Redazione

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- Roma, 8 lug. - "Il presidente Pd dell'Emilia Romagna Errani condannato. Ora elezioni subito", scrive Beppe Grillo su Twitter, postando anche il comunicato del Movimento 5 Stelle di Camera e Senato. .
- Roma, 8 lug. - Matteo Renzi in Europa come in Italia: riforme contro i 'niet' della burocrazia e dei tecnocrati. Il presidente del Consiglio, oggi a Venezia, ha spiegato che il governo e' determinato a "portare a casa il risultato" delle riforme perche' "vogliamo troppo bene al Paese per lasciarlo a chi dice solo no e disfa i progetti altrui". Un messaggio che sembra diretto ai Cinque Stelle, ma forse non solo a loro, con i quali peraltro sembra sbloccata l'impasse sull'incontro saltato ieri: e' stato il vicesegretario Lorenzo Guerini, infatti, a spiegare che la lettera dei grillini con le risposte alle dieci domande poste dal Pd, precondizione a qualsiasi ipotesi di incontro, e' finalmente giunta e che il vertice si terra' la prossima settimana. Tuttavia, Guerini ha voluto ribadire che il perimetro della discussione rimane quello fissato nel patto del Nazareno e tradotto nel testo dell'Italicum. Non mancano, poi, i malumori in seno agli stessi Cinque Stelle: alcuni dissidenti fanno trapelare il loro disappunto per il ruolo di 'timoniere' che Luigi Di Maio ha assunto nella traversata dal MoVimento barricadero a quello 'istituzionale'. I 'signor no', tuttavia, non si annidano solo nel Parlamento italiano. Prova ne sia la dura presa di posizione del Ppe a Strasburgo che, con Manfred Weber, si e' detto contrario all'ipotesi di una maggiore flessibilita' nell'applicazione del patto di stabilita', e dei vertici di Bundesbank e Spd: Jens Weidmann, numero uno della BuBa, aveva infatto stigmatizzato l'ipotesi di concedere maggiori margini di flessibilita' nel rispetto del rapporto del tre per cento fra deficit e Pil a quei paesi seriamete impegnati nele riforme. Ma Weidmann, come rilevato oggi anche dal ministro Padoan, non fa parte del governo tedesco con il quale "l'Italia e' in sintonia". A questi 'signor no europei' Renzi fa sapere che "noi le riforme le facciamo perche' l'Italia torni a essere leader". Il ruolo dell'Europa non e' di essere "un insieme di limitazioni, ma uno spazio di idee, partecipazione e di liberta'"Piaccia o non piaccia ai frenatori portiamo a casa il risultato sulla riforma costituzionale, sulla legge elettorale, sul lavoro, sulla giustizia", ha detto il presidente del Consiglio. "Vogliamo troppo bene all'Italia per lasciarla in mano a chi dice solo no", ha concluso Renzi. E mentre imperversano le polemiche, il lavoro sulle riforme va avanti con la prima Commissione del Senato entra nel vivo dei lavori: passano, intanto, lo stop ai decreti 'omnibus, l'autonomia per le Regioni con i conti in regola, la possibilita' di istituire commissioni di inchiesta anche nel nuovo Senato e, fra le altre misure, un 'bonus' di 30 giorni per la conversione dei decreti rinviati al Parlamento dal Presidente della Repubblica. .
- Roma, 8 lug. - "Ieri abbiamo risposto al Pd ufficialmente (per la seconda volta). Ora battano un colpo. Non ci sono piu' alibi". Il 5 stelle Luigi Di Maio torna su twitter a incalzare il Partito Democratico per avere un nuovo incontro su riforme e legge elettorale. Intanto l'ipotesi che il testo delle riforme approdi in Aula giovedi' e che si inizi a votarlo da martedi' "e' un'ipotesi ragionevole, considerando che ci vorra' un po' di tempo per la discussione generale". Lo sottolinea il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, conversando con i giornalisti. Ne' manca di evidenziare che la decisione sui tempi comunque spetta alla Conferenza dei capigruppo. Quanto alla richiesta trasversale di avere una settimana di tempo tra la fine dei lavori di commissione e l'inizio dell'esame d'Aula, avanzata al presidente Pietro Grasso da alcuni senatori, Boschi, dopo aver ribadito che la decisione spetta appunto alla presidenza del Senato, aggiunge: "In questi oltre tre mesi si e' gia' avuto modo di sviscerare approfonditamente" i temi della riforma. "Non siamo preoccupati per i numeri", ha aggiunto il ministro Boschi. Nel merito, invece, la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, e relatrice del ddl sulle riforme, Anna Finocchiaro, spiega che sono "improponibili" gli emendamenti presentati da alcuni esponenti di Forza Italia sull'elezione diretta del Capo dello Stato. L'esponente Pd annuncia che su questo punto "molto delicato, che riguarda un organo di garanzia, i relatori non presenteranno emendamenti, ma partiranno da quelli che sono gia' stati depositati anche dai piu' esigenti". I testi, cioe', che stabiliscono una percentuale per le votazioni talmente alta da assicurare la partecipazione anche della minoranza nella scelta del Presidente della Repubblica. "Se ultimiamo l'esame del testo per domani, giovedi' si puo' incardinare in Aula con le relazioni e l'avvio della discussione generale", ha aggiunto Finocchiaro, secondo la quale e' credibile pensare che da martedi' prossimo si possa cominciare a votare il ddl. Sui tempi, tuttavia, Finocchiaro specifica: "Non ho la palla di vetro. Molto dipende anche dal numero di emendamenti che verranno presentati. Mi conforta che in commissione le questioni siano state tutte esaminate". "Siamo a buon punto - aveva premesso - confido di poter ultimare l'esame entro domani". .
- Roma, 8 lug. - Matteo Renzi in Europa come in Italia: riforme contro i 'niet' della burocrazia e dei tecnocrati. Il presidente del Consiglio, oggi a Venezia, ha spiegato che il governo e' determinato a "portare a casa il risultato" delle riforme perche' "vogliamo troppo bene al Paese per lasciarlo a chi dice solo no e disfa i progetti altrui". Un messaggio che sembra diretto ai Cinque Stelle, ma forse non solo a loro, con i quali peraltro sembra sbloccata l'impasse sull'incontro saltato ieri: e' stato il vicesegretario Lorenzo Guerini, infatti, a spiegare che la lettera dei grillini con le risposte alle dieci domande poste dal Pd, precondizione a qualsiasi ipotesi di incontro, e' finalmente giunta e che il vertice si terra' la prossima settimana. Tuttavia, Guerini ha voluto ribadire che il perimetro della discussione rimane quello fissato nel patto del Nazareno e tradotto nel testo dell'Italicum. Non mancano, poi, i malumori in seno agli stessi Cinque Stelle: alcuni dissidenti fanno trapelare il loro disappunto per il ruolo di 'timoniere' che Luigi Di Maio ha assunto nella traversata dal MoVimento barricadero a quello 'istituzionale'. I 'signor no', tuttavia, non si annidano solo nel Parlamento italiano. Prova ne sia la dura presa di posizione del Ppe a Strasburgo che, con Manfred Weber, si e' detto contrario all'ipotesi di una maggiore flessibilita' nell'applicazione del patto di stabilita', e dei vertici di Bundesbank e Spd: Jens Weidmann, numero uno della BuBa, aveva infatto stigmatizzato l'ipotesi di concedere maggiori margini di flessibilita' nel rispetto del rapporto del tre per cento fra deficit e Pil a quei paesi seriamete impegnati nele riforme. Ma Weidmann, come rilevato oggi anche dal ministro Padoan, non fa parte del governo tedesco con il quale "l'Italia e' in sintonia". A questi 'signor no europei' Renzi fa sapere che "noi le riforme le facciamo perche' l'Italia torni a essere leader". Il ruolo dell'Europa non e' di essere "un insieme di limitazioni, ma uno spazio di idee, partecipazione e di liberta'"Piaccia o non piaccia ai frenatori portiamo a casa il risultato sulla riforma costituzionale, sulla legge elettorale, sul lavoro, sulla giustizia", ha detto il presidente del Consiglio. "Vogliamo troppo bene all'Italia per lasciarla in mano a chi dice solo no", ha concluso Renzi. E mentre imperversano le polemiche, il lavoro sulle riforme va avanti con la prima Commissione del Senato entra nel vivo dei lavori: accantonati gli articoli che riguardano l'elezione del Senato e le modalita' di scelta del futuro Presidente della Repubblica, la commissione Affari Costituzionali affronta la riforma del Titolo V della Costituzione con l'esame degli emendamenti all'art.117 che riguardano il rapporto Stato-Regioni. Lo fara' a partire dalle 15 di oggi. .

