Redazione

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- Roma, 28 giu. - "La partita si sposta dall'Europa all'Italia". Cosi' il premier Matteo Renzi, facendo il punto con i suoi, ha sottolineato che in Europa "abbiamo fatto capire che siamo un Paese forte, che non va con il cappello in mano ma si fa rispettare". Ora pero' "la palla e' tutta nel nostro campo. Tocca a noi in Italia fare le riforme se vogliamo la flessibilita' dall'Europa". "Questa settimana e' la settimana-chiave delle riforme", ha detto il premier facendo il punto in vista degli appuntamenti che attendono le riforme da lunedi'. Sono infatti previsti, ha ricordato il premier, incontri con Forza Italia, Movimento 5 Stelle e i parlamentari del Pd.

Delrio, "grande vittoria dell'Italia". Fassina critico (LEGGI)

Nessuna polemica ma al lavoro sul discorso programmatico per il semestre europeo e per i provvedimenti del governo, nella cornice del programma dei mille giorni. Il premier Matteo Renzi e' tornato da Bruxelles e con i suoi collaboratori ha fatto il punto spiegando che "tocca a noi in Italia fare le riforme se vogliamo la flessibilita' dall'Europa". "Spero che adesso sia chiaro perche' abbiamo modulato sui mille giorni il nostro impegno: perche' questo e' l'orizzonte di cui necessitiamo", ha detto ancora Renzi. Il premier, che oggi ha lavorato sul discorso che terra' alla sessione plenaria del Parlamento Europeo per l'apertura del semestre di presidenza italiana dell'Unione, non intende farsi trascinare dalle polemiche, nemmeno da quelle interne. "L'obiettivo - ha sottolineato - rimane spendere bene l'autorevolezza internazionale ed europea conquistata con il 41% e con le prime misure del governo". .

- Roma, 28 giu. - "Ora dobbiamo correre. La partita si sposta dall'Europa all'Italia" Matteo Renzi ha lasciato Bruxelles dopo un vertice "tosto" con una promessa: ora si debbono fare le riforme. E ai suoi ha detto chiaro e tondo: "abbiamo fatto capire che siamo un Paese forte, che non va col cappello in mano ma si fa rispettare. Adesso pero' la palla e' tutta nel nostro campo". E i 1000 giorni sono "l'orizzonte di cui necessitiamo". Stop alle polemiche, dunque, e testa bassa! "Dobbiamo spendere bene l'autorevolezza internazionale ed europea conquistata con il 41% e con le prime misure del governo". La posta in gioco e' doppia: da un lato l'agognata flessibilita', per cui si e' battuto contro i dubbi di frau Merkel, e che verra' concessa solo in cambio di riforme; dall'altro la standing europea in vista della presidenza del semestre dopo un vertice Ue che lo ha visto tra i protagonisti.

Delrio, "grande vittoria dell'Italia". Fassina critico (LEGGI)

"Tocca a noi, in Italia, fare le riforme se vogliamo la flessibilita' dall"Europa" ha spiegato ai suoi Renzi. Quattro, in settimana, le tappe cruciali. Lunedi' si comincia presto, con i primi voti in commissione Affari costituzionali del Senato sulla riforma di palazzo Madama. Una sessione che si protrarra' per tutta la settimana e che il premier attende per verificare la compattezza del fronte che dovrebbe dare il via libera alla riforma, ma soprattutto per verificare la compattezza del suo Pd. Che proprio mentre lui era a Bruxelles ha di nuovo mostrato alcune crepe, con i dissidenti che hanno rinnovato la richiesta di un esame degli emendamenti sull'elettivita' del Senato. Per questo Renzi non si nasconde che la prossima sara' "la settimana chiave delle riforme' e ha messo in agenda incontri con Forza Italia, M5s e con i parlamentari del Pd. Lunedi' pomeriggio poi si riunira' il Consiglio dei ministri. E' attesa la discussione sulla riforma della giustizia, che ha visto alcuni partiti di maggioranza mostrare un po' di fibrillazioni. La discussione di lunedi' dovrebbe portare a un chiarimento politico tra le forze di governo, mentre le critiche giunte dalle associazioni di categoria, toghe e avvocati, non vengono considerate tali da poter mettere in discussione l'impianto della riforma. Il pacchetto che il ministro Andrea Orlando portera' lunedi' alla prima verifica dovrebbe poi vedere la luce nel primo consiglio dei ministri utile tra la fine della prossima settimana e l'inizio di quella successiva. Ma lunedi' si decidera' anche la decisione sul sostituto di Antonio Tajani alla commissione. Mercoledi' poi il premier volera' a Strasburgo per il discorso alla sessione plenaria del Parlamento europeo sulle linee guida del semestre italiano. "Un discorso a cui tiene molto e a cui ha lavorato gia' oggi" fanno sapere da palazzo Chigi. Perche' in gioco ora c'e' il peso dell'Italia nel consesso comunitario. Il bilancio che traggono al governo e' positivo. "Aver aperto un dibattito nel merito delle questioni e non solo sui nomi e' stata una vittoria" di Renzi, sottolinea il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio. E non e' sfuggito che il protagonismo del premier italiano che ha duettato, anche duramente, con Angela Merkel, mentre David Cameron opponeva il suo niet a Jean Claude Juncker, ha un po' offuscato la tradizionale autorevolezza francese. Ma al di la' di una 'guerra di posizionamento' nello scacchiere europeo, Renzi sa che esistono anche ricadute assai concrete che derivano dal successo del semestre italiano e del suo personale: la flessibilita' si traduce in milioni, vuol dire piu' investimenti e quindi piu' lavoro e piu' crescita. Per questo la visita che la Commissione Ue fara' a Roma il 4 luglio, venerdi', al nuovo presidente del semestre europeo sara' piu' che di cortesia. Nonostante sia una commissione uscente (che restera' comunque in carica fino a ottobre), e nonostante il primo vero appuntamento operativo si possa indicare per il 16 luglio, gia' da venerdi' si capira' il tenore dei rapporti tra Roma e Bruxelles. Un tenore che dipendera' molto dalle riforme che l'Italia sara' in grado di mettere in campo. E per questo si torna alla cartina di tornasole dei passaggi parlamentari e governativi delle modifiche della Costituzione. "Dobbiamo correre" ha detto ai suoi Renzi, e non era una sollecitazione di prammatica. "Spero che adesso sia chiaro perche' abbiamo modulato sui 1000 giorni l'impegno: questo e' l"orizzonte di cui necessitiamo". .

