
Redazione
Legge di stabilità, settimana chiave per le modifiche
Domenica, 16 Novembre 2014Molto probabile un aumento piu' contenuto del prelievo sulla previdenza complementare. Quasi certa la revisione del taglio da 150 milioni di euro ai patronati.
Kamsin Sulle modifiche alla legge di stabilità l'esecutivo sta accelerando in questi giorni. Martedì inizieranno le operazioni di voto in Commissione Bilancio della Camera sugli emendamenti segnalati al ddl di stabilità e dopo l'incontro tra Padoan e Renzi di mercoledì scorso i tavoli di lavoro si susseguono a vari livelli, sia politico, in contatto costante con il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio. Le prime somme dovrebbero essere tirate domani, consentendo così il giorno successivo l'avvio dell'iter vero e proprio a Montecitorio.
Sul piatto il Governo avrebbe individuato almeno 500 milioni, ma per aumentare gli stanziamenti previsti in legge di stabilità a favore degli ammortizzatori sociali molti esponenti del Pd continuano a chiedere 1,5 miliardi di euro.Una cifra obiettivamente difficile da reperire nel bilancio del prossimo anno.
Tra le modifiche al disegno di legge che potrebbero essere accolte dal Governo c'è la revisione della tassazione sui fondi pensione e sui rendimenti delle Casse professionali. La Ragioneria Generale dello Stato ha ricevuto, infatti, indicazioni da Via XX Settembre di lavorare per recuperare le risorse necessarie per contenere l'aumento dall'11,5 al 20% prospettato nella legge di stabilità della tassazione sui fondi pensione e sulle polizze vita. Nel pacchetto di modifiche alla tassazione sui fondi pensione che il Governo potrebbe depositare in Commissione Bilancio tra martedì e mercoledì prossimo sembra probabile che compaia anche una riduzione del carico fiscale sui fondi delle casse di Previdenza dei Professionisti. Sarà rivisto, ma non azzerato, il taglio da 150 milioni di euro per i patronati.
Altre modifiche che il Governo potrebbe sostenere riguardano il regime dei minimi, la Sabitini Bis (cioè il finanziamento per l'acquisto di macchinari nuovi), un intervento sull'Irap ed i bonus bebè. Attesa anche per la cd. local tax che dovrà trovare tradurre in norme l'accordo trovato in settimana con i Sindaci.
Zedde
Articolo 18, la reintegra scatterà solo per reati che non si sono verificati
Sabato, 15 Novembre 2014Saranno specificati in un decreto delegato che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2015 i casi in cui il dipendente illegittimamente licenziato per motivi disciplinari potra' essere reintegrato sul posto di lavoro. Kamsin In tutti gli altri casi al dipendente spetterà solo un risarcimento monetario progressivo in base all'anzianità di servizio.
Stesso destino anche per i licenziamenti per motivi economici. E' questo in sintesi l'accordo raggiunto tra Governo e minoranza Dem sulla revisione dell'articolo 18 per i neo-assunti con contratti a tempo indeterminato dal prossimo 1° gennaio 2015. Accordo che ora dovrà essere rapidamente fissato nella legge delega.
Il nuovo articolo 18 - La delega sul mercato del lavoro prevede per tutti i nuovi assunti (giovani emeno giovani, disoccupati o al primo inserimento o anche nel caso di passaggio da un lavoro un altro) il contratto a tutele crescenti. Che sarà il "nuovo" contratto a tempo indeterminato. In pratica per tutti i nuovi assunti varranno le modifiche concordate sull’articolo 18: reintegro solo per i casi di licenziamento discriminatorio oppure per i «casi gravi» di licenziamento disciplinare illegittimo. Nelle altre situazioni al lavoratore spetterà solo un indennizzo crescente in base all’anzianità aziendale.
Secondo quanto anticipato dal Governo i casi specifici in cui sarà ammissibile il reintegro dipenderà dalla “procedibilità”: se il reato di cui è ingiustamente accusato il dipendente licenziato è “procedibile d’ufficio” allora il giudice potrà anche disporre il reintegro; se invece il reato di cui si è accusati è procedibile solo a querela, allora - sempre casomai fosse un’accusa falsa e insussistente - il licenziato avrà solo l’indennizzo monetario. Ma in ogni caso le regole saranno, per l'appunto, specificate nel decreto delegato.
Le Altre modifiche - Il Jobs act interviene anche sull’articolo 13 dello Statuto dei lavoratori che, di fatto, vieta il demansionamento. La delega a rivedere la disciplina delle mansioni, in modo da «contemperare l’interesse dell’impresa all’utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l’interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita». Ma in tali casi lo stipendio non potrà essere ridotto. Altri ritocchi riguardano i sistemi di controllo a distanza con l'indicazione che il controllo potrà riguardare solo i macchinari ed i beni dell'impresa e non i lavoratori. Inoltre l'applicazione dell'Aspi sarà estesa ai Cococo mentre saranno cancellate le forme di lavoro piu' precario come i Co.Co.Pro e ci sarà una stretta sulla false partite Iva.
Zedde
Esodati, respinti gli emendamenti della Lega per l'estensione delle tutele
Sabato, 15 Novembre 2014"La Commissione della Camera dei Deputati ha dichiarato inammissibili alcuni nostri emendamenti al Jobs Act in cui chiedevamo l’abolizione delle pensioni d’oro e la tutela degli esodati". E' quanto ci comunica l'ufficio stampa della Lega Nord; il partito guidato da Matteo Salvini annuncia il ricorso contro questo provvedimento e in "ogni caso chiederemo agli altri gruppi il voto unanime per approvare comunque degli emendamenti di assoluto buon senso che vanno contro gli sprechi e i privilegi e a favore di una categoria abbandonata dagli ultimi governi”.
