Redazione

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- Roma, 29 giu. - Riforme alla vigilia di una settimana decisiva per il primo necessario passaggio in Parlamento. Gia' da domani mattina, nella Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, i commissari inzieranno a votare gli emendamenti, proposti dalle forze politiche, al testo. Ma nonostante il countdown per l'approvazione, sul tavolo restano i nodi dell'elezione del nuovo Senato e dell'immunita' parlamentare e sono in molti a dare per scontato il fatto che l'approdo in Aula possa slittare rispetto alla prevista data del tre luglio. Anche se, la presidente della Commissione, Anna Finocchiaro, ha ribadito la sua intenzione di fare tutto il possibile perche' si rispettino i tempi indicati.

Cresce la fronda per il Senato elettivo

Il premier Matteo Renzi, sulle riforme, e' tornato a parlare anche da Bruxelles: non sono un optional e serve un cambio di passo per impremere velocita', ha detto, definendo poi ieri "settimana chiave" quella che prendera' il via da domani. Forza Italia, per parte sua, fa sapere che il patto del Nazareno regge. Ma i mal di pancia e le riserve non mancano nel partito del Cavaliere e giovedi' e' stata annunciata un'assemblea dei gruppi di Senato e Camera con Silvio Berlusconi. Nonostante l'apertura fatta a Renzi in streaming affinche' si giunga ad un tavolo per le Riforme, a Palazzo Madama i 5 stelle contestano alcuni snodi ritenuti essenziali dal Governo, come l'elezione indiretta dei nuovi senatori e chiedono di cancellare l'immunita' Dentro la maggioranza, alcuni senatori del Pd si sono 'sfilati' dalle indicazioni del partito e anche l'Ncd di Alfano ha presentato una modifica al ddl che introduce l'elezione diretta del Senato. Renzi intanto annuncia che incontrera', in settimanna, Fi e Movimento 5 Stelle, oltre che i suoi parlamentari. Anche se resta ancora da decidere quando.

- Roma, 29 giu. - Silvio Berlusconi sposa a sorpresa la causa gay. "Quella per i diritti civili degli omosessuali e' una battaglia che in un paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti" dice il leader di Forza Italia. "Da liberale, ritengo che attraverso un confronto ampio e approfondito si possa raggiungere un traguardo ragionevole di giustizia e di civilta'". .
- Roma, 29 giu. - "Mark Twain scriveva che 'il giornalista e' colui che distingue il vero dal falso... e pubblica il falso'. I media italiani si impegnano quotidianamente a confermarlo e il racconto dell'ultimo Consiglio europeo ne e' l'ultima dimostrazione". Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo che torna cosi' ad attaccare i giornali che "per ora preferiscono portare in trionfo solamente le dichiarazioni di Renzi" e attacca il presidente del Consiglio che - sostiene il leader M5S - a Bruxelles ha avuto una "prima gravissima sconfitta". Nel post, dal titolo 'Juncker, dove passa lui non non cresce piu' l'erba e neppure l'Europa', continua: "Gianluca Luzi su Repubblica arriva ad indicare Renzi come uno dei due 'protagonisti' della vita europea con Angela Merkel. Sulla Stampa leggiamo: "Sull'agenda, l'Italia di Matteo Renzi porta a casa un buon pacchetto: l'accordo ad aiutare gli stati impegnati nelle riforme assume maggiore 'solennita' e diventa 'vincolante' per poter ottenere maggiore flessibilita'". Quello che percepisce il lettore e' che le prossime decisioni di Bruxelles passeranno ora anche da Roma e l'ignaro alla ricerca di 'informazione' credera' che 'anche l'Europa sta cambiando verso grazie al nostro Renzi-Roosevelt'. Nulla di piu' lontano dalla realta' - sottolinea - ma viviamo in tempi orwelliani si sa". "Il vertice europeo - sostiene Grillo nel post - ha preso la decisione di nominare Jean-Claude Juncker alla presidenza della prossima Commissione e ha adottato un documento programmatico su linee guida molto vaghe per i prossimi cinque anni. Ma di cosa parla questo documento, a cui e' legato il famigerato nome del presidente del Consiglio europeo uscente, noto come Agenda Van Rompuy? "Fare il miglior uso della