Redazione

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- Bruxelles, 27 mag. - Con la consapevolezza di guidare il partito che ha ottenuto il miglior risultato e di governare il paese con la maggiore affluenza alle urne, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto agli altri capi di Stato e di governo Ue, riuniti nel Consiglio informale per valutare le conseguenze del voto dei giorni scorsi, che "se vogliamo salvare l'Europa, dobbiamo cambiare l'Europa". Lo riferiscono fonti di palazzo Chigi. "Con questa forza - ha detto Renzi, che ha ricevuto le congratulazioni dei colleghi - vi dico che anche chi ha votato per noi ha chiesto di cambiare l'Europa".

In precedenza Renzia aveva detto: "Affronteremo con decisione tutte le scelte della Ue" anche perche' "l'Europa deve parlare il linguaggio dei cittadini". Riguardo alla partita delle nomine comunitarie sollecitata dalle domande dei cronisti il premier ha replicato che "tutte le discussioni sui nomi vengono dopo le discussioni e le scelte su cio' che l'Europa deve fare".

"Io sono qui a rappresentare l'Italia - ha esordito Renzi al suo ingresso al Consiglio - quindi uno dei piu' grandi paesi dell'Unione, un paese che intende affrontare le tante questioni sul tappeto con determinazione: credo sia necessario portare l'Europa a parlare il linguaggio concreto dei cittadini". E questo, ha aggiunto, e' cio' che "noi italiani faremo sentire con grande determinazione in questo percorso che inizia con il vertice informale di oggi e proseguira' con l'appuntamento del 26 e 27".

Quindi, ha aggiunto, "tutte le discussioni sui nomi per quel che ci riguarda vengono dopo rispetto all'accordo su che cosa dobbiamo fare". Ecco perche', secondo Renzi, "i nomi sono la conseguenza degli impegni presi". .

- Roma, 27 mag. - Scelta civica prende tempo. Il partito si esprimera' martedi' prossimo sulle dimissioni presentate questa sera dal segretario Stefania Giannini dopo il deludente risultato delle elezioni europee. E' quanto e' stato stabilito durante la riunione di questa sera della direzione. Ancora nessuna novita', invece, sul futuro dei capigruppo di Camera e Senato, Andrea Romano e Gianluca Susta, che in molti nel pomeriggio davano per dimissionari. Ieri alcuni parlamentari avevano avviato una raccolta di firme per chiedere ai due di fare un passo indietro, ma al momento Romano e Susta restano al loro posto. La tensione nel partito e' palpabile. Durante la riunione di questa sera, anche il senatore Pietro Ichino, responsabile del programma, ha lasciato il suo incarico. .

- Bruxelles, 27 mag. - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi e' "molto piu' interessato a discutere su come spendere bene i soldi europei per creare posti di lavoro che non preoccupato di discutere di una poltrona o di un incarico". Lo ha detto al termine del vertice Ue. Renzi e' tornato, parlando con i giornalisti al termine del Consiglio informale, sul tema che aveva gia' affrontato prima dell'inizio: la questione dei nomi "viene dopo la discussione sull'agenda e sulle cose da fare", ha ribadito. Durante il vertice, agli altri leader aveva detto che "nomina sunt consequentia rerum, dicevano gli antichi: prima mettiamoci d'accordo su cosa fare e poi decidiamo chi la fa".

Il presidente del Consiglio si e' poi congedato dicendo che sarebbe subito partito per Roma. Fra i leader dei 28 paesi Ue c'e' "una grande consapevolezza che il passaggio e' delicato ma anche molto importante". Infatti, secondo il presidente del Consiglio Matteo Renzi "l'Europa ha parlato con un linguaggio molto duro rispetto anche alle aspettative di tanti" e "in Italia abbiamo qualche responsabilita' in piu'".

Infatti, ha ricordato, l'Italia "e' il paese in cui piu' numerosa e' stata l'affluenza al voto, il paese in cui il mio, il nostro partito, il Partito Democratico, ha ottenuto il maggior numero di voti di tutti i partiti europei in termini assoluti, un risultato significativo, 11 milioni di voti". Ma questi voti, ha aggiunto, "hanno sconfitto il populismo ma hanno chiesto di cambiare l'Europa: chi vuole salvare l'Europa, deve cambiarla". Secondo Renzi, la discussione di oggi va "nella giusta direzione: nelle prossime settimane dovremo verificare se questo atteggiamento produrra' significativi passi avanti".

