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La Naspi potrà essere fruita anche dai lavoratori che hanno presentato le dimissioni per giusta causa. Sostituirà l'Aspi, la Mini-Aspi e, dal 2017, l'indennità di mobilità ordinaria. 

Kamsin La Naspi sarà sempre piu' un ammortizzatore universale destinato ad inglobare la maggior parte dei sostegni economici attualmente erogati nei confronti dei lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro. E' questo il disegno che emerge nel decreto legislativo attuativo per il riordino dell'intera normativa in materia di ammortizzatori sociali licenziato dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso.

L'ammortizzatore unico. La Naspi sarà applicabile a tutti i lavoratori che abbiano perduto involontariamente il lavoro a decorrere dal 1° maggio 2015 e sostituirà, dalla stessa data, le prestazione di Aspi e miniAspi introdotte dalla Legge Fornero. Il regime sarà pertato riunificato in un unico ammortizzatore che assorbirà, dal 2017, anche i lavoratori che attualmente percepiscono l'indennità di mobilità ordinaria (legge 223/1991), il trattamento speciale edile e tutti i trattamenti in deroga che saranno soppressi.

I destinatari. L'ammortizzatore sarà applicabile a tutti i lavoratori dipendenti, con la sola esclusione degli assunti a tempo indeterminato dalle pubbliche amministrazioni e degli operai agricoli per i quali continua a trovare applicazione una normativa ad hoc. Per accedere è necessario poter far valere almeno 13 settimane di contribuzione nel quadriennio precedente l'inizio del periodo di disoccupazione e, contestualmente, far valere 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi che precedono il periodo appena citato. Naturalmente è necessario essere in stato di disoccupazione ai sensi del dlgs 181/2000.

Il perimetro della tutela sarà tuttavia piu' ampio. Potranno fruire del sostegno sia quei lavoratori che hanno perso involontariamente il posto di lavoro, sia in caso di dimissioni per giusta causa (ad esempio il mancato pagamento della retribuzione; l'aver subito molestie sessuali nel luogo di lavoro; il non accettare modificazioni peggiorative delle mansioni lavorative; il Mobbing; ecccetera) nonché nelle ipotesi di risoluzione consensuale sottoscritta presso la Dtl in seno al tentativo obbligatorio di conciliazione introdotto dalla riforma Fornero. 

La NASPI spetterà anche nei casi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro intervenuta nell'ambito della procedura di cui all'articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, cioè nei casi di conciliazione con esito positivo. 

La misura. L'importo della Naspi sarà rapportato alla retribuzione imponibile previdenziale degli ultimi quattro anni e ancorata a un sistema di calcolo che porta l'indennità concedibile sino ad massimo di 1.300 euro, con un decremento del 3% mensile a decorrere dal quarto mese di fruizione. Il tutto per un periodo pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni, al netto dei periodi contributivi utilizzati per la percezione dell'indennità di disoccupazione. A decorrere dal 1° gennaio 2017 la Naspi non potrà essere corrisposta per un periodo che ecceda le 78 settimane.

La Richiesta. Nulla cambia sulle modalità di richiesta, visto che in ogni caso la richiesta sarà telematica con le relative tempistiche, 68 giorni oltre il quale si va in decadenza, e decorrenza: dall'ottavo giorno della cessazione del rapporto di lavoro se la richiesta viene presentata in tale intervallo ovvero dal primo giorno successivo alla data di presentazione negli altri casi.

Condizioni per beneficiare della Naspi saranno la partecipazione del beneficiario a iniziative di attivazione lavorativa ovvero a percorsi di riqualificazione, ma anche attività di politiche attive per ricollocarsi sul mercato del lavoro le cui azioni verranno definite da un decreto ministeriale entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto.

