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- Roma, 26 mag. - "Abbiamo la possibilita' di fare una grande operazione keynesiana da piu' di 150 miliardi di euro. Il punto vero e' capire come spendi" i fondi europei: "si tratta di prendere delle scelte su quali infrastrutture pubbliche, quali investimenti in innovazione". Lo ha detto Matteo Renzi intervistato a Porta a Porta. .
- Pescara, 26 mag. - "Una sconfitta netta". Il presidente uscente della Regione Gianni Chiodi e candidato alla presidenza per il centrodestra parla cosi' del risultato elettorale che si e' registrato in Abruzzo, dove si e' affermato nettamente il candidato alla presidenza del centrosinistra, Luciano D'Alfonso. Chiodi ha detto di aver chiamato D'Alfonso, di aver "scambiato dei messaggi" con lui e di avergli "fatto gli auguri". "Lo invitero' - ha detto ancora Chiodi parlando a Rete 8 - a gestire in modo sobrio e sano le risorse, senza favorire i potentati". Parlando dell'operato della sua giunta, il presidente uscente ha fatto notare che "ha dovuto somministrare una medicina amara" per quanto riguarda il riequilibrio dei conti, e i portatori di interesse non hanno avuto "gli stessi spazi di prima". Ora pero' "questa Regione ha i conti in equilibrio e liberera' risorse importanti". Agli abruzzesi Chiodi ha lanciato l'invito a "mantenere la speranza, perche' l'Italia puo' avere una speranza dall'Abruzzo". Chiodi si e' poi soffermato sul fatto che "i portatori di interesse ti combattono subito, si coalizzano per farti la guerra e i cittadini non apprezzano gli sforzi per tutelare interessi generali". Guardando poi alla situazione del centrodestra il presidente uscente ha detto che "si dovra' fare una riflessione molto attenta, dal livello nazionale perche' quello che c'e' stato e' stato un chiaro segnale. Il centrodestra ha bisogno di novita', di una politica che abbracci le istanze dei liberali. Ci sono situazioni e valori - ha concluso - che dobbiamo tradurre in azione". .
- Roma, 26 mag. - La sconfitta brucia in casa M5S. Il giorno dopo i risultati schiaccianti della vittoria del Pd, i parlamentari 5 stelle fanno i conti con un esito inaspettato ai piu', soprattutto ai cosiddetti talebani che negli ultimi giorni credevano davvero di poter fare il famoso sorpasso sul Pd alle Europee. Ma cosi' non e' stato e nonostante l'ammissione della sconfitta da parte di Beppe Grillo - in un video, senza domande ne' contraddittorio e condito con un po' di umorismo a base di Maalox - la maggior parte dei 5 stelle serra le fila. E lo fa con interventi sui social, senza parlare direttamente con i giornalisti perche' - cosi' spiega qualcuno sotto stretto anonimato - "ci e' stato consigliato cosi'". Insomma, tenere la stampa a distanza, un po' come ai primi tempi della legislatura. In ogni caso, Grillo - dopo averci pensato seriamente nelle ultime ore - non fa passi indietro, accetta il risultato e cerca di farsi forte con la consapevolezza, cosi' viene spiegato, di essere una "forza ormai consolidata" anche se ci vorra' tempo per metabolizzare e per ragionare sulle prossime strategie. Sui social, Facebook in testa, oggi e' un profluvio di dichiarazioni: quasi tutti i fedelissimi alla linea del