- Roma, 27 mag. - Dopo il terremoto che ha portato all'Europarlamento un centinaio di deputati euroscettici, nell'Ue si e' aperta la battaglia per conquistare i posti chiave alla guida dell'Unione. Stasera i capi di Stato e di governo dei Ventotto si incontrano a Bruxelles per una cena informale a partire dalle 19 in cui analizzeranno i dati del voto, parleranno ovviamente di Ucraina, ma soprattutto avvieranno il 'risiko' delle poltrone. Prima di partire per la capitale belga, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e' stato ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in cui si e' parlato anche dell'imminente semestre di presidenza Ue. I dati definitivi delle elezioni europee hanno confermato la vittoria del Ppe e del suo candidato alla presidenza della Commissione, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, che ha ottenuto 213 seggi. Al secondo posto i socialisti di Martin Schulz, che hanno ottenuto 190 deputati, seguiti dai liberali dell'Alde con 64 e dai Verdi con 52. Oggi, in una riunione che ha preceduto l'inizio dei negoziati, il presidente dell'Europarlamento, Schulz, e i leader dei gruppi politici si sono riuniti e hanno incaricato Juncker di cercare l'appoggio della maggioranza necessaria per presiedere la Commissione. Juncker rivendica la poltrona, ma lunedi' pomeriggio il premier britannico, David Cameron (i cui Tories porteranno a Strasburgo 19 deputati, uno in meno dei laburisti e 5 in meno del trionfante Ukip di Nigel Farage) ha telefonato ai colleghi europei per invitarli a trarre lezione dall'ondata populista. Il processo di nomina del capo dell'esecutivo comunitario e' definito dai Trattati in termini molto generici (spetta ai leader dell'Ue proporre un candidato, tenendo conto del risultato delle urne), il che lascia spazio alle diverse interpretazioni. Secondo Cameron, i leader europei dovrebbero prima individuare le riforme necessarie e poi scegliere il candidato piu' adatto per attuarle: il premier britannico -che ha promesso un referendum sull'appartenenza del Regno Unito all'Ue nel 2017 in caso i Tories vincano le elezioni del maggio 2015- ritiene che la visione troppo federalisti di Juncker rischia di danneggiare il suo progetto di riformare i rapporti tra Gb e Ue. Nelle ultime ore per la successione a Jose' Manuel Barroso era circolato anche il nome di un tecnico come Chrisine Lagarde, ma il presidente francese, Francois Hollande, avrebbe gia' messo un veto sul nome della direttrice dell'Fmi. Intanto Marine Le Pen ha annunciato che se arrivera' a governare la Francia proporra' un referendum per l'uscita dall'Ue simile a quello che vuole Cameron. .
- Roma, 27 mag. - Carcere fino ad otto anni (a partire da un minimo di tre) e multa da 10 mila a 100 mila euro per chi commette il 'nuovo' reato di autoriciclaggio. Carcere da 4 a 12 anni e multa da 10 a 100 mila euro, invece, per chi commette il reato di riciclaggio. E' la proposta del governo che oggi ha presentato in commissione Giustizia del Senato un emendamento al ddl anticorruzione. Ne' e' necessario che sia provato un danno perche' il delitto in questione sussista. Nessun intervento invece sui termini di prescrizione oggetto di proposte di modifica da parte del Pd. Entro giovedi' prossimo alle 18 il termine per i sub-emendamenti. Fuori dai casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilita' che provengono da un delitto non colposo o compie in relazione ad essi altre operazioni, ostacolando cosi' l'identificazione della provenienza del delitto, "e' punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 10 mila ad euro 100 mila", indica, infatti, la proposta dell'esecutivo elaborata dal dicastero che guida il guardasigilli, Andrea Orlando. Se questa e' la previsione per il riciclaggio, il testo stabilisce che la pena "della reclusione da tre ad otto anni e della multa da euro 10 mila a euro 100 mila" viene applicata nei confronti di coloro che, avendo commesso un delitto non colposo, sostituiscono, trasferiscono o impiegano denaro, beni o altre utilita', provenienti da tale delitto al fine di procurare a se' o ad altri un ulteriore vantaggio in attivita' imprenditoriali o finanziarie, per l'autoriciclaggio". Questa pena viene aumentata quando il fatto in questione e' commesso "nell'esercizio di una attivita' bancaria, finanziaria o di un'altra attivita' professionale, nonche' nell'esercizio dell'ufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, ovvero di ogni altro ruolo con potere di rappresentanza dell'imprenditore". La pena, si dice ancora, e' diminuita se il denaro o le altre utilita' provengono da delitto per il quale e' stabilita una pena inferiore nel massimo a cinque anni di reclusione. Per incentivare condotte riparatorie e di collaborazione con l'autorita' giudiziaria, si prevede una misura premiale a favore di coloro che forniscono un 'aiuto' alle indagini o diano prova di avere rescisso il legame con il sodalizio criminale: la pena e' diminuita fino alla meta', si prevede infatti, per coloro che si siano 'efficacemente' adoperati ad evitare che la sostituzione o il trasferimento di denaro, beni e altre utilita' "siano portate a conseguenze ulteriori e per assicurare le prove del reato e l'individuazione dei beni, del denaro e delle utilita' oggetto, profitto, prezzo o prodotto del delitto". "Serie perplessita'", secondo quanto si apprende, sono espresse dal governo sulla formulazione del testo adottato dalla commissione di palazzo Madama nella parte in cui viene delimitata la rilevanza penale della condotta di autoriciclaggio, da introdurre come nuovo reato del Codice penale, attraverso la presenza di un danno concreto. Libera concorrenza, andamento dei mercati e trasparenza sono nozioni generiche che renderebbero pressoche' impossibile provare il delitto attraverso l'accertamento di una loro concreta compromissione come conseguenza di un fatto specifico. Nel testo base della commissione, relatore Nico D'Ascola (Ncd), si stabilisce infatti che venga punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da 10 mila a 100 mila euro chiunque impiega proventi di un delitto non colposo in attivita' economico finanziaria "se dal fatto deriva nocumento alla libera concorrenza, alla trasparenza e all'andamento dei mercati". Il testo del governo non tocca le parti che riguardano la corruzione e il falso in bilancio. .
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