Nell'intero sistema di riordino, infine, rientra anche il Contratto di ricollocazione, ovvero una dote individuale spendibile presso i soggetti accreditati al fine di trovare, in tempi rapidi, un'occupazione stabile. L'intera procedura sarà curata dal soggetto accreditato e l'assegno di ricollocazione sarà incassato solamente a occupazione avvenuta. Un insieme di misure, quindi, che riorganizzano in un tutt'uno le politiche attive e passive del lavoro che si inseriscono nel più ampio disegno di riforma del mercato del lavoro rappresentato dal Jobs Act.

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Zedde

Una nota dell'Inca ricorda che in moltissimi non hano trovato posto all'interno della sesta salvaguardia e si sono visti respingere le istanze di accesso dalle DTL. Ci sono autonomi, parasubordinati, i lavoratori del settore agricolo e con contratti di lavoro atipico.

Kamsin Moltissime domande di ammissione al beneficio della sesta salvaguardia continuano ad essere respinte da parte delle Direzioni territoriali del Lavoro. E' quanto commenta una nota diffusa oggi dal Patronato Inca della Cgil. “L’ultima salvaguardia in ordine di tempo risale al novembre scorso (legge 147/2014, ndr) e le domande di tutti coloro che avevano un potenziale diritto, secondo i requisiti individuati, sono state inviate alle Direzioni territoriali del lavoro e all’Inps, nei termini prescritti e cioè entro il 5 gennaio 2015”.

“Negli ultimi tempi sono intervenute purtroppo alcune novità negative riguardanti i lavoratori e le lavoratrici con contratti di lavoro a tempo determinato a cui erano state riservate 4.000 posizioni da salvaguardare. Le ultime salvaguardie sono state costruite in modo tale da contingentare un numero specifico di posizioni individuali in relazione a stanziamenti economici predeterminati”.

“Nelle scorse settimane le  Direzioni Territoriali del Lavoro, emanazioni locali del Ministero del Lavoro, hanno cominciato, fuori tempo massimo, - continua l’Inca Cgil - a negare la possibilità di entrare in salvaguardia ai lavoratori titolari di contratti a termine del settore agricolo e ai lavoratori somministrati, respingendone le domane, che in alcuni casi avevano già avuto l’approvazione”.

“Abbiamo portato all’attenzione dell’Inps il grave comportamento delle sedi decentrate del Ministero e riteniamo che la posizione del Governo sia pretestuosa e finalizzata alla solo alla riduzione del numero degli aventi diritto, dopo aver ingenerato speranze e attese per il riconoscimento di diritti previdenziali" sostengono dall'Inca.

Nei giorni scorsi c'è stata anche una dura presa di posizione da parte della Cisl che ha denunciato al Governo come le salvaguardie abbiano trascurato del tutto il tema dei lavoratori autonomi e parasubordinati: "la salvaguardia interessa, prevalentemente, solo i lavoratori dipendenti. Sono stati tralasciati del tutto i lavoratori autonomi, i lavoratori a progetto e coloro che seppur subordinati, erano impiegati con contratti di lavoro precario, in primis i somministrati. Ci sono decine di migliaia di lavoratori che si sono visti respingere l'istanza di accesso al beneficio" ricorda la Cisl.

seguifb

Zedde

Gli aderenti ai fondi di previdenza complementare che possono vantare un periodo di inoccupazione superiore ai due anni e si trovino a meno di dieci anni dal raggiungimento dei requisiti minimi per la pensione pubblica potranno ottenere la prestazione complementare in forma anticipata.

Kamsin Gli aderenti che hanno perso il lavoro da almeno 2 anni potranno ricevere un aiuto in piu' dai fondi di previdenza complementare. E' quanto prevede l'articolo 15 del disegno di legge sulla concorrenza licenziato dal Consiglio dei ministri lo scorso venerdì.

La modifica proposta dall'esecutivo dispone che "le forme pensionistiche complementari prevedono che, in caso di cessazione dell'attività lavorativa che comporti l'inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 24 mesi, le prestazioni pensionistiche siano, su richiesta dell'aderente, consentite con un anticipo massimo di dieci anni rispetto ai requisiti per l'accesso alle prestazioni nel regime obbligatorio di appartenenza". Chi ha perso il lavoro da oltre 2 anni potrà dunque chiedere in anticipo l'erogazione della prestazione previdenziale maturata nel fondo di previdenza complementare a condizione che manchino non piu' di 10 anni dal pensionamento pubblico.

