Redazione

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- Roma, 30 lug. - Riprendono dopo un'ora di pausa i lavori del Senato sull'esame del ddl riforme, con la 'denuncia' da parte di Enrico Cappelletti (M5S) della presenza di 'pianisti': "E' stata sequestrata la tessera di un senatore assente che pero' risultava votante. Come ritiene intervenire presidente? Perche' e' un reato", afferma il senatore grillino. Il presidente Grasso garantisce che si interverra' nel merito della vicenda: "intanto dobbiamo accertare quante e quali votazioni" sono state fatte in questa modalita' e "se c'e' un'influenza di questo voto sull'esito delle votazioni e ce ne occuperemo all'ufficio di presidenza e ringrazio per la collaborazione, voi sapete quanto io tenga a che tutto si svolga regolarmente". Anche dopo i primi due voti sugli emendamenti all'articolo 1 del ddl riforme, viene evidenziata la presenza di 'palline' di carta sulle postazioni di alcuni senatori assenti che, pero', in questo modo risultano votanti. .
- Roma, 30 lug. - E in tarda serata scendono in campo gli 'ex'. Non manca molto al termine dei lavori dell'Aula del Senato, quando i senatori devono esprimersi su un emendamento a firma Azzollini (Ncd) che prevede che il futuro Senato si occupi anche delle leggi di attuazione della norma che introduce in Costituzione i pareggio di bilancio. Interviene l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che critica il fiscal compact. Poi prende la parola Mario Monti, ex presidente del Consiglio, che "sconsiglia" vivamente di "affrontare una materia cosi' importante e delicata, e che merita certo un approfondimento, a quest'ora tarda e sconsiglio che in modo surrettizio si trattasse alla leggere una materia cosi' importante". Alla fine, dopo accordo con i relatori, Azzollini decide di ritirare l'emendamento, "lo faccio - spiega - sulla base di una assicurazione dei relatori di rivedere l'emendamento con un loro formulazione".
- Roma, 30 lug. - Il Canguro funziona: emendamenti sfoltiti, opposizioni poco felici. Ma la seconda giornata di votazioni al Senato per le riforme costituzionali parte a rilento, e solo nel pomeriggio si riesce ad iniziare a pigiare i tasti del si' e del no. La mattina passa in schermaglie procedurali, in riunioni sul regolamento e in un'intensa opera di setaccio. Vengono filtrati gli emendamenti (che sono ancora parecchie centinaia, e ad andare avanti di questo passo il traguardo dell'8 agosto per l'approvazione finale e' davvero una chimera) ed espuntati quelli troppo birbanti. Del genere "Il Senato chiamiamolo Bule'" e cose di questo tipo. Anche perche' la Bule' era composta da 500 membri, e di questi tempi persino la democrazia ateniese verrebbe considerata uno spreco della casta. Quando riprendono i lavori, i dato politico piu' interessante e' la bocciatura di un emendamento presentato dal senatore Augusto Minzolini, dissidente di Forza Italia. Riproponeva il bicameralismo perfetto e l'elezione del Senato a suffragio universale, cosi' come avviene oggi. Rrespinto, ma senza troppe perdite: 171 contrari e 114 favorevoli. Il promotore a suo modo gongola: "Non ci sono i numeri per un'approvazione definitiva con la maggioranza dei due terzi, qui saranno costretti ad andare al referendum". "Mentre loro hanno finito il tempo, noi non abbiamo finito la pazienza. Grazie ai senatori che stanno sostenendo questa riforma", gli twitta in tutta risposta Matteo Renzi, a voler significare che la partira sara' pure lunga, ma lui lascera' che Palazzo Madama lavori dalle 9 alle 24 tutti i giorni, domenica comprese, fino a quando questa lettura delle riforme non sara' varata. Di piu': "Non molliamo di un centimetro. Ci vorranno nottate in Senato, pomeriggi alla Camera, weekend a Palazzo Chigi non importa. Noi con calma e determinazione riporteremo questo Paese la' dove deve stare. Ad accogliere le donne che vengono incarcerate per la loro fede religiosa, a giocare un ruolo nei complicatissimi equilibri (o squilibri) di politica internazionale, a togliere polvere da un'Europa che non puo' andare avanti nella noia e nella burocrazia". Soprattutto, quella del premier e' una mezza promessa molto piu' terra terra della crisi mediorientale: "L'Italicum e' stato gia' approvato alla Camera. Sara' modificato dal Senato e diventera' legge definitivamente". Bisogna vedere che ne pensera' l'Altro contraente del patto del nazareno. .

Il Sud a rischio desertificazione industriale e sociale: per la prima volta il numero di occupati ha sfondato al ribasso la soglia psicologica dei 6 milioni, il livello piu' basso dal 1977. Kamsin Lo annuncia Svimez nelle anticipazioni del Rapporto 2014 sull'economia del Mezzogiorno. Nel 2013, si legge nel rapporto, sono andati persi 478mila posti di lavoro in Italia, di cui 282mila al Sud. Posti di lavoro persi soprattutto tra i lavoratori giovani under 34 e al Sud (-12% contro il -6,9% del Centro-Nord).

La nuova flessione riporta il numero degli occupati del Sud per la prima volta nella storia a 5,8 milioni, sotto la soglia psicologica dei 6 milioni: si tratta del livello piu' basso almeno dal 1977, anno da cui sono disponibili le serie storiche basi di dati. Tornare indietro ai livelli di quasi quarant'anni fa "testimonia, da un lato, il processo di crescita mai decollato, e, dall'altro, il livello di smottamento del mercato del lavoro meridionale e la modifica della geografia del lavoro".

Guardando i numeri a partire dall'inizio della crisi il Mezzogiorno, come spiega Svimez, tra il 2008 ed il 2013 registra una caduta dell'occupazione del 9%, a fronte del -2,4% del Centro-Nord. Delle 985mila persone che in Italia hanno perso il posto di lavoro, ben 583mila sono residenti nel Mezzogiorno. Nel Sud, dunque, pur essendo presente appena il 26% degli occupati italiani si concentra il 60% delle perdite determinate dalla crisi. Anche i dati piu' recenti non danno segni di miglioramento: tra il primo trimestre del 2013 e quello del 2014 gli occupati scendono di 170mila unita' nel Sud e di 41mila al Centro-Nord. In altri termini, le tendenze piu' recenti segnalano che al Sud si concentra oltre l'80% delle perdite dei posti di lavoro italiani.

Da segnalare inoltre nel 2013 l'aumento del tasso di disoccupazione. Quello "ufficiale" nel 2013 e' stato del 19,7% al Sud e del 9,1% al Centro-Nord, a testimonianza del permanente squilibrio strutturale del nostro mercato del lavoro.

Zedde

- Roma, 30 lug. - E' Giuseppe Tesauro il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Lo ha annunciato il segretario generale della Consulta Carlo Visconti. L'elezione di Tesauro e' avvenuta con 7 voti favorevoli contro 6. Tesauro, ex presidente dell'Antitrust, terminera' il suo mandato alla Corte il prossimo 8 novembre. E' infatti stato nominato giudice costituzionale l'8 novembre 2005 dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

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