Redazione

Redazione

Una nota del Sindacato Cgil conferma che resta alta l'attenzione sulla vicenda dei lavoratori esodati. Nello sciopero del prossimo 12 Dicembre la Cgil chiederà l'approvazione di un nuovo provvedimento strutturale che consenta l'uscita agli  ultimi 47mila lavoratori rimasti fuori dalle tutele.

Kamsin “La questione degli esodati non è affatto conclusa e l'Inps, dichiarando il contrario, non fa che smentire se stesso”. E' quanto ricorda Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil, commentando le dichiarazioni rese il 12 novembre dal direttore generale dell'Istituto, nel corso dell'audizione alla sottocommissione esodati della Commissione Lavoro del Senato. “Abbiamo atteso prima di prendere posizione sulle parole di Mauro Nori, avremmo voluto leggere il resoconto ufficiale perché ci sembrava assurdo quanto riferito dalla stampa - spiega Lamonica - ma ad oggi non è stato pubblicato alcun documento in merito”.

“L'Inps, dichiarando conclusa con la sesta salvaguardia la questione esodati avrebbe addirittura smentito se stesso: il 15 ottobre 2014, infatti, per rispondere a una interrogazione alla Commissione Lavoro di Montecitorio, il ministro Poletti ha consegnato ai parlamentari due tabelle elaborate dall'Istituto di previdenza, da cui risultano almeno altri 46.200 esodati da salvaguardare”. Secondo le elaborazioni dell'Istituto, togliendo alcuni dei paletti previsti dalle attuali salvaguardie (come la decorrenza della pensione entro il 6 gennaio 2016), sarebbe questa la platea di persone ancora nel limbo originato dalla riforma Fornero. “Ci auguriamo quindi - continua il segretario del sindacato di corso d'Italia - che le affermazioni di Nori di sei giorni fa siano state male interpretate, anche perché, purtroppo, il dramma sociale degli esodati non è per niente finito”.

“La Cgil ha sempre sostenuto che la questione deve essere risolta con una norma di principio che riconosca in maniera definitiva e strutturale il diritto alla pensione per tutti. Una norma che il governo avrebbe dovuto inserire nel disegno di legge di stabilità 2015”. Per Lamonica “non si può pensare di arrivare ad una soluzione creando ulteriori disparità tra lavoratori ugualmente colpiti dalla manovra Monti-Fornero: non possono esserci diversità di trattamento per soggetti a cui sono stati negati diritti e che, a distanza di tre anni, si trovano ancora senza lavoro, senza ammortizzatori sociali e senza pensione”.

“E' possibile e doveroso scrivere la parola ''fine'' su questa vicenda – conclude Lamonica – ma deve esserci la volontà politica di farlo. La Cgil continuerà a lottare per i diritti di questi lavoratori, anche con lo sciopero generale del prossimo 12 dicembre”.

Zedde

La Dichiarazione infedele sarà penalmente rilevante solo se l'imposta evasa supera i 200mila euro e non più 50mila euro così come avviene ora. Le novità sono contenute nella bozza del provvedimento di attuazione delle Delega Fiscale.

Kamsin Il Governo cambia le carte anche per alcune fattispecie di reati tipici dell'evasione fiscale depenalizzando quelle piu' lievi. Nel provvedimento attuativo della Delega Fiscale sull'abuso del diritto, secondo quanto si apprende dalle bozze che saranno discusse nel Cdm della prossima settimana, alcune fattispecie di evasione fiscale saranno perseguibili solo in via amministrativa e non costituiranno piu' un reato.

L’articolo 4 della bozza del provvedimento prevede che nel caso di dichiarazione infedele, il reato penale scatti solo dopo il superamento della soglia dei 200 mila euro. Attualmente questo tetto è molto più basso, 50 mila euro. Per chi deciderà di collaborare con il Fisco, sottoponendosi al tutoraggio dell’Agenzia delle Entrate, il tetto oltre il quale scatta il reato sarà ancora più elevato e pari a 400 mila euro. Non solo. Nel computo della soglia non si terrà conto della non corretta classificazione o valutazione di elementi attivi o passivi oggettivamente esistenti, della violazione dei criteri di determinazione dell'esercizio di competenza, della non deducibilitá di elementi passivi reali.

Significa che se nei conti viene indicato un costo realmente sostenuto, ma che il Fisco non considera deducibile, non potrà configurarsi un reato. Su questo punto, tuttavia, ci sarebbero ancora dei dubbi dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, che avrebbero chiesto di rivedere la norma.

Confermate le altre novità del provvedimento. L'elusione fiscale, ovvero l'abuso del diritto, non sarà più reato, ma sarà sanzionata solo amministrativamente; quanto all'applicazione della nuova normativa sui comportamenti abusivi, il testo prevede, che saranno sanzionabili le infrazioni già commesse alla data di entrata in vigore delle nuove regole ma solo a condizione che il fisco non abbia già notificato un avviso di accertamento.

Confermata la non punibilità penale delle false fatture inferiori a mille euro. Altra novità è che i beni (escluso denaro e titoli), sequestrati dalla magistratura nell’ambito di indagini fiscali, potranno essere affidati alla gestione dell’Agenzia delle Entrate e del Demanio invece che agli amministratori giudiziari.

Zedde

Disponibile su pensionioggi.it il testo ufficiale del disegno di legge delega sul Jobs Act che riforma il mercato del lavoro e gli ammortizzatori sociali.

