Eleonora Accorsi

Eleonora Accorsi

Sono una giornalista freelance. Collaboro con diverse testate e blog nella redazione di notizie ed approfondimenti su materie fiscali e di diritto del lavoro. Dal 2014 collaboro con la redazione di PensioniOggi.it

I Lavoratori in congedo nel 2011 che hanno maturato un diritto a pensione entro il 30 Aprile 2013 stanno ricevendo la certificazione per accedere alla pensione in deroga alla Legge Fornero.

Kamsin I lavoratori che assistevano disabili nel 2011 che hanno maturato un diritto a pensione, secondo le regole ante fornero, entro il 30 Aprile 2013 (es. quorum 97,3 o 40 anni di contributi) potranno accedere alla sesta salvaguardia ai sensi del'articolo 2, comma 1, lettera d) della legge 147/2014. Lo si apprende dall'Inps. La Direzione Centrale Pensioni dell'lnps, considerato il limite massimo dei 1800 soggetti da salvaguardare, sta inviando le relative comunicazioni ad un primo gruppo di coloro che sono risultati beneficiari della norma in oggetto, avendo perfezionato i requisiti pensionistici in salvaguardia entro il 30 aprile 2013.

L'Inps ricorda che non appena saranno pervenuti tutti i procedimenti di accoglimento da parte delle DTL (Direzioni Territoriali del Lavoro) e sarà verificata la capienza complessiva, verrà individuata la data di perfezionamento dei requisiti entro la quale i lavoratori hanno diritto alla pensione in applicazione della salvaguardia di cui alla citata legge 147 e si procederà all'invio delle ulteriori comunicazioni ai beneficiari (la comunicazione dell'Inps).

Le preoccupazioni, com'è noto, riguardano la capienza del plafond riservato a questo gruppo di lavoratori. Secondo l'ultimo report diffuso dall'Inps, infatti, a fronte di 1800 posti disponibili già sono state certificate ben 3.908 domande di salvaguardia. «Si tratta di una grave sottostima della reale consistenza numerica di questo gruppo di lavoratori» fanno sapere i diretti interessati che chiedono l'immediata l'attivazione dei cd. "vasi comunicanti", quel particolare meccanismo che consente di utilizzare i posti non utilizzati nelle precedenti salvaguardie per compensare il minor numero di posizioni riconosciute nel profilo di tutela destinato a questo tipo di lavoratori.

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Il provvedimento consentirà di erogare le mensilità residue nell'anno 2015 ai lavoratori destinatari del Dm 85708 del 24 Ottobre scorso.

Kamsin E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto 88332/2015 che concede il pagamento delle mensilità residue del 2015 per i lavoratori esodati ante 2010 destinatari del decreto interministeriale n. 85708 del 24 ottobre 2014. E' previsto un onere di 19,8 milioni di euro a carico del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione.

L'articolo 1 del citato decreto prevede infatti la concessione "del prolungamento dell'intervento di tutela del reddito, con esclusione della contribuzione figurativa, in favore dei lavoratori gia' destinatari del decreto n. 85708 del 24 ottobre 2014. In favore dei lavoratori [...] il prolungamento del sostegno al reddito e' concesso limitatamente alle mensilita' residue nell'anno 2015 e relative al prolungamento degli interventi di sostegno al reddito autorizzati con decreto interministeriale n. 85708 del 24 ottobre 2014".

Destinatari. Il decreto interessa i lavoratori, di cui ai profili di seguito illustrati, la cui finestra fissa di accesso alla pensione calcolata prima del Dl 78/2010 si aprisse nel corso del 2014 e che, per effetto dell'applicazione del citato decreto legge, fosse slittata successivamente al 31 dicembre 2014. Questi lavoratori, infatti, hanno potuto beneficiare del sostegno di cui al Dm 85708/2014 solo sino alla data del 31 Dicembre 2014 mentre risultavano scoperte le, eventuali, mensilità del 2015. I profili dei lavoratori interessati dal provvedimento sono:

a) i lavoratori collocati in mobilita' ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive  modificazioni, sulla base di accordi sindacali stipulati anteriormente al 30  aprile 2010 (cessati dal servizio entro la medesima data) e che maturano i requisiti per il pensionamento entro il periodo di fruizione dell'indennita' di  mobilita'  di  cui  all'articolo  7, commi 1 e 2, della legge 23 luglio 1991, n. 223;

b) i lavoratori collocati in mobilita'  lunga ai sensi dell'articolo 7, commi 6 e 7, della legge 23 luglio 1991, n.  223, e successive modificazioni e integrazioni, per effetto di accordi collettivi stipulati entro il 30 aprile 2010;

c) i lavoratori che al 31 Maggio 2010, sono titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarieta' di settore di cui all'art. 2, comma 28, della  legge  23 dicembre 1996, n. 662. 

