Redazione

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- Roma, 6 lug. - Si apre una settimana fondamentale per il governo e l'iter delle riforme. Martedi' il ministro dell'Economia Padoan sara' all'Ecofin per ribadire la necessita' che l'Europa 'cambi verso' e punti sulla crescita. Ma sia il premier che il ministro dell'Economia sono convinti che ci siano le condizioni per quella flessibilita' necessaria per evitare la strada del solo rigore. Del resto il Capo dell'esecutivo ha inaugurato il semestre di presidenza Ue sottolineando la forza di un governo che sta portando avanti un consistente pacchetto di riforme e che gode di una stabilita' politica necessaria per realizzare gli obiettivi. Ma appunto per contare in Europa c'e' bisogno, e il premier lo ripete da tempo, che l'Italia sia credibile. Ragion per cui il presidente del Consiglio non intende piu' accettare i condizionamenti di chi frena sulle riforme. A partire dal suo partito. Tanto che, riferiscono fonti parlamentari del Pd, c'e' il rischio di un braccio di ferro che non porti da nessuna parte. Il premier e' irremovibile sul no all'elettivita' dei senatori. Il ragionamento e' sempre lo stesso e lo ripetera' anche domani sera alla riunione di gruppo. Ma se la minoranza dovesse ancora creare degli ostacoli al cammino delle riforme l'ipotesi, sottolineano le stesse fonti parlamentari, e' quella di un rinvio della nuova segreteria e di una gestione di Largo del Nazareno 'allargata' a tutte le componenti del partito. "Proprio ora che siamo ad un passo dal traguardo non possiamo permetterci di perdere ancora tempo", ragiona un renziano. Tra i frondisti del Pd in realta' c'e' anche chi accetterebbe una sorta di compromesso: pochi accorgimenti sulla riforma del Senato, a patto che si cambi l'Italicum, a cominciare dalla preferenze. Del resto a chiedere una modifica del nuovo testo sulla legge elettorale partorito dall'accordo tra Pd e FI e' anche Ncd. Per non parlare del Movimento 5 stelle che, con Luigi Di Maio, e' tornato alla carica sulla necessita' di un confronto aperto. Ma il Pd ha dettato le 'condizioni' ai grillini e si aspetta risposte scritte dalla delegazione di M5S. La pattuglia di FI al Senato intanto affila le armi, nei prossimi giorni tornera' a chiedere la convocazioni del gruppo per continuare quella discussione iniziata con Silvio Berlusconi. L'ex premier, pero', non ha intenzione di riaprire la partita, e cosi' anche Matteo Renzi. .
- Roma, 6 lug. - Alla vigilia di una settimana bollente per le Riforme, resta in forse l'incontro fra Pd e Movimento 5 Stelle sulla legge elettorale. Se la delegazione M5S - con il capogruppo a Palazzo Madama, Maurizio Buccarella - lo da' per fissato, i democratici giudicano apprezzabile l'apertura di Luigi Di Maio, ma ritengono necessario che prima venga formalizzato un documento sui 10 punti messi per iscritto dal Pd. Altrimenti, si fa notare, c'e' il rischio concreto che l'incontro sia inutile. I grillini, secondo quanto apprende l'Agi, si dicono "sorpresi" per la richiesta del Pd: "la stiamo valutando" affermano fonti dell'M5s. E se l'Italicum accende il dibattito interno anche alla maggioranza, su soglie e necessita' di introdurre le preferenze, i riflettori restano puntati sulle riforme costituzionali per cui si apre una settimana chiave. Sul tavolo della commissione Affari costituzionali arriveranno i nodi fin qui rinviati e ancora non risolti: dall'elezione del Senato, a quella del Capo dello Stato, alla modifica dello strumento referendario. Domani sera alle 20 si terra' l'assemblea dei senatori Pd. Sono una ventina, fra loro, quelli che chiedono un Senato elettivo. Una tesi che potrebbe uscire rafforzata dai risultati del sondaggio che sempre domani il direttore di IPR Marketing, Antonio Noto, presentera' per la fondazione Univerde, in conferenza stampa a Palazzo Madama: "Gli italiani e la riforma del Senato. Abolito, nominato o elettivo?". Anche nel Nuovo Centro destra di Angelino Alfano c'e' chi e' ribadisce di preferire un Senato votato dai cittadini. "La riforma del Senato cosi' com'e' non va. Elezione diretta va introdotta", ha twittato, ad esempio, Roberto Formigoni. Martedi dovrebbe proseguire l'assemblea dei gruppi di Forza Italia. Sono oltre trenta i senatori azzurri che hanno apposto la loro firma al ddl di Agusto Minzolini che chiede un Senato scelto dai cittadini. Cosi' come lo chiede Sel, il Movimento 5 Stelle e gli ex grillini. Martedi tornera' a riunirsi la Commissione Affari Costituzionali e l'approdo in Aula del ddl, da programma, e' fissato per mercoledi'. Ma sono diversi i senatori che pensano non si faccia in tempo: troppi ancora gli emendamenti da affrontare, inclusi quelli al titolo V. Con ogni probabilita' martedi' si riunira' anche la conferenza dei Capigruppo per stabilire il calendario dei lavori. La presidente del gruppo Sel Loredana De Petris ha gia' chiesto a Pietro Grasso che, finito l'esame della Commissione, ci sia una settimana di tempo prima dell'arrivo del testo in Aula e martedi' mettera' di nuovo sul tavolo la sua richiesta, durante la riunione. "Altrimenti chi non e' componente della commissione non ha il tempo di fare mente locale" e di conoscere quello che andra' a votare. Sulla Costituzione "non si puo' andare avanti per diktat di partito", spiega De Petris. A Palazzo Madama, poi c'e'chi guarda con 'sospetto' la volonta' di fare in fretta anche sul fronte della Legge elettorale: non si e' mai vista approvare una riforma della legge per il voto - osservano - senza che poi si vada subito alle urne? . L'intenzione vera, insomma, per alcuni, e' andare ad elezioni anticipate. .