Movimento, invitano a 'non mollare' e ad andare avanti, come scrive Roberta Lombardi, nonostante si sia persa "una battaglia, ma non la guerra" come sottolinea Roberto Fico. Molti evidenziano che il cambiamento e' "lento ma irreversibile". Si cerca di infondere coraggio, anche se la delusione trapela tutta. Di certo, il risultato elettorale, al di sotto di ogni aspettativa, riapre le perplessita' di chi nel Movimento aveva gia' in altre occasioni avuto modo di criticare eccessi e integralismi "senza mai essere ascoltati" lamenta qualcuno "perche' se fai una critica, allora per loro sei del Pd". Un deputato che lavora in una commissione di rilievo ma che in passato ha gia' fatto critiche anche mirate, spiega - a patto di non comparire - che "se e' vero che Renzi e' stato bravo ad intercettare il voto dei moderati, noi dobbiamo porci qualche domanda, fare qualche riflessione autocritica. Certo, i toni sono stati eccessivi". Bisognera' parlarne, e' il ragionamento, se si vogliono fare dei passi avanti e recuperare consensi. E l'occasione sara' la prossima assemblea congiunta, di deputati e senatori, che non e' ancora stata convocata ma che potrebbe tenersi in settimana. Assemblea che secondo un altro esponente 5 stelle "sara' un casino, uno scontro totale". Ma tra i critici alla linea piu' dura, c'e' chi si dice "rassegnato" e alla domanda 'coma va a finire?' risponde laconico: "Come vuoi che vada? I talebani sono la maggioranza, non ascoltano e non vogliono dialogare, e poi c'e' la massa di silenti che stanno li' e si accodano ai piu' forti. Finira' come meritiamo che finisca: resteremo cosi' al palo". Un altro esponente M5S si definisce "depresso" e spiega: "Di questo passo non ce la faremo mai. Si', ne parleremo in assemblea congiunta, ci scazzeremo ma poi finira' tutto li' e noi continueremo ad andare sui giornali perche' protestiamo in aula su ogni cosa, sul regolamento... e agli italiani di questo non gliene frega niente". E poi, prosegue nel suo sfogo, "non si puo' dare del mafioso a Civati e fare di tutta un'erba un fascio: in Parlamento ci sono anche giovani, come noi, che sono alla prima legislatura, che c'entrano loro? C'entrano semmai i vari D'Alema del passato...". E oggi a Renzi che invita M5S a collaborare sulle riforme? "Figuriamoci... - rispondono alcuni deputati - e poi sul territorio sono ancora piu' talebani: basta che uno faccia un'osservazione critica e viene additato come filo-Pd". Cosa faranno i dissidenti? Promettono di dire quello che pensano nella prossima assemblea, ma "poi che fa, ci cacciano?" chiede uno di loro. E c'e' anche chi torna ad accusare lo staff che "invece di occuparsi della comunicazione del gruppo, fa politica" e svela che "nell'ultima settimana ha fatto andare in tv i soliti noti, Taverna, Di Battista and co, impedendo agli altri di partecipare a trasmissioni tv di tutto rispetto". Intanto, i senatori ormai ex 5 stelle, affilano le armi e continuano a lavorare per la nascita di un nuovo gruppo. Anche se qualcuno di loro dice che e' ancora troppo presto immaginare che possa nascere gia' la prossima settimana. Ma si lavora alacremente, rafforzati nel loro obiettivo - spiega uno di loro - anche dall'esito elettorale. .

