Redazione

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Ci sara' soltanto un indennizzo economico per i lavoratori licenziati ingiustamente per motivi economici. E' quanto prevede l'emendamento del governo al jobs act che esclude "per i licenziamenti economici la possibilita' della reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianita' di servizio". Kamsin L'emendamento al comma 7 del ddl delega sul lavoro, quello che modifica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, prevede infatti "il reintegro per specifici casi di licenziamento disciplinare ingiustificato".

L'emendamento esclude "per i licenziamenti economici la possibilita' della reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianita' di servizio e limitando il diritto alla reintegrazione ai licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato".

L'elencazione delle fattispecie, frutto dell'accordo raggiunto con la minoranza Dem, sarà prevista all'interno di un decreto delegato che il Governo si è impegnato ad approvare entro il 1° Gennaio 2015 una volta convertito in legge il ddl delega.

La modifica sembra trovare d'accordo anche Ncd: "Siamo vicinissimi ad un accordo con il Pd sul lavoro" ha detto Angelino Alfano ai microfoni di Agora', su RaiTre. Il leader Ncd ha spiegato di aver sentito telefonicamente nella notte "il senatore Maurizio Sacconi e credo che ci siamo". Le parole di Angelino Alfano e Maurizio Sacconi sembrano quindi stemperare le tensioni. Sul Jobs act, ha invece detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, "la determinazione del governo e del presidente del Consiglio ad andare avanti e' assolutamente ferrea". 

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La Riforma Fornero del 2011 è tra le peggiori che siano state mai concepite. Se il Governo non modificherà la legge gli iscritti Cisl sono liberi di andare a votare come meglio credono.

Kamsin "L'ipotesi del referendum contro la legge Fornero sulle pensioni scuote pesantemente il governo perche' non c'e' bisogno di fare una consultazione popolare per modificare la legge". Lo ha detto a Treviso Anna Maria Furlan, segretario generale della Cisl, parlando dell'iniziativa della Lega Nord. La riforma Fornero, ha spiegato, "e' una fra le peggiori che siano state concepite", eppure, ha osservato Furlan, "e' oggi ritenuta dal governo meno importante di altre urgenze come la riforma elettorale".

Qualora il Governo non modificasse la legge e, quindi, si procedesse col voto, "ogni cittadino e ogni iscritto alla Cisl e' libero di andare a votare come meglio crede", ha aggiunto Furlan. "Qualsiasi italiano credo abbia sperato che Renzi cambiasse le cose. In parte alcune azioni sono state fatte, in parte si stanno iniziando ad avere alcuni spiragli di luce. In parte, pero', sono da fare - e' stata la conclusione di Furlan - e Renzi deve sbrigarsi a farle. 

Intanto da oggi sono iniziati i primi voti in Commissione Bilancio a Montecitorio sulla legge di stabilità. Si è partiti con gli emendamenti sulla “buona scuola” e con la conferma del piano straordinario di assunzioni per la stabilizzazione dei precari, a cui si è aggiunto un programma di formazione esteso anche ai dirigenti scolastici. Allo stesso tempo si lavora a modificare al ribasso il prelievo sui fondi pensione, portandolo dall’attuale 20% indicato nel ddl al 15 o al 17%. Nel menù anche la riduzione del prelievo sulle Casse privatizzate, l’ampliamento della platea al bonus bebè e il dimezzamento del taglio da 150 milioni ai patronati. Tra domani e dopomani saranno posti in votazione anche gli altri emendamenti in materia previdenziale presentati dalle forze politiche

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E' stato segnalato alla Commissione Bilancio di Montecitorio un emendamento a firma Airaudo (Sel) che chiede la proroga dell'opzione donna per tutto il 2015.

Kamsin Riprende oggi alla V Commissione Bilancio di Montecitorio in sede Referente l’esame degli emendamenti al disegno di legge di stabilità. Secondo il calendario della Camera dei Deputati gli incontri proseguiranno nelle giornate di mercoledì e giovedì alla presenza del relatore al provvedimento, il deputato comasco Mauro Guerra (Pd). La settimana è fitta di incontri tra Parlamento, Governo e Ragioneria dello Stato con l'esecutivo che dovrebbe depositare le proprie proposte emendative al testo governativo. Dal Governo si attende di conoscere le aperture in particolare sul capitolo previdenziale e su quello fiscale (con una probabile revisione del bonus bebè e della Legge Sabatini). Piu' incerta l'introduzione della local tax.

Intanto nella giornata di ieri sono state depositate le varie proposte emendative da parte dei partiti  al ddl che hanno superato l'esame di ammissibilità e che sono state, quindi, segnalate per un ulteriore approfondimento. Tra le principali novità come già evidenziato da pensionioggi.it, da oggi al vaglio della Commissione Bilancio, ricordiamo che è stata dichiarato ammissibile un emendamento che mira ad estendere a tutto il 2015 il regime sperimentale donna eliminando le restrizioni imposte dall'Inps nel 2012; l'eliminazione dei disincentivi per la pensione anticipata sino al 2017 (cd. emendamento a favore dei precoci); la soluzione della vicenda dei quota 96 della scuola; alcune novità in materia di esodati e diverse proposte per un taglio alle pensioni d'oro.

