Redazione

Redazione

''Il governo dovra' spiegare bene al Paese, ai cittadini perche' mette una nuova tassa''. Cosi' il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha commentato a ''Prima di tutto'', Radio 1, la ventilata manovra del Governo sulle pensioni. Kamsin ''E' un altra tassa, perche' non si puo' intervenire sul pregresso, e quindi dovrebbe introdurre per i pensionati un'altra tassa, come se gia' non ne pagassero di salate, come se gia' non pagassero contributi di solidarieta', non ottenendo, negli ultimi tempi, nemmeno la rivalutazione. Mi sembra - ha aggiunto Bonanni - una iniziativa eccessiva''. Invece di intervenire sulle ''municipalizzate mangiasoldi, abbeveratoio della politica, si scatena un meccanismo di tensioni sociali, di contrapposizione fra chi ha una pensione da 500 euro e chi da 2.500

Questa e' una cultura becera, che deve finire. Al di la' delle chiacchiere, non si fa nulla per le spese forti, dissipatrici di comuni, province e regioni, e ci si rivolge ancora una volta a coloro che pagano le tasse sino all'ultimo centesimo e non hanno nemmeno la rivalutazione di fronte all'inflazione. E' una logica perversa, che potrebbe innescare un'ulteriore frenata sui consumi, perche' la gente, preoccupata dal proprio futuro, blocca tutti i consumi, per la paura di fare passi piu' lunghi della gamba''.

Riforma Pensioni, il governo cerca un prelievo sugli assegni piu' elevati

Pensioni, Damiano: prelievo solo sopra i 90 mila euro lordiZedde

"Anche se non ci sorprendono affatto, sia i dati di Equitalia relativi alle domande di rateizzazione (che a luglio hanno registrato il record di 156 mila richieste), sia quelli della continua diminuzione dell'indebitamento per consumi (credito al consumo) che secondo le nostre stime nel 2014 registra il -5%, rappresentano ulteriori segnali della situazione economica insostenibile in cui si trovano le famiglie italiane". Kamsin E' quanto affermano in una nota di ieri i presidenti di Adusebef e Federconsumatori, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, secondo cui "ai dati appena riportati, si aggiungono: le stime drammatiche sul Pil al -0,2%; i dati sui consumi turistici (solo il 31% degli italiani si e' concesso le tradizionali vacanze estive); i flussi negativi alle presenze ai ristoranti a Ferragosto (solo il 18%); il consuntivo sui saldi (-4%); la disoccupazione al 12,2% (quella giovanile al 43,7%)".

Per Lannutti e Trefiletti, "si potrebbe andare avanti ancora a lungo con l'elenco degli indicatori economici in rosso, tutti concordi nel confermare , come purtroppo denunciamo da tempo, una nuova contrazione del mercato rispetto all'anno precedente e lo stato di netta recessione del nostro Paese". Per questo, sottolineano nella nota, "e' urgente e necessario che il Governo si dedichi con impegno e serieta' alla fuoriuscita da questa situazione, dando la massima priorita' al rilancio della domanda di mercato per far ripartire, cosi', l'intero sistema economico. In tal senso bisogna, in primo luogo, aumentare il reddito delle famiglie, ampliando la platea dei destinatari del bonus anche a pensionati e incapienti.

Ma e' evidente che la ripresa, per essere concreta e duratura, non puo' prescindere da interventi mirati allo sviluppo del Paese ed all'incremento dell'occupazione. Per questo e' necessario un piano di investimenti per la crescita, a partire da un settore strategico, come quello della rete telematica. Vogliamo ricordare, in tal senso, che gli investimenti sono regrediti al livello del 1995", conclude il comunicato. 

Zedde

La pressione fiscale, nel 2014, e' destinata a salire dello 0,2% rispetto al livello raggiunto l'anno scorso. Kamsin E' quanto sostiene la Cgia di Mestre sottolineando che in questo modo "e' destinata a toccare il livello record del 44%: la stessa soglia raggiunta nel 2012". Dal 1980 ad oggi, segnala inoltre l'Ufficio studi della confederazione, la pressione fiscale in Italia e' aumentata di 12,6 punti percentuali.

E "secondo il Def (Documento di Economia e Finanza) approvato nella primavera scorsa - si legge in una nota - quest'anno la pressione fiscale e' destinata a toccare il livello record del 44%: la stessa soglia raggiunta nel 2012. Con un record di tasse che ci proietta ai vertici della classifica dei piu' tartassati d'Europa, le imprese italiane versano al fisco italiano ben 110,4 miliardi di tasse all'anno. Nell'Ue, sottolinea l'Ufficio studi della Cgia, solo le aziende tedesche pagano in termini assoluti piu' delle nostre, anche se va ricordato che la Germania conta oltre 80 milioni di abitanti: 20 piu' dell'Italia.

"Con un carico fiscale di questa portata - sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - e' difficile fare impresa e soprattutto creare le condizioni per far ripartire l'economia". Secondo il leader degli artigiani mestrini, le cause di questo nuovo record fiscale sono "gli effetti legati alla rivalutazione delle rendite finanziarie, all'aumento dell'Iva, che nel 2014 si distribuisce su tutto l'arco dell'anno, all'introduzione della Tasi e, soprattutto, all'inasprimento fiscale che gravera' sulle banche, compensano abbondantemente il taglio dell'Irap e gli 80 euro lasciati in busta paga ai lavoratori dipendenti con redditi medio bassi. Alla luce di tutto cio' - aggiunge - la pressione fiscale di quest'anno e' destinata a salire dello 0,2 % rispetto al livello raggiunto l'anno scorso". Ritornando al carico fiscale che grava sulle imprese, fa notare la Cgia, se calcoliamo la percentuale delle tasse pagate dalle aziende sul gettito fiscale totale, a guidare la classifica europea e' il Lussemburgo, con il 17 per cento.

