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Per il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia potranno essere varate regole di pensionamento piu' agevoli per gli statali, fino ad un anno, per favorire la staffetta generazionale. Pronta anche un'estensione dello sperimentale donna.

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La riforma della Pubblica amministrazione si arricchisce di nuovi dettagli in vista del via libera che arriverà non prima di metà giugno. Ieri, a sorpresa, il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, ha indicato ufficialmente il programma di prepensionamento per i lavoratori del pubblico impiego. Oltre a quelli già previsti dal decreto sulla spending review (Dl 95/2012) che consente ai dipendenti in soprannumero nelle pubbliche amministrazioni di essere collocati a riposo con le vecchie regole sino al 2016. Insomma ci saranno novità rispetto alle norme attuali per il prepensionamento degli statali (regolate dalla circolare della Funzione Pubblica 4/2014) rese note qualche giorno fa dal dicastero della Madia.

Il meccanismo allo studio, "se ce ne sarà la necessità", ha detto la Madia in audizione alla Camera, prevede «brevi anticipazioni» rispetto ai requisiti della legge Fornero: "sei mesi al massimo un anno", una riforma che dovrebbe favorire la staffetta generazionale, l'uscita di personale anziano per fare posto ai giovani.  Sul fronte pensioni la Madia rilancia anche una proroga per la cosiddetta «opzione donna», la possibilità per le lavoratrici che scelgono di vedersi calcolata la pensione con il metodo interamente contributivo di lasciare il lavoro con 57 anni e 3 mesi di età ed almeno 35 di contributi a condizione però che optino per la liquidazione del trattamento con il metodo contributivo, un sistema che decurta significativamente l'importo dell'assegno pensionistico. Istituto che è in scadenza nel 2015.

Confermata anche l'abrogazione del trattenimento in servizio, ossia la possibilità di rimanere al lavoro per i due anni successivi quando si sono maturati i requisiti pensionistici, misura che da sola liberebbe oltre 10 mila posti nel settore pubblico.

La Ragioneria dello Stato stima in 70-80 mila i pubblici dipendenti che saranno interessati dalle misure anche se molto dipenderà da come saranno formulate le norme. Di certo prima del 13 giugno prossimo, giorno indicato per l'approvazione in Consiglio dei ministri dei provvedimenti sul pubblico impiego, non si saprà nulla di definitivo. La Madia incontrerà i sindacati per spiegare i punti salienti della Riforma e cercare di sciogliere i nodi piu' delicati. A partire dalla mobilità che dovrà essere "intercompartimentale" (cioè i dipendenti potranno essere spostati dai Comuni alle Regioni o viceversa) e dal tema dei dirigenti che vedranno l'introduzione del ruolo unico, la licenziabilità e la parte variabile della retribuzione legata alla funzione e all'andamento dell'economia del Bel Paese.

- Roma, 16 mag. - Francantonio Genovese ha trascorso la prima notte in carcere. L'ex parlamentare si e' costituito ieri sera, dopo il voto favorevole dell'aula della Camera alla richiesta dei magistrati di Messina che lo accusano di associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa. Ma il voto, a larga maggioranza, scatena polemiche, dopo ore di fibrillazioni non troppo latenti. Da due giorni il Movimento 5 stelle cannonneggiava il Pd, denunciando un presunto tentativo di far slittare il voto a dopo le elezioni europee e i dem replicavano sdegnati, controdenunciando un tentativo di 'trappolone'. Ieri la svolta: Matteo Renzi ha rotto gli indugi ed ha annunciato che il Pd avrebbe chiesto di votare oggi stesso "con il voto palese". "Non mi faccio mettere all'angolo" ha detto ai suoi per spiegare l'accelerazione. Detto fatto, il Pd in conferenza dei capigruppo ha chiesto che si procedesse con voto palese e la Camera ha dato il via libera con i 371 si' di Pd, M5S, Sel, Cd e Scelta civica. Hanno votato invece no Forza Italia e Nuovo Centrodestra. Liberta' di coscienza per il gruppo Per l'Italia. Il Psi non ha partecipato al voto. Ma tra i no anche sei deputati Pd, che con Beppe Fioroni, hanno votato contro l'arresto. Un certo malumore serpeggia nelle fila democratiche, ma su tutto fa premio la polemica con il M5s che si vuole intestare il merito di aver 'stanato' il Pd costringendolo al si'. E su Twitter si scatena, dopo le urla in aula a Montecitorio tra deputati dei due partiti, un duello tra Grillo e Renzi. "Abbiamo costretto il Pd a votare oggi per mandare #FuoriGenovese dal Parlamento! Guardali in faccia mentre votano" scrive il comico genovese. "Bravissima Anna Rossomando - replica il premier citando l'intervento di una deputata del suo partito -: niente lezioni da chi e' andato in Sicilia a dire che la Mafia non esiste". E Grillo di rimando: "Vinciamonoi! Li mandiamo a casa a uno a uno! Ora il deputato del Pd puo' essere arrestato! Fuori Genovese dal Parlamento". Ma Renzi non si lascia sfuggire l'ultima parola, almeno per oggi. "Il Pd - assicura - crede che la legge sia uguale per tutti. E la applica sempre. Anche quando si tratta dei propri deputati". Gli altri stanno un po' a guardare, mentre Silvio Berlusconi spiega il 'no' dei suoi deputati: "I nostri deputati hanno votato contro l'arresto. Noi siamo garantisti sempre e comunque". .