Il 43% dei pensionati italiani, pari a 6,8 milioni, riceve meno di 1.000 euro lordi. E' quanto precisa il Rapporto annuale dell'Inps, secondo cui 2,1 milioni (13,4%) percepisce meno di 500 euro. Il reddito pensionistico medio (la somma di tutti i redditi da pensione, sia di natura previdenziale che assistenziale) ammonta al 31 dicembre 2013 a 1.297 euro lordi mensili. Kamsin Il Commissario straordinario dell'Inps, Vittorio Conti, presentando la relazione annuale dell'istituto alla Camera, ha riferito che nel 2013, dei 14,3 milioni di pensionati Inps (cifra al netto dei beneficiari di pensioni assistenziali), 5 milioni hanno percepito una rendita media di 702 euro lordi mensili ed altri 1,2 milioni di soli 294 euro. Le ultime evidenze - ha spiegato - "non sono soltanto il portato della crisi che stiamo attraversando, ma anche un'eredita' del passato.

Si tratta infatti di pensioni prevalentemente originate dal vecchio sistema retributivo, il cui esiguo importo e' riconducibile in larga misura a carriere lavorative complessivamente troppo brevi e discontinue". Conti ne deduce che "la crisi e le sue mutazioni nel tempo stanno approfondendo ed esasperando problematiche sociali latenti con l'aggiunta di nuovi soggetti deboli: milioni di disoccupati e inoccupati giovani e meno giovani, famiglie prive di reddito stabile a rischio poverta' ed esclusione sociale". Le pensioni di anzianita'/anticipate liquidate calano del 32% tra i dipendenti privati nel 2013, rileva ancora il Rapporto dell'Inps, secondo cui gli assegni di vecchiaia registrano un decremento del 57% rispetto al 2012.

Al contrario, tra i lavoratori autonomi vi sono incrementi del 23,7% per le pensioni di anzianita' e del 12,1% per quelle di vecchiaia. Tra i dipendenti pubblici il calo e' ancora piu' consistente: le pensioni di anzianita'/anticipate e di vecchiaia diminuiscono rispettivamente del 49% e del 50%. Delle pensioni liquidate nel corso del 2013 (89.290) sono per il 51% pensioni di vecchiaia e anzianita'/anticipate (45.837).

Zedde

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