flessibilita' gia' contenuta nelle regole esistenti del Patto di Stabilita' e crescita". Gli stati dichiarano poi: "Rispettiamo il Patto di Stabilita' e crescita, tutte le nostre economie devono continuare a perseguire le riforme strutturali". Parole. Ma del resto erano stati chiari, prima di quel vertice, i diktat di Angela Merkel al Bundestag - "le regole fiscali all'interno dell'Unione Europea offrono ringhiere di protezione e limiti, da un lato, e diversi strumenti che permettono flessibilita' dall'altro. Dobbiamo usare entrambi come abbiamo fatto in passato" - e di Wolfgang Schauble, che ha rigettato categoricamente una "reinterpretazione" del patto di Stabilita' e di crescita, affermando come "piu' debiti porta solo ad un acuirsi dei problemi e non alla loro soluzione"". "In pochissimi - prosegue - hanno scritto poi come la proposta di Padoan alla Commissione di rinviare il pareggio di bilancio di un anno e' stata respinta al mittente e addirittura i capi di governo, incluso il nostro, hanno approvato un documento ufficiale che raccomanda all'Italia il pareggio gia' nel 2015. Sara', in poche parole, un autunno di tagli, lacrime e sangue per mantenere gli impegni presi". "Chissa' - scrive ancora Grillo - se i giornali cambieranno poi atteggiamento. Per ora preferiscono portare in trionfo solamente le dichiarazioni di Renzi: "Ho votato Juncker perche' il suo nome era legato a un documento, a un accordo politico ben preciso focalizzato sulla crescita e la flessibilita'. Abbiamo deciso prima che cosa deve fare l'Europa nei prossimi cinque anni e poi chi la guidera'". E ancora: "per la prima volta il focus e' sulla crescita e sulla flessibilita'. Insistere sulla crescita e' una svolta per l'Europa. E in quel documento c'e' l'idea che parlare di crescita non e' un optional ma un elemento costitutivo dell'Ue". E' incredibile come queste dichiarazioni del premier italiano coincidano con quest'altre, di cui non vi sveliamo subito l'autore. "La crescita non dev'essere solo una parola. Voglio ridiscutere il patto fiscale. Tutte le opzioni devono essere sul tavolo ai prossimi incontri europei, compresi gli investimenti e gli eurobond. Si dovra' trovare la forma legale per aggiungere gli aspetti sulla crescita a quelli sul rigore, una formula che apre la porta a un compromesso in cui le regole di bilancio non vengono ridefinite, ma ad esse si possa aggiungere un'appendice con le misure per la crescita condivise". Era il maggio 2012 e Francois Hollande incontrava per la prima volta Angela Merkel come neo presidente della Francia alla guida di una "rivoluzione culturale per la crescita". La storia la conosciamo e la germanificazione dell'Europa e' a un livello per cui la leadership di Angela e' ancora meno scalfibile oggi". "A cosa serve tutto questo inutile e vuoto frastuono mediatico su crescita e flessibilita'? A nascondere - attacca - la prima gravissima sconfitta di Renzi: vi avevano detto - rivolto a quel 41% di elettori che si sono recati alle urne il 25 maggio - che il voto al Pd sarebbe stato un voto a Schulz e invece e' servito a nominare alla guida della Commissione europea Jean Claude Juncker, per 18 anni primo ministro di un paradiso fiscale, il Lussemburgo, l'uomo scelto da Angela Merkel nel PPE come suo fidato colonnello, nonche' uno dei responsabili principali delle politiche criminali scelte nella gestione della crisi della zona euro come presidente dell'Eurogruppo (fino al gennaio 2013). Il voto al Pd, in poche parole, e' stato un voto alle peggiori politiche neo-liberiste che si incarnano alla perfezione nella figura di Juncker. Adesso l'indicazione dell'ex premier lussemburghese sara' sancita dal Parlamento europeo nella seduta plenaria di meta' luglio. Servira' un voto a maggioranza assoluta e anche in quell'occasione, come avviene in diversi paesi, popolari e socialisti dovranno votare insieme. Ma non avranno nessuna difficolta' a mercificare le cariche da spartirsi, e' il lavoro che gli riesce meglio. Per chi non avesse ben chiaro chi sara' a decidere dopo Barroso