Redazione

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"Ci viene chiesto un sacrificio e noi il sacrificio lo rispetteremo non perche' condividiamo le ragioni, ma perche' il momento lo richiede. Kamsin Per ora si fanno supposizioni, vorremmo vedere i testi. Ma le parole del ministro Madia non ci tranquillizzano". E' quanto ha affermato il segretario generale della Cgil Susanna Camusso a Otto e mezzo, su La7. "L'idea che ci siamo fatti e' che vogliano avere un controllo sulla P.A - ha aggiunto - con un maggior controllo legislativo e politico". 

Intanto nella giornata odierna il presidente della Confesercenti Marco Venturi ha attaccato il governo sul pasticcio della Tasi. "E' un'imposta mal gestita, che rischia di rivelarsi una vera e propria batosta, soprattutto per le imprese". Anche per l'inasprimento del fisco e la crisi economica hanno spento, nei primi 5 mesi dell'anno 53.037 imprese, con un saldo negativo di 20.807 unità. Confesercenti però sottolinea gli sforzi del governo per cambiare passo, dal bonus fiscale al taglio dell'Irap fino al Dl lavoro.

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti ha annunciato la volontà di istituire un'agenzia unica per le ispezioni riferite a tutte le problematiche delle imprese, dalle norme lavoristiche a quelle su salute e sicurezza, di Inps, Inail, Asl e fisco: "Lo proporremo al Parlamento, è una grande operazione di semplificazione, efficienza e risparmio".

Zedde

 

- Roma, 17 giu. - "La nostalgia non e' categoria della politica: chi vivesse di nostalgia non avrebbe spazio nella politica di oggi". Il premier Renzi, all'inaugurazione di Pitti immagine uomo, incalza cosi' chi critica il cambiamento e le riforme. Le parole del presidente del Consiglio, forse indirizzate anche a frange del suo partito, precedono di un'ora la decisione dei 14 senatori del Pd di cessare l'autosospensione dal gruppo annunciata dopo la sostituzione in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama dei colleghi di partito Corradino Mineo e di Vannino Chiti. "Un'ottima notizia", commenta la presidente della commissione, Anna Finocchiaro, ma il caso non e' ancora chiuso e in una nota congiunta i 14 senatori Pd mettono in chiaro alcuni punti ed esprimono alcune riserve: "Continueremo a sostenere i nostri emendamenti al testo base del Governo che, peraltro, le trattative in corso o in fieri con Lega, Forza Italia e M5s potrebbero ulteriormente modificare".

I 14 accolgono comunque con soddisfazione le dichiarazioni del presidente del Gruppo Pd, Luigi Zanda, in particolare quando afferma che coloro che difendono l'articolo 67 della Costituzione (Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato) "non vengono considerati 'frenatori delle riforme' o 'ricattatori della maggioranza', ma colleghi impegnati in una legittima battaglia politica". "Nessuna resa - conferma Mineo - . Con Vannino Chiti una battaglia in difesa della Costituzione che continuera' nelle forme e con gli alleati disponibili". Sullo sfondo resta il coinvolgimento del Movimento 5 stelle. FI apre al confronto. "Non abbiamo alcun problema che si allarghi il tavolo delle riforme. Anzi, questo dimostra che avevamo visto giusto nel partecipare con Renzi al 'patto del Nazareno'", afferma il presidente dei deputarti di Forza Italia, Renato Brunetta.

"E proprio per questo - aggiunge - rilanciamo sull'elezione diretta del presidente della Repubblica". Un'occasione di riflessione ad ampio raggio e' stata sicuramente offerta dalla colazione di lavoro al Quirinale tra Napolitano e Renzi, accompagnato da una delegazione di ministri. Un appuntamento che tradizionalmente precede i Consigli europei e che cade a ridosso del semestre di presidenza. Sulle funzioni del nuovo Senato, dice infine il sottosegretario Luciano Pizzetti a proposito delle riforme costituzionali all'esame del Senato "sono stati fatti passi avanti significativi. Mi pare sia stato fatto un buon lavoro". Quanto al titolo V nella proposta dei relatori "l'articolo 117 della Costituzione e' leggermente rimodulato per quanto riguarda le funzioni. C'e' maggiore disponibilita' verso le regioni, per funzioni e materie, facendo perno sul fatto che allo Stato restano le competenze".

- Roma, 17 giu. - "La nostalgia non e' categoria della politica: chi vivesse di nostalgia non avrebbe spazio nella politica di oggi". Il premier Renzi, all'inaugurazione di Pitti immagine uomo, incalza cosi' chi critica il cambiamento e le riforme. Le parole del presidente del Consiglio, forse indirizzate anche a frange del suo partito, precedono di un'ora la decisione dei 14 senatori del Pd di cessare l'autosospensione dal gruppo annunciata dopo la sostituzione in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama dei colleghi di partito Corradino Mineo e di Vannino Chiti.

"Un'ottima notizia", commenta la presidente della commissione, Anna Finocchiaro, ma il caso non e' ancora chiuso e in una nota congiunta i 14 senatori Pd mettono in chiaro alcuni punti ed esprimono alcune riserve: "Continueremo a sostenere i nostri emendamenti al testo base del Governo che, peraltro, le trattative in corso o in fieri con Lega, Forza Italia e M5s potrebbero ulteriormente modificare". I 14 accolgono comunque con soddisfazione le dichiarazioni del presidente del Gruppo Pd, Luigi Zanda, in particolare quando afferma che coloro che difendono l'articolo 67 della Costituzione (Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato) "non vengono considerati 'frenatori delle riforme' o 'ricattatori della maggioranza', ma colleghi impegnati in una legittima battaglia politica".

