Redazione

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I prezzi dei flacconi di ricarica delle e-cig sarebbero quintuplicati se passasse la proposta nella bozza di decreto legislativo che punta a riordinare la tassazione sui tabacchi e le sigarette elettroniche. Kamsin Lo denuncia Anafe-Confindustria, associazione nazionale produttori fumo elettronico, "sgomenta di fronte all'ennesimo tentativo di distruggere il settore della sigaretta elettronica, senza che si sia mai aperto un serio e reale confronto tra le istituzioni e gli operatori come invece previsto dal Tavolo aperto lo scorso febbraio".

A seguito di una prima analisi della bozza del D.lgs su accise e imposte di consumo applicate ai tabacchi e alle sigarette elettroniche, Anafe-Confindustria rileva che, nonostante l'ordinanza del Tar Lazio confermata dal Consiglio di Stato che ha sospeso l'imposta di consumo pari al 58,5% del prezzo di vendita, rinviando gli atti alla Corte Costituzionale, il Governo sembra voler andare avanti sulla strada di una imposizione fiscale che non consideri le peculiarita' del settore. "In primo luogo", spiega il presidente di Anafe-Confindustria, Massimiliano Mancini, "le sigarette elettroniche continuano ad essere ciecamente assimilate al tabacco. Questa volta cercando di trovare un'equivalenza impossibile da stabilire tra una svapata e un tiro di sigaretta".

Una metodologia cosi' congegnata "da' la sensazione che per il Governo l'unica preoccupazione sia tassare per provocare la sparizione del prodotto, e cio' anche senza alcun riguardo per il diritto alla salute e persino per le casse dello Stato che, sino ad ora, ci hanno solo rimesso. Il tutto ricordando sempre che l'Italia e' l'unico paese occidentale a tassare la sigaretta elettronica".

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'Sulle pensioni chiediamo al governo di aprire un tavolo comune con le parti sociali. E' urgente affrontare alcune questioni come quella degli esodati e cancellare, una volta per tutte, gli errori della legge Fornero''. Kamsin E' quanto ha indicato il vicesegretario vicario Udc Antonio De Poli che, commentando la relazione annuale dell'Inps diffusa ieri. ''Oltre due milioni di italiani - aggiunge - sono con una pensione sotto i 500 euro, mentre altri 6,8 milioni stanno sotto i 1000 euro: sono cifre che impongono una riflessione. La riforma Fornero ha tagliato la progressivita' creando problemi come gli esodati, creando delle nicchie di poverta'''.

La legge Fornero? ha detto De Poli: ''E' stata come un bancomat, usata 'per fare cassa' o, utilizzando un linguaggio piu' diplomatico, per intervenire a garanzia di un sistema che rischiava di andare in default, come sottolinea il dato del deficit emerso dalla relazione annuale dell'Inps'', continua De Poli secondo cui ''e' necessario che la questione delle pensioni torni al centro dell'Agenda politica nazionale per trovare una soluzione che sia sostenibile da un punto di vista finanziario ma che garantisca, allo stesso tempo, la dignita' di chi ha lavorato e ha fatto sacrifici per arrivare alla pensione''.

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Il 43% dei pensionati italiani, pari a 6,8 milioni, riceve meno di 1.000 euro lordi. E' quanto precisa il Rapporto annuale dell'Inps, secondo cui 2,1 milioni (13,4%) percepisce meno di 500 euro. Il reddito pensionistico medio (la somma di tutti i redditi da pensione, sia di natura previdenziale che assistenziale) ammonta al 31 dicembre 2013 a 1.297 euro lordi mensili. Kamsin Il Commissario straordinario dell'Inps, Vittorio Conti, presentando la relazione annuale dell'istituto alla Camera, ha riferito che nel 2013, dei 14,3 milioni di pensionati Inps (cifra al netto dei beneficiari di pensioni assistenziali), 5 milioni hanno percepito una rendita media di 702 euro lordi mensili ed altri 1,2 milioni di soli 294 euro. Le ultime evidenze - ha spiegato - "non sono soltanto il portato della crisi che stiamo attraversando, ma anche un'eredita' del passato.

Si tratta infatti di pensioni prevalentemente originate dal vecchio sistema retributivo, il cui esiguo importo e' riconducibile in larga misura a carriere lavorative complessivamente troppo brevi e discontinue". Conti ne deduce che "la crisi e le sue mutazioni nel tempo stanno approfondendo ed esasperando problematiche sociali latenti con l'aggiunta di nuovi soggetti deboli: milioni di disoccupati e inoccupati giovani e meno giovani, famiglie prive di reddito stabile a rischio poverta' ed esclusione sociale". Le pensioni di anzianita'/anticipate liquidate calano del 32% tra i dipendenti privati nel 2013, rileva ancora il Rapporto dell'Inps, secondo cui gli assegni di vecchiaia registrano un decremento del 57% rispetto al 2012.

