Redazione

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- Roma, 12 giu. - "Pizzarotti risponda nel merito. Perche' non ha indetto referendum per stabilire se Parma preferisce le penali o l'inceneritore come promesso?". Cosi' su twitter Beppe Grillo torna ad attaccare il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. .
- Roma, 12 giu. - M5S certifica l'alleanza con l'Ukip di Farage in Europa. Il referendum sul blog di Grillo ha infatti decretato la vittoria di Farage. I votanti sono stati 29.584: per il gruppo EFD di Farage hanno votato 23.121, per l'Ecr 2.930, per i 'Non iscritti' 3.533. "Di quale gruppo politico europeo dovra' far parte il M5S? Sono aperte le votazioni" scriveva stamane Beppe Grillo su Facebook. Ma le opzioni di voto erano solo tre: EFD (Europa per la Liberta' e la Democrazia, gruppo a cui aderisce Farage), ECR (Conservatori e Riformisti Europei) e raggruppamento dei Non Iscritti. Mancano i Verdi nonostante l'apertura di ieri. Un post scriptum precisava che "nel caso la soluzione piu' votata non sia praticabile, sara' perseguita la successiva piu' votata". La decisione di non mettere l'opzione Verdi sul blog di Grillo aveva creato malumore e scompiglio nel Movimento 5 stelle. Soprattutto perche' nessuno dei parlamentari era informato, neanche i 17 che si trovano al Parlamento europeo e che fino a ieri confermavano che oggi gli iscritti 5 stelle avrebbero potuto votare anche per i Verdi, oltre a Farage e agli euroscettici mdorati dell'Ecr. E invece, la scelta - a sorpresa - e' tra questi ultimi due gruppi e poi, terza opzione, il 'raggruppamento dei non iscritti' che pero' nel Parlamento europeo significa essere di fatto irrilevanti. I 5 stelle reagiscono parlando con i cronisti o affidando ai social la loro delusione: molti annunciano che non voteranno. Tra questi la deputata dissidente Paola Pinna che su twitter dice che tra "destra populista, destra conservatrice e il nulla, anche l'astensione ha valore di voto". Secondo quanto si apprende anche i critici Aris Prodani e Tommaso Curro' non parteciperanno alla votazione, mentre altri dissidenti come Tancredi Turco e Walter Rizzetto ci stanno pensando su. Per tutti i cosiddetti dissidenti, in ogni caso, la modalita' del voto online con l'esclusione dei Verdi e' "una presa in giro". I fedelissimi, invece, difendono la scelta di escludere i Verdi e dicono senza esitazione che voteranno per Farage. La senatrice 5 stelle Paola Taverna non ha dubbi: "Votero' per Farage". Stessa scelta per i deputati Manlio Di Stefano e per il senatore Alberto Airola che assicura: "Farage non intacchera' la nostra identita' politica". E sull'esclusione dei Verdi, la spiegazione degli integralisti e' questa: "Era come voler fare un matrimonio con chi non sapeva se sposare te o qualcun altro.. I Verdi erano spaccati. E' stato giusto escluderli in questa fase finale" dice Airola, anche perche' "dai Verdi c'e' stato un balletto scandaloso". Piu' tranchant Di Stefano: "E' giusto perche' ci hanno schifato fino a ieri". Anche Angelo Tofalo, altro fedelissimo alla linea del Movimento, sostiene che "da parte dei Verdi non c'e' stata alcuna trattativa ufficiale, nessuna risposta ufficiale. Se poi era l'opzione piu' votata e loro ci rispondevamo picche, che facevamo? Restavamo noi con il cerino in mano...". La collega alla Camera Maria Edera Spadoni e' piu' prudente: "Non ho ancora votato, e' un dilemma... Non so ancora. Comunque, non avrei votato per i Verdi che hanno ancora un'idea di mantenimento di questa Europa". Ma a esprimere perplessita' sull'assenza dei Verdi tra i gruppi politici a cui M5S puo' aderire nel Parlamento europeo, sono anche a sorpresa deputati sempre allineati come Stefano Vignaroli, 'anima' ambientalista di M5S, che su Facebook ha detto di essere "indeciso" e che forse votera' "di non iscriversi perche' trovo le altre opzioni scarsamente pluralistiche". Oppure il collega siciliano Francesco D'Uva che, anche lui nero su bianco su Fb, lamenta: "E' vero che i Verdi non hanno tutta questa voglia di accoglierci, e' vero che stanno facendo lo stesso giochetto che fece Bersani piu' di un anno fa, ovvero fingere un'apertura e poi dare la colpa a noi, ma non prenderli nemmeno in considerazione nella votazione non ha alcun senso, soprattutto se, come indicato nel post scriptum, "nel caso la soluzione piu' votata non sia praticabile, sara' perseguita la successiva piu' votata". .
