Redazione

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La fotografia scattata dall'osservatorio INPS sulle caratteristiche dei nuclei familiari che hanno presentato una Dichiarazione Unica Sostitutiva (DSU) per il rilascio della certificazione ISEE negli anni 2016-2021.
Nel 2015 il Governo dovrà garantire un sistema di pensionamenti flessibili che consenta un anticipo dell'età pensionabile di almeno 3 anni. Ma bisogna risolvere la vicenda dei quota 96 della scuola e di altri tanti errori della Riforma Fornero.

Kamsin “Condividiamo l’opinione di Tiziano Treu, commissario dell’Inps, di introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico”. E' quanto ha detto Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della camera.   “Su questo argomento – continua Damiano – il Partito Democratico ha depositato una proposta di legge, di cui sono primo firmatario, che prevede la possibilita’ per chi ha 35 anni di contributi di andare in pensione a partire dall’eta’ di 62 anni (cd. i pensionamenti flessibili) oppure con 41 anni di contributi indipendentemente dall’eta’ anagrafica”.

Treu nei giorni scorsi aveva indicato che tra le priorità da affrontare nel prossimo anno c'è l'ammorbidimento dei requisiti previdenziali fissati dalla Riforma del 2011. Ipotesi condivisa anche dal relatore al ddl di stabilità, Giorgio Santini (Pd), che ha aperto alla possibilità di un intervento in tal senso in occasione della Riforma della Governance dell'Inps, prevista per il primo semestre del 2015.

“Questa proposta – prosegue Damiano – di cui sono a conoscenza il governo e il ministro Poletti, consentirebbe, a mio avviso, di risolvere anche il problema delle decine di migliaia di esodati che, nonostante le sei salvaguardie, sono ancora rimasti intrappolati nella Legge Fornero”.    “Ricordiamo al commissario dell’INPS che altri temi previdenziali da affrontare sono quelli delle ricongiunzioni, dell'opzione donna, dei macchinisti delle ferrovie e dei Quota 96 della scuola. Si tratta di un pacchetto di problemi causati da errori legislativi ai quali va posto riparo se si vuole perseguire un criterio di giustizia sociale”, ha detto Damiano.

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Il Ministro dell'Economia PierCarlo Padoan difende l'impianto della Riforma Fornero del 2011. Non sarà possibile metterla in discussione in futuro.

Kamsin L'intervento sulle pensioni del 2011 è stato necessario per correggere le anomalie nell'andamento della spesa previdenziale dello Stato. Gli effetti sul bilancio, però, non erano immediati e per questa ragione si è dovuto procedere con il blocco, parziale, dell'indicizzazione degli assegni e all'aumento brusco dei requisiti anagrafici e contributivi utili per l'accesso alle prestazioni pensionistiche. E' quanto ha indicato il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan intervenuto in mattinata al convegno organizzato alla Mefop Lecture «The clash of generations» presso la sala del Parlamentino del ministero dell'Economia. 

Il Ministro ha ricordato come da allora i vari governi che si sono succeduti hanno cercato di mettere un argine ai tanti problemi creati dalla Riforma. Ad iniziare dal tema esodati su cui "anche il Governo Renzi ha approvato, di recente, un nuovo provvedimento di salvaguardia", ma il sistema nel suo complesso, anche se deve essere ritoccato, non potrà essere messo in discussione in quanto garantisce "sostenibilità da un punto di vista finanziario".

L'Italia, ha osservato Padoan, è tra i Paesi Ocse quello che presenta un numero molto elevato di riforme effettuate in materia di pensioni negli ultimi vent'anni. Dalla riforma Amato del '92 alla riforma Dini nel '95, per finire con la riforma Monti-Fornero del 2011, che ha innalzato l'età pensionabile, con annessa l'eliminazione delle pensioni di anzianità e il passaggio per tutti al contributivo: tutti interventi che garantiscono, secondo le previsioni relative ai prossimi 15-20 anni, la riduzione della spesa pensionistica di circa 1,5 punti di Pil. «Interventi che accrescono la solidità e la stabilità nel tempo del nostro sistema pensionistico e pongono il debito italiano, pur con il suo alto livello, in una situazione di sostenibilità molto superiore rispetto a quella di diversi altri Paesi».

