Nicola Colapinto

Nicola Colapinto

Nicola Colapinto, avvocato con specializzazione in diritto del lavoro, seguo le principali questioni giuslavoristiche e previdenziali per PensioniOggi.it. 

Dall'anno prossimo scatta un nuovo aumento (5 milioni nel 2015 e 2016, 15 milioni dal 2017) delle accise su benzina e riscaldamento per finanziare gli eco-bonus nelle ristrutturazioni degli alloggi degli Iacp.

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Nella legge di conversione del decreto 66/2014, il cd. decreto casa, è confermata la sanatoria sui mini-canoni degli inquilini che hanno denunciato gli affitti in nero e hanno ottenuto il taglio grazie alla norma cancellata dalla Consulta con la sentenza 50/2014.

Arriveranno poi nuove regole per rilanciare i canoni concordati con l'Imu al 4 per mille, per il solo 2014 e comunque innalzabile fino al 7 per mille dai Comuni, e la possibilità, entro un mese dalla conversione definitiva, di un nuovo elenco Cipe dei Comuni «ad alta tensione abitativa» dove si possono stipulare questi contratti, accompagnati dalla cedolare al 10% grazie alla versione originaria del decreto.

Si specifica poi che la cedolare al 10% si potrà applicare anche ai Comuni interessati da calamità negli ultimi cinque anni; e sempre sul versante abitativo viene introdotta l'assimilazione automatica all'abitazione principale per le case di proprietà di residenti all'estero, a patto che non siano locate o concesse in comodato: su questi immobili, inoltre, Tari e Tasi saranno abbattute di due terzi.

A far discutere è però l'emendamento, il cui primo firmatario è Massimo Caleo (Pd) che riguarda gli interventi di recupero e messa a norma dell'edilizia popolare, che vengono autorizzati a beneficiare di alcune detrazioni: per finanziare questo intervento si prevede, tra l'altro, l'aumento delle accise a partire dal 2015.   "Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro il 31 dicembre 2014 - recita il testo dell'emendamento approvato - le aliquote di accisa sui prodotti energetici usati come carburanti ovvero come combustibili per riscaldamento per usi civili", sono "incrementate al fine di assicurare maggiori entrate per un ammontare non inferiore a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016 e a 15 milioni di euro a decorrere dall'anno 2017".

L'Unione petrolifera, che da tempo mette in evidenza come il continuo ricorso all'aumento delle accise (in alcuni casi utilizzato come clausola di salvaguardia in caso di mancati introiti, altre volte per finanziare specifiche voci di bilancio) contribuisca fortemente al calo dei consumi, sottolinea tra l'altro che in questo modo si agisce "senza tener conto degli effetti che una simile politica ha sul potere di spesa delle famiglie, su un settore già profondamente in crisi e con indubbi effetti recessivi".

Maggiore cautela nell'assegnazione delle sospensive, inasprimento delle sanzioni per dissuadere dalle liti temerarie, giro di vite sulle incompatibilità dei magistrati.

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La Riforma della Pubblica Amministrazione che sarà discussa dopo le elezioni europee conterrà anche, secondo le intenzioni di Renzi, alcune modifiche sulla giustizia amministrativa. E' quanto ha affermato il premier nella conferenza stampa dello scorso venerdì santo in cui ha lanciato un intervento di riforma della giustizia amministrativa. I punti chiave dell'esecutivo sono la maggiore cautela nell'assegnazione delle sospensive, un inasprimento delle sanzioni per dissuadere dalle liti temerarie ed un giro di vite sulle incompatibilità dei magistrati.

La questione delle sospensive ha detto il premier sono una vera spina nel fianco per molte imprese perchè inceppano l'economia bloccando gli appalti fino all'udienza di merito. Per Renzi si dovrebbero fissare tempistiche certe: in caso di appalti l'udienza di merito va fissata entro 30 giorni dall'ordinanza di sospensione cautelare. In via perentoria però (perchè attualmente il termine è già quello ma viene praticamente sempre dilatato lasciando ai tribunali una grande elasticità nella fissazione dell'udienza).