Sullo sfondo resta il coinvolgimento del Movimento 5 stelle. FI apre al confronto. "Non abbiamo alcun problema che si allarghi il tavolo delle riforme. Anzi, questo dimostra che avevamo visto giusto nel partecipare con Renzi al 'patto del Nazareno'", afferma il presidente dei deputarti di Forza Italia, Renato Brunetta. "E proprio per questo - aggiunge - rilanciamo sull'elezione diretta del presidente della Repubblica". Un'occasione di riflessione ad ampio raggio sara' sicuramente offerta dalla colazione di lavoro al Quirinale tra Napolitano e Renzi, accompagnato da una delegazione di ministri. Un appuntamento che tradizionalmente precede i Consigli europei e che cade a ridosso del semestre di presidenza. .

- Firenze, 17 giu. - Dopo le decisioni della Bce "al sistema bancario italiano diciamo che non ci sono piu' alibi per non dare credito alle imprese, chiediamo agli istituti di credito di far girare i denari. Se e' vero che non c'e' stato credit crunch, e' vero che c'e' stata una contrazione incredibile. Guai a chi crede che ci siano ancora alibi". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervenendo all'inaugurazione di Pitti immagine Uomo a Palazzo Vecchio. Il presidente del consiglio torna sulla polemica Mose ed Expo. "Giusto fare pulizia sul Mose e nell'Expo, sradicando il malaffare. Pero' l'Expo e' visto e va visto come una gigantesca chance per l'Italia". "Raccontiamo sempre che in Italia va tutto male - ha aggiunto Renzi - siamo i peggiori direttori commerciali di noi stessi. Dobbiamo raccontare un'Italia diversa e cio' puo' succedere con l'Expo". "Noi abbiamo il bisogno, la necessita' vorrei dire l'urgenza di intervenire immediatamente". Renzi ha spiegato che "piu' in generale, penso alle grandi opere infrastrutturali viarie, penso alla Tav, che e' ancora da completare nel tratto fra Milano e Venezia e fra Napoli e Bari". .
- Roma, 16 giu. - "Prima ero come un appestato, adesso tutti vogliono le riforme". Matteo Renzi incassa la disponibilita' al dialogo di Lega e M5S sulle riforme, ma non infierisce: "Adesso sono tutti favorevoli a fare le riforme. Le facciamo perche' pensiamo che l'Italia abbia tutte le condizioni per farcela e questa e' la settimana in cui si decide", dice al termine di una giornata cominciata con un faccia a faccia con il Capo dello Stato e continuata all'assemblea degli industriali di Vicenza e Verona, ma con un orecchio a quanto accadeva nei palazzi della Capitale, dove i Cinque Stelle, oltre a chiedere un confronto, avanzavano le prime proposte sulla legge elettorale e il capogruppo dei senatori dem, Luigi Zanda, teneva il punto con i 14 dissidenti autosospesi dopo la sostituzione di Corradino Mineo in Affari Costituzionali. Con il Capo dello Stato, Renzi ha convenuto sull'opportunita' di un "coinvolgimento del piu' ampio arco delle forze politiche in vista della conclusione dell'iter" delle riforme al Senato. Il contatto e' stato stabilito, le proposte sono gia' sul tavolo: fra Matteo Renzi e Beppe Grillo, salve ripensamenti che avrebbero del clamoroso, non resta che fissare una data. E stando a quanto sottolineano fonti parlamentari, gia' in settimana potrebbe esserci la fumata bianca. Perche' il presidente del consiglio non ha intenzione di aspettare oltre: se c'e' la possibilita' di sbloccare l'iter della riforma elettorale e bene giocarsela fin tanto che si e' in vantaggio. E il vantaggio accumulato da Renzi fino a questo momento e' enorme, non solo in termini elettorali. Al 40 per cento conquistato alle Europee, infatti, si aggiunge la nuova propensione al dialogo registrata nei Cinque Stelle e nella Lega. Renzi, conversando con i suoi, continua a dirsi anche sicuro che Silvio Berlusconi si guardera' bene dal far saltare il tavolo rischiando di vedere Forza Italia ancora piu' isolata. Un vantaggio certificato anche dalle parole - poche - concesse oggi da Grillo che, su facebook, assicura: "Noi facciamo sul serio" e linka la pagina del blog in cui e' ospitata la lettera aperta dei gruppi parlamentari Cinque Stelle in cui si chiede l'incontro al presidente del consiglio e si aggiunge la proposta di legge ribattezzata "Democratellum". In conferenza stampa e' il rappresentante "istituzionale" dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio a spiegarne i contenuti: si tratta di un proporzionale corretto, soglia di sbarramento al 5 per cento e premio di maggioranza che scatta con il 40 per cento dei voti. Un doppia scheda elettorale consente il voto disgiunto e la possibilita' di cancellare il nome del candidato considerato "non degno". Quello che si apre, a sentire i Cinque Stelle, e' un nuovo corso dell'esperienza parlamentare del Movimento: scottati dall'acquisita legittimazione popolare di renzi e del suo governo, i Cinque Stelle hanno deciso di "essere piu' propositivi", come dice il capogruppo alla Camera Giuseppe Brescia. "Il tentativo di fare cadere il governo Renzi e' fallito", rileva Di Maio: "La vita della legislatura si configura piu' lunga e la nostra vuole essere una risposta con i fatti alle elezioni europee". .
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