Al contrario, tra i lavoratori autonomi vi sono incrementi del 23,7% per le pensioni di anzianita' e del 12,1% per quelle di vecchiaia. Tra i dipendenti pubblici il calo e' ancora piu' consistente: le pensioni di anzianita'/anticipate e di vecchiaia diminuiscono rispettivamente del 49% e del 50%. Delle pensioni liquidate nel corso del 2013 (89.290) sono per il 51% pensioni di vecchiaia e anzianita'/anticipate (45.837).

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Crescono dell'1,4% le entrate tributarie nel periodo gennaio-maggio 2014, un incremento pari a 2,13 miliardi di euro a quota 150,645 miliardi. E' quanto si apprende nel bollettino delle entrate tributarie del Mef. Kamsin Il gettito delle imposte indirette e' aumentato di 3,452 miliardi (+4,8%), mentre le entrate relative alle imposte indirette sono calate di 1,319 miliardi (-1,7%). In lieve calo il gettito dell'Irpef (-0,4%), attestatosi a 67,2 miliardi di euro, mentre risultano stabili le variazioni delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente del settore pubblico e redditi da pensione (5 milioni di euro in piu') e dei versamenti in autoliquidazione (9 milioni di euro in piu').

Positiva la variazione delle ritenute a titolo di acconto applicate ai bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o per le spese per le quali spetta la detrazione d'imposta (+83 milioni di euro, +26,5%). Il gettito dell'Ires e' invece risultato pari a 1,415 miliardi di euro (160 milioni di euro in meno, -10,2%). Il gettito dell'imposta di bollo cresce dell'8,5% (+403 milioni di euro), mentre il gettito delle transazioni immobiliari risulta in calo del 5,1%. L'incasso dall'accisa sui prodotti energetici aumenta del 9,6% (paria 831 milioni di euro). Le entrate totali relative ai giochi sono infine risultate pari a 4,816 miliardi (-91 milioni di euro, -1,9%).

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L'incontro avvenuto ieri ieri sera a Roma tra il Ministro dello Sviluppo economico Guidi con i sindacati, ha determinato la sospensione dello sciopero dell'11 luglio dei lavoratori Ilva, che avrebbe dovuto vedere una manifestazione a Roma nelle vicinanze di Palazzo Chigi, e' stato sospeso. Kamsin Fonti sindacali osservano che il "ministro Guidi ha confermato e rafforzato l'impostazione del commissario dell'Ilva, Piero Gnudi, e dato ulteriori garanzie sul prestito ponte". Gnudi aveva incontrato il pomeriggio del 2 a Roma i sindacati metalmeccanici ma la riunione non aveva sortito valutazioni positive tant'e' che i sindacati avevano confermato la protesta dell'11.

Prestito ponte entro meta' mese, probabilmente entro l'11, nuovo incontro tra sindacati e ministro Guidi alle 18.30 del 16 luglio, lettera di intenti della cordata interessata ad acquisire parte delle quote azionarie dell'Ilva, tra fine anno e inizio del prossimo. Sono i tre obiettivi indicati dal ministro dello Sviluppo economico ai sindacati per l'Ilva nel corso dell'incontro che c'e' stato ieri sera al Mise. Guidi, si apprende sempre da fonti sindacali, ha detto che la situazione dell'Ilva e' grave ma che si sta lavorando - cosi' come peraltro aveva affermato il 2 luglio il commissario Piero Gnudi - sia al prestito ponte sia alla ricerca di un nuovo partner industriale. Il prestito ponte servira' all'azienda per fronteggiare la situazione economica nella seconda parte dell'anno, mentre per il partner ieri il ministro ha parlato di cordata, lasciando intendere che oltre ad un gruppo straniero - al momento il piu' accredidato sembra essere quello franco indiano Arcelor Mittal - dovrebbero esserci anche imprenditori siderurgici italiani. Il ministro avrebbe quindi definito oneroso il piano industriale consegnato dall'ex commissario Enrico Bondi, sostituito dal Governo con Gnudi un mese fa. Piano che tra costi per l'Autorizzazione integrata ambientale, oneri per la sicurezza e investimenti industriali, prevedeva un impegno globale di spesa di 4 miliardi di euro sino al 2020 con la suddivisione in due fasi temporali: sino al 2016, data in cui il commissariamento dell'Ilva in base alla legge dovrebbe finire, e dal 2017 al 2020 con i nuovi azionisti in campo.

"Il ministro Guidi - spiegano fonti sindacali - ha seguito la linea che ci aveva gia' esposto il commissario Gnudi ma e' stata piu' marcata su alcuni punti offrendoci elementi e garanzie in piu'". Lo sciopero nazionale e' quindi stato sospeso ma resterebbero comunque iniziative locali - non scioperi - almeno sino a quando la situazione non si chiarira' definitivamente. 

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