Decreto Pensioni, Ecco il piano di Renzi. Rimborsi una tantum sino a 750 euro

Bernardo Diaz Lunedì, 18 Maggio 2015
Il Governo ha discusso il decreto legge sulle rivalutazioni delle pensioni interessate dal blocco biennale dell'indicizzazione. Gli assegni superiori a 3200 euro lordi non vedranno alcun effetto mentre quelli inferiori otterrano una mancia una tantum sino ad un massimo di 750 euro.

Kamsin Un "bonus" una tantum di 750 euro per i pensionati con assegni fino a 1.700 euro lordi, di 450 euro per quelli da 2.200 euro, infine di 278 euro per quelli da 2.700 euro. E' quanto ha indicato il Premier al termine del Consiglio dei ministri nel quale è stato discussa la misura per rispondere ai rilievi della Consulta sul blocco dell'indicizzazione delle pensioni nel biennio 2012-2013. L'asticella oltre la quale non sarà garantito alcun rimborso passa però da 3000mila a 3200 euro lordi al mese.

Al rimborso una tantum inoltre si dovranno sommare gli incrementi degli assegni di nuovo rivalutati in base al costo della vita: 180 euro all'anno in più per gli assegni da 1.700 euro, 99 per quelli da 2.200 euro e 60 per quelli da 2.700 euro e nulla in piu' per gli assegni superiori a 3200 euro. Incrementi che cambieranno ancora una volta con la prossima legge di stabilità. Il Ministro dell'economia PierCarlo Padoan ha indicato che queste fasce saranno infatti poi oggetto di una re-indicizzazione dal 2016, anche in questo caso con livelli differenziati.

In ogni caso dunque si conferma che tutti i pensionati coinvolti vedranno molto meno rispetto a quanto spetterebbe loro dopo la decisione Consulta. Nessun vantaggio per chi aveva un assegno lordo superiore a 3200 euro al mese mentre chi ha un assegno ricompreso tra i 1450 euro e 3200 euro avrà una restituzione in pratica oscillante tra il 20% ed il 5% del dovuto (si veda tabella a lato per una prima analisi della misura).Per ulteriori dettagli rimandiamo a successivi approfondimenti.

C'è tuttavia una forte apertura del Premier a riaprire il capitolo previdenza a partire da fine anno con la legge di stabilità. "Le normative del passato sono intervenute in modo troppo rigido", ha detto, anticipando una maggiore flessibilità in uscita e "dare un pò più di spazio" a chi vuole andare in pensione prima rinunciando a parte dell'assegno.

All'interno del provvedimento, da quanto si apprende, c'è anche l'avvio del pagamento delle pensioni dal 1° del mese, a cominciare da giugno, e la sterilizzazione dell'effetto recessione sul calcolo del montante: questo è infatti rivalutato annualmente con un coefficiente legato alla dinamica del Pil e vista la recente situazione economica italiana è matematicamente sotto zero. Una situazione da correggere, perché significherebbe l'erosione di quanto fin qui versato dai contribuenti.

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