Sul secondo gradino del podio si posiziona il nostro Paese, con il 16%, mentre al terzo troviamo l'Irlanda, con il 12,3 per cento. Tra i nostri principali competitor la Cgia segnala che "la Germania fa segnare l'11,6%, il Regno Unito l'11,2%, la Francia il 10,3%, mentre la media dell'Ue dei 15 e' pari all'11,3%". "Alle nostre imprese - conclude Bortolussi - viene richiesto lo sforzo fiscale piu' pesante. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito sia concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione sia la peggiore pagatrice d'Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedelta' fiscale delle nostre imprese e' al top". 

Zedde

Si parte con Valtur e si prosegue con Ast (Thyssen) e Lucchini, passando per Alcoa e Pasta Agnesi, per proseguire con Alcatel e Termini Imerese. Kamsin Settembre sarà un mese critico per l'industria italiana: i tavoli di confronto istituiti presso il ministero dello Sviluppo economico sono numerosi come l'anno scorso ma dopo alcuni esiti positivi e il lavoro svolto nei mesi scorsi, le prospettive di giungere in autunno alla soluzione di alcune importanti vertenze sembra piu' a portata di mano.

Il primo appuntamento gia' fissato e' per mercoledi' 3 per il gruppo turistico che dopo l'amministrazione straordinaria e' passato ad Orovacanze. Giovedi' 4 e' la volta di ThyssenKrupp: bloccata dall'intervento del ministro Guidi l'avvio della procedura di mobilita' per 550 lavoratori, si tratta ora di rivedere il piano industriale sperando di giungere a un piano di rilancio. Sempre nel settore siderurgico, prosegue il negoziato per Lucchini: si sta infatti trattando in esclusiva la vendita alla societa' indiana Jindal. "Il negoziato - fanno sapere dal Mise - sta andando avanti positivamente. Speriamo di arrivare alla fase conclusiva al ministero nella prima meta' di settembre". Ottimismo viene manifestato anche per la complessa vicenda Ilva, seguita "minuto per minuto": tra le manifestazioni di interesse, quella in stato piu' avanzato e' di Arcelor Mittal. "Ci sono le condizioni - dicono al ministero - per trovare una soluzione positiva".

Nell'agenda del ministero figura anche giovedi' 4 l'accordo per Alcatel. Lunedi' 8 settembre e' fissato l'incontro tecnico dedicato all'offerta avanzata da Grifa per Termini Imerese, a cui seguira' il 23 il tavolo politico. Tra il 9 e il 10 e' previsto poi il tavolo sulla Solsonica di Rieti: dovrebbero entrare degli investitori italiani che farebbero compiere all'azienda del settore fotovoltaico significativi progressi dal punto di vista tecnologico. Situazione piu' critica e' quella di Ideal Standard, che sara' affrontata al ministero giovedi' 11. Il 12 e' convocato il tavolo per Pasta Agnesi. Poi c'è la vertenza Breda Menarini, la trattativa per la De Tomaso di Torino.  

A meta' settembre sara' poi convocato il tavolo sulla raffinazione e quindi quello sui call center, ma gia' dai primi del mese al ministero faranno il punto sulla siciliana Almaviva e sulla calabrese Infocontact. 

Zedde

Gli italiani hanno ripreso ad emigrare all'estero ma rispetto al passato sono tanti i 40 e 50enni pronti a lasciare il Paese per trovare un lavoro. Kamsin E' quanto rileva una ricerca del Centro studi Cna, secondo cui negli anni della crisi sono emigrate dall'Italia all'estero circa 620mila persone: dal 2007 al 2013 il numero di coloro che hanno abbandonato l'Italia e' aumentato del 92,9%. Solo nel 2013 hanno lasciato il Paese 125.753 adulti, un numero simile a quello degli abitanti della Val d'Aosta o della citta' di Pescara.

Nella stragrande maggioranza, oltre 80mila, erano italiani, gli altri immigrati. Il nuovo boom di espatri e' trainato da lavoratori con i capelli grigi. Nel periodo 2007/13 l'incremento degli espatriati italiani con un'eta' tra i 40 e i 49 anni e' stato pari al 79,2%. Nella fascia tra i 50 e i 64 anni la crescita ha toccato il 51,2%. I giovani che hanno deciso di emigrare, in percentuale, sono aumentati di meno: +44,4% quanti avevano tra i 15 e i 29 anni, +43% la fascia 30-39 anni. In termini assoluti continuano a essere i giovani ad emigrare in maniera piu' massiccia: nel 2013 il 36,3% del totale aveva tra i 30 e i 39 anni, il 27,8% tra i 15 e i 29 anni.

Nel frattempo, e' salita pero' al 21,9% la fascia 40-49 anni e al 14% quella tra i 50-64 anni. Se un tempo dopo i 50anni un emigrato tornava al paese d'origine, ora gli 'over' sono anche pronti a fare le valigie e a cercare fortuna oltre frontiera. La Cna ipotizza che chi emigra dopo il giro di boa dei quarant'anni sono persone che la mancanza di occupazioni qualificate non permette di valorizzare;probabilmente anche imprenditori, che puntano a "vendere" la propria esperienza in mercati emergenti. 

Zedde

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati