Redazione

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- Roma, 24 giu. - L'Italia chiede all'Ue un cambiamento sulle strategie economiche dell'Ue, Bruxelles risponde positivamente con un'agenda puntata sulle riforme, sostenuta dalla Merkel che, a sorpresa, apre spiragli sul Patto di Stabilita'. In una triangolazione Roma-Berlino-Lussemburgo, dove si e' aperto ieri il Consiglio dei ministri Esteri Ue, si e' giocato il futuro dell'Europa che, tra pochi giorni, assumera' la presidenza dell'Italia. Punto di partenza un documento che il governo italiano ha consegnato al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, dove si sottolinea che "e' arrivato il tempo di ripensare una piu' efficace strategia politica per riportare la crescita, creare posti di lavoro e promuovere la coesione". Una piattaforma di lavoro per Bruxelles che sta preparando un documento, dal titolo "Agenda strategica in tempi di cambiamento" che verra' presentato oggi ai 28 e che sara' il programma della prossima Commissione Ue ma che gia' ha iniziato a circolare tra Bruxelles e Lussemburgo. Le economie europee devono "continuare a perseguire le riforme strutturali" e, partendo dall'uso "pieno" della flessibilita' intrinseca delle norme del patto di stabilita' e crescita, "l'Unione deve fare passi coraggiosi per accelerare gli investimenti, creare occupazione e incoraggiare le riforme per la competitivita'" si legge nella bozza delle ricette suggerite dal documento che lo staff del presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, sta mettendo a punto. Concetti che sembrano del tutto in linea con quelli evidenziati dall'Italia che sottolinea la necessita' di "incoraggiare le riforme strutturali a livello nazionale, perche' sono il pilastro della nuova agenda politica europea". "Le riforme sono il principale motore della crescita, in particolare se lo sforzo e' compiuto con ampio consenso a livello nazionale e insieme con altri Paesi", si legge nel testo messo a punto dal sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, su delega del premier Matteo Renzi. Intanto sulla parola 'flessibilita'' non poteva che entrare in campo la Germania che da sempre del Patto ha fatto lo scudo protettore della credibilita' europea. "Il Patto di stabilita' e crescita gia' fornisce opzioni per un'applicazione flessibile del Patto in alcuni casi particolari" ha precisato da Berlino il portavoce del cancelliere tedesco Angela Merkel, Steffen Seibert, spiegando che un "prolungamento delle scadenze" di rientro del deficit "e' possibile ed e' stato gia' usato" nel caso di un peggioramento della congiuntura o di investimenti per riforme strutturali. Nessun cambiamento sui testi ma, tra le righe, un via libera ad utilizzare i 'margini' del Patto di stabilita' e crescita con possibili scostamenti dai tetti fissati per i bilanci pubblici, a patto che vengano fatte le riforme richieste. Tra le indicazioni dell'Italia anche quella sul futuro presidente della Commissione Ue che, si legge nel documento, deve essere "audace e innovativo", deve "chiedere rispetto delle regole europee, ma essere anche in grado di pensare fuori dagli schemi". Indicazioni che colgono il via libera dato ieri dai socialisti europei alla nomina del popolare Claude Juncker il cui programma di nuova legislatura dovra' comunque essere incentrato sui temi casi al Pse, crescita, innovazione, occupazione. Sul fronte del bilancio resta punto saldo il rispetto delle regole con la possibilita' di uscire fuori dagli schemi. In Europa si sta sempre piu' diffondendo "la consapevolezza della necessita' di utilizzare tutti gli strumenti che abbiamo gia' a livello europeo per investire sulla crescita e sulla creazione di posti di lavoro", ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini che ritiene ci sia "una svolta in termini di uso degli strumenti che abbiamo nella politica economica europea". Lo ha detto al termine del Consiglio Affari Esteri, commentando le dichiarazioni del portavoce della Merkel. Mogherini ha anche confermato l''ipotesi' di una sua candidatura alla sostituzione di Catherine Ashton come alto rappresentante per la Politica estera Ue. Anche se ha aggiunto di essere "particolarmente orgogliosa" del suo attuale lavoro alla Farnesina. "Come avete visto dalla mole di lavoro che abbiamo, sono concentrata sul mio mestiere in questo momento, un lavoro molto bello e molto impegnativo che mi rende particolarmente orgogliosa, quello di ministro degli Esteri della repubblica italiana: su questo mi concentro". Mogherini ha ricordato che il sostegno di Jean Claude Juncker da parte "non solo dell'Italia, ma della famiglia politica di appartenenza" del governo Renzi, come confermato nella riunione dei leader socialisti di sabato scorso a Parigi e' "un atto di coerenza". .
- Roma, 24 giu. - L'immunita' rischia di rappresentare un ostacolo ben piu' arduo di quanto lascino credere le parole degli esponenti della maggioranza. Perche' se e' vero, come ripete il presidente del consiglio Matteo Renzi, che "non si puo' compromettere un obiettivo storico", e' altrettanto chiaro che l'incidente sta provocando fibrillazioni potenzialmente letali in seno alla maggioranza e fuori. "Se si vuole ridiscutere di immunita', facciamolo. Se si vuole togliere l'immunita', togliamola. Quella non era la proposta del governo", dice il responsabile Enti Locali del Pd Stefano Bonaccini ribadendo sostanzialmente la posizione del ministro Boschi che ha sottolineato come l'idea fosse stataa dei relatori. A due giorni dall'incontro tra i Cinque Stelle e il Pd, quella dell'immunita' rischia di diventare una pregiudiziale a qualsiasi ipotesi di accordo. E' il vice presidente della camera e deputato Cinque Stelle Luigi Di Maio a scandire, dopo aver incontrato Beppe Grillo, che "l'immunita' deve scomparire, non appartiene al Movimento che non ne fa ricorso". Stanca di essere additata come la 'madre' dell'emendamento che tende a ristabilire l'immunita' epr i sindaci-senatori, la presidente della Prima Commissione al Senato Anna Finocchiaro avverte: "il governo era perfettamente a conoscenza del provvedimento. Sapeva tutto e ha fatto una scelta", per poi aggiungere: "Sto pensando di proporre addirittura un emendamento al mio emendamento per far passare l'idea del rinvio alla Corte. Sono favorevole anche a uno scudo valido solo per le espressioni e i voti dati in aula. Rispondero' cosi' a questo fastidioso scaricabarile su di me". La proposta avanzata da Anna Finocchiaro riguarda, dunque, l'insindacabilita'. Tema su cui si ritrovano anche i Cinque Stelle che, in serata, annunciano di stare presentando un subemendamento per eliminare l'immunita', mantenendo la sola insindacabilita' per i voti dati e le dichiarazioni rese nell'ambito del lavoro Parlamentare. E proprio il Movimento Cinque Stelle e' stato protagonista di un duro botta e risposta con il Pd. Il primo a gettare il guanto di sfida e' stato il senatore dem, Francesco Russo secondo il quale il capogruppo M5S al senato avrebbe presentato un emendamento per ristabilire l'immunita'. I diretti interessati rispondono che l'emendamento in questione era finalizzato "alla difesa del Senato elettivo" e, cadendo quella ipotesi, sarebbe decaduta anche la proposta emendativa. Stessa risposta a Russo e' arrivata anche da Paolo Romani, capogruppo di Fi a Palazzo Madama: "Dispiace per il senatore Russo che fraintende o vuole fraintendere quanto proposto da Forza Italia, che non ha mai chiesto ne' discusso che fosse reintrodotta l'immunita', fuori luogo in un Senato mera espressione delle istituzioni locali, quali quelli delineati da Renzi e dai relatori". A difendere la norma sull'immunita' rimangono i senatori Ncd: dopo le parole del deputato Fabrizio Cicchitto, che ieri demandava ai partiti la responsabilita' di esprimere candidati 'puliti', oggi e' stato il senatore Carlo Giovanardi ad evocare "effetti devastanti" nel caso scomparisse l'immunita'. Ed acquista credito presso le altre forze politiche anche la proposta di Roberto Calderoli di eliminare l'immunita' epr tutti, senatori e deputati. Sono stati Aldo Di Biagio dei Popolari per l'Italia e Cesare Damiano a dire che, se immunita' deve essere, allora meglio che valga per tutti. .
- Roma, 23 giu. - "Nell'insieme io credo che ci sia nel Parlamento italiano, e quindi a sostegno della posizione del governo, una larga maggioranza favorevole a che si persegua una linea di proposte di cambiamento, proposte positive, cambiamenti positivi, a cui tutti potranno concorrere e che si dovranno confrontare con posizioni anche molto diverse nel Parlamento europeo". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontrando i presidenti dei gruppi parlamentari del Parlamento Europeo. "Quello che mi preme e' insistere ancora una volta sul ruolo del Parlamento che e' ancora larghissimamente poco conosciuto se non ignorato ed e' sottovalutato nelle opinioni pubbliche a cominciare da quella italiana", ha aggiunto Napolitano". Il Presidente ha aggiunto che "Oggi effettivamente possiamo parlare in Italia di un'esigenza largamente condivisa di rinnovamento dell'Unione europea. Ci sono anche posizioni piu' estreme, di contestazione piu' profonda dello stesso progetto inteso come grande prospettiva di soluzione dei problemi dello sviluppo della democrazia in Europa". Per Napolitano, "I parlamentari nazionali dovrebbero in qualche modo rispondere ai loro elettori anche della politica europea, dell'azione dei loro rappresentanti nel Parlamento europeo e dei loro governi nel Consiglio europeo". "Questo per dire che c'e' molta strada da fare e la nuova legislatura che vi vede qui impegnati e che vi vedra' tra Bruxelles e Strasburgo impegnati nei prossimi anni e' una strada straordinariamente impegnativa", ha aggiunto il Capo dello Stato. -
- Roma, 23 giu. - "Premesso che la legge, ad oggi, prevede che solo la tutela e la salvaguardia del patrimonio storico-artistico sia da considerarsi un servizio pubblico, credo che possa essere utile, come ha suggerito il Ministro Franceschini, discutere se ampliare le tutele, previste dalla legge 146 del 1990 sull'esercizio del diritto di sciopero, per i cittadini-utenti". Lo ha detto all'AGI Roberto Alesse, presidente dell'Autorita' di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali, commentando le parole del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, secondo il quale serve una norma per "precettare il personale di musei e siti archeologici e scongiurare cosi' le chiusure". "L'Autorita' di garanzia - spiega Alesse - e' disponibile, anche alla luce della sua quotidiana attivita' di contemperamento tra diritti costituzionali (lo sciopero e il godimento dei servizi pubblici da parte dei cittadini), all'apertura di un tavolo tecnico con il Governo ed i Sindacati, per affrontare questo tema delicato ed evitare in futuro situazioni come quella verificatasi a Pompei". .
- Roma, 23 giu. - "Dopo la mossa di Grillo sulle riforme, Renzi e' frettolosamente salito al Colle per consultarsi con il Capo dello Stato. A Re Giorgio, che pareva essersi defilato dopo aver imposto la soluzione definitiva alla sua politica delle 'larghe intese' (il patto Berlusconi-Renzi), resta sempre l'ultima parola, la decisione del sovrano. Cosi' accadra' sulle riforme, e cosi' e' accaduto nei giorni scorsi nella vicenda che ha riguardato il CSM, l'organo di garanzia della autonomia e indipendenza della magistratura ordinaria che egli presiede". E' quanto si legge nel blog di Beppe Grillo, in un post a firma Paolo Becchi, docente universitario vicino al M5s, in passato considerato tra gli ideologi del Movimento. .
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