Inoltre, per fare in modo che lo strumento della sospensiva non si trasformi in un modo per dilazionare il contenzioso, bisognerà, a detta dell'esecutivo, inasprire le sanzioni; e introdurre filtri più efficaci contro tutte le liti temerarie. I vincoli già esistono nel codice – sanzione pecuniaria non inferiore al doppio e non superiore a cinque volte il contributo unificato (articolo 26, comma 2) – ma attualmente non appaiono in grado di fermare il prodursi di contenzioso "temerario".

Piu' deciso invece il taglio ai tanto discussi incarichi extra dei magistrati di Tar e Consiglio di Stato, su cui il premier vuole dare una robusta stretta per limitare quelle attività che danno luogo a significativi arrotondamenti della retribuzione che le toghe continuano a svolgere.

E' stato firmato il Dm attuativo che rende fruibili anche ai dipendenti dei partiti politici la Cassa integrazione straordinaria e i contratti di solidarietà di settore.

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E' stato firmato il decreto ministeriale che estende ai partiti politici la Cigs e i contratti di solidarietà difensivi per far fronte alle possibili ripercussioni sul personale per la fine del finanziamento pubblico ai partiti previsto dal decreto legge 149/2013. Dal 1° gennaio 2014 i partiti e i movimenti politici possono fruire dei due ammortizzatori sociali.   Per quanto riguarda il trattamento straordinario di integrazione salariale, la riforma riconosce il diritto ad utilizzare l’ammortizzatore (con i relativi obblighi contributivi) senza alcun correttivo rispetto alla disciplina generale.  Anche per quanto riguarda i contratti di solidarietà, il decreto estende ai partiti l’istituto vigente – in particolare, il contratto difensivo di “tipo A”- senza stabilire regole speciali. I dipendenti di tali soggetti potranno quindi fruire degli incentivi connessi alla riduzione dell’orario di lavoro in misura uguale a quanto previsto per gli altri lavoratori

Gli strumenti vengono però adeguati alle specificità del settore: i partiti politici potranno accedervi anche se occupano meno di 15 lavoratori, e potranno beneficiare di questi ammortizzatori sociali anche le articolazioni e le sezioni territoriali dei partiti.

Per quanto riguarda la CIGS e per i contratti di solidarietà, l’utilizzo dell’ammortizzatore deve essere preceduto da un accordo sindacale. In questo scenario, dovranno essere elette delle RSA, oppure dovranno essere coinvolte le rappresentanze collettive operanti in settori che possono considerarsi affini (ad esempio, il terziario).

Per la concessione del trattamento Cigs, i partiti devono presentare una domanda alla direzione generale delle politiche attive e passive del ministero del Lavoro. Il decreto ministeriale prevede un particolare sistema di monitoraggio dei costi finalizzato a evitare che il ricorso alla cassa determini lo sforamento del budget annuo previsto dallo stesso Dl 149/13: 15 milioni di euro per il 2014, 8,5 milioni di euro per il 2015 e 11,25 milioni di euro annui a decorrere dal 2016. Importi che saranno arricchiti dai contributi versati dai prestatori e dai partiti per un complessivo 0,90% della retribuzione percepita. 

Il decreto stabilisce pertanto che per ciascuno degli anni il trattamento di integrazione salariale non potrà superare i limiti complessivi derivanti dalla sommatoria degli stanziamenti di legge e dei contributi accantonati con l'obbligo dell'Inps di non consentire l'accesso all'ammortizzatore qualora non ci siano piu' risorse disponibili.  Il decreto stabilisce infine che, qualora sia raggiunto il 90% del budget a disposizione nell'anno interessato, l'Inps dovrà darne comunicazione ai Ministeri del Lavoro e dell'Economia.

Il Premier Renzi annuncia la volontà di abrogare l'Istituto del trattenimento in Servizio ma assicura: "nessun dipendente pubblico verrà licenziato".

