dalle economie emergenti: nella classifica delle destinazioni, il Brasile ha raggiunto il sesto posto e ha superato gli Stati Uniti, ora settimi.
LA migrazione riguarda in modo significativo i giovani. L'incremento della fascia dei 20-40 anni è stato del 28,4 per cento, quindi nettamente superiore alla media. In dato che si conferma, in questo caso, visto che anche nel 2012, la crescita era stata del 28,3 per cento.
Riforma della Pa, Renzi pronto all'identità digitale del cittadino
Sabato, 10 Maggio 2014Il riordino della pubblica amministrazione passa anche dalla trasparenza e dagli open data. Intesi nel senso più ampio del termine.
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Il primo atto dell'attività di semplificazione e di digitalizzazione che il governo Renzi conta di mettere in campo sarà l'attribuzione di un'identità digitale unica a ogni cittadino. Tutti avranno un Pin unico per accedere ai servizi pubblici digitali superando in questo modo l'attuale frammentazione tra procedure delle diverse Pa. Ci vorrà almeno un anno per ammissione dello stesso presidente del Consiglio: «Il Pin unico ha un tempo di attuazione in via definitiva di almeno un anno – ha spiegato Matteo Renzi– non lo fai dalla mattina alla sera».
Il calendario parte però a giugno quando si avvieranno le prime sperimentazioni. Oltre al Pin unico per i cittadini, nella lettera che i dipendenti pubblici riceveranno nelle prossime settimane, alla voce open data, compare la dematerializzazione dei documenti amministrativi e la loro pubblicazione sul web, accessibile a tutti. Accanto agli interventi di trasparenza vera e propria dei dati in possesso delle amministrazioni pubbliche, come potrebbe essere quello di mettere online tutte le informazioni contenute nel Siope e di unificare e rendere interoperabili le banche dati di enti e società partecipate, c'è anche una spinta sulla tracciabilità delle risorse gestite dai sindacati, che saranno chiamati a rendicontare sul web ogni spesa.
Per Renzi poi si dovrà procedere all'unificazione e standardizzazione della modulistica in materia di edilizia ed ambiente; procedere ad una «concreta attuazione del sistema della fatturazione elettronica» per tutte le Pa e accelerare la riforma fiscale e le relative misure di semplificazione.
Decreto casa, sì all'introduzione della sanatoria per gli affitti in nero
Sabato, 10 Maggio 2014Saltano per il momento gli sconti Irpef per gli inquilini a basso reddito che spendono per l'affitto 14 per cento dei propri redditi. Ma ci sarà una sanatoria per gli affitti in nero.
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Nell'esame degli emendamenti al decreto Casa 2014 si è stabilito l'allungamento fino al 31 dicembre 2015 della sanatoria sui mini canoni degli inquilini che hanno denunciato gli affitti in nero e hanno tenuto il pagamento di un canone ridotto del 80 per cento grazie alla norma abrogata la Consulta con la sentenza 50/2014.
Il decreto è arrivato all'aula di Palazzo Madama dove il voto è in programma martedì prossimo. Alcune novità arrivano sul fronte Imu dove viene prevista un'estensione dei benefici per gli anziani lungodegenti. Per tali soggetti scatterà in automatico l'assimilazione all'abitazione principale che prima invece era lasciata alla discrezionalità del Comune, con la conseguenza quindi che, le abitazioni principali degli anziani ricoverati in strutture per la lungodegenza saranno esenti dall'Imu indipendentemente dalle decisioni dei Comuni.
Viene confermata poi l'Imu al 4 per mille per gli immobili concessi in affitto a canone concordato con un agevolazione che al momento si ferma al 2014 che resta soggetta alle decisioni dei Comuni i quali possono alzare o ridurre del 3 per mille l'aliquota di base.
Pensioni, per la Cgil serve maggiore flessibilità in uscita
Giovedì, 08 Maggio 2014La Camusso chiede con urgenza a Cisl e Uil di aprire una vertenza per assicurare una pensione ai giovani, rivalutare quelle attuali e introdurre un’uscita flessibile.
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Da Rimini, aprendo il XVII Congresso della Cgil, Susanna Camusso attacca Renzi e lo accusa di attuare "una logica dell’autosufficienza della politica" che "sta determinando una torsione democratica verso la governabilità a scapito della partecipazione". C'è una forte "insofferenza verso la concertazione — spiega la Camusso — e la mancanza di equilibrio dei poteri nella nuova legge elettorale e nella riforma costituzionale".
La segretaria boccia poi il decreto Lavoro: "Aumenta la precarietà, mentre noi vorremmo discutere di stabilità. Si faccia davvero un contratto unico a tutele crescenti, si semplifichino tutte le altre forme, lasciandone in piedi 3: contratto a termine causale, somministrazione, apprendistato. E un lavoro autonomo autentico, di cui vanno definiti i diritti universali, a partire dalla maternità". E lancia però la sua proposta al governo Renzi: un programma di quattro punti "come i lati del quadrato rosso Cgil". Prima di tutto la Cgil chiede l'unificazione della cassa ordinaria e straordinaria, per estenderle a tutti i settori e dimensioni di impresa. "Va superata la cassa in deroga, ma utilizzando l’intervento pubblico per i contributi figurativi e un’indennità di disoccupazione che copra anche gli atipici" ha detto il leader Camusso.
L’altro lato del quadrato è quello delle pensioni: Susanna Camusso chiede "a Cisl e Uil di aprire una vertenza per assicurare una pensione ai giovani, rivalutare quelle attuali e introdurre un’uscita flessibile". Nessun dettaglio ulteriore, ma forse è utile ricordare che la Cgil in passato si era espressa a favore dell’ipotesi emersa durante l’ultimo governo Prodi, quando si parlava di garantire ai lavoratori almeno il 60% della retribuzione media percepita. Gli attuali coefficienti assicurano molto meno, pensioni praticamente da fame per i giovani.
Il terzo punto riguarda il fisco. La Cgil torna a proporre la patrimoniale, ovvero una tassazione dei ricchi; chiede che la restituzione avviata con gli 80 euro sia estesa a pensionati e incapienti; sostiene il ripristino del reato di falso in bilancio, l'unificazione delle banche dati e l'abbassamento della soglia di tracciabilità del contante a 300 euro.
Infine, il quarto lato del quadrato rosso è contro lo sfruttamento del lavoro precario. Maggiore tutela di chi lavora in appalto, cancellando l’articolo 8. Completare la legislazione contro il caporalato. Riordinare il mondo delle cooperative: un attacco frontale inedito nella storia della Cgil. "Ci indigniamo — dice Camusso — quando si usano appalti alla qualunque, si disdettano gli accordi come una qualsiasi multinazionale, se la presenza del ’socio’ lavoratore è solo un pretesto per non applicare i contratti. Si pubblichino i regolamenti, si applichino i contratti".