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Il ministro ha spiegato che anche il governo sa il contratto dei dipendenti pubblici bloccato da sei anni "e' un problema", ma ha scelto di "concentrare le risorse su chi stava peggio".

Kamsin La riapertura del contratto e' nell'agenda del governo ma nel 2015 non sono previste in bilancio risorse per i rinnovi contrattuali. E' quanto ha detto il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia ai sindacati al tavolo in corso a Palazzo Chigi. Che tuttavia assicura come la riapertura del contratto del pubblico impiego sia nell'agenda del governo, «ma nel 2015 non sono previste in bilancio risorse per i rinnovi».  Per scongelare il contratto nazionale di lavoro del pubblico impiego, previsto dalla legge di stabilità, servirebbero solo per un anno circa 2 miliardi di euro. Una cifra che l'esecutivo, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, rimanda al futuro.

Ma il governo prende comunque degli impegni: «Nessuno perderà il posto per effetto della riorganizzazione della Pa. Nessuno andrà a casa», assicura Madia. E ancora, garantisce, «l'assunzione dei vincitori di concorso e dei precari della scuola». I sindacati dopo la riunione si mostrano delusi con lo sciopero del pubblico impiego che si fa probabilmente più vicino. «Qualche auspicio sul futuro, nessuna risposta» né sul contratto né sull'occupazione, spiega la leader della Cigl, Susanna Camusso. Sulla stessa linea il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan: «Al di là del bel modo con cui vengono detti i 'no' non abbiamo alcuna novità positiva», il «ministro Madia ci ha detto cose deludenti». E così anche il candidato a numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, che parla di «chiusura sul merito».

Il ministro ha spiegato che anche il governo sa il contratto dei dipendenti pubblici bloccato da sei anni "e' un problema", ma ha scelto di "concentrare le risorse su chi stava peggio". Il bonus di 80 euro andra' ad un lavoratore pubblico su quattro - ha spiegato - circa 800mila dipendenti pubblici.

Con una nota diffusa in serata, il governo auspica che l'occasione di confronto di merito sul lavoro pubblico con i sindacati «non venga sprecata e, assieme all'auspicata ripresa economica già a partire dal 2015, sia condizione importante per un concreto confronto sul rinnovo della parte economica del contratto che si augura avvenga nel più breve tempo possibile».

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Il voto finale sulla delega per la Riforma del Mercato del Lavoro è previsto per il 26. Il termine per la presentazione degli emendamenti in Aula è fissato per venerdì.

Kamsin Nuove tensioni sul Jobs act e sull'articolo 18 tra il Governo e la maggioranza. Il sottosegretario al ministero del Lavoro, Teresa Bellanova, ha annunciato che oggi presenterà in commissione Bilancio della Camera di un emendamento sul tema dell'articolo 18 e ha cosi' innescato le critiche del Nuovo centrodestra, principale alleato del Pd di Renzi.

"Il Governo" ha detto il Sottosegretario Bellanova, "presentera' un emendamento per finalizzare il reintegro per i licenziamenti disciplinari con la definizione del perimetro delle tipologie di indennizzo, che prevedono il reintegro". La proposta di modifica, secondo quanto si apprende, sara' solo una riformulazione e non conterra' novita' di merito. In particolare sara' introdotto il reintegro nei casi di licenziamento disciplinare in cui le motivazioni addotte dall'azienda vengano riconosciute nulle o inesistenti. L'annuncio, come detto, non e' piaciuto al partito di Angelino Alfano. Maurizio Sacconi, capogruppo di Ncd a palazzo Madama ed ex ministro del Lavoro, e' stato chiaro: "Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla Commissione e si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza".

Ma è la stessa Bellanova a gettare acqua sul fuoco precisando che resta ferma la reintegra per i licenziamenti discriminatori, per i licenziamenti economici e' previsto un indennizzo economico crescente con l'anzianita', mentre per i licenziamenti disciplinari ingiustificati e' previsto il reintegro sul posto di lavoro per talune specifiche fattispecie che definiremo nei decreti delegati. Non capisco", ha concluso, "le ragioni del pandemonio che si e' creato".

Ieri, intanto, è stato approvato un altro emendamento che limita lo stop alla cassa integrazione: non arriverà più, come stabilito nel testo approvato dal Senato, in caso di semplice cessazione di attività ma solo in caso di «cessazione definitiva di attività». Gli assegni continueranno ad essere pagati, in sostanza, se c’è la concreta possibilità di una riconversione dell’impianto anche se la produzione è ferma ormai da tempo.

Una volta finito l’esame in commissione, il Jobs act arriverà in Aula entro il 21 novembre, con il voto finale previsto per il 26.

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