Torna sul problema dei quota 96 della scuola l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano che dal suo blog lancia l'appello al governo Renzi, alla vigilia dell'appuntamento elettorale del 25 Maggio, per una pronta soluzione della vicenda che vede protagonisti circa 4 mila docenti e personale Ata della scuola. "Ci rivolgiamo al Premier Matteo Renzi affinché vengano affrontati urgentemente alcuni problemi sociali non più rinviabili.

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Tra questi, vogliamo segnalare il tema di ‘quota 96′ per gli insegnanti. E’ necessario porre rimedio ad un errore compiuto dalla ‘riforma’ Fornero delle pensioni, che non ha considerato il fatto che il ciclo scolastico (primo settembre 31 agosto) non coincide con quello solare" ha detto Damiano. 

Questa ‘disattenzione’ ha causato un’ingiustizia ed impedito a molti insegnanti di poter andare in pensione. Questo argomento è già stato oggetto di una risoluzione delle Commissioni Bilancio e Lavoro, sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari e della risoluzione con la quale la Camera il 17 aprile ha approvato il Def 2014. 

Il  Governo si è impegnato, in quella occasione,  alla soluzione dei problemi previdenziali del settore scuola oltre a quello degli ‘esodati”. La platea del settore scuola ammonta a poco più di 4mila unità,  con un onere stimato dall’INPS di circa 35 milioni di euro per il 2014, 106 per il 2015, 107 milioni di euro  per il 2016, 108 milioni di euro per l’anno 2017 e 72 milioni di euro per l’anno 2018. Una copertura Finanziaria non eccessiva che risolverebbe una situazione assurda e che consentirebbe di aprire le porte della scuola a 4mila giovani insegnanti.

Si è concluso al Senato il primo passaggio per l'approvazione della legge di conversione del decreto casa (47/2014) con 133 voti a favore e 99 contrari; il provvedimento ora dovrà passare alla Camera per la conversione definitiva in legge entro il 27 Maggio. Rispetto al testo originario del decreto ci sono due importanti novità. La prima è che il bonus mobili perde il limite delle spese di ristrutturazione.

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E' stata soppressa la parte della norma che prevedeva che le spese agevolabili non potessero essere superiori a quelle sostenute per i lavori di ristrutturazione. Resta pertanto solo il tetto massimo di 10.000 Euro di spesa. Si segnala che il reinserimento fino al 31 dicembre 2015 della norma che tutela chi denuncia i contratti in nero, concedendogli di accedere al canone concordato, che era decaduta a seguito della sentenza costituzionale n.50 del 2014.

279 i voti favorevoli, 143 i 'no'. Tempi rispettati nonostante i 33 deputati iscritti a parlare. Il decreto mantiene l'impostazione originaria del governo: rendere più facile il ricorso ai contratti a termine e all'apprendistato per rilanciare l'occupazione

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Il decreto Lavoro è legge. L'aula della Camera ha approvato il testo in via definitiva. 279 i 'sì' e 143 i 'no'. La Camera ha respinto ieri la richiesta presentata dal Movimento 5 Stelle per la prosecuzione in notturna del dibattito sul dl lavoro. La seduta e' dunque ripresa stamane con le dichiarazioni di voto e la votazione finale che si è conclusa nella tarda mattinata.

Ecco in sintesi i contenuti del testo che modifica profondamente l'attuale normativa sull'apprendistato e i contratti a termine. Il testo precisa che le disposizioni si applicano ai rapporti di lavoro costituiti successivamente alla data di entrata in vigore del decreto.

