Nicola Colapinto

Nicola Colapinto

Nicola Colapinto, avvocato con specializzazione in diritto del lavoro, seguo le principali questioni giuslavoristiche e previdenziali per PensioniOggi.it. 

Per i 30.050 iscritti aumenta l'età pensionabile a 68 anni di età con 40 anni di contributi, cresce il contributo soggettivo, e viene abrogata la pensione di anzianità. Viene anche introdotto un contributo di solidarietà per il triennio 2014-2016.

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Dal 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la riforma della previdenza dei Ragionieri, adottata, dopo molteplici vicissitudini, in ottemperanza alla prescrizione dell'art.  24.24 del D. L. 201/11 (la cosiddetta Riforma Fornero).  Si tratta di una riforma molto significativa che prevede (come peraltro già avvenuto sin dallo scorso anno per le riforme adottate dalla maggior parte delle altre Casse professionali) un aumento delle aliquote contributive e l’introduzione di un regime pensionistico piu' severo rispetto al passato.

Per gli iscritti aumenta l'età pensionabile a 68 anni di età con 40 anni di contributi, cresce il contributo soggettivo, e viene abrogata la pensione di anzianità sostituita dalla pensione anticipata a 63 anni e 35 di contributi. Vediamo nel dettaglio le novità a partire da quest'anno.

Pensione di vecchiaia -  A partire dal 1° gennaio 2014 la pensione di vecchiaia si consegue infatti, a regime, a 68 anni, con anzianità assicurativa minima di 40 anni. Peraltro, al fine di “mitigare” l'impatto della norma e dare una tutela alle aspettative pensionistiche degli iscritti, in via transitoria, per i nati entro il 31 dicembre 1962, il diritto alla pensione di vecchiaia si consegue al raggiungimento di requisiti piu' bassi: la gradualità è riconosciuta per i nati fino al 1947 (65 anni), nel biennio 1948-1949 (66 anni) e nel biennio 1950-1951 (67 anni). Graduale anche il requisito dei 40 anni di anzianità contributiva per chi è nato prima del 1963.

Pensione di anzianità - È stata poi eliminata la pensione di anzianità: dal 1° gennaio 2014 non è più possibile mettersi "a riposo" con 58 anni di età e 37 anni di contributi. Si può però chiedere la pensione di anzianità anticipata, con 63 anni di età e 20 anni di contributi, penalizzante rispetto all'anzianità perché calcolata solo con il solo metodo contributivo.

La liquidazione - Nel rispetto del principio del pro rata di cui all'art. 3.12 della legge 335/95, mentre per gli iscritti dopo il 1° gennaio 2004 il calcolo dell'assegno avrà come base di riferimento solo i contributi versati, per gli iscritti ante 2004 (data di entrata in vigore del passaggio dal sistema di calcolo retributivo a quello contributivo) resta in vigore il regime misto, in virtù del quale le annualità assicurative maturate dagli iscritti sino al 2003 vedranno la liquidazione di una quota di pensione calcolata col previgente sistema di calcolo retributivo.

La riforma prevede inoltre l’innalzamento dell'aliquota del contributo soggettivo (quello che dà diritto alla pensione): l'aliquota minima passa dal 2014, all'11% e poi aumenta di un punto percentuale ogni anno sino a raggiungere il 15% nel 2018. Anche l'aliquota massima aumenterà con la medesima progressione annuale sino a raggiungere – sempre nel 2018 – il 25%.

Va anche ricordato che la Cassa ragionieri è l'unico ente di previdenza dei professionisti a non aver rispettato i termini richiesti dalla legge Fornero (Dl 201/2011), e cioè garantire la stabilità a 50 anni entro il 30 settembre 2012. L'aver mancato questo appuntamento ha comportato l'applicazione delle penalità previste dalla stessa legge, cioè l'applicazione di un contributo di solidarietà dell'1% su tutte le pensioni in essere e l'apertura della procedura di commissariamento in caso di mancato intervento.

Ora che l'intervento c'è stato il contributo di solidarietà - per il triennio 2014-2016 - resta per le pensioni con decorrenza anteriore al 2013 ed è collegato all'importo annuo della pensione minima erogata dal Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell’INPS. Un taglio viene anche fatto alla rivalutazione, che non sarà più pari al 100% dell'inflazione, ma sarà minore, la riduzione anche in questo caso viene fatta per scaglioni di reddito ed esclude le fasce più deboli.

Infine, un elemento assai rilevante è dato dall’introduzione di una “riduzione di equilibrio” prevista in relazione alla quota di pensione retributiva spettante a chi possa far valere anzianità assicurative anteriori al 2004. Si tratta di una misura che cerca di contenere la differenza di trattamento tra vecchi iscritti, che hanno buona parte dell'assegno calcolato con il sistema di calcolo retributivo, e i nuovi iscritti, un meccanismo secondo cui il 25% della differenza tra pensione reale e quanto virtualmente sarebbe spettato applicando solo il sistema contributivo viene trattenuto dalla Cassa. La cifra però non può essere superiore al 20% della parte di pensione calcolata con metodo retributivo.