- Roma, 28 giu. - "Dal dopo elezioni non c'e' ora, minuto, in cui non appaia un titolo sul Movimento spaccato, sulle divisioni, sugli errori, sui flop, su fazioni interne che chiedono la testa di questo o di quello. I virgolettati di dichiarazioni mai fatte dagli eletti si sprecano, l'obiettivo e' di far credere che il M5S sia finito e di alimentare spaccature interne". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog. E attacca: "I pennivendoli di regime fanno il loro dovere, ma all'interno del M5S alcuni si fanno trascinare in polemiche sterili per affermare una propria alterita', marcare un territorio, un'indipendenza ostentata. Il M5S - sostiene Grillo - non ha bisogno di queste persone, ma di chi mantenga la barra dritta e valuti e valorizzi le cose positive fatte in questi anni, che sono molte, a partire da un'opposizione parlamentare, assente in Italia da decenni". "Il funerale del M5S non e' ancora stato celebrato in quanto manca il morto che al contrario, gode di ottima salute - precisa Grillo - malpancisti, disfattisti e fautori dell'implosione pro domo loro hanno solo l'imbarazzo della scelta, i pennivendoli li intervisteranno, i partiti li accoglieranno a braccia aperte. Con loro vinceranno piu' di Cesare, piu' di Annibale, piu' di Veltroni, piu' di Vendola". PIZZAROTTI, A GRILLO RISPONDO CON I FATTI "I miei rapporti con Grillo? Alle punzecchiature che ci sono state ho sempre risposto con i fatti": cosi' Federico Pizzarotti sul tema del suo rapporto difficile con il fondatore del Movimento 5 Stelle, al quale il sindaco di parma aderisce, nel corso di un'intervista pubblica rilasciata durante la kermesse "Panorama d'Italia". "Penso, peraltro, che molte di queste punzecchiature si debbano a informazioni mal riportate, come abbiamo capito da alcune motivazioni inesistenti che abbiamo sentito. Invece il rapporto con la base, con gli altri amministratori, e' buono: la nostra amministrazione e' vista come un punto di riferimento e confronto con cui condividere le competenze sviluppate e il rapporto e' proficuo per tutti". .

- Treia (Macerata), 28 giu. - Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, evidenzia che l'accordo in sede europea e' "una grande vittoria dell'Italia". "E' la vittoria - ha detto intervenendo alla due giorni della fondazione di Symbola, a Treia - dell'Europa che vuole cambiere direzione con la crescita e l'occupazione. Dopo aver conosciuto la stagione del rigore, ora punta allo sviluppo. Il merito - ha sottolineato Delrio - e' della Presidenza del Consiglio italiana". Su come sara' impostata la nuova politica dell'Unione, il sottosegretario ha precisato che "questo si vedra' nei prossimi mesi. Si tratta - ha rimarcato ancora il sottosegretario - di una grande vittoria del nostro Paese, che ha ritrovato credibilita' con le riforme fatte e forza grazie al voto delle ultime elezioni europee. Il Governo Renzi andra' avanti con le riforme, secondo il sottosegretario, per "eliminare alcune incrostazioni". Nel suo intervento, presente in sala il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, ha toccato l'argomento dei provvedimenti che riguardano gli enti camerali: "il momento del passaggio e' sempre traumatico, perche' qualcuno si sente giudicato, ma - ha spiegato Delrio - non e' cosi'. Non siamo convinti che le Camere di Commercio siano inutili; non siamo convinti che i corpi intermedi siano inutili, stiamo facendo un altro ragionamento, ovvero liberarci di alcune incrostazioni, di modi di fare classici, di ripensarci insieme. Non c'e arroganza in questo modo di fare - ha tenuto a precisare Delrio - ma ci sono i volti dei giovani disoccupati, delle imprese che aspettano risposte, di un Paese che deve ritrovarsi. Noi vogliamo attaccare con molta forza i privilegi, scommettere sulle intelligenze, sulle competenze delle persone, sulle comunita' locali. Vogliamo trasmettere l'idea di non piangerci addosso, ma di far rinascere una stagione creativa".

FASSINA, CONCLUSIONI VERTICE PREOCCUPANTI E INADEGUATE

"Nonostante l'impegno e la determinazione dell'Italia, le conclusioni del vertice di Bruxelles sono preoccupanti in quanto drammaticamente inadeguate alla gravita' della situazione dell'euro-zona". Cosi' su Facebook il deputato del Pd, Stefano Fassina, che sottolinea critico: "L'austerita' flessibile e' stata gia' pratica in questi anni. L'austerita' e' dovuta essere flessibile perche' non ha funzionato: gli obiettivi sono sempre stati mancati perche' l'austerita' distrugge l'economia reale". Secondo Fassina, quindi, "le conclusioni del vertice raccontano un miglioramento inesistente del quadro macro-economico: purtroppo, per l'euro-zona - prosegue - la prospettiva e' di deflazione e di ristrutturazione dei debiti pubblici. La Bce e' cosi' convinta della ripresa in corso che supera le resistenze della Bundesbank e avvia un allentamento monetario senza precedenti. Ma per la ripresa, la politica monetaria non basta. E' necessaria una radicale inversione di rotta di politica economica per sostenere domanda, investimenti pubblici, interventi contro la poverta', redistribuzione del tempo di lavoro. Qualche decimale di sperato allentamento di obiettivi di deficit comunque irrealistici non consente di frenare l'emorragia di lavoro e l'aumento del debito pubblico". .

- Milano, 28 giu. - Dopo la strigliata di ieri di Matteo Renzi alla minoranza del Pd, avvenuta nel corso della Confernza Stampa post Consiglio Europeo, arriva la risposta di Gianni Cuperlo: "Nessuno vuole mettere i bastoni tra le ruote, nessuno vuole rallentare o sabotare". L'esponente della sinistra del Pd così risponde alle affermazioni del premier Matteo Renzi. "Non so a cosa si riferisse ieri il presidente del consiglio - ha detto a Milano nel corso di una manifestazione di Sinistra Dem - ma sinceramente penso che in questi mesi noi tutti abbiamo avuto un atteggiamento di grande responsabilita' ". Cuperlo ha citato ad esempio quanto fatto in occasione della legge elettorale: "Alla Camera ho votato per tutti gli emendamenti indicati dal partito anche quando non ne condividevo la posizione, perche' io ritengo che quella legge abbia necessita' di alcuni correttivi e miglioramenti importanti, come la revisione delle soglie, un equilibrio effettivo di genere e il superamento delle liste bloccate". "Alla fine - conclude - abbiamo votato e consentito a quel treno di mettersi in movimento. Ora c'e' un trittico di riforme, quella del bicameralismo, la legge elettorale e il titolo V su cui bisogna arrivare in fondo. Questa volta il fallimento non sarebbe perdonato. Abbiamo preso l'impegno con gli elettori di fare le riforme, bisogna fare delle buone riforme e il Parlamento e' chiamato a un atto di grande responsabilita'". Il commento sulla giornata di ieri arriva anche dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, l'accordo in sede europea e' "una grande vittoria dell'Italia". "E' la vittoria - ha detto intervenendo alla due giorni della fondazione di Symbola, a Treia - dell'Europa che vuole cambiere direzione con la crescita e l'occupazione. Dopo aver conosciuto la stagione del rigore, ora punta allo sviluppo. Il merito - ha sottolineato Delrio - e' della Presidenza del Consiglio italiana". Su come sara' impostata la nuova politica dell'Unione, il sottosegretario ha precisato che "questo si vedra' nei prossimi mesi. Si tratta - ha rimarcato ancora il sottosegretario - di una grande vittoria del nostro Paese, che ha ritrovato credibilita' con le riforme fatte e forza grazie al voto delle ultime elezioni europee. .
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