Secondo Padoan l'innalzamento dell'età pensionabile e il passaggio per tutti al sistema contributivo sono i punti cardine del futuro su cui non si potrà tornare indietro. Il 2011 segna uno "spartiacque" chiaro sulle pensioni. L'Italia da quel momento ha scelto la strada della sostenibilità della spesa previdenziale come "certifica l'Ue" (il Ministro ha fatto esplicito riferimento alle due ultime lettere inviate alla Commissione europea in cui si apprezza l'impianto della Riforma Fornero).

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A novembre sono state autorizzate complessivamente 85,0 milioni di ore di cassa integrazione guadagni, con una diminuzione del -26,9% rispetto allo stesso mese del 2013, quando ne erano state autorizzate 116,3 milioni. Kamsin E' quanto ha comunicato l'Istat sottolineando che rispetto al mese di ottobre 2014, i dati destagionalizzati evidenziano una variazione congiunturale pari al -28,4%, per il totale degli interventi di cassa integrazione.

Le ore di cassa integrazione ordinaria (Cigo) autorizzate a novembre sono state 19,7 milioni, mentre un anno prima - nel mese di novembre 2013 - erano state 26,6 milioni: di conseguenza, si e' avuta una diminuzione tendenziale del -26,0%. In particolare - spiega l'Inps - la variazione tendenziale e' stata pari al -24,8% nel settore industria e al -30,2% nel settore edilizia. Le variazioni congiunturali calcolate sui dati destagionalizzati registrano, rispetto al precedente mese di ottobre 2014, un lieve decremento, pari al -0,2%.

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Il Governo ha presentato un emendamento al ddl di stabilità secondo il quale i dipendenti in esubero dovranno essere riassorbiti nelle Regioni attraverso procedure di mobilità.

Kamsin Per la gestione del personale in soprannumero nelle nuove province, il Governo non dovrebbe fare ricorso a nuovi prepensionamenti. L'ipotesi era stata rilanciata nei giorni scorsi soprattutto dalle Regioni e dagli enti locali che chiedevano la possibilità di collocare in pensione, in deroga alla Riforma Fornero, tutti coloro che maturano un diritto previdenziale, con le vecchie regole, entro il 2018.

Per evitare la creazione di una nuova Deroga al sistema Fornero, che avrebbe suscitato l'ira degli altri lavoratori del settore pubblico e privato (ad iniziare dai quota 96 della scuola), l'esecutivo ha, infatti, deciso di rinunciare a questa strada per praticare solo la via della mobilità. L'emendamento presentato prevede l'alleggerimento della dotazione organica, che dovrà dimezzare la spesa delle province che rimangono tali e ridurrà del 30 per cento in quelle che si trasformeranno in città metropolitane.

Regioni e Comuni dovranno, pertanto, se passerà la modifica (non sono esclusi colpi di scena), prenderli in carico, sfruttando per questa finalità tutte le proprie possibilità di assunzione dal 2015 in poi, comprimendo, fanno osservare i sindacati, le possibilità assunzionali dei giovani risultati idonei ma non vincitori di concorso. Oltre che negli uffici di Comuni e Province, i dipendenti provinciali potrebbero finire in quelli statali, ed in particolare giudiziari: è nota la penuria di personale delle cancellerie che però potrebbero assorbire al massimo 2-3 mila persone. Per il governo se le Regioni non vorranno farsi carico del personale in esubero, questo non potrà che proseguire il percorso della mobilità (retribuzione all’80 per cento e in prospettiva cessazione del rapporto di lavoro).

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