Tetto di cinque proroghe nei contratti a termine acausali nell'arco dei 36 mesi. E introduzione di un regime transitorio per armonizzare le nuove regole sui rapporti a tempo (soprattutto il limite di utilizzo del 20% sull'organico complessivo) con i contratti già in corso.

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Un accordo tra le forze politiche della maggioranza potrà portare ad una revisione del sistema delle proroghe del contratto a tempo determinato: la durata massima resterà in 36 mesi ma le possibilità di prolungare un rapporto, che nel decreto 34/2014 sono 8, passerebbero a 5. E' quanto ha detto Cesare Damiano (Pd), presidente della Commissione lavoro di Montecitorio, che sta votando gli emendamenti al Decreto Legge Poletti.

Nessuna novità, ancora, sugli altri capitoli del decreto, sui quali i partiti di centro-sinistra vorrebbero imporre modifiche. Si tratta del contratto di apprendistato, in particolare sul programma formativo individuale scritto: il governo pare orientato a confermare la sufficienza di stilare un piano all'interno del contratto stesso di apprendistato.

Sempre sull'apprendistato l'ex ministro e capogruppo al Senato Maurizio Sacconi avverte il premier Renzi «a non cedere alle pressioni della sinistra interna del Pd» e annuncia un secco «no» a qualsiasi ipotesi di stravolgimento delle norme come la reintroduzione delle quote di stabilizzazione degli apprendisti (20% nelle aziende con più di 30 dipendenti), il ritorno a una sostanziale obbligatorietà della formazione pubblica (ora resa facoltativa) e la previsione di un diritto di precedenza (alla stabilizzazione o al rinnovo del rapporto) per chi lavora a termine da almeno sei mesi nella stessa azienda.

La Commissione ha dato poi il via libera ad una modifica chiesta da Renata Polverini (Fi), secondo cui dovranno dare il proprio parere sul decreto attuativo per la smaterializzazione e semplificazione del Durc (il Documento unico di regolarità contributiva) non soltanto l'Inps e l'Inail, ma anche la commissione nazionale per le Casse edili.

L'Inps accoglie la richiesta dei Consulenti del lavoro per la proroga dei termini per il Durc interno. I preavvisi di esito negativo saranno inviati il 15 Maggio.

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Slitta di un mese il termine che l'Inps aveva stabilito nel messaggio 2889/2014 per l'invio del primo preavviso di Durc interno negativo. L'Inps ha di fatto introdotto una variazione alla tabella di marcia che vedrà l'introduzione della nuova regolamentazione del Durc interno. L'istituto invita le proprie sedi a dare la precedenza alle situazioni relative ai datori di lavoro che si trovano nelle circostanze sopra descritte.

In considerazione delle difficoltà in fase di avvio del sistema, il primo preavviso di Durc interno negativo verrà trasmesso dall'Inps il 15 maggio invece del 15 aprile. Tale primo preavviso sarà inviato esclusivamente alle aziende per le quali risultino delle irregolarità incidenti sul diritto al riconoscimento dei benefici, ovvero per le quali siano state emesse note di rettifica con causale “addebito art. 1, comma 1175, della legge 27 dicembre 2006, n. 296”.

L'Inps, infine, fa presente che tutte le note di rettifica i cui calcoli sono stati rapportati al 15 maggio, saranno ricalcolate al 15 giugno. Le stesse saranno recapitate alle aziende unitamente alle altre che l'istituto aveva programmato di trasmettere il 15 giugno. L'invio delle rimanenti note di rettifica resta confermato al 15 settembre.

Con la nuova gestione del Durc interno è l'Inps, in qualità di ente tenuto a riconoscere i benefici di legge subordinati alla regolarità contributiva, a richiedere il documento di regolarità contributiva e non più il datore di lavoro attraverso l'Uniemens. Le procedure verificano mensilmente la presenza di eventuali situazioni di irregolarità. Se il controllo dà esito positivo, si accende automaticamente il semaforo verde che vale per il mese in corso e per i tre mesi successivi.

Gli ispettori del Ministero del Lavoro verificheranno il rispetto degli obblighi per fruire della cassa integrazione guadagni

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Gli ispettori dovranno seguire le linee guida per accertare l' esistenza delle condizioni dettate dal decreto N. 31444 del 20 agosto 2002.

I controlli riguarderanno le causali di utilizzo per l' approvazione o proroga dei programmi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale. Sotto la lente, nei controlli, ci saranno soprattutto gli obblighi formativi.