Gli emendamenti presentati chiedono l'abolizione dei vantaggi cumulabili dai lavoratori con alte retribuzioni nel sistema contributivo e l'estensione delle tutele in favore dei lavoratori esodati.
Zedde
Local Tax 2015, ecco l'identikit della nuova tassa sugli immobili
Sabato, 15 Novembre 2014Palazzo Chigi lavora su una aliquota standard del 2,5 per mille sulle abitazioni principali unita a detrazione standard di 100 euro. I Comuni potranno alzare l'asticella sino al 5 per mille.
Kamsin Arriva una nuova rivoluzione sul mattone. E' la nuova local tax che in questi giorni tiene banco nella discussione che il Governo ha avviato con l'Anci, l'associazione dei sindaci. In attesa che il provvedimento venga messo nero su bianco, probabilmente con un emendamento alla legge di stabilità, vediamo quali saranno i punti cardine della nuova imposta.
Abitazioni Principali - Per le abitazioni principali l'aliquota standard ipotizzata è del 2,5 per mille, ma i Comuni potranno incrementarla fino al 5 per mille, ed è affiancata da una detrazione fissa di 100 euro (non 200 come era circolato nelle prime bozze) e con la possibilità per i Comuni di poter introdurre sconti ulteriori per i figli.
Grazie allo sconto fisso di 100 euro la nuova local tax consentirà di reintrodurre un criterio di progressività perso con la Tasi. Infatti con lo sconto fissa la tassa locale al 2,5 per mille azzererà l'imposta per circa 3 milioni di abitazioni di basso valore catastale già esenti, da tempo da Ici ed Imu. Mentre saranno chiamati a pagare di piu' le abitazioni con valori catastali piu' elevati.
Gli altri immobili - Per le abitazioni diverse dall'imposta principale l'ipotesi rilanciata dal governo è di un prelievo standard dell'8,6 per mille ma il massimo può raggiungere il 12 per mille (contro l'11,4 per mille previsto dalla normativa attuale). Per tali abitazioni, ovviamente, non sarà riconosciuta la detrazione standard di 100 euro. Nel caso degli immobili strumentali, poi, la deducibilità dalle imposte sul reddito dovrebbe essere pari al 30%, piu' alto della vecchia Imu (asticella al 20%) ma minore della Tasi (che prevedeva la deducibilità integrale del tributo).
Nella nuova tassa, a differenza di quanto ipotizzato dal Governo nelle scorse settimane, non saranno inclusi altri balzelli comunali, come la tassa sulle insegne pubblicitarie e l'occupazione di suolo pubblico. Almeno per ora. Fuori dal perimetro di intervento anche la Tari, la tassa sui rifiuti.
Zedde
Riforma Pensioni, Il Governo apre alle modifiche
Sabato, 15 Novembre 2014La Ragioneria dello Stato dovrà reperire le risorse necessarie per limitare il prelievo sulla previdenza complementare e sulle Casse Professionali. Sarà rivisto anche il taglio ai patronati.
Kamsin Nel confronto di ieri tra Ministero dell'Economia e Parlamento il Governo avrebbe aperto ad una revisione della tassazione sui fondi pensione e sui rendimenti delle Casse professionali. La Ragioneria Generale dello Stato ha ricevuto, infatti, indicazioni da Via XX Settembre di lavorare per recuperare le risorse necessarie per contenere l'aumento dall'11,5 al 20% prospettato nella legge di stabilità della tassazione sui fondi pensione e sulle polizze vita. L'intervento dovrà limitare anche l'aumento dal 20 al 26% del prelievo sui rendimenti delle Casse Professionali come previsto nel documento governativo. Sarà rivisto, ma non azzerato, il taglio da 150 milioni di euro per i patronati.
Intanto, nella giornata di ieri, la Commissione Bilancio di Montecitorio ha proseguito l'esame degli emendamenti proposti dai partiti al disegno di legge di stabilità. Tra gli emendamenti "segnalati" e sui quali si svolgerà dunque la votazione compaiono anche due proposte presentate dal M5S che prevedono l'introduzione di un tetto massimo per le pensioni o i vitalizi erogati da gestioni previdenziali pubbliche in base al sistema retributivo e, dall'altra parte, pensioni minime a 600 euro. "Le pensioni ovvero i vitalizi erogati da gestioni previdenziali pubbliche in base al sistema retributivo, non possono superare i 5.000 euro netti mensili. Sono fatti salvi soltanto le pensioni e i vitalizi corrisposti in base al sistema contributivo.
Qualora il trattamento sia cumulato con altri trattamenti pensionistici erogati da gestioni previdenziali pubbliche in base al sistema retributivo, l'ammontare onnicomprensivo non puo' superare gli 8.000 euro netti mensili", recita la prima proposta di modifica. "Ai soggetti titolari di unico trattamento pensionistico o di piu' trattamenti pensionistici la cui somma degli importi percepiti, a prescindere dal requisito anagrafico, non superi la soglia di seicento euro viene comunque corrisposto un rateo integrato nella misura minima di 600 euro per dodici mensilita'", si legge nel secondo emendamento.
Zedde