Contratti a termine - Il contratto a termine non puo' avere una durata superiore a trentasei mesi, comprensiva di eventuali proroghe, per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione, sia nella forma del contratto a tempo determinato, sia nell'ambito di un contratto di somministrazione a tempo determinato. Il numero complessivo di contratti a tempo determinato stipulati da ciascun datore di lavoro non puo' eccedere il limite del 20 per cento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1 gennaio dell'anno di assunzione.

Per i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti e' sempre possibile stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato. I lavoratori assunti a termine in violazione del limite percentuale sono considerati lavoratori subordinati con contratto a tempo indeterminato sin dalla data di costituzione del rapporto di lavoro. Ferma restando la possibilita' per i contratti collettivi nazionali di lavoro di individuare limiti diversi, esclusivamente per i datori di lavoro che occupano almeno trenta dipendenti l'assunzione di nuovi apprendisti e' subordinata alla prosecuzione, a tempo indeterminato, del rapporto di lavoro al termine del periodo di apprendistato, nei trentasei mesi precedenti la nuova assunzione, di almeno il 20 per cento degli apprendisti dipendenti dallo stesso datore di lavoro. Le proroghe sono ammesse, fino ad un massimo di cinque volte, nell'arco dei complessivi trentasei mesi, indipendentemente dal numero dei rinnovi.

Nel computo del periodo massimo di durata del contratto a tempo determinato si tiene conto anche dei periodi di missione aventi ad oggetto mansioni equivalenti per la somministrazione di lavoro a tempo determinato. Viene prevista esplicitamente l'adozione in via sperimentale del contratto a protezione crescente nella futura delega legislativa che dovra' disciplinare, in un testo unico semplificato, i rapporti di lavoro.

Vengono anche introdotte sanzioni amministrative, senza obbligo di conversione del contratto a tempo indeterminato, per le aziende che violano il limite del 20% di contratti a termine sul complesso dei dipendenti. Il provvedimento prevede una sanzione pari al 2 % della retribuzione se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale non e' superiore a un solo lavoratore. La multa sale al 50% della retribuzione se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale e' superiore a uno.

Maternità - Per le lavoratrici il congedo di maternita' intervenuto nell'esecuzione di un contratto a termine presso la stessa azienda, concorre a determinare il periodo di attivita' lavorativa utile a conseguire il diritto di precedenza all'assunzione. A queste lavoratrici viene anche riconosciuto il diritto di precedenza anche nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi dodici mesi, con riferimento alle mansioni gia' espletate in esecuzione dei precedenti rapporti a termine. Il datore di lavoro e' tenuto a informare il lavoratore del diritto di precedenza mediante comunicazione scritta da consegnare al momento dell'assunzione.

Apprendistato - Il contratto di apprendistato contiene, in forma sintetica, il piano formativo individuale definito anche sulla base di moduli e formulari stabiliti dalla contrattazione collettiva o dagli enti bilaterali. Fatta salva l'autonomia della contrattazione collettiva, al lavoratore e' riconosciuta una retribuzione che tenga conto delle ore di lavoro effettivamente prestate nonche' delle ore di formazione almeno nella misura del 35% del relativo monte ore complessivo. Qualora la Regione non provveda a comunicare al datore di lavoro, entro quarantacinque giorni dalla comunicazione dell'instaurazione del rapporto, le modalita' per usufruire dell'offerta formativa pubblica il datore di lavoro non e' tenuto ad integrare la formazione di tipo professionalizzante e di mestiere con quella finalizzata all'acquisizione di competenze di base e trasversali.

Contratti di solidarietà - I datori di lavoro che stipulino il contratto di solidarieta', hanno diritto, nei limiti delle disponibilita' preordinate nel Fondo per l'occupazione di cui e per un periodo non superiore ai 24 mesi, a una riduzione dell'ammontare della contribuzione previdenziale ed assistenziale ad essi dovuta per i lavoratori interessati dalla riduzione dell'orario di lavoro in misura superiore al 20 per cento. La misura della riduzione e' fissata dal decreto emendato al 35 per cento.

Enti di Ricerca - Quegli enti che attivano contratti a termine, nella precedente formulazione non rientravano nel limite del 20% delle assunzioni a tempo determinato rispetto al numero dei dipendenti. Ora invece potranno protrarre il rapporto di lavoro dei ricercatori anche oltre 36 mesi e non oltre il periodo in cui e' prevista l'attuazione del progetto di ricerca. Vengono esentati gli enti di ricerca pubblici e privati al rispetto dei tetti fissati per i contratti a termine, pari al 20% del numero dei dipendenti e a 36 mesi di durata complessiva. La scadenza dei contratti a tempo determinato viene legata invece alla durata del progetto stesso.

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