- Roma, 26 mag. - Il Pd conferma la vittoria alle Europee anche con il voto delle amministrative: eletti Chiamparino in Piemonte e D'Alfonso in Abruzzo. Nardella sindaco di Firenze al primo tuno con ampio margine. Il Movimento 5 stelle tiene in Val di Susa e resiste a Livorno dove arriva al ballottaggio.

Chiamparino presidente del Piemonte "Il mio naso non mi ha tradito". Cosi' Sergio Chiamparino, arrivato in consiglio regionale, commenta "a caldo" la sua elezione, a scrutinio ancora in corso. "Quando si gioca a bocce - ha aggiunto - i punti si contano a bocce ferme". "Spero di riuscire a far cambiare verso al Piemonte". "Non ho mai percepito quell'aria di testa a testa che il sistema mediatico faceva trasparire. Non sono io che ho definito Bono come il male assoluto - ha aggiunto Chiamparino riferendosi al candidato del M5S - ne' ho mai detto che avrei preso un voto in piu'. Infatti ne ho presi molti di piu'".

Firenze, Nardella sindaco al primo turno Da Firenze arriva "Un risultato forte, chiaro, netto, per noi una straordinaria opportunita' e anche una grande responsabilita' che i fiorentini ci consegnano. Cercheremo di essere all'altezza di questo consenso e di questa fiducia". Lo ha detto il vicesindaco di Firenze Dario Nardella, commentando in Palazzo Vecchio con i giornalisti i risultati delle elezioni amministrative che al momento lo vedono vincente con il 59.62, con quasi la meta' dei seggi scrutinati. "Le donne, in giunta, saranno protagoniste. Prendero' il minimo di tempo, appena i risultati saranno confermati, entro una settimana", ha detto Nardella. Il primo impegno da sindaco sara' per "la Seves, per cento lavoratori, cento famiglie, che hanno ricevuto qualche giorno fa le lettere di licenziamento per il 15 giugno. Una vicenda difficile che stiamo seguendo da cinque anni e fino all'ultimo voglio stare accanto a loro e voglio essere operativo e concreto, per cercare di evitare questo drammatico epilogo, come qualche volta ci e' riuscito in questi anni" Emozionato, Nardella ha aggiunto: "Voglio rendere alla citta' almeno una parte quello che Firenze mi ha dato, da quando, a 12 anni, arrivai qui. Firenze mi ha dato tutto, mi ha adottato, mi ha dato la famiglia, il successo - ha concluso Nardella - qui ho trovato il lavoro all'universita'".

5 Stelle tiene in Val di Susa M5s e' in controtendenza sul dato regionale e tiene nella gran parte dei Comuni della media e bassa valle di Susa con percentuali comprese tra il 30 e il 50%. Mentre ancora non si conoscono i dati nei comuni piu' popolosi sono gia' stati eletti alcuni sindaci a capo di liste civiche di centrosinistra: Danilo Bar e' riconfermato sindaco di San Giorio (al 68,69%) mentre Chiara Borgis e' il primo sindaco donna di Bruzolo. In entrambi i casi, i candidati sono su posizioni No Tav ed hanno sconfitto liste appartenenti alla Rete liste Valsusa, la rete di liste civiche che vede nel movimento che si batte contro la Torino-Lione la sua principale appartenenza. Anche a Bussoleno, Luigi Casel della lista legata alla Rete liste Valsusa e' in difficolta' e tutto sembra indicare che Anna Allasio sara' riconfermata sindaco.

Anche l'Abruzzo va al Pd In Abruzzo, quando ormai sono state scrutinate quasi meta' delle 1.642 sezioni, si consolida sempre di piu' il dato per Luciano D'Alfonso, alfiere del Pd, candidato governatore alla Regione Abruzzo per il centrosinistra. L'ex sindaco di Pescara, al momento, stacca di molto il suo principale antagonista, il governatore uscente di centrodestra Gianni Chiodi (FI). Il primo sfiora il 50% dei consensi, il secondo si avvicina al 29%. La candidata Sara Marcozzi del Movimento 5 Stelle si attesta sul 20% mentre Maurizio Acerbo, leader abruzzese di Rifondazione comunista presentatosi con una propria lista e' ancora sotto il 4%, soglia di sbarramento imposta dalla nuova legge elettorale regionale.

Livorno, scivola il Pd: ballottaggio con M5S Si va verso un inaspettato ballottaggio tra centrosinistra e movimento 5 Stelle a Livorno, quando sono scrutinate 116 sezioni su 172. Il candidato di centrosinistra Marco Ruggeri e' al 39,9%, mentre al secondo posto, molto attardato, sta Filippo Nogarin dell'M5S. Ancora piu' indietro, e a questo punto probabilmente escluso dal ballottaggio, Andrea Raspanti, di una lista civica, con il 16,8%.

- Roma, 26 mag. - Si va verso un inaspettato ballottaggio tra centrosinistra e movimento 5 Stelle a Livorno, quando sono scrutinate 116 sezioni su 172. Il candidato di centrosinistra Marco Ruggeri e' al 39,9%, mentre al secondo posto, molto attardato, sta Filippo Nogarin dell'M5S. Ancora piu' indietro, e a questo punto probabilmente escluso dal ballottaggio, Andrea Raspanti, di una lista civica, con il 16,8%. .
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