
Redazione
Imu, Tasi: ok del Governo alla riunificazione con la legge di stabilità
Giovedì, 13 Novembre 2014L’ipotesi avanzata da Renzi è di riunificare Imu, Tasi, Tosap (occupazione di suolo pubblico) e forse la Tari (rifiuti). Unificando le varie tasse sulla casa in una «local tax» con un unico pagamento per i contribuenti
Kamsin Il governo procede per la “riunificazione” dell'imposizione fiscale sugli immobili. Presto, assicurano fonti vicine a Palazzo Chigi, il progetto sarà messo nero su bianco con un emendamento dello stesso esecutivo alla legge di Stabilità. Il piano, prevede l’attribuzione ai Comuni del gettito Imu dei capannoni industriali che oggi va allo Stato, ed una contestuale statalizzazione del gettito dell'addizionale Irpef. Il progetto è stato nuovamente discusso ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il suo staff economico, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan in un incontro per fare il punto sul cammino della Legge di bilancio, appena avviato alla Camera.
La nuova imposta sugli immobili non è ancora stata definita, anche se ha già un nome, “local tax”, e dovrebbe servire quanto meno a semplificare gli adempimenti per i contribuenti. L’ipotesi più semplice è quella di riunificare Imu e Tasi, stabilendo nuove aliquote minime e massime per le varie tipologie di immobili. Il governo dovrebbe fare mettere mano alle detrazioni, che oggi sono affidate alla quasi totale discrezionalità dei sindaci, reintroducendo lo sconto “fisso” per i figli a carico. Si punta ad una detrazione standard "fissa" per tutti gli immobili e ad una maggiorazione della detrazione in presenza di figli fino a 26 anni.
Con l’occasione della nuova riforma verrebbe attribuito ai Comuni tutto il gettito dell’Imu, anche quello degli immobili di categoria D, quelli industriali, che in cambio rinuncerebbero alla compartecipazione all’Irpef statale.
Zedde
Riforma Pensioni, ecco gli emendamenti al ddl di stabilità
Giovedì, 13 Novembre 2014Verso un accordo per contenere il taglio ai patronati. L'Aliquota sulla previdenza complementare potrebbe salire solo al 15%. Riammesso l'emendamento per i 4 mila docenti e personale Ata nel movimento "quota 96".
Continua il braccio di ferro tra forze politiche, sindacati e governo sugli emendamenti da apportare alla legge di stabilità, in corso di esame alla Commissione Bilancio di Montecitorio. Le aperture da parte del Governo nei giorni scorsi confermano la possibilità di un temperamento di alcune misure soprattutto sul pacchetto previdenziale, fortemente penalizzato nel testo govenativo della legge di stabilità.
Passano infatti l'esame di ammissibilità della V Commissione presieduta da Francesco Boccia (Pd) gli emendamenti che chiedono lo stop al taglio di 150 milioni di euro ai patronati. Contro la sforbiciata si è compattato un fronte largo. Ben 100 deputati del Partito Democratico hanno firmato un emendamento che chiede il ripristino completo dei fondi. Difficile per il governo riuscire a mettere un argine. Così dal Tesoro sarebbero arrivati i primi segnali di apertura.
Kamsin Azzerare l’intero taglio da 150 milioni, tuttavia, non sarà possibile. Si tratta attorno ad una sforbiciata più contenuta. Il modello sarebbe quello di un emendamento firmato da Marco Causi del Pd, e che prevede una riduzione del fondo per i patronati di una quarantina di milioni, in pratica il 10% dell’intero ammontare (430 milioni). Contemporaneamente anche il prelievo dello 0,226% sui contributi versati dai lavoratori, e che il governo puntava a ridurre allo 0,148%, verrebbe invece contenuto allo 0,205%.
Kamsin Altra modifica ormai data quasi per acquisita, è la riduzione del balzello fiscale sui Fondi pensione. Nella manovra il governo ha ritoccato al rialzo il prelievo dall’11,5% al 20%. Ora potrebbe portarlo al 15%. Si tratta ancora sul prelievo delle Casse Professionali. Passa il giudizio di ammissibilità anche l'emendamento di Sel che punta a reintrodurre la possibilità per i 4mila lavoratori del comparto scuola che si riconoscono nel movimento cd. quota 96 di accedere alla pensione dal prossimo 1° settembre 2015.
Non ha invece trovato spazio la proposta dello stop alle penalizzazioni sino al 2017 sulla quale si era battuta l'Onorevole Maria Luisa Gnecchi (Pd). In assenza del placet del governo il Pd ha preferito non presentare, per ora, emendamenti in tal senso. Altre norme al vaglio della Commissione Bilancio riguardano la possibilità di unificare il pagamento dei trattamenti previdenziali il 1° del mese (e non il 10 come previsto nel testo governativo per gli 800mila lavoratori interessati dalla misura), alcune norme in materia di estensione dei benefici previdenziali in materia dei lavoratori usuranti.
Ma il capitolo previdenziale non è l’unico modifica alla quale si sta lavorando. Sul regime dei minimi Iva si va verso una riscrittura della norma. L’aliquota forfettaria dovrebbe scendere dal 15% al 10%, mentre il reddito che consente di accedere al sistema agevolato salirebbe da 15 mila a 30 mila euro. Stesso discorso sulla tassazione del Tfr in busta paga. Si cercano risorse per tassarlo in maniera agevolata, e non con l’aliquota marginale come previsto dalla versione attuale del provvedimento.
Chi ha debiti con il fisco potrebbe presentare domanda di rateizzazione semplificata, senza alcun onere di dimostrare con documenti la propria situazione di difficoltà, e accedere al pagamento dilazionato per un periodo fino a dieci anni (120 rate mensili). Verrebbe applicato un tasso di interesse annuo lordo del 3,69, più basso di quello erariale (4,5%). Per le rate è previsto un importo minimodi 100 euro.
Zedde
Pensioni Quota 96, Anief: bene emendamento Sel ma la strada è in salita
Giovedì, 13 Novembre 2014L'Anief-Confedir esprime soddisfazione per la riammissione dell'emendamento al testo del disegno di legge di stabilità (Ac 2679-bis) in Commissione Bilancio di Montecitorio a firma Pannarale (Sel) e Airaudo: "questi lavoratori avevano i requisiti per lasciare il lavoro alla fine dell'anno scolastico 2011/2012. Permettergli di lasciare il servizio, come da noi sempre invocato, darebbe loro giustizia e aiuterebbe a ringiovanire il corpo docente italiano piu' vecchio al mondo". Kamsin La proposta emendativa consentirebbe ai docenti del comparto scuola che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012 di essere collocati in quiescenza dal prossimo 1° Settembre 2015.
L'emendamento fissa in 4mila il numero dei potenziali beneficiari della misura ma, come ricordano dalla Cisl Scuola, alcuni di questi lavoratori sono già usciti dal mondo del lavoro o attraverso la legge 104/1992 (con la quarta o sesta salvaguardia) o perchè hanno, nel frattempo, maturato i nuovi requisiti previsti dalla Riforma Fornero.
A livello politico tuttavia la strada per l'approvazione dell'emendamento è in salita. Il Pd non ha infatti presentato un emendamento in tal senso, stante la contrarietà dell'esecutivo e ciò lascia intendere che la proposta non avrà vita lunga. La prossima parola spetta ora alla Commissione Bilancio che dovrà votere gli emendamenti.
Zedde