Sergey
Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.
Spesometro, oggi il debutto del nuovo strumento contro l'evasione
Martedì, 22 Aprile 2014Debutta oggi il nuovo spesometro, uno strumento rinnovato, che dovrebbe consentire al fisco una più efficace lotta contro gli evasori. L’obbligo interessa chi liquida l’Iva con cadenza trimestrale: dovrà comunicare gli acquisti superiori ai 3.600 euro fatti nel 2013.
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Scatta oggi l’obbligo per chi liquida l’Iva con cadenza trimestrale di comunicare gli acquisti superiori ai 3.600 euro fatti nel 2013 mentre, il 30 aprile, l’obbligo sarà esteso agli operatori finanziari attraverso i quali passano i pagamenti effettuati con carta di credito e bancomat. Da oggi infatti - il termine cadeva di domenica, ed è quindi slittato a martedì - scatta l'obbligo di inviare la comunicazione, cosiddetto "spesometro", con i dati relativi al 2013, da parte dei contribuenti che effettuano la liquidazione Iva trimestrale.
Non uno strumento nuovo, ma decisamente rinnovato lo spesometro che debutta. Quella attuale è infatti una versione modificata dello spesometro che nel 2010 riguardava le spese da 25 mila euro in su, una ‘taglia’ ritenuta troppo alta per stilare delle griglie fedeli al reale. Abbassando la soglia a 3.600 euro l’obiettivo è quello di ottenere una fotografia dei contribuenti italiani più fedeli al reale. In questa soglia rientrano infatti beni come auto ma anche gioielli, iscrizioni annuali a palestre, mobili e viaggi.
All’Agenzia delle Entrate bisognerà comunicare sia le prestazioni rese che ricevute. I commercianti dovranno comunicare tutte le vendite emesse con fattura ma, nel caso dei commercianti al dettaglio, lo spesometro scatterà solo se le operazioni per le quali non c’è l’obbligo di fattura (ma documentate da scontrino o ricevuta fiscale) hanno un importo pari o superiore ai fatidici 3.600 euro. I commercianti, le imprese e gli operatori finanziari che venderanno beni “di lusso” o particolarmente costosi saranno obbligati a comunicarlo al Fisco. Nella comunicazione si devono indicare i dati del 2013, relativi alle operazioni per le quali sussiste l'obbligo di emissione della fattura, comunicando per ciascun cliente e fornitore, tutte le operazioni effettuate, a prescindere dall'importo.
Saranno esonerate dallo spesometro le cessioni all’esportazione effettuate dalle imprese, le importazioni e gli acquisti intracomunitari che sono già soggetti ad altre rilevazioni da parte dell’anagrafe tributaria.
Con le informazioni ottenuto attraverso questo strumento lo Stato italiano potrà controllare, come detto, le posizioni dei singoli contribuenti confrontando il loro reale tenore di vita con quanto dichiarato in sede di dichiarazione dei redditi. Ma lo spesometro servirà anche a fare un identikit delle aziende.
Banche ed operatori finanziari, il 30 aprile di ogni anno, dovranno comunicare i dati delle operazioni Iva (sempre superiori a 3.600 euro) effettuate l’anno precedente attraverso carta di credito o bancomat. Gli operatori dovranno comunicare al Fisco i dati di chi ha sostenuto l’acquisto, gli importi della transazione, la data e il codice fiscale dell’operatore attraverso il quale è avvenuto il pagamento elettronico. Le società di leasing e di noleggio che compilano l’apposita dichiarazione sono esonerate dallo spesometro.
Dl Irpef 2014 allo sconto non partecipano gli incapienti
Martedì, 22 Aprile 2014Gli 80 euro al mese andranno nelle tasche di circa 6 milioni di lavoratori dipendenti con un reddito che si attesta tra 16 e 24 mila euro all'anno. Per gli altri il bonus sarà pari al 4 per cento del reddito complessivo se la dichiarazione è sotto quota 16mila.
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Sono esclusi gli incapienti del bonus Irpef approvato ieri dal Consiglio dei Ministri presieduto dal premier Matteo Renzi. L'unica certezza è che il governo è impegnato ad intervenire con il contributo anche il favore di quei quattro milioni di lavoratori dipendenti che oggi hanno un reddito inferiore ad 8000 euro.
Insomma una sola e semplice dichiarazione di intenti che ha deluso tutti quanti coloro che nei giorni scorsi immaginavano un' estensione del decreto taglia Cuneo a 14 milioni di interessati.
Secondo il premier la scelta di non includere gli incapienti al bonus è stata dettata in particolare dal fatto di voler mantenere fede all'annuncio fatto nelle scorse settimane circa l'arrivo di un bonus di 80 euro nelle buste paga di 10 milioni di lavoratori dipendenti che dichiarano fino a 24 mila euro. L'estensione del credito anche agli incapienti avrebbe coinvolto altri 5 milioni di contribuenti ma avrebbe comportato un effetto economico nelle buste paga più ridotto e dunque inferiore alla promessa di 80 euro. Per il premier quindi l'intervento sugli incapienti sarà contenuto in un successivo provvedimento.