La novità è in realtà una estensione di quanto prevede attualmente l'articolo 11, comma 4 del Dlgs 252/2005. La possibilità di erogare prestazioni anticipate, infatti, costituisce un’opzione già presente ma limitata agli iscritti che si trovano in un periodo di inoccupazione da più di quattro anni e risultano essere a meno di cinque anni dal raggiungimento del diritto alla prestazione obbligatoria. L'estensione appare quindi un ulteriore aiuto, a costo praticamente zero per lo stato, riservato però solo a coloro che sono iscritti a forme di previdenza complementare. La scelta, per quanto opportuna, deve essere soppesata adeguatamente: anticipare l'accesso alla rendita previdenziale complementare di dieci anni comporterà l'erogazione di un rateo assai piu' contenuto.

Non solo. Nel provvedimento si concede anche agli aderenti dei fondi pensione individuali la facoltà di riscatto dell'intera prestazione maturata nelle situazioni di perdita dei requisiti di partecipazione al fondo antecedenti il pensionamento (si pensi, ad esempio alle dimissioni o al licenziamento). Oggi com'è noto questa facoltà sussiste solo nei fondi di pensione collettivi. La norma conferma anche la tassazione, al 23%, delle prestazioni erogate in tali casi.

seguifb

Zedde

È arrivato l'ultimo via libera alla dichiarazione dei redditi precompilata. Dal 15 Aprile il 730 precompilato sarà realtà anche se si dovranno inserire le spese mediche. 

Kamsin Ok del Garante della privacy alla dichiarazione dei redditi precompilata. Si comincia il 15 aprile e i destinatari saranno i lavoratori dipendenti e pensionati che hanno presentato per il 2013 il modello 730 o il modello Unico (con le caratteristiche del 730). Per costoro l'Agenzia delle Entrate ha compilato il modulo che dovrà essere aggiornato solo per eventuali elementi di novità (il caso più diffuso saranno le spese mediche).

Il Garante per la Protezione dei dati personali ha richiesto però parametri di maggiore sicurezza soprattutto nella fase dell'invio dati e per le deleghe di Caf, professionisti e sostituti d'imposta. Ad esempio qualora il contribuente si vuole affidare a un Caf, un professionista o un sostituto d'imposta, questi soggetti dovranno acquisire prima la delega da parte del loro cliente e poi formulare online una specifica richiesta. I loro accessi saranno tracciati e l'Agenzia farà controlli sulla correttezza delle deleghe. Considerato che si tratta di dati sensibili, il passaggio attraverso canali telematici richiede alta garanzia di sicurezza.

Per questo è stata approntato un «protocollo sicurezza»: gli accessi all'Anagrafe Tributaria da parte di ciascun sostituto d'imposta, Caf e professionista abilitato saranno tracciati, mentre specifici alert segnaleranno comportamenti anomali o a rischio.

L'Agenzia, inoltre, effettuerà verifiche periodiche, anche con controlli a campione, sull'idoneità delle misure di sicurezza adottate da parte di questi operatori che si impegneranno, con apposita dichiarazione, al corretto utilizzo dei dati. Invece, in caso di accesso diretto, il contribuente dovrà inserire le credenziali «Fisconline» rilasciate dall'Agenzia delle Entrate o quelle dispositive rilasciate dallinps. Una volta entrato nel sistema, dopo aver verificato i dati proposti dalle Entrate, potrà accettare, modificare o integrare la propria dichiarazione (per esempio con le spese mediche).

A partire dal 1° maggio i cittadini interessati potranno inviare on line la dichiarazione accettata, modificata o integrata. Entro 5 cinque giorni dovrebbero ottenere la ricevuta del file inviato.

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Zedde

Il Milleproroghe sbarca all'esame delle Commissioni Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Nel provvedimento c'è lo stop all'incremento dei contributi nella gestione separata.

Kamsin Viaggia spedito il decreto legge milleproroghe. Il testo del provvedimento approvato in prima lettura alla Camera è arrivato a Palazzo Madama da cui si attende il via libera definitivo entro il 1° marzo pena la decadenza.

Per quanto riguarda le modifiche al sistema previdenziale il provvedimento contiene lo stop all'aumento dei contributi per i professionisti senza cassa, il posticipo dei termini per presentare la domanda per il riconoscimento dei benefici connessi all'amianto previsti con la legge di stabilità per il 2014 e la gestione degli esuberi nella Croce Rossa con la possibilità prepensionare, come accade per le province (cfr: Circolare della Funzione Pubblica 1/2015), il personale in esubero.

Partite Iva. L'articolo 10-bis, introdotto in sede referente, ridetermina l'aliquota contributiva per i lavoratori autonomi, titolari di partita IVA, iscritti alla gestione separata INPS, che non risultino iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria né pensionati nelle seguenti misure: 27 per cento per gli anni 2014 e 2015 (in luogo, rispettivamente, del 27 e del 30 per cento previsti dalla normativa vigente); 28 per cento per l'anno 2016 (in luogo del 31 per cento previsto dalla normativa vigente); 29 per cento per l'anno 2017 (in luogo del 32 per cento previsto dalla normativa vigente).

Ecco dunque come saranno rideterminate le aliquote nella gestione separata negli anni a venire (in grassetto le modifiche del milleproroghe).

Com'è noto è importante ricordare che nei prossimi quattro anni le aliquote previdenziali a carico dei soggetti titolari di partita IVA sarebbero dovute crescere fino al 33,5 per cento del reddito nel 2018, così come stabilito dalla riforma varata dall'ex Ministro del lavoro, Elsa Fornero. Il nuovo emendamento approvato blocca l'aliquota per il 2015 al 27 per cento e prevede un minimo di aumento, un punto percentuale di aumento, nel 2016 e nel 2017. Questo significa che molti piccoli lavoratori autonomi, per i quali l'apertura della partita IVA ha rappresentato una forma di auto impiego con cui mettere sul mercato quelle che erano le proprie competenze e capacità lavorative in un Paese dove, oggettivamente, la disoccupazione è importante, avrebbero avuto da questo provvedimento un colpo fatale.

La modifica è stata salutata con favore dall'Anaip (Associazione degli amministratori professionali) che ha espresso un giudizio positivo anche al mantenimento del regimi dei minimi al 5%. «Il nuovo sistema del regime dei minimi, introdotto con la legge di Stabilità- si legge nel comunicato dell'Anaip - avrebbe comportato gravi ricadute specialmente nei confronti dei giovani che si apprestano a cominciare un'attività che comporta l'apertura di una partita Iva».

Proroga dei termini sull'amianto. E' stato inoltre introdotto un emendamento che posticipa dal 31 gennaio 2015 al 30 giugno 2015 il termine per la presentazione all'INPS della domanda per il riconoscimento dei benefici previdenziali previsti dalla normativa vigente per l'esposizione all'amianto, da parte di soggetti (assicurati INPS e INAIL) collocati in mobilità dall'azienda per cessazione dell'attività lavorativa, che avevano presentato domanda dopo il 2 ottobre 2003 (data dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 269 del 2003), a condizione di avere ottenuto in via giudiziale definitiva l'accertamento dell'avvenuta esposizione all'amianto per un periodo superiore a 10 anni e in quantità maggiori dei limiti di legge.

Non ci saranno ulteriori novità sul fronte previdenziale. Il provvedimento è praticamente blindato data la vicina scadenza, e non potranno essere imbarcate ulteriori proposte emendative che pure le opposizioni presenteranno (c'è un folto gruppo di parlamentari che chiede la proroga dell'opzione donna, ulteriori misure per gli esodati e la soluzione della vicenda dei quota 96 della scuola).

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Zedde

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