il livello di disoccupazione, i diritti sociali da negare e le privatizzazioni selvagge da imporre a milioni di greci, spagnoli, portoghesi, italiani... vi segnaliamo come Juncker, alla guida del Lussemburgo per 18 anni - ha sfiorato il classico ventennio dittatoriale - fu costretto alle dimissioni nel 2013 per il rapporto di una commissione parlamentare in cui fu presentato il quadro di una "struttura di polizia segreta", che aveva compiuto migliaia di intercettazioni illegali, organizzato missioni fuori dal suo mandato, spiato politici, acquistato automobili per uso privato con denaro pubblico e accettato soldi in cambio di favori. Un curriculum che deve avere convinto subito il Pd di Renzi. Ma Juncker e' noto anche per la sua democraticita' e l'ampio rispetto delle volonta' popolari. Allo Spiegel, in un'intervista del 1999 disse: "Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po' per vedere che succede. Se non provoca proteste ne' rivolte, perche' la maggior parte della gente non capisce niente di cosa e' stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno". E da presidente dell'Eurogruppo il 20 aprile 2011 disse: "Le politiche economiche della zona euro dovrebbero essere prese nelle buie e segrete stanze per evitare turbamenti nei mercati finanziari. Sono pronto ad essere insultato per essere insufficientemente democratico, ma voglio essere serio. Sono per dibattiti segreti, al buio". E cosi' che l'Europa agisce - conclude Grillo - e continuera' ad imporre le decisioni ai suoi valvassori alla Renzi. Nel 2007, infine, Juncker ha ottenuto l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito da parte di Giorgio Napolitano. Bisogna aggiungere altro?". .
- Roma, 29 giu. - "Il tema dell'Europa e' dire ai nostri figli, noi che siamo la generazione Erasmus, che e' possibile che l'Europa oggi sia il luogo in cui e' possibile la speranza". Lo scrive il presidente del Consiglio Matteo Renzi sul sito della presidenza italiana del Consiglio della Ue. "Non provate un brivido pensando di essere chiamati oggi a realizzare quel sogno degli Stati Uniti d'Europa, avuto da quella generazione che nelle macerie del dopoguerra inizio' la creazione di un nuovo soggetto?", premette Renzi .
- Roma, 29 giu. - Compleanno nella residenza di Castelporziano per il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che, oggi, 29 giugno, compie 89 anni. "Al presidente Napolitano, in occasione dell'89esimo compleanno, giungano gli auguri piu' sentiti di tutto il Partito democratico. A Lui va il nostro ringraziamento per il ruolo di garante delle Istituzioni e dei valori costituzionali del Paese. Un riferimento fondamentale per tutti i cittadini italiani. Auguri Presidente" scrive il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. "Auguri di cuore" arrivano da Pier Ferdinando Casini. "Auguri di cuore - scrive su twitter il presidente della commissione Affari esteri del Senato - al nostro presidente che ha dimostrato, in tutti questi anni, come della buona politica ci sia ancora molto bisogno". "Rivolgo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano i piu' sinceri auguri per un sereno compleanno e nel contempo il ringraziamento per l'esempio che continua a rappresentare offrendo a tutti noi uno straordinario punto di riferimento e di difesa dei valori costituzionali del nostro Paese", aggiunge, da parte sua, il parlamentare europeo del Pd, Enrico Gasbarra. "Formulo a nome mio e del Consiglio regionale del Lazio i piu' sentiti auguri di buon compleanno al presidente della Repubblica" afferma, in una nota, il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori. "Saremo sempre grati al presidente - aggiunge - per l'alto ruolo di garante delle istituzioni democratiche, e per aver sempre dimostrato di comprendere le difficolta' degli italiani, mettendo se stesso e la propria storia, con coraggio e senso dello Stato, al servizio del Paese - conclude Leodori - anche di fronte alle divisioni e alle fragilita' della politica" . .
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