Un esempio - Si immagini un lavoratore che abbia raggiunto il diritto a pensione (es. la quota 97,3) nel marzo 2014 e che avrebbe, pertanto, visto l'apertura della finestra fissa di accesso al 1° luglio 2014, data in cui termina l'assistenza dell'indennità di mobilità ordinaria (o lunga) o l'assegno straordinario di sostegno al reddito a carico dei fondi di solidarietà di settore. Per effetto della legge 122/2010 ora la sua pensione verrà erogata il 1° Aprile 2015. E quindi sta subendo un vuoto economico di quasi un anno.

Il decreto interministeriale 85708 gli ha consentito di ottenere, seppur in ritardo rispetto alle reali necessità, la copertura delle mensilità tra agosto 2014 ed il 31 dicembre 2014 mentre risultavano ancora scoperte le mensilità del 2015 (gennaio-aprile). Ora grazie al Dm 88332/2015 anche tali mensilità potranno essere corrisposte a completamento della copertura prevista dall'articolo 12, comma 5-bis del Dl 78/2010.

Il testo del Dm 88332/2015

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Il Neo-presidente dell'Inps conferma un'operazione per garantire un reddito minimo a chi ha perso il lavoro tra i 55 e i 65 anni. Asticella entro un massimo di 1,5 volte l'importo dell'assegno sociale.

Kamsin Un sostegno economico oscillante tra 450 e 700 euro al mese per 13 mensilità per gli ultra 55enni senza lavoro in condizione di disagio economico e a cui mancano pochi anni al raggiungimento dell'età pensionabile. E' questa la sintesi della proposta che sarà presentata a Giugno a cui sta lavorando il presidente dell'Inps, Tito Boeri per offrire una scialuppa di salvataggio a chi ha perso il lavoro e non ha ancora agganciato i requisiti per la pensione pubblica. "La proposta che farà l'Inps è tuttavia complementare al reddito minimo. Sarei felice se il governo riuscisse a trovare le risorse per finanziare un reddito minimo garantito per tutta la popolazione ma la nostra proposta per ora è mirata a risolvere il problema degli over 55enni rimasti senza lavoro" ha precisato Boeri.

Lo scenario a cui stanno lavorando i tecnici dell'Inps è un reddito minimo per le persone tra i 55 e 65 anni pari a circa 1-1,5 volte l'importo dell'assegno sociale (l'importo dell'assegno partirebbe da un minimo di 450 euro per poi salire in base ai carichi di famiglia e a determinate soglie Isee del nucleo familiare del lavoratore) ed avrebbe un costo di circa 1,5 mld di euro. Una sorta di proroga dell'Asdi, lo strumento coniato dal Jobs Act che entrerà in vigore il prossimo 1° maggio proprio con l'obiettivo di accompagnare chi ha redditi bassi alla pensione pubblica: lo strumento a cui lavora Boeri avrebbe però una durata piu' lunga, sino ad un massimo di due anni, contro i 6 mesi dell'Asdi reputati insufficienti a garantire un'adeguata copertura.

Boeri ha evidenziato che con la crisi «abbiamo avuto una forte crescita di povertà per questa fascia di età ed è quindi necessario introdurre degli strumenti per tutelare queste persone. "Non credo che dare loro un trasferimento, che sarà basso, le esponga al rischio di non mettersi in cerca di un lavoro: si tratta di persone che difficilmente trovano un nuovo impiego (solo il 10%)" ha detto Boeri.

Intanto, ha spiegato Boeri, sui pagamenti di tutte le pensioni il primo del mese «abbiamo trovato l'accordo con le banche». Adesso, ha aggiunto, «aspettiamo il decreto del governo che mi auguro venga varato il prima possibile». Lo ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri, durante un convegno in Bocconi, sottolineando che «è a costo zero per le banche e per lo Stato, mentre c'è un grande vantaggio per i pensionati».

«Rivendico il diritto di poter fare delle proposte. Non è certamente un modo di violare le regole della democrazia, come qualcuno ha sostenuto», ha sottolineato ancora presidente dell'Inps, in merito al pacchetto di proposte che - assicura - l'istituto presenterà a «governo e parlamento entro giugno». Per Boeri, «un ente come l'Inps ha conoscenze e competenze che può mettere a servizio del paese. Inoltre abbiamo dati importanti che ci permettono di valutare meglio di altri le politiche fatte sin qui in Italia».

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L'Inps ha aggiornato il report delle procedure di monitoraggio dei lavoratori cd. salvaguardati. Restano insufficienti i posti dedicati ai lavoratori che hanno assistito disabili nel corso del 2011.

Kamsin Salgono a 12.000 le pensioni certificate e poco più di 800 prestazioni liquidate nell'ambito della sesta salvaguardia. È quanto emerge dal report diffuso oggi dall'Inps relativo alle operazioni di salvaguardia aggiornato al 3 Aprile.