- Roma, 6 lug. - "Se non trovano lavoro i giovani l'Italia e' finita". Lo ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, conversando con alcuni cittadini a Monfalcone (Gorizia), dove ha questa mattina inaugurato una mostra sulla Prima Guerra Mondiale. Dall'esempio della Prima Guerra Mondiale, ha poi spiegato il Capo dello Stato inaugurando a Monfalcone una mostra sulla Grande Guerra, deve derivare la convinzione dell'assoluta "necessita' di sradicare i nazionalismi aggressivi e bellicisti, dando vita a un progetto e a un concreto processo di integrazione e unita' dell'Europa". Dopo aver inaugurato la mostra, Napolitano si e' fermato a salutare gli abitanti di Monfalcone. Strette di mano, fotografie con i cellulari, e applausi. Il capo dello Stato non si e' sottratto alle affettuose richieste dei cittadini. .
- Roma, 6 lug. - "Niente inciuci". In un'intervista a "La Repubblica", il guardasigilli Andrea Orlando, parla dell'annunciata riforma della giustizia. Preoccupazione per la notizia del nuovo incontro Renzi-Berlusconi? "La nostra linea e' rimasta la stessa, chiara dall'inizio - risponde il ministro - Un accordo alla luce del sole sulle riforme costituzionali e una proposta a tutto il Paese sulla giustizia. I 12 punti sono l'avvio del confronto. I testi on line sono l'elaborazione collegiale del governo. Ci confronteremo con tutti. Ma non ci sono ne' tavoli separati, ne' accordi sotto banco. Se le forze di opposizione, che in alcuni casi abbiamo gia' incontrato, daranno indicazioni, le accoglieremo solo se le condivideremo, altrimenti manterremo le nostre posizioni di fronte al Paese". .
- Roma, 5 lug. - "Se ne e' andato Giorgio. Quello sbagliato". Questo il testo del tweet di ieri con cui la responsabile web del Movimento 5 Stelle a MOntecitorio, Debora Billi, aveva commentato la morte di Giorgio Faletti. Oggi, sempre via social network, Billi si scusa con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: "Le battute infelici scappano, speriamo stavolta siano scappate per sempre - si legge su twitter e facebook - Desidero scusarmi personalmente con il presidente Napolitano per l'accaduto, augurandogli naturalmente una vita lunga e serena, e con il M5S a cui ho creato imbarazzo. Non accadra' piu'", promette Billi. Il tweet 'incriminato' di Debora Billi ha suscitato sulla rete una acceso dibattito e non sono mancate le critiche per il riferimento al presidente Napolitano. Poco dopo la pubblicazione del post sul social network, infatti, molte le prese di distanza e le critiche alla responsabile web del Movimento 5 Stelle di Montecitorio per aver scritto, dopo la notizia della morte di Giorgio Faletti, "se ne e' andato Giorgio. Quello sbagliato". Incrollabile commenta ironico: "Veramente una signora, che classe...". Arturo De Luca scrive: "ma dove hai studiato? Alla Sorbonne.... Che classe esempio lampante della cultura ed educazione di M5S". Fabio Manuela Mulas sintetizza: "Vergognoso!". Per Quintino Melis "con questo ti sei qualificata per quello che sei. Non servono altre parole". Laura Ceruti osserva: "scrivi questi tweet poi magari ti domandi, ma perche' abbiamo fatto flop alle Europee?". Duro il commento di Valentina: "che bestia che sei!". Ma su twitter compaiono anche commenti a favore di Billi: "E' una battuta. E' satira. E' Kasta etc etc etc", scrive ad esempio Matteo Forte. Ma la maggior parte dei commenti sono di critica. Alcuni anche con termini 'pesanti' e parolacce. Pasquale Cacciatore non usa mezzi termini per dire la sua: "Che animale. E non hai nemmeno cancellato il tweet". Di fatti, la responsabile comunicazione dei grillini alla Camera non elimina il post finito sotto accusa, ma dopo alcune ore ne scrive un altro: "Cosi' imparo a rubare le battute...". E dopo un'ora torna a scrivere su twitter: "Madre miserabile" "bestia" "schifosa"... Ahem si, sono io la maleducata". Solo questa mattina, intorno alle 10, Billi si scusa con il Capo dello Stato, augurandogli "lunga vita". .
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