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- Roma, 16 set. - Opposizioni all'attacco dopo il discorso del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nell'aula di Montecitorio. Dai Cinquestelle a Forza Italia, dure critiche al premier: "Non mi capacito di come il presidente del Consiglio ci faccia perdere il nostro tempo cosi'. Sarebbe stato piu' utile che ci avesse cantato una canzone che scalda il cuore", accusa il deputato M5S Andrea Cecconi, che definisce il discorso del premier come "una pagliacciata inutile". Critiche anche da Forza Italia, con Renato Brunetta che accusa Renzi di "populismo, cui non segue concretezza, non seguono i fatti. Basta con l'aria fritta e con le illusioni". Renzi, secondo l'esponente azzurro, ha fatto solo "un discorso apologetico di se stesso. Basta - prosegue il capogruppo FI - con la retorica e con l'affabulazione, con la confusione, con i continui 'contrordine compagni'. Basta con i messaggi facili con cui ha infarcito, anche oggi, i suoi 45 minuti di discorso". Anche Raffaele Fitto sostiene che quello di Renzi sia stato solo "un comizio vago e dal vuoto pneumatico". Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, scrive: "Renzi dice 'Io sto con chi si alza la mattina presto e si spacca la schiena'. Non mi pare, visto che li stai massacrando di tasse. Molti di loro, penso, due colpetti sulla schiena li darebbero volentieri a te". E' severo anche il giudizio, affidato a twitter, che Stefano Fassina - della minoranza Pd - riserva alle comunicazioni del presidente del Consiglio: "Renzi come Monti e la destra utilizza il termine apartheid per scaricare su padri sfigati il dramma del lavoro di figli ancora piu' sfigati. Renzi dice no a diritto del lavoro di serie A e B. Propone tutte lavoratrici e lavoratori in serie C". Positivo, invece, il giudizio del vicepremier e leader di Ncd Angelino Alfano: "Su giustizia e lavoro Renzi coraggioso e riformatore. Solo un governo con dentro il Nuovo Centrodestra puo' e potra' realizzare queste svolte". .

AGI) - Roma, 16 set. - Le riforme e i provvedimenti contenuti nel 'Mille giorni' sono "l'ultima chance per l'Italia". "Se perdiamo, non perde il governo ma l'Italia". Matteo Renzi, nel suo intervento alla Camera con cui traccia le linee di attuazione del programma dell'esecutivo, sprona la politica all'azione, chiede unita' per condurre in porto le riforme e minaccia "provvedimenti d'urgenza" se le Camere non approveranno la delega sul lavoro in tempi ragionevoli. "Il mondo fuori di qui ha bisogno di una classe politica che pensi all'Italia e agli italiani e che non si limiti costantemente alla polemica autoreferenziale", dice.

Negli ultimi anni "ci siamo guardati troppo allo specchio" e ora "e' il momento di aprire la finestra e di guardare fuori. Di cogliere il messaggio dei cittadini". Per i prossimi tre anni, suggerisce, "lavoriamo su provvedimenti concreti. Poi, al momento dello scontro elettorale, vedremo chi avra' consenso e chi ne avra' di piu'. Ma fino a quel momento continuiamo a lavorare perche' l'Italia recuperi il proprio ruolo in Europa e l'Europa abbia ancora un senso nel mondo". La strada da seguire e' quella delle riforme e dei 'Mille giorni', "l'ultima chance per recuperare il tempo perduto".

L'opposizione all'attacco: una pagliacciata

Per centrare l'obiettivo Renzi si dice disposto anche a perdere voti, ma e' fondamentale arrivare alla fine della legislatura: "Non abbiamo paura di confrontarci con gli italiani", afferma. Ma "oggi l'Italia ha bisogno di una sfida che abbia come orizzonte il maggio 2018. Siamo disponibili a effettuare un percorso di riforme per cui alla fine si possa anche perdere consenso. Sono disponibile a correre il rischio di perdere le elezioni ma non di perdere tempo".

"Si vota fra tre anni. Il fisco sara' piu' semplice"

Legge elettorale e lavoro: due tra i provvedimenti piu' importanti da approvare subito. "Bisogna varare la legge elettorale non per andare al voto, altrimenti non avrebbe senso presentare il programma dei mille giorni, ma per mettere fine alla melina sulle riforme", spiega. Mentre sulla riforma del lavoro avverte i partiti: "Rispettiamo il Parlamento e per questo abbiamo presentato la delega sul mercato del lavoro. Ma siamo pronti a intervenire anche con misure di urgenza perche' non possiamo aspettare un minuto di piu'. Rispetto il dibattito parlamentare ma rispetto anche le pressioni degli imprenditori che vogliono investire".

"Scoop o avvisi di garanzia non mettano a rischio l'Eni"

E proprio agli imprenditori Renzi assicura che il calo del costo del lavoro, iniziato con il taglio del 10% dell'Irap, continuera' anche il prossimo anno. Alla fine dei 'Mille giorni', spiega in sintesi, ci sara' "un fisco piu' semplice, meno complesso", "una legge sui diritti civili" e una riforma della giustizia "che deve cancellare il violento scontro ideologico del passato". "Se la politica fa la sua parte allora e' in condizione di chiedere a un magistrato di fare le ferie come un cittadino qualsiasi".