I nuovi indirizzi che saranno seguito dagli ispettori riguardano la formazione e gli investimenti anche in vista, della riforma degli ammortizzatori sociali contenuta in una delle deleghe del «Jobs act» (il disegno di legge delega di riforma del lavoro presentato al Senato il 3 aprile).

Formazione -Il decreto citato prevede innanzitutto che il rapporto tra lavoratori coinvolti nella formazione e lavoratori sospesi non sia inferiore al 30%. L'ispezione  inoltre tenderà a verificare che esista una correlazione e coerenza tra programma ed investimenti effettuati, soprattutto nella ipotesi che la formazione venga effettuata nel luogo di lavoro e coinvolga molti lavoratori.

L'obiettivo che si vuole raggiungere è quello di evitare abusi e pertanto per accertare la realtà verranno esaminati con cura  strumenti documentali quali gli strumenti per la rilevazione delle presenze ed il Lul (Libro Unico Lavoro) dai quali potranno essere effettuati raffronti tra monte ore formazione e ed ore conguagliate Cigs.

Le ispezioni saranno integrate anche da dichiarazioni dei lavoratori che seguono i processi formativi mediante l' accesso diretto sul luoghi di lavoro.

Investimenti. In merito agli investimenti, gli ispettori indagheranno sui programmi di riorganizzazione aziendale e su quelli di ristrutturazione. Entrambi i settori dovranno contenere indicazioni sugli investimenti: per i primi (riorganizzazione) la cassa integrazione straordinaria deve essere collegata a programmi di modifica e innovazione sia dell' assetto gestionale sia per quello produttivo. Per la ristrutturazione aziendale si dovrà essere in presenza di modifiche dei processi produttivi, aggiornamento tecnologico, rinnovo di impianti fissi e tecnologie.

 Un altro requisito specifico, riguarda l'ammontare degli investimenti previsti che dovrà esseere superiore alla media degli investimenti effettuati nei due anni precedenti, sia della stessa tipologia, sia di tipologie diverse.

Numeri sempre più preoccupanti di lavoratori in Cassa Integrazione Straordinaria e in Deroga. Nel primo trimestre 2013 erano 199.987. A marzo le ore autorizzate di Cassa hanno toccato la soglia dei 100 milioni

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Sono oltre 223mila le persone che rischiano di perdere il loro posto di lavoro, secondo i dati calcolati dalla Cisl nei primi tre mesi di quest'anno. Sono tutti lavoratori in Cassa Integrazione straordinaria e in deroga che se saranno licenziati andranno a riempire le file degli esodati. Con la particolarità che, annuncia la Cisl, per questi lavoratori si dovranno individuare forme di salvaguardia nuove rispetto a quelle attualmente previste.

Il dato di Cigo e Cigs è preoccupante soprattutto se raffrontato a quello dello stesso periodo dell'anno scorso quando i lavoratori in bilico erano 199.987. L'allarme viene lanciato dall'Osservatorio del sindacato di Via Po che registra come la Cassa Integrazione guadagni a marzo abbia toccato la soglia dei 100 milioni di ore autorizzate, con un aumento del 2,1% rispetto a marzo 2013 e del 2,4% rispetto a febbraio.

In totale i lavoratori coinvolti ammontano a 500mila. Secondo il sindacato i dati Istat sull'occupazione riferiti all'ultimo trimestre 2013 offrono un quadro in continuo peggioramento.

A fronte di un ritmo meno accentuato di perdita di occupati nell'industria, l'edilizia perde in un anno il 5,6 % di occupati ed il terziario mostra significative riduzioni anche in aree dove l'occupazione fino a qualche tempo fa cresceva, come i servizi alla persona.

E' particolarmente inquietante il segnale che viene dall'analisi dell'occupazione per tipologia. Continua infatti da un anno la riduzione dei dipendenti a termine (-6,6% in un anno), portando la loro quota sul totale degli occupati al 9,9% dal 10,4% di un anno prima. Così come prosegue sostenuto il calo dei collaboratori (-13,3%).

Secondo la Cisl, dunque senza una ripresa economica le assunzioni non sono trainate neppure dai contratti flessibili. Solo i rapporti part-time crescono ma senza compensare affatto il calo dei rapporti a tempo pieno. Si tratta probabilmente di forme di part-time difensive per evitare licenziamenti.

In questo contesto la Cisl "apprezza" l'impegno per il lavoro del governo; ma sottolinea la necessità di misure "per bloccare il processo di deindustrializzazione e di contrazione degli investimenti con politiche di sostegno ai settori industriali emergenti ed ai programmi di ricerca ed innovazione risolvendo definitivamente alcune criticità di contesto come: il costo dell'energia, le dotazioni infrastrutturali, il costo del denaro alle famiglie ed alle imprese".

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