Kamsin Pubblichiamo di seguito il testo del disegno di legge delega in materia di Riforma del Mercato del Lavoro (il cd. Jobs Act) approvato lo scorso 25 Novembre 2014 dalla Camera dei Deputati. Il testo sarà approvato in via definitiva la prossima settimana dal Senato della Repubblica senza modifiche.

Il provvedimento attribuisce al Governo la facoltà di esercitare cinque deleghe in materia di diritto del lavoro, riforma degli ammortizzatori sociale e promozione delle conciliazione vita-lavoro.

Tra le principali novità il testo fornisce una cornice all'esecutivo che consentirà di abolire il reintegro nei casi di licenziamento per motivi economici od organizzativi e limiti certi per i casi disciplinari, con conferma della tutela reale solo per casi nulli e discriminatori. Si riapre poi il cantiere degli ammortizzari sociali per estendere le protezioni in caso di perdita del posto di lavoro ai contratti a progetto, fino al loro esaurimento, e si sostengono le politiche attive con la costituzione di un'agenzia nazionale per l'occupazione.

Il testo del disegno di legge sul Jobs Act

Zedde

La richiesta in una interrogazione parlamentare presentata alla Camera. Riconoscere il diritto alla prestazione anche all’Esercito e all’Arma dei Carabinieri con meno di sei anni di iscrizione all’ex Cassa Sottufficiali.
Il Commissario Straordinario dell'Inps annuncia che il prossimo anno il Governo dovrebbe avere il coraggio di mettere mano al capitolo previdenziale per garantire maggiore flessibilità in uscita.

Kamsin Sono convinto che sia necessaria qualche forma di flessibilita'" in uscita. E' quanto ha detto il commissario straordinario dell'inps, Tiziano Treu, a chi gli chiedeva un commento sul referendum indetto dalla Lega nord per abrogare la legge Fornero sulle pensioni.

Secondo Treu la riforma Fornero "si puo' migliorare". Rispetto alla modulazione della flessibilita' in uscita, a chi gli chiedeva da chi dovesse essere pagata, se dal lavoratore o dallo Stato, Treu ha spiegato: "Ci sono varie opzioni, anche far pagare un po' l'uno e un po' l'altro". L'Inps, comunque, e' impegnato "a collaborare a qualche miglioramento" della riforma Fornero. Sulla questione "si decidera' dopo la legge di stabilita', ma secondo me - ha concluso - dovrebbe essere uno degli impegni dell'anno prossimo".

L'Ipotesi Damiano - Tra le varie ipotesi in materia, ricordiamo che in Parlamento giace la proposta di legge "Damiano" (pdl 857) presentata il 30 aprile 2013 alla Camera dei Deputati firmata, tra l'altro, dagli onorevoli Damiano, Baretta e Gnecchi e viene rilanciata dall'area di minoranza del Partito Democratico come strumento "strutturale" per garantire maggiore flessibilità in uscita. 

Va detto che si tratta di una soluzione simile alla vecchia pensione di anzianità (che prevedeva il raggiungimento di un quorum tra anzianità contributiva ed età anagrafica) dalla quale tuttavia si differenzia per la presenza di un meccanismo di penalità e premialità: piu' si anticipa l'uscita maggiore sarà la decurtazione che il lavoratore subisce sulla rendita previdenziale. Il taglio si arresta all'età di 66 anni e al di sopra di questo valore - per chi riesce a rimanere sul posto di lavoro - si matura una pensione piu' succulenta. Vediamo più da vicino di che cosa si tratta.

In pensione a 62 anni e 35 di contributi - La proposta di legge prevede che le lavoratrici e lavoratori (pubblici, privati ed autonomi) che hanno raggiunto i 62 anni di età che abbiano maturato un' anzianità contributiva di almeno 35 anni, possono accedere a forme di pensionamento flessibili sempre che l'importo dell'assegno pensionistico, secondo l'ordinamento previdenziale di appartenenza, sia pari ad almeno 1,5 volte l'importo dell'assegno sociale. 

Nel documento si specifica anche che per la determinazione dell'importo della pensione si consideri l'importo massimo conseguibile, secondo l'ordinamento previdenziale di appartenenza, e si applichi una riduzione o una maggiorazione sulla quota di trattamento pensionistico calcolata con il sistema retributivo a seconda che l'età del pensionando sia inferiore o superiore ai 66 anni (ed in funzione dei contributi versati). 

Le penalità e la premiazione - In pratica viene previsto un sistema di penalizzazioni e di premialità a seconda se il lavoratore scelga di cessare l'attività lavorativa prima dei 66 anni o dopo 66 anni entro comunque un range che va dai 62 anni ai 70 anni. Pensionamenti FlessibiliIl taglio massimo sull'importo pensionistico è pari all'8% per cento per i lavoratori che decidono di uscire con 62 anni e 35 di contributi e man mano si riduce del 2 % l'anno fino ad annullarsi all'età di 66 anni. Analogamente, qualora il lavoratore decidesse di rimanere sul posto di lavoro oltre i 66 anni subirebbe un incremento dell'assegno pensionistico del 2% l'anno sino ai 70 anni. Pertanto il beneficio massimo conseguibile sarà dell' 8% per cento in corrispondenza dei settant'anni. 
Le penalizzazioni e le premialità si applicano sulle anzianità maturate con il sistema retributivo (dunque sulle anzianità maturate sino al 31.12.2011 per chi era nel sistema misto o sino al 31.12.95 per chi ne era rimasto escluso).

Zedde

 

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati

Accedi