Redazione

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Si sono ritrovati ieri in Piazza a Roma per chiedere la revisione della Riforma Fornero del 2011 e lo sblocco dei contratti nel pubblico impiego.

Kamsin Manifestazione Usb ieri a Roma a largo Nazareno per chiedere al Governo lo sblocco dei rinnovi contrattuali dei lavoratori del pubblico impiego. I lavoratori che hanno aderito alla manifestazione hanno presentato una «cartella esattoriale» al presidente del Consiglio e ai ministri dell’Economia Padoan e della Funzione pubblica Madia. «Oltre 3 milioni di lavoratori - si legge sullo striscione/cartella di pagamento esposto dai manifestanti - per un credito complessivo verso lo Stato di 21,4 miliardi di euro; 6.500 euro pro capite sottratti dalle tasche dei lavoratori per il mancato rinnovo dei contratti dal 2009 al 2014».

Esposto in largo del Nazareno anche uno striscione degli esodati: «Ancora 220mila da salvaguardare, basta lotterie!». Gli esodati hanno chiesto in particolare l'approvazione di un nuovo provvedimento che elimini i vari paletti per fruire delle vecchie regole di pensionamento. Slogan e proclami contro il governo si sono susseguiti per diversi minuti. «Un ministro che dice bugie, soprattutto ai lavoratori del settore pubblico che dovrebbe tutelare, deve dimettersi», hanno urlato rivolti al ministro Madia.

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Avranno diritto alla Naspi  i lavoratori che possono far valere non meno di 30 (invece di 18) giornate di lavoro nei dodici mesi precedenti la disoccupazione. Inoltre, l’indennità sarà piena solo per i primi tre mesi con una riduzione del 3% a partire dal quarto mese di percezione.

Kamsin Requisiti piu' stretti per avere accesso alla Naspi dal 1° maggio 2015.  Rispetto alla bozza di dlgs attuativo del Jobs Act approvata dal consiglio dei ministri la vigilia di Natale, infatti, il testo approdato in commissione lavoro al Senato contiene alcune modifiche che riducono l’accesso o l’entità della nuova prestazione Naspi. Si prevede tra l’altro, che ne avranno titolo i lavoratori che possono far valere non meno di 30 (invece di 18) giornate di lavoro nei dodici mesi precedenti la disoccupazione e, inoltre, l’indennità sarà piena solo per i primi tre mesi con una riduzione del 3% a partire dal quarto (anziché quinto) mese di percezione.

Nel testo del provvedimento, inoltre, viene trasferito all'articolo 17, la disciplina del «contratto di ricollocazione», originariamente contenuta nello schema di dlgs attuativo del «contratto a tutele crescenti».

Restano invece immutate le altre caratteristiche dell'ammortizzatore sociale. La nuova indennità, avrà la funzione "di fornire una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione". Destinatari sono i lavoratori dipendenti, con esclusione di quelli a tempo indeterminato delle p.a. e degli operai agricoli a termine o a tempo indeterminato.

La Naspi spetterà a chi abbia perso involontariamente l’occupazione e presenti congiuntamente i seguenti requisiti: stato di disoccupazione involontaria; almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni prece- denti la disoccupazione; almeno 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti l’inizio della disoccupazione.

Diversamente dall’Aspi, la nuova Naspi sarà d’importo rapportato alla retribuzione imponibile previdenziale (quella, cioè, su cui sono stati pagati i contributi attraverso Uniemens) degli ultimi quattro anni: l’importo sarà pari a tale retribuzione divisa per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicata per il numero 4,33, con i seguenti limiti: se la retribuzione non supera i 1.195 euro mensili, sarà pari al 75% di tale retribuzione; se supera i 1.195 euro mensili, sarà pari al 75% della retribuzione più il 25% della differenza tra retribuzione e 1.195.

L’indennità mensile, in ogni caso, non potrà superare 1.300 euro mensili. Inoltre è previsto che a partire dal quarto mese di fruizione, venga ridotta del 3% al mese. Anche su questa riduzione il testo dello schema di dlgs approvato in commissione Senato diverge rispetto a quello approvato dal consiglio dei ministri.

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Novità in arrivo per le partite Iva. Come già annunciato dal premier due giorni fa, il governo farà una parziale retromarcia sulle norme relative alla fiscalità di vantaggio introdotte con la legge di Stabilità 2015. C’è un «errore» nella norma che aumenta i contributi per le partite Iva (fino al 33% nel 2018, a livello dei lavoratori dipendenti), ha confermato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti intervenendo questa mattina a Radio Anch’io (Rai 1) e per rimediare l’esecutivo «non aspetterà la prossima legge di stabilità».

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La Consulta ha invece deciso, in senso negativo, sulla richiesta referendaria di alcune Regioni che avrebbero voluto abrogare la norma che ha avviato la chiusura di una serie di tribunali e uffici giudiziari.

Kamsin Si dovrà attendere ancora qualche giorno per sapere se la riforma delle pensioni del 2011 potrà essere messa in discussione attraverso un referendum popolare. La Corte Costituzionale, che doveva pronunciarsi ieri sull'ammissibilità del quesito abrogativo presentato dalla Lega Nord, ha rinviato la propria decisione a martedì prossimo, 20 gennaio, alle 20,30. In questo modo la Consulta è venuta incontro alle richieste della stessa Lega ed in particolare di Roberto Calderoli, uno dei promotori dell'iniziativa referendaria.

Calderoli aveva chiesto il rinvio lamentando di non aver ricevuto la comunicazione prevista dalla legge e di non aver potuto quindi produrre la memoria a difesa delle proprie ragioni. A detta dello stesso senatore, è stato accertato che la missiva in questione giaceva in un ufficio postale di Milano. Dunque l'incertezza sul destino della legge Fornero, che tra le altre cose ha cancellato le pensioni di anzianzità e ha introdotto il calcolo contributivo per tutti i lavoratori, si prolungherà fino a martedì sera; anche se la maggior parte degli esperti ritiene che il quesito non sia ammissibile, in quanto norma che fa parte - pur se non direttamente - di una legge di bilancio.

Il quesito della Lega propone di abrogare l'articolo 24 del decreto Salva Italia (Dl 201/2011). Se il quesito passasse, osservano i leghisti, sarebbe cancellato il passaggio al calcolo contributivo proquota per le nuove pensioni, e  tornerebbero le pensioni di anzianità e si ridurrebbe l'età per l'assegno di vecchiaia, fissato oggi per gli uomini a 66 anni e tre mesi.

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Smart Working, la PEC non è valida

Giovedì, 15 Luglio 2021
I chiarimenti in una nota del Ministero del Lavoro. Non sono ammesse altre forme di comunicazione tra cui l'utilizzo della posta elettronica certificata.
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