Redazione

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- Roma, 17 set. - Per descrivere cosa e' successo la cosa migliore e' scegliere il titolo di due gialli di Georges Simenon: "La pazienza di Maigret" e "Maigret perde le staffe". Un passaggio di umore perfettamente corrispondente allo stato d'animo di Giorgio Napolitano, prima sorpreso dall'impasse in Parlamento, poi sempre piu' irato fino a rasentare l'indignazione. Inutili gli appelli, inutili le blandizie e persino inutile quel tono di rabbia contenuta che trasuda da ogni righe della nota fatta partire questa mattina dal Quirinale, con destinatari i parlamentari riottosi. "Il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni solleva gravi interrogativi", avverte il Presidente della Repubblica, sottolineando come "che si siano verificati nel passato analoghi infelici precedenti, nulla toglie a tale gravita'". "Non so se tutti i partecipanti alle votazioni in corso abbiano chiara in modo particolare una importante questione su cui desidero richiamare la loro attenzione", aggiunge tra il pedagogico e l'insofferente, "quorum elevati per tali operazioni elettorali in Parlamento implicano tassativamente convergenze sulle candidature". Quindi basta "immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte", perche' senno' il meccanismo democratico si blocca. Termina, il messaggio del Quirinale, con una chiosa che sa tanto di ultimatum: "Si rifletta bene anche sull'aspetto non secondario delle conseguenze del protrarsi di un complessivo nulla di fatto". E chi ha orecchie per intendere, intenda. C'e' chi l'ha letta come una strigliata alle Camere, chi come un aut-aut con conseguenze drastiche alle forze politiche, chi come l'ennesimo accorato, ma questa volta anche un po' estenuato, appello al dialogo su un passaggio che deve vedere destra e sinistra unite. La dichiarazione sembra scuotere il Palazzo, anche perche' si tratta di un discorso che vale ora, su Csm e Corte costituzionale, ma che vale anche per gli "incarichi di rilevanza istituzionale". E, guardacaso, anche la carica del presidente della Repubblica, e' tra questi. Come a dire, se non si riesce ad eleggere un componente del Csm per veti incrociati e la ricorrente pratica dei franchi tiratori, come si puo' pensare di eleggere in un tempo non troppo lontano il nuovo inquilino del Colle? Timore che gia da lunedi' serpeggiava tra i parlamentari Pd, che ricordavano lo spettro dei '101'. Un discorso, quello del Presidente, che addirittura ha fatto leggere a qualche parlamentare di maggioranza il monito del Capo dello Stato come una minaccia sui tempi della sua permanenza al Quirinale. Nulla di tutto cio', assicura chi ha parlato in queste ore con il Capo dello Stato. Certo, il tempo che Napolitano si e' dato per il suo compito non e' infinito e molti parlamentari di maggioranza lo indicano come successivo alla fine del semestre europeo. Una ipotesi che potrebbe non essere campata per aria. Ma lo stesso Presidente ha piu' volte invitato a non avventurarsi in "premature e poco fondate ipotesi e previsioni". Peccato che qualcuno porga orecchio da mercante, perche' la posta in gioco e' assai alta. Ma anche Maigret aveva i suoi problemi a farsi capire, talvolta. Non a caso Simenon dovette titolare, una volta: "Maigret e i testimoni recalcitranti". .

- Roma, 17 set. - Niente da fare, nemmeno Giorgio Napolitano puo' molto contro le riottosita' dei partiti. Una recalcitranza alimentata e sostenuta dalla possibilita' di dare sfogo a malