Redazione

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Rivedere le regole per la tassazione della previdenza professionale. E' l'accorato grido che arriva dal Congresso dei Periti industriali che è stato avviato ieri a Roma. La legge di stabilità, sulla tassazione delle rendite delle Casse di Previdenza Professionali, va assolutamente rivista. Continua dunque il braccio di ferro tra il governo e le casse di previdenza dei professionisti, dopo la 'batosta' della legge di Stabilità che prevede per gli enti un innalzamento dell'aliquota sul risparmio previdenziale dal 20 al 26% dal primo gennaio 2015.

Kamsin Ma uno spiraglio comincia ad intravedersi. “Restare a un livello di tassazione del 20% lo consideriamo il minino della pena. Nel resto d'Europa il risparmio previdenziale è tassato zero” ha detto il presidente di Adepp, Andrea Camporese, in un'audizione sulla legge di Stabilità davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, con cui ha bocciato sonoramente l'aumento della tassazione sui fondi pensione.

“Una tassazione di questo livello - ha detto Camporese - provoca una riduzione dei patrimoni e del welfare assolutamente importante” mentre “negli altri Paesi europei le tassazioni sulle  plusvalenze dei fondi pensioni non c'è. Non vieni tassato perché reinvesti i tuoi utili. Il risparmio previdenziale” delle casse privatizzate dovrebbe “essere tutelato” non penalizzato.

"Avevamo discusso con il Governo di creare una tassazione unica per il primo e per il secondo pilastro di previdenza, allineando tutto intorno al 13 per cento. Invece ci siano trovati nella legge di stabilità questa sorpresa incredibile dell'appesamentimento di sei punti del prelievo" ricorda Valerio Bignami, presidente dell'ente di Previdenza dei Periti Industriali.

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Per ridurre l'evasione del Canone Rai il Governo potrebbe presto dare il via libera al prelievo direttamente con la bolletta della luce. L’obiettivo ridurre l'evasione e abbassare il canone a 60-70 euro.

Kamsin Secondo le indiscrezioni del quotidiano La Stampa il Governo Renzi sarebbe pronto ad introdurre, dal prossimo anno, il pagamento del canone Rai direttamente con la bolletta elettrica. Renzi potrebbe dare dunque il via libera alla proposta piu' volte circolata agli inizi di quest'anno che garantirebbe a Viale Mazzini un gettito di 1 miliardo e 800 milioni di euro l’anno (piu' o meno quello attuale) e, soprattutto, ridurrebbe un'evasione di oltre 450milioni di euro.

L'obiettivo è infatti il recupero dell'evasione con la quale si potrebbe iniziare a ridurre il canone. Secondo le anticipazioni, dall'importo attuale, che si aggira intorno a 113 euro, la media richiesta dovrebbe scendere intorno ai 60-70 euro l'anno e ai redditi piu' bassi, certificati attraverso l'Isee, saranno chiesti dai 30 ai 40 euro. Continueranno ad essere garantite le fasce di esenzione e i bonus per i meno abbienti.

La proposta è stata inoltrata dal sottosegretario alle Comunicazioni Antonio Giacomelli al ministro dell’Economia per la relazione tecnica. Dopo l’esame sarà il Governo a decidere lo strumento legislativo, se presentare un emendamento alla legge di Stabilità o varare un decreto ad hoc in modo che la proposta diventi operativa dal prossimo anno.

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L’ipotesi circolata a Palazzo Chigi consente ai Comuni di chiedere sino al 5 per mille sulle prime case e sino al 12 per mille sugli altri immobili.

Un emendamento al disegno di legge di stabilità, ancora in discussione preliminare alla Camera dei Deputati, introdurrà la local tax, la tassa unica sugli immobili che riunirà Imu e Tasi dal prossimo anno.  Ieri a Palazzo Chigi, il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio, insieme al sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta, hanno incontrato i sindaci per fare il punto sulla manovra.

Kamsin Durante l'incontro sarebbe stato delineato l'impianto della nuova imposta. L'asticella del prelivo di base della local tax sulle abitazioni principali dovrebbe essere del 2,5 per mille con la possibilità, per i sindaci, di arrivare al 5 per mille. Sulle abitazioni principali ci sarà una detrazione standard che, sarebbe stata indicata in 100 euro (anche se si starebbe studiando la possibilità di portarla a 200 euro, come la vecchia Imu). A cui aggiungere una maggiorazione della detrazione in presenza di figli residenti nell'abitazione adibita ad immobile principale (50 euro per ogni figlio).

Quello che ancora potrebbe invece peggiorare, è il prelievo sulle seconde case. Oggi il tetto massimo dell'aliquota Imu e Tasi per gli immobili diversi dall'abitazione principale, è fissato al massimo al 10,6 per mille (con la possibilità per i sindaci di arrivare sino al 11,4 per mille). Fonti vicine a Palazzo Chigi, hanno indicato che il nuovo tetto potrebbe salire fino al 12 per mille. I sindaci, poi, dovranno rinunciare ai 5 miliardi annui di gettito dell'addizionale comunale perchè l'Irpef tornerà tutta allo Stato. In cambio i municipi riceveranno i denari del gettito dell'Imu della categoria D, quella sui capannoni industriali, attualmente incassata dall'Erario.

