Redazione

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- Roma, 2 lug. - L'Unione europea non e' una maestrina che prende a bacchettate gli alunni troppo discoli, ne' l'Italia ha intenzione di andare a Bruxelles a prendere lezioni o di presentarsi con il cappello in mano. Non usa mezzi toni Matteo Renzi illustrando le sue intenzioni nel secondo giorno si semestre italiano e da Porta a Porta avverte: ""Il tempo in cui andavamo" in Europa "a farci fare le lezioncine e' finito", "Penso che sia possibile fare gioco di squadra" in Ue. "Ho trovato - osserva - un clima di collaborazione da parte di tutti, anche dei neoeletti dei Cinque stelle. Noi finora abbiamo pensato che Bruxelles fosse il buon retiro di chi ha finito la carriera. Non e' cosi', ma dobbiamo farci sentire", sottolinea Renzi ripetendo che l'Italia "deve imparare a fare quello che fanno tutti" e cioe' a difendere l'interesse nazionale. Il premier spiega che "c'e' una grande volonta' che l'Italia faccia bella figura". "Mentre io parlavo il Senato votava le riforme. Noi le riforme le stiamo facendo e allora l'idea che ci sia una maestrina con la matita rossa e blu e che da' le bacchettate sulle mani, questo no". L'Italia viva il semestre con coraggio e orgoglio "E' fondamentale che l'Italia viva questo semestre di presidenza con coraggio e orgoglio" ha detto Renzi che ha poi assicurato che il Paese rispettera' le regole, ma ha pure ricordato che "l'ultima volta che l'Italia aveva presieduto il semestre europeo, la Germania sforo' le regole. Noi - ha ribadito - non foriamo niente ma non siamo nemmeno ad andare in Europa con il cappello in mano". .
- Strasburgo, 2 lug. - Nel giorno in cui prende il via il semestre di presidenza italiana in Europa, il fronte rigorista, con il Ppe in testa, sferra un attacco frontale al presidente del consiglio, con il premier olandese Mark Rutte in prima linea: la stabilita' non si tocca, e' il ragionamento di Rutte a un quotidiano. Anzi, l'Olanda assieme a Berlino e' riuscita a sventare il piano di Parigi e Roma per tornare alle politiche di indebitamento. Parole che rimettono in discussione l'accordo politico sull'elezione di Jean Claude Juncker alla presidenza della Commissione. La reazione di Renzi tarda ad arrivare. Appena giunto a Strasburgo, il presidente del consiglio punta tutto sulle parole chiave del futuro, del coraggio, dell'orgoglio e della semplicita', intesa come semplificazione dei processi decisionali europei. Ci pensa allora l'Europarlamentare tedesco del Ppe, Manfred Weber, a spiegare: "I debiti non creano il futuro, lo distruggono. e di tempo per le riforme ne abbiamo gia' dato troppo". Parole che sortiscono l'effetto di un pugno nello stomaco al presidente Renzi che, nella replica, scandisce: "Non prendiamo lezioni da chi, proprio in questa aula, ha ottenuto non la flessibilita', ma lo sforamento del tetto" fissato nel patto di stabilita'. "L'Italia non teme i giudizi", ha avvertito Renzi, "ma i pregiudizi". Stando cosi' le cose, ritorna in forse l'accordo su Juncker al Consiglio Europeo. Accordo raggiunto nell'ultima assise dei capi di stato e di governo, meno di una settimana fa. In quell'occasione, Renzi era stato chiaro: non avrebbe sostenuto Juncker se nell'accordo non fosse stato inserita la formula sulla flessibilita' nell'applicazione dei parametri del patto per i paesi impegnati nelle riforme. E non appare nemmeno casuale che, durante il suo discorso (a braccio) Renzi si sia preso alcuni minuti degli scarsi 20 per elogiare la Gran Bretagna senza la quale "non ci sarebbe Europa". Riferimento alle minacce reiterate di Cameron su un'uscita del Regno Unito dall'Ue proprio legata all'elezione di Juncker. .
- Roma, 2 lug. - "Tutto e' sempre possibile in Aula". E' la risposta ai giornalisti del ministro Maria Elena Boschi, di fronte all'ipotesi di modifiche all'articolo sulle immunita' dei nuovi senatori approvato in Commissione affari costituzionali in modo da lasciare intatto l'attuale art.68 della Costituzione. "Con i relatori ragioniamo sempre di tutto", ha aggiunto Boschi. Il Senato esercita con la Camera la funzione legislativa per le leggi di revisione costituzionale e per le altre leggi costituzionali, per le altre leggi costituzionali, prevede l'emendamento dei relatori approvato dalla commissione. Ma anche per le leggi di attuazione delle disposizioni della Costituzione in materia di referendum popolare, per le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati che riguardano l'appartenenza dell'Italia all'Ue, per le leggi che attuano l'art.117, secondo comma lettera P (legge elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di comuni, province e citta' metropolitane), per la legge di cui all'art.122 della nostra Carta che riguarda il sistema di elezione, il numero e i casi di ineleggibilita' e incompatibilita' del presidente e degli altri componenti della giunta elettorale, nonche' dei consiglieri regionali. Solo la Camera vota le altre leggi ordinarie che il senato puo' proporre di modificare, ma sulle quali la parola definitiva resta alla camera politica. Per i disegni di legge che riguardano le materie previste nel Titolo V della Costituzione, ora regolate da una legislazione concorrente fra Stato e Regioni, il nuovo senato che rappresenta le istituzioni territoriali,'ha piu' voce in capitolo': la Camera dei deputati puo' non conformarsi alle modifiche proposte dal senato solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei suoi componenti. I disegni di legge che riguardano il bilancio sono approvate dalla Camera dei deputati. Il senato li esamina e puo' deliberare proposte di modifica entro 15 giorni dalla data di trasmissione, deliberando a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Il senato puo' svolgere attivita' conoscitive e formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati. .
- Strasburgo, 2 lug. - Per parlare di Europa, di quella che e' e soprattutto di quella che sara', Matteo Renzi attinge a piene mani all'Odissea e, agli euro parlamentari riuniti per la sessione plenaria, spiega che, se il Vecchio Continente e' rappresentabile come uno stanco Anchise (il padre che Enea trasse in salvo portandolo sulle proprie spalle) che grava sugli Stati membri, "c'e' anche una generazione nuova che ha il dovere di riscoprirsi Telemaco, di meritare l'eredita'" dei padri dell'Europa. "Io non ero nemmeno maggiorenne quando c'e' stata Maastricht", ha aggiunto il premier: "Noi non vediamo il frutto dei nostri padri come un dono dato per sempre, ma una conquista da rinnovare ogni giorno". .
- Strasburgo, 2 lug. - "Questo e' un grande Paese che ha dalla sua parte non solo la storia ma il futuro e se qualcuno pensa di venire qui a dare lezioni, ha sbagliato posto". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi rivolgendosi a Manfred Weber, capogruppo Ppe a Strasburgo. .
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