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- Roma, 21 set. - "Cerchiamo di fare un po' di ordine sulla questione dei debiti della Pubblica Amministrazione per evitare che informazioni parziali contribuiscano soltanto a creare confusione". E' una nota di Palazzo Chigi a ripercorrere punto per punto la questione. "Questo e' il punto chiave - si legge in un latro passaggio - lo Stato si e' messo nelle condizione di pagare TUTTI i debiti. E dunque e' corretto sostenere che la sfida di liberare risorse per pagare tutti i debiti PA e' vinta. Rimane quella di semplificare e imporre efficienza a tutta la pubblica amministrazione". Questo il testo integrale della nota diffusa da Palazzo Chigi: "Cerchiamo di fare un po' di ordine sulla questione dei debiti della Pubblica Amministrazione per evitare che informazioni parziali contribuiscano soltanto a creare confusione. Il dato di partenza e' il seguente: oggi lo Stato non e' in grado di avere una mappatura chiara, una fotografia certa dei debiti cui deve fare fronte. E' il motivo per il quale la fatturazione elettronica, che abbiamo introdotto tra le novita' della riforma della Pubblica Amministrazione lo scorso giugno, e' lo strumento chiave per determinare, d'ora in avanti, il chi, il quanto e il quando dell'impegno preso dallo Stato nei confronti dei suoi creditori". "Primo punto: abbiamo realizzato - si prosegue - il sistema che permettera' di controllare se tutti gli enti centrali pagano a 30 giorni. Adesso va esteso anche alle amministrazioni locali e il sistema girera' definitivamente. Secondo punto: tutti i soggetti che hanno un debito verso la PA sono oggi, grazie all'accordo tra Governo, banche e CDP, in condizione di essere pagati. Purtroppo devono sottostare a una procedura che prevede la certificazione del credito sul sito del Governo. Ma se l'operazione e' complicata dal punto di vista procedurale, il concetto e' molto semplice. Entro il 21 settembre abbiamo messo a disposizione i soldi per pagare tutti i debiti di parte corrente. Purtroppo non tutti sono stati pagati perche' il procedimento richiede un comportamento attivo (registrazione) da parte delle aziende". "In un mondo normale - rileva Palazzo Chigi - il pagamento dovrebbe essere automatico. Purtroppo l'assurdo meccanismo del passato e l'inefficienza di molto enti locali impone di usare questa procedura. Ma, questo e' il punto chiave, lo Stato si e' messo nelle condizione di pagare TUTTI i debiti. E dunque e' corretto sostenere che la sfida di liberare risorse per pagare tutti i debiti PA e' vinta. Rimane quella di semplificare e imporre efficienza a tutta la pubblica amministrazione". "Rimangono fuori da questo computo, che comunque supera ampiamente i 30 miliardi, solo quella quota parte di debiti della PA su investimenti, stimati tra i due e i tre miliardi di euro, per i quali i soldi ci sono, ma il problema e' il rispetto del 3% sul deficit. In altri termini, le risorse ci sono, ma rimane il problema di rispettare il patto di stabilita' e non sforare il 3%. Gli unici debiti non pagabili al momento sono questi. Non 60 miliardi, come abbiamo letto da qualche parte, ma una cifra che oscilla tra i due e i tre miliardi, che rischiano di farci sforare il 3%; vincolo europeo - ribadisce Palazzo Chigi - che noi intendiamo onorare e rispettare". .

- Roma, 21 set. - Matteo Renzi torna sulle polemiche con la vecchia guardia del Pd e avverte: "Se chiediamo nuove regole costituzionali, non stiamo compiendo alcun attentato - dice il premier -. Sul lavoro nessuno vuole tagliare i diritti. Dentro al Pd, pero', c'e' chi pensa di sfruttare il successo delle elezioni europee e poi 'facimm' ammuina' - attacca il segretario -. Si vuole mettere Renzi davanti e usarlo come foglia di fico per fare come gli pare. Ebbene - avverte Renzi - sono cascati male, io ho preso quei voti perche' voglio cambiare l'Italia davvero".

DEBITI P.A.: PALAZZO CHIGI, BASTA CONFUSIONE. SFIDA VINTA" (LEGGI)

Dai microfoni del Tg2 il premier spiega che "i soldi ci sono, e quindi l'impegno a pagare i debiti 2013" della pubblica amministrazione "entro il 21 settembre e' mantenuto. Tutti coloro che devono avere dei soldi dalla P.a. - spiega Renzi - possono averli iscrivendosi al sito del ministero dell'Economia. Chi va sul sito del governo trova la pratica per ricevere i denari". .

Per la mobilità volontaria occor­re il consenso dell'amministrazio­ne da cui si dipende. Il bando dovrà essere pubblicato per almeno 30 giorni e contenere i "requisiti e le competenze professionali" del personale che si intende assumere.