Il decreto legge ha previsto che il premio Irpef vada a 3 categorie di contribuenti: a) a coloro che hanno reddito non superiore a 16 mila euro (che prenderanno il 4 per cento di bonus del reddito complessivo); b) a coloro che hanno reddito fra 16 e 24 mila euro (che conseguiranno un bonus di 640 euro); c) a coloro che hanno un reddito superiore a 24 mila euro ma non oltre 26.000 euro.
L'operazione varata dal Consiglio dei Ministri si aggiunge al ritocco all'insù delle detrazioni previste a fine 2013 dall'esecutivo Letta che avevano però interessato una platea più ampia costituita da tutti i dipendenti fino 55.000 euro di reddito. Ciò significa che dalla somma di queste misure il guadagno netto per i lavoratori che oscillano tra i 15 e 18 mila euro l'anno arriverà intorno ai 100 euro al mese.
Il premier ha anche spiegato che gli 80 euro in più non sono nè detrazione, né contributi previdenziali ma esclusivamente un credito. Si tratta cioè di un bonus che verrà attribuito dal datore di lavoro direttamente in busta paga.
Dl Irpef 2014, nessun beneficio per partite Iva e pensioni
Sabato, 19 Aprile 2014Nel decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri non vengono previsti sconti fiscali in favore delle partite Iva e dei pensionati. Escusi anche i collaboratori domestici
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Niente da fare per i pensionati incapienti e le partite Iva. nel decreto legge che ha previsto l'erogazione del bonus fiscale di 80 euro per i lavoratori dipendenti, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, non ci sono risorse per le così dette partite Iva e i pensionati. Delusione quindi per chi sperava che tra i beneficiari comparisero anche i lavoratori autonomi: per loro nulla di fatto. Tutto è rimandato eventualmente ad un provvedimento su gli incapienti che secondo le intenzioni dell' esecutivo dovrebbe approvato nei prossimi tempi.
A bocca asciutta anche i lavoratori domestici, le colf e badanti. La famiglia, datore di lavoro, non opera alcuna ritenuta fiscale nei loro confronti e pertanto non è tra coloro che sono considerati sostituti d'imposta. E dato che il decreto varato dal Consiglio dei Ministri ha chiesto al sostituto d'imposta il riconoscimento del bonus, per il lavoratore domestico non ci saranno benefici a meno che in sede di conversione in legge del provvedimento, il Parlamento non preveda la possibilità del riconoscimento dello sconto fiscale all'interno della dichiarazione dei redditi.
Apprendistato 2014, la Commissione Lavoro della Camera reintroduce i vincoli
Sabato, 19 Aprile 2014Verranno reintrodotte le quote di stabilizzazione degli apprendisti con il 20 per cento nelle aziende con oltre 30 dipendenti.
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La Commissione Lavoro della Camera ha concluso l'esame del decreto lavoro 34/2014 apportando diverse modifiche al testo originario del provvedimento. La prima novità riguarda la reintroduzione delle quote di stabilizzazione dei lavoratori apprendisti con un obbligo per le aziende di oltre 30 dipendenti di stabilizzarne almeno il 20 per cento come condizione per assumere di nuovi.Viene inoltre ripristinata la sostanziale obbligatorietà della formazione pubblica di apprendisti anche se l'impresa sarà esonerata qualora entro 45 giorni la Regione non si attiva per erogare i corsi.
È stato pure ripristinato l'obbligo della forma scritta per la formazione dell'apprendistato anche se si procederà con una forma semplificata.
Per quanto riguarda i contratti a termine si prevede che le proroghe scendono da 8 a 5 menrte rimane immutato l'arco di tempo pari a 36 mesi entro cui contratto a tempo determinato può essere stipulato.
Viene inoltre precisato che il tetto del 20 per cento di utilizzo dei rapporti a tempo determinato sarà calcolato non più sull' organico complessivo dell'azienda ma solo sui lavoratori a tempo indeterminato in forza al primo gennaio dell'anno di assunzione. Come sanzione in caso di mancato rispetto della soglia è prevista la trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro.
Tra le novità che andranno in aula per la discussione generale la prossima settimana, viene anche specificato il regime transitorio applicabile. Le novità sui contratti a termine sull'apprendistato verranno per rapporti di lavoro instaurati successivamente all'entrata in vigore del decreto legge. Le aziende avranno tempo fino a fine anno per adeguarsi al tetto; in caso contrario dal 2015 le aziende non potranno procedere all'assunzione di nuovi lavoratori a tempo determinato finché non avranno regolarizzato la propria posizione.