- Roma, 12 giu. - Per la legge anticorruzione c'è l'impegno anche del Movimento 5 Stelle. Dopo circa un'ora di colloquio con il ministro della Giustizia Andrea Orlando i parlamentari pentastellati hanno assicurato il proprio impegno a votare entro il 30 giugno una legge anticorruzione. "Abbiamo offerto al governo Renzi - ha spiegato il senatore Michele Giarrusso - di approvare entro il 30 giugno, nei due rami del parlamento, una norma anticorruzione efficace. L'esame della legge e' previsto al Senato per il 24 giugno ma puo' essere anticipato anche di una settimana e successivamente la si approverebbe in tempi rapidi alla Camera". Lo ribadisce anche il capogruppo alla Camera, Giuseppe Brescia: "Oggi abbiamo detto al ministro che siamo pronti a dare immediatamente una risposta chiara, netta e veloce in tema di corruzione votando il provvedimento in Senato. Chiediamo al governo di non fare un proprio disegno di legge che potrebbe rallentare la procedura visto che invece possiamo approvare una legge entro giugno in maniera rapida".
- Roma, 12 giu. - Non si chiude senza strascichi la vicenda della sostituzione di Chiti e Corradino Mineo in commissione Affari costituzionali. Tredici senatori si autosospendono dal gruppo Pd. Lo annuncia in Aula Paolo Corsini. "E' stupefacente che Corradino Mineo parli di epurazione - replica Matteo renzi - Il partito non e' un taxi che si prende per farsi eleggere", ha detto ai suoi di rientro in Italia dal Kazakistan, dove ha incontrato il presidente Nursultan Nazarbayev. Il Pd, ha aggiunto Renzi, "e' davanti a un bivio. Non ho preso il 41% per lasciare il futuro del Paese a Mineo". Fra i firmatari anche Felice Casson, con Vanino Chiti e lo stesso Mineo. "La rimozione dei senatori Chiti e Mineo decisa ieri dalla presidenza del gruppo rappresenta "un'epurazione delle idee considerate non ortodosse" sulla legge piu' importante, quella costituzionale, ha detto Corsini leggendo un documento messo a punto. "Si tratta di una palese violazione dell'articolo 67 della Carta", ha aggiunto. "La rimozione dei senatori Chiti e Mineo dalla Comissione Affari Costituzionali decisa ieri dalla presidenza del gruppo rappresenta di fatto una epurazione delle idee considerate non ortodosse dal processo di formazione della piu' importante delle leggi, la riforma costituzionale", ha detto testualamnte il senatore Corsini. "Nella sostanza si tratta di una violazione dell' art.67 della Carta. Un parlamento meno libero non aumenta la liberta' dei cittadini. Chiediamo dunque alla presidenza del gruppo il necessario e urgente chiarimento prima dell'assemblea di martedi' 17 giugno. Nel frattempo i sottoscritti senatori si autosospendano dal gruppo parlamentare". I senatori in questione sono: Casson, Chieti, Corsini, D'Adda, Dirindin, Gatti, Lo Giudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti e Tocci. E' 'MARETTA' IN GRUPPO PD SENATO = E' 'maretta' nel gruppo Pd del Senato, dopo l'autosospensione di tredici senatori per la sostituzione di Corradino Mineo e Vannino Chiti dalla commissione Affari Costituzionali del Senato. 'Renzi non e' mai venuto a parlare con i 20 che hanno firmato il ddl Chiti, in maniera approfondita', si osserva nella minoranza del Pd, e si sottolinea: 'tratta con Berlusconi e non si confronta con il suo partito'. E ancora: 'non si puo' dire o si fa come dico o tutti a casa'. 'Renzi e' arrivato addirittura a dire che lo facciamo per soldi, per tenere l'indennita' dei senatori - attacca un altro parlamentare - Ma posso rispondere come successe fra Cacciari e Craxi quando gli propose di prendere la tessera del Psi: grazie sono gia' benestante di mio'. 'Non stiamo parlando affatto di democrazia' e' l'affondo della maggioranza del partito, dove c'e' chi non nasconde 'l'incazzatura'. Mai parlato in maniera approfondita di riforme? 'Ma se abbiamo fatto 9 assemblee , in due e' venuto Matteo Renzi e in un'altra la Boschi', e' la replica. 'La commissione Affari costituzionali non e' una proprieta' In commissione si rappresenta la posizione del gruppo che ti ha designato, se non sei d'accordo con la maggioranza te ne vai', considera un altro parlamentare ancora. 