- Roma, 16 set. - "Il mondo fuori di qui ha bisogno di una classe politica che pensi all'Italia e agli italiani e che non si limiti costantemente alla polemica autoreferenziale". Cosi' il presidente del Consiglio ha concluso il suo intervento alla Camera sulle linee di attuazione del programma di governo. "Ci siamo guardati troppo allo specchio, e' il momento di aprire la finestra e di guardare fuori. Di cogliere il messaggio dei cittadini. Per i prossimi tre anni - ha aggiunto - lavoriamo su provvedimenti concreti. Poi, al momento dello scontro elettorale, vedremo chi avra' consenso e chi ne avra' di piu'. Ma fino a quel momento, non al giorno prima, continuiamo a lavorare perche' l'Italia recuperi il proprio ruolo in Europa e l'Europa abbia ancora un senso nel mondo". Alla fine dei Millegiorni ci sara' "un fisco piu' semplice, meno complesso" ha assicurato il premier. .

- Roma, 16 set. - "Qualcuno ha dipinto la scelta del provvedimento dei 'Mille giorni' come un tentativo di dilazionare, di perdere tempo. Mai lettura puo' essere piu' grottesca e ridicola". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aprendo il suo intervento alla Camera sulle linee di programma dell'esecutivo. "I 'Mille giorni' - ha spiegato - sono l'ultima chance per recuperare il tempo perduto. Dopo aver perso tanto tempo negli anni passati, ora abbiamo l'ultima chance. Se perdiamo - ha concluso - non perde il governo ma l'Italia".

Scoop o avvisi di garanzia non mettano a rischio l'Eni

L'Italia ha interrotto caduta, ma non basta

"L'Italia ha interrotto la caduta ma non basta. I numeri non sono piu' quelli devastanti di mesi fa ma chi si accontenta di fermare la caduta non sta bene" ha detto Renzi facendo notare che, se e' vero che l'Italia prima era in recessione insieme agli altri paesi, ora ha fermato la sua caduta mentre gli altri cominciano timidamente a riprendersi e ammonisce che questo non basta, bisogna ripartire.

Meglio chi si spacca schiena dei professionisti della tartina

"Rispetto al derby tra i 'professionisti della tartina' e l'Italia che si spezza la schiena, noi stiamo con questa seconda parte" ha aggiunto. Con la riforma del Senato "i senatori hanno dimostrato che il tempo delle rendite e' finito che i sacrifici li chiediamo prima per noi. Se la politica fa la sua parte - ha sottolineato - allora e' in condizione di chiedere a un magistrato di fare le ferie come un cittadino qualsiasi".

Stop alla melina, ma non per andare a voto

"Bisogna varare la legge elettorale subito non per andare al voto, altrimenti non avrebbe senso presentare il programma dei mille giorni, ma per mettere fine alla melina sulle riforme". Ha concluso, spiegando che la legge elettorale si deve fare cercando un accordo possibile senza veti, perche' non e' possibile che qualcuno si scelga la sua legge elettorale. Una "ennesima melina" sulla legge elettorale, ha spiegato, "suonerebbe come un affronto a cio' che e' stato detto da autorevoli esponenti come il presidente della Repubblica e sarebbe uno schiaffo alla dignita' della classe politica che si dimostrerebbe incapace di trovare delle soluzioni".

Il Commissario alla Guida dell'Inps ammette la necessità di rendere piu' flessibile il pensionamento in funzione della contribuzione raggiunta. E si rispolvera l'ipotesi Damiano-Baretta.

Kamsin «La struttura di riferimento del sistema previdenziale deve essere più flessibile in relazione ai tempi e ai modi di uscita dal mercato del lavoro». E' quanto ha detto il commissario straordinario dell'Inps Vittorio Conti. Conti ha spiegato che il problema è quello «di non stabilire una data di uscita dal lavoro fissa, uguale per tutti». «In base alla contribuzione raggiunta - ha aggiunto il commissario - si può decidere se andare avanti o meno». Quindi, ha riassunto il commissario, «non è giusto un trattamento uguale per tutte le tipologie di lavoro».

Una proposta che ricorda quella Damiano-Baretta sui pensionamenti flessibili per superare la legge Fornero che di fatto ha eliminato le pensioni di anzianità: considerare cioè l'uscita anticipata dal lavoro, ma con un penalizzazione graduale in funzione dell'età raggiunta. Il Commissario ha inoltre aggiunto che si dovrebbe tenere conto anche di lavori usuranti, per i quali, già è previsto un sistema di uscite anticipate rispetto ai limiti delle pensioni di vecchiaia.

Quanto alla possibilità di una sua conferma oltre il termine fissato per il 30 settembre prossimo, Conti ha precisato di aver «dato la disponibilità all'incarico per spirito di servizio». Dunque, ha aggiunto il commissario, «non mi tirerei indietro per quest'ultimo miglio, pochi mesi, sempre per lo stesso spirito di servizio».

Zedde

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