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Il Premier Matteo Renzi prova a rassicurare gli Statali precisando che nessuno verrà licenziato. Gli 85 mila esuberi indicati dal Commissario alla spending review Carlo Cottarelli, ha spiegato il Premier, sono solo "teorici"; ma dato che dalla Riforma della Pubblica Amministrazione il Premier vuole ottenere almeno 3 miliardi di euro di risparmi indispensabili a tenere fede alle indicazioni contenute nel Documento di Economia e Finanza, bisognerà ridisegnare alcune voci di spesa per il Pubblico Impiego. Necessariamente anche se il piu' soft possibile.

Ecco perchè il Premier vuole procedere prima di tutto con l'abolizione del trattenimento in servizio, un Istituto che oggi permette ai dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti per andare in pensione, di restare al lavoro per altri ventiquattro mesi in deroga alla disciplina generale. Eliminando questa possibilità, i pensionati pubblici aumenterebbero di circa 20 mila unità all'anno alleggerendo le fila degli impiegati.

Ancora non chiara l'intenzione del Governo su un'accelerazione dei prepensionamenti. Colpa delle elezioni europee il premier prende tempo e rimanda tutto a giugno. Possibile in questo campo aspettarsi una estensione della normativa attualmente già in vigore (contenuta nel DL 95/2012), infatti nelle settimane scorse il Ministero della Funzione Pubblica ha chiesto alIa Ragioneria dello Stato, delle simulazioni puntuali su quanti sono i dipendenti pubblici che entro il 2018 matureranno i requisiti per la pensione. Si tratterebbe di una platea di oltre 200 mila persone che potrebbero essere interessate da scivoli e prepensionamenti.

L'ipotesi piu' plausibile per gestire questa seconda fase di esuberi è quella dell'esonero dal servizio; che consiste per i lavoratori vicini alla pensione (per esempio per coloro a cui manca un solo anno di lavoro e che ricoprono posizioni in esubero), nella possibilità di uscire dal lavoro con uno stipendio ridotto, magari dando la disponibilità a lavorare part time anche solo poche ore a settimana, in strutture pubbliche che viceversa hanno carenze di personale.  I prepensionamenti potrebbero essere occasione per svecchiare la Pubblica Amministrazione con il meccanismo della "staffetta generazionale".

Piu' chiare le intenzioni del Governo sulla dirigenza pubblica. Gli stipendi verranno ridotti nella parte che riguarda le retribuzioni di risultato: non aumenteranno piu' insieme all'indennità di posizione. Ci sarà poi il ruolo unico, la mobilità e la licenziabilità.

Scende il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti ad aprile e si assesta al 6,3%, ai minimi dal settembre 2008, all'epoca del fallimento di Lehman Brothers e prima dell’elezione del presidente americano Barack Obama.

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Sono questi i dati americani sul mercato del lavoro. Dati molto diversi rispetto a quelli dell’Ue. Secondo Eurostat infatti, nei 18 Paesi dell’Eurozona la disoccupazione si è attestata a marzo all’11,8%, lo stesso tasso medio registrato dallo scorso dicembre ma in diminuzione rispetto al 12% del marzo 2013.

Gli incrementi maggiori del tasso di disoccupazione fra i paesi Ue si registrano a Cipro (dal 14,8 al 17,4%), nei Paesi Bassi (dal 6,4 al 7,2%) e in Italia (dal 12 al 12,7%). Nell’Eurozona, inoltre, i giovani (under 25) senza lavoro erano a marzo il 23,7%, in Italia il 42,7% rispetto al 42,8 di febbraio. Un primo timido segnale di inversione di tendenza. I paesi con più disoccupati si confermano essere Grecia (26,7%, dato di gennaio) e Spagna (25,3%), mentre fra gli altri principali paesi europei la Francia registra un tasso del 10,4%, il Regno Unito del 6,8% e la Germania del 5,1%.

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