Kamsin Con il decreto di riforma della pubblica amministrazione la possibilità per un dipendente pubblico di ottenere lo spostamento volontario in un'altra amministrazione cambia pelle. Innanzitutto la legge precisa ora che la mobilità volontaria può essere svolta tra Pa che ap­partengono a comparti diversi, ma non può più interessare il per­sonale non contrattualizzato, ossia le categorie a cui non si applica la privatizzazione del rapporto di la­voro. Com'è noto i principali settori in cui non contrat­tualizzati sono: forze armate e dell'ordine, ruoli diplomatici e pre­fettizi, magistrati, docenti univer­sitari. Il persoale di questi comparti quindi è escluso dalla possibilità di essere trasferito nei comparti privatizzati come ad esempio i mini­steri e gli enti locali.

Per il trasferimento servirà inoltre il consenso dell'amministrazio­ne in cui si lavora, consenso che può essere evitato solo per i passaggi tra sedi centrali di ministeri ed enti pubblici nazionali "se l'ammini­strazione ricevente ha una percen­tuale di posti vacanti superiore a quella cedente".

Inoltre il provvedimento chiede che tutte le Pa fissino preventivamente i criteri per l'esame delle domande e garantiscano una adeguata pubblicità alla volontà di assume­re personale in mobilità. A tale scopo il bando - nel quale l'ente deve rendere noti i "requisiti e le competenze professionali" che de­vono essere possedute dal perso­nale che si intende assumere in mobilità - deve essere pubblicato per almeno 30 giorni contro i 15 giorni attuali. La disposizione lascia un'am­pia autonomia alle singole ammini­strazioni sulle procedure selettive da adottare: esse possono spazia­re dalla presentazione dei curricu­la, allo svolgimento di un collo­quio motivazionale o di una prova selettiva.

Zedde

- Roma, 21 set. - "La liberta' di voto in parlamento sul lavoro, ventilata anche dall'ex segretario Pierluigi Bersani, sarebbe un attacco al partito. In direzione si discute, ci si confronta anche aspramente, ma una volta che viene indicata una strada, tutto il partito ha il dovere di seguirla". E' quanto dichiarano i deputati del Partito democratico Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno. "Invocare continuamente la liberta' di coscienza - spiegano i parlamentari - significa mettere in discussione i fondamenti delle regole democratiche del Pd: la riforma del lavoro e' un punto qualificante e fondamentale dell'azione del governo guidato dal segretario del Pd, sarebbe singolare se a cercare di frenarla o di smontarla fossero proprio i parlamentari democratici. In passato, ad esempio sulla mozione per il ritorno al Mattarellum proposta da Roberto Giachetti, pur essendoci nel Pd molti in accordo con la proposta, fu comunque seguita l'indicazione del partito di non sostenerla. Chi all'epoca era maggioranza e oggi e' in minoranza, a seguito della schiacciante vittoria di Matteo Renzi alle primarie, confermata anche dalle elezioni europee, ha il dovere di comportarsi nella stessa maniera". .

- Roma, 21 set. - "Chi oggi difende il sistema vigente difende un modello di diseguaglianze dove i diritti dipendono dalla provenienza o dall'eta'. Noi vogliamo difendere i diritti di chi non ha diritti. Quelli di cui nessuno si e' occupato fino ad oggi". Lo scrive il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi, in una lettera indirizzata agli iscritti del partito. "Il 29 settembre - aggiunge - presentero' in direzione nazionale il Jobs Act. Dobbiamo attirare nuovi investimenti, perche' senza nuovi investimenti non ci saranno posti di lavoro e aumenteranno i disoccupati. Ma dobbiamo anche cambiare un sistema ingiusto - conclude - che divide i cittadini in persone di serie A e di serie B e umilia i precari".

"Nel partito c'e' chi vuole scontri ideologici"

"Davanti a un problema c'e' chi trova soluzioni provando a cambiare e chi organizza convegni lasciando le cose come sono. Anche nel nostro partito c'e' chi vuole cogliere la palla al balzo per tornare agli scontri ideologici e magari riportare il Pd del 25%. Noi no" si legge ancora nella lettera pubblicata sul sito del Pd. "Bloccare l'emorragia dei posti di lavoro e tornare a crescere, semplificare il fisco pagando meno (ma pagando tutti, finalmente!) e, prima di tutto, investire sull'educazione e sulla scuola: questa e' la nostra sfida", aggiunge Renzi che poi sottolinea: "Ci hanno detto che siamo di destra per questo. Ci hanno paragonato ai leader della destra liberista anglosassone degli anni Ottanta. A me - conclude - hanno insegnato che essere di sinistra significa combattere un'ingiustizia, non conservarla".

"Cambiamo il Paese, chi puo' ci dia mano"

"Noi siamo qui per cambiare l'Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a volte ritorna. O almeno ci prova" scrive ancora Renzi "Sul sito - spiega - trovate l'indicazione della nuova segreteria. Chi puo' ci dia una mano, partendo dalle iniziative per le imminenti regionali e per le forme di autofinanziamento. Abbiamo la grande occasione di cambiare il paese piu' bello del mondo: Aiutiamoci a farlo sul serio". .

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