Nella nuova tassa, a differenza di quanto ipotizzato dal Governo nelle scorse settimane, non saranno inclusi altri balzelli comunali, come la tassa sulle insegne pubblicitarie e l'occupazione di suolo pubblico. Almeno per ora. Fuori dal perimetro di intervento anche la Tari, la tassa sui rifiuti.

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Verso un accordo per contenere il taglio ai patronati. L'Aliquota sulla previdenza complementare potrebbe salire solo al 15%. Riammesso l'emendamento per i 4 mila docenti e personale Ata nel movimento "quota 96".

Ricollocazione presso un fondo del Ministero del Lavoro di 256 milioni di euro, stanziati per gli esodati e non utilizzati. Sono queste alcune delle modifiche approvate ieri dalla V Commissione Bilancio di Montecitorio su proposta del Governo al disegno di legge di stabilità.

Nei giorni scorsi, invece, sono stati segnalati diversi emendamenti a firma delle forze politiche che potrebbero portare ad un temperamento di alcune misure soprattutto sul pacchetto previdenziale, fortemente penalizzato nel testo govenativo della legge di stabilità.

Kamsin Passano infatti l'esame di ammissibilità della V Commissione presieduta da Francesco Boccia (Pd) gli emendamenti che chiedono lo stop al taglio di 150 milioni di euro ai patronati. Contro la sforbiciata si è compattato un fronte largo. Ben 100 deputati del Partito Democratico hanno firmato un emendamento che chiede il ripristino completo dei fondi. Difficile per il governo riuscire a mettere un argine. Così dal Tesoro sarebbero arrivati i primi segnali di apertura.

Altra modifica ormai data quasi per acquisita, è la riduzione del balzello fiscale sui Fondi pensione. Nella manovra il governo ha ritoccato al rialzo il prelievo dall’11,5% al 20%. Ora potrebbe portarlo al 15%. Si tratta ancora sul prelievo delle Casse Professionali. Passa il giudizio di ammissibilità anche l'emendamento di Sel che punta a reintrodurre la possibilità per i 4mila lavoratori del comparto scuola che si riconoscono nel movimento cd. quota 96 di accedere alla pensione dal prossimo 1° settembre 2015. Su proposta del Pd è stato poi riammesso, ieri, un emendamento in materia di benefici previdenziali per i lavoratori esposti all'amianto.

Altre norme al vaglio della Commissione Bilancio riguardano la possibilità di unificare il pagamento dei trattamenti previdenziali il 1° del mese (e non il 10 come previsto nel testo governativo per gli 800mila lavoratori interessati dalla misura), alcune norme in materia di estensione dei benefici previdenziali in materia dei lavoratori usuranti.

Per entrare nel vivo del dibattito sulla legge di stabilità si dovrà tuttavia attendere ancora una settimana dopo il voto finale sul Jobs Act previsto per il 26 Novembre. Solo concluso questo capitolo l'Aula della Camera affronterà il ddl di stabilità.

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Il Governo dovrà fissare le varie tipologie che prevedono la riassunzione in caso di licenziamenti per motivi disciplinari. Restano le tutele crescenti per i licenziamenti per motivi economici. Controlli a distanza piu' soft. 

Kamsin L'intesa raggiunta ieri tra Renzi e la minoranza Dem dovrebbe portare ad una riscrittura di alcuni punti della delega sulla Riforma del Lavoro. In primis la normativa sull'articolo 18.  L'accordo affida il compito al Governo di regolare, nei decreti delegati, in termini precisi e puntuali il reintegro anche in alcuni casi di licenziamenti disciplinari.

Sui licenziamenti economici l'ordine del giorno approvato dalla direzione Dem prevede invece una disciplina che "sostituisca l'incertezza e la discrezionalità di un procedimento giudiziario con la chiarezza di un indennizzo economico certo e crescente con le anzianità di servizio". Ma in ogni caso senza la possibilità di reintegra. Non cambia nulla, invece, per quelli discriminatori (per motivi di razza, religione o idee politiche, per esempio) per i quali sarà previsto il reintegro, punto in realtà mai messo in discussione.

In tutti i casi le innovazioni normative riguarderanno esclusivamente i neo assunti. Per gli altri lavoratori ai quali si applica attualmente l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (nelle aziende con più di quindici dipendenti) non cambierà nulla.

I controlli a distanza - Novità anche sui controlli a distanza. Con l'accordo il governo potrà consentire l'uso delle telecamere o delle altre strumentazioni tecnologiche sui luoghi di lavoro a condizione che tali controlli siano diretti sui macchinari e non sui lavoratori. Secondo il governo questo era già chiaro nel testo approvato dal Senato ma poiché dalla minoranza dem veniva una richiesta di maggiore chiarezza, un emendamento ne fisserà meglio i contorni.

Non cambia, invece, il capitolo sul demansionamento: in casi di ristrutturazione aziendale, il datore di lavoro, con la disponibilità del lavoratore che così non perderà l’occupazione, potrà inquadrare a un livello inferiore il dipendente senza ridurre però la retribuzione.

Ammortizzatori sociali - L'accordo raggiunto riguarda anche gli ammortizzatori sociali con la promessa dell'esecutivo di incrementare lo stanziamento previsto nella legge di stabilità. Le risorse potrebbero passare dagli attuali 2 miliardi indicati nella legge di Stabilità a circa 3,4 miliardi, comprensivi dei 700 milioni circa per la cassa integrazione in deroga. Sui contratti c'è la conferma del governo di ridurre i contratti precari con una stretta sulle collaborazioni e le false partite Iva.

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