'Certo che fare un gesto plateale come quello di oggi, con l'applauso dei grillini... Mi auguro ci si faccia un esame di coscienza', osserva un democratico e c'e' chi gli fa eco: 'ma che fanno? Vogliono dare maggior peso a Berlusconi sulle riforme?'. E c'e' chi aggiunge: 'non e' che se non si e' d'accordo su una cosa si fa saltare tutto'. E' come se 'Totti in disaccordo con l'allenatore, dicesse allora io faccio come mi pare, anzi gioco nel ruolo del portiere'. Ma tant'e' sabato ci sara' l'assemblea nazionale del partito, dove con ogni probabilita' Renzi trattera' il tema delle Riforme, che e' un cavallo di battaglia del segretario - premier, ma non sara' quella la sede per il confronto con la minoranza autosospesa. Bisognera' aspettare martedi' la riunione del gruppo di Palazzo Madama. BOSCHI, RIFORME NON SI FERMANO PER 10 SENATORI "Le riforme non si fermano se 10 senatori la pensano diversamente" cosi' il ministro Maria Elena Boschi. "Credo sia serio portare avanti questa riforma. Un processo che - ha sostenuto il ministro - ha forza in se. Una forza che deriva dal consenso dei cittadini che ha dato il 41% al Pd", sottolinea. E ancora: "si va avanti abbiamo avuto un ampio modo per confrontarci. C'e' stato un dibattito approfondito che nasce dalle primarie e che e' stato portato avanti nella direzione, nella segreteria e nei gruppi". I 13 senatori autosospesi avranno la mani libere di non votare la riforma? "Credo che lo possano fare da punto di vista 'legale'. Ma credo che eventualmente cio' non sarebbe particolarmente corretto verso i cittadini che li hanno eletti con il Pd". "Nessuno ha chiesto loro di autosospendersi. Ora sta a loro decidere se far parte del processo di riforme o fare una scelta diversa". .
- Roma, giu. - Sulla lotta corruzione si acceleri enel giro di due settimane il parlamento dia una risposta. E' la richiesta che M5S avanza al guardasigilli, Andrea Orlando. Lo fa con una lettera a firma ddei due capigruppo di Senato e Camera, Maurizio Buccarella e Giuseppe Brescia. E oggi, secondo quanto si apprende, alle 14, e' previsto un incontro con il ministro della Giustizia. "Abbiamo ora la possibilita' di trasformare le parole in fatti con una controffensiva senza precedenti all'illegalita' - scrivono al ministro - noi siamo pronti a farlo, le nostre proposte sono gia' depositate e quindi chiediamo un confronto sui contenuti e, nel gioro di due settimane il parlamento deve dare una risposta di legalita' ai cittadini". Il timore e' che l'annunciato disegno di legge del governo che ha, di fatto, avuto come conseguenza lo slittamento dell'esame d'Aula di palazzo Madama dal 10 al 24 giugno del testo messo a punto in parlamento, allunghi ancora i tempi. Mentre sulla lotta alla corruzione ci sono gia' proposte valide. Non solo. Su questo importante fronte M5S, che ha gia' presentato un proprio pacchetto, ritiene condivisibili anche alcune proposte gia' depositate dai democratici che, dunque, potrebbe votare. "I Cittadini italiani hanno bisogno di sapere - si legge ancora nella lettera che prende lo spunto dai 'gravissimi' fatti di corruzione emersi in queste settimane - che i fondi pubblici non vadano a finire nelle tasche di ladri e faccendieri. Il Movimento Cinquestelle ha gia' depositato in parlamento un pacchetto anticorruzione sin da giugno 2013 ed e' anche riuscito ad ottenere un'accelerazione della discussione. Purtroppo, l'annuncio del disegno di legge del governo ha bloccato la discussione al senato e rischia di compromettere il raggiungimento immediato di un risultato ottenibile subito e non piu' rinviabile". Al ministro chiedono dunque un incontro. "Il Movimento Cinquestelle vuole portare all'attenzione del governo un pacchetto anticorruzione fatto di norme chiare, dure ed efficaci su cui e' fondamentale confrontarsi". Per M5S sono "imprescindibili il falso in bilancio, l'autoriciclaggio e il riciclaggio, l'inasprimento delle pene per i reati contro la P.A., la riforma della prescrizione, l'inasprimento delle pene per i reati finanziari e societari, il conflitto di interessi. "La lotta alla corruzione, che vuol dire lotta per l'onesta', la legalita', la trasparenza e' la migliore occasione per dimostralo. Occorre ridare al parlamento la possibilita' di affrontare velocemente l'emergenza. Noi ci siamo". .
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