Tra gli elementi su cui la Cassa accende i riflettori nel documento finanziario c'è il buon saldo della gestione corrente legato alla dimensione della contribuzione versata dai Notai, per il tramite degli Archivi notarili, in ragione dellʼattività svolta (99,78% dei ricavi relativi alla gestione corrente e 89,92% del totale dei ricavi) e, dallʼaltro, allʼentità delle pensioni (che costituiscono il 98,01% delle prestazioni correnti generali e il 69,31% del totale dei costi). Il saldo resta saldamente positivo anche considerando la diminuzione piuttosto intensa dei volumi repertoriali generati dalla professione notarile lo scorso anno: arriva a «750,435 milioni, infatti, il valore rilevato, corrispondente a un numero di atti stipulati pari a 3.830.803 (contro un repertorio 2016 di 755,824 milioni, pari a 3.860.907 atti stipulati), inferiori rispettivamente dello 0,71% e dello 0,78% rispetto all'esercizio precedente», con conseguente riflesso sulle entrate contributive (che risultano così in discesa, con un -0,68% al confronto con la performance registrata nel 2016).
Complessivamente il risultato della gestione caratteristica registra, quindi, un decremento rispetto al 2016 a causa della diminuzione della contribuzione e della contestuale crescita delle prestazioni pensionistiche e assistenziali. Il saldo della gestione corrente si contrae, rispetto al 2016, di 4,5 milioni di euro per attestarsi su un valore di 80 milioni di euro (contro 84,660 milioni di euro conseguiti nel 2016). L'indice della gestione corrente che mostra il rapporto tra entrate contributive e prestazioni erogate agli iscritti si attesta a 1,38 (era 1,41 nel 2016) sempre al di sopra rispetto ai valori registrati nel biennio 2011-2012.
Nel contempo, però, il 2017 s'è contraddistinto per l'escalation delle rendite ottenute dalla gestione del patrimonio investito dell'Ente, poiché i ricavi netti, «passati dai 23,2 del 2016 ai 51,4 milioni» registrati al 31 dicembre scorso, hanno in questo modo, così come messo in luce dalla Cassa del Notariato, «ampiamente garantito la copertura finanziaria ed economica delle spese relative all'indennità di cessazione, il cui costo d'esercizio è stato di 26,1 milioni».
La Cassa ha anche approvato il bilancio previsionale per il 2018 mettendo a bilancio un incremento della contribuzione corrente ma anche un aumento delle prestazioni correnti complessive (previdenziali e assistenziali insieme), quantificate in totali 214,385 milioni di euro, risultano aumentate (+2,14% rispetto alla proiezione finale 2017), ma in misura più incisiva; questʼultimo andamento è fondamentalmente da correlare alla dinamica assunta dagli oneri di quiescenza che ver- ranno presumibilmente rilevati a fine esercizio 2018 per un valore pari a 210,120 milioni di euro.