Questa la suddivisione delle certificazioni in base ai diversi profili di tutela individuati dalla legge 147/2014. Per quanto riguarda i lavoratori in mobilità ordinaria l'Inps ha emesso 1.334 certificazioni a fronte di una platea di 5.500 posti disponibili; ammontano invece a 4.159 le certificazioni per i lavoratori autorizzati ai volontari (sia con contributo versato entro il 6 dicembre 2011 sia senza) su una platea prevista di 12.000 posti; sono 2.122 le certificazioni relative ai tre profili dei lavoratori che sono cessati con accordi con il datore di lavoro o che si sono dimessi o sono stati licenziati, la platea disponibile è 8.800 posti.

Passano da 3.701 a 3.908 le prestazioni certificate per i lavoratori che hanno fruito dei permessi e dei congedi per assistere disabili nel corso del 2011 (la capienza per questo profilo risulta sempre largamente insufficiente, è pari a 1.800 posti). Per quanto riguarda i lavoratori cessati entro il 2011 per la scadenza di un contratto a tempo determinato sono state certificate 669 prestazioni su un plafond di 4mila posizioni disponibili).

Crescono anche le prestazioni liquidate nelle altre 5 salvaguardie. Complessivamente l'Inps ha certificato il diritto in favore di circa 110mila lavoratori mentre sono 70mila le pensioni già poste in pagamento. Queste norme, lo si ricorda, consentono a lavoratori che hanno perso il lavoro entro il 2011 di mantenere l'ultrattività delle regole pensionistiche ante-fornero e quindi di accedere alla pensione prima rispetto a quanto stabilito dalla Riforma del 2011.

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E' disponibile sul sito internet della Commissione Lavoro del Senato la compilazione del questionario per censire i lavoratori che sono rimasti esclusi dalle sei salvaguardie.

Kamsin E' ufficialmente partita l'indagine conoscitiva sui lavoratori rimasti esclusi dalle salvaguardie in materia pensionistica. Sulla pagina della Commissione Lavoro del Senato da ieri è disponibile il questionario che si rivolge a tutti i lavoratori che hanno perso il lavoro o che hanno siglato accordi per uscire dall'azienda entro il 31 dicembre 2011, cioè prima dell'entrata in vigore della Riforma Fornero. L'indagine è volta definire l'esatta consistenza numerica delle persone rimaste escluse dalle tutele ai fini di poter individuare le misure più idonee per venire incontro alla soluzione della vicenda.

"Tutti noi siamo consci del dramma di quanti attendono di vedersi corrisposto il proprio trattamento pensionistico, al termine del percorso lavorativo: un problema che investe e condiziona i destini di quelle persone e delle loro famiglie" ricorda Anna Parente (Pd), titolare dell'iniziativa.

"Il questionario - prosegue la Parente -  si rivolge alle persone, intese come individui singoli, con il proprio bagaglio lavorativo, le rispettive situazioni giuridiche e le proprie esigenze ed aspettative legate all'accesso a un diritto derivante da anni e anni di lavoro. Ci rivolgiamo dunque alla persona singola, che, fornendoci i dati riguardanti la propria situazione individuale, ci consentirà di avere un quadro definito della situazione, anche laddove peculiare, e predisporre poi le misure necessarie a risolvere il problema degli "esodati" nel modo più soddisfacente e, ci auguriamo, definitivo. Il desiderio di noi tutti è passare all'azione, all'azione legislativa, intervenendo una volta per tutte in modo chiaro e definitivo".

Il Questionario. Per la compilazione del questionario è necessario registrarsi e quindi compilare ben sei schede e 40 domande che vengono mano mano offerte da un programma informatico.

Se la prima scheda può essere compilata velocemente perchè chiede solo la compilazione dei dati anagrafici dalla seconda le cose si complicano. Bisogna infatti indicare le modalità attraverso le quali l'interessato ha concluso il rapporto lavorativo entro il 31.12.2011 - licenziamento; dimissioni; risoluzione consensuale; licenziamento con messa in mobilità (è possibile anche caricare il documento Pdf con il quale è stato sciolto il rapporto di lavoro) - , l'indicazione - eventualmente - della corresponsione di un incentivo all'esodo; la data esatta di cessazione del rapporto lavorativo; la data in cui si è maturato un diritto a pensione secondo la vecchia disciplina pensionistica.

Si tratta di informazioni non sempre facili da fornire e c'è da scommettere che molti incontreranno non poche difficoltà (anche perchè la Commissione non ha fornito, per ora, alcuna guida per la compilazione delle varie voci).

Se si riesce a superare questo step si prosegue quindi con una terza scheda in cui viene chiesto di fornire dettagli circa l'eventuale prosecuzione di attività lavorativa dopo il 2011, subordinata o autonoma, e le retribuzioni conseguite. Il quarto step chiede di inserire i dati relativi alla situazione contributiva (anche non certificata) con l'indicazione di quante marche sono state versate sul conto assicurativo (specificando anche se ci sono contributi figurativi o se il lavoratore sia stato autorizzato alla prosecuzione volontaria della contribuzione). Si chiude con la quinta e sesta scheda dove si dovrà fornire un documento di identità (carta di identità, patente o passaporto) e la data di scadenza. Non viene chiesto nulla circa il reddito del nucleo familiare.

Vai alla pagina dedicata al questionario (sito del Senato)

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