Si specifica poi che il tetto del 20 per cento e la sanzione in caso di sforamento, che prevede la trasformazione del contratto in rapporto di lavoro a tempo indeterminato, non saranno applicabili ai rapporti di lavoro costituiti prima dell'entrata in vigore del decreto legge 34/2014.
Taglio Irpef: via libera dal Cdm ma il bonus non arriva agli incapienti
Venerdì, 18 Aprile 2014Il premier annuncia che a partire da maggio ci saranno 80 euro in più in busta paga per chi ha un reddito da 8 a 26 mila euro, taglio del 10% dell'Irap per le aziende.
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Il decreto per il taglio dell'Irpef e dell'Irap è stato approvato oggi pomeriggio dal Cdm ed è stato illustrato attraverso dieci tweet, hashtag #oraics, sulla pagina di Palazzo Chigi.
Un "principio di buon senso" e un "modo per fare la pace con gli italiani" sono le definizioni scelte per annunciare che agli stipendi dei manager pubblici verrà fissato uno stipendio massimo di 240mila euro, livello proposto anche per i presidenti delle partecipate quotate. Una regola che il premier ha definito "Norma Olivetti". "Dare un tetto di 20mila euro al mese non è drammatico", ha spiegato Renzi. A Camera e Senato, che scelgono autonomamente le remunerazioni del proprio organico, è andato l'invito ad allinearsi, pur nel rispetto delle singole competenze. Stretta ancora sulla auto blu: 5 al massimo per ogni ministero, spiega Renzi.
Spese degli enti pubblici online - Altra novità viene dal fatto che tutte le spese degli enti pubblici saranno online entro 60 giorni. Il presidente del Consiglio ha spiegato che si tratta di una previsione di legge già esistente, ma ora è stata inasprita con la disposizione che gli enti che non comunicheranno in tempo le spese verranno "puniti" con una decurtazione dei trasferimenti da parte dello Stato. Anche la distribuzione degli uffici pubblici, con i relativi risparmi di spazio, e la razionalizzazione delle municipalizzate (da ottomila a mille) sono stati indicati come obiettivi del programma.
Tagli alla Difesa - Si registra poi il piano di risparmi da 400 milioni di euro per la Difesa, 150 dei quali verranno dalla revisione del programma di acquisto dei discussi caccia F-35. Questi 400 milioni rientrano nei risparmi da complessivi 700 milioni che afferiscono alla voce "acquisto di beni e servizi" per la parte dello Stato; importi pari dovranno essere risparmiati anche dalle Regioni e dai Comuni (quindi 2,1 miliardi in totale). A ciò si aggiungono 900 milioni che Renzi ha collegato a "voci inattese come la 'sobrietà'".
Rendite finanziarie - Si conferma poi l'innalzamento al 26% della tassazione sulle plusvalenze che le banche hanno registrato con la rivalutazione delle quote di Bankitalia: in questo modo il governo incasserà 1,8 miliardi. La Rai dovrà contribuire con un assegno da 150 milioni alla spending, che la televisione di Stato potrà racimolare anche vendendo le torri di Rai Way, o attraverso la "razionalizzazione" delle sedi regionali. Un centinaio di milioni è previsto in arrivo dalla rimozione dell'obbligo di pubblicare sui quotidiani i bandi e le gare, mentre dal recupero dell'evasione il governo "ha deciso di inserire solo 300 milioni, i soldi che abbiamo già incassato nel primo trimestre dell'anno". Non compaiono poi i tagli sulla sanità.
Bonus Irpef non agli incapienti - Il presidente del Consiglio assicura che a partire ''dal mese di maggio'' avverrà l'erogazione degli 80 euro al mese per coloro che hanno una busta paga sotto i 26 mila euro annui. Vale a dire 10 milioni di cittadini in tutto. Il testo del decreto «è in fase di coordinamento con i singoli ministri e sarà in Gazzetta credo all'inizio della prossima settimana. Questo ci consentirà di dare i mitici 80 euro sin dal mese di maggio». Il taglio Irpef riguarderà «10 milioni di italiani, da 8mila euro a 26mila di reddito annuo, con un piccolo decalage da 24 a 26mila euro per evitare che chi guadagna di meno superi chi guadagna un po' di più». Niente bonus per gli incapienti (sotto gli 8mila euro lordi annui). «La voce degli incapienti e partite Iva sarà inserita in provvedimenti nelle prossime settimane e mesi», ha annunciato il premier.
Tra le altre misure annunciate c'è la previsione che le municipalizzate saranno sfoltite da 8mila a mille. Confermato anche il taglio dell'Irap del 10% per le aziende e pagamenti più rapidi alle imprese: «Oggi abbiamo sbloccato 8 miliardi per il pagamento dei debiti della P.A», ha detto il premier. Renzi infine annuncia che l'imposta sulle quote rivalutate della Banca d'Italia sale dal 12 al 26%. Il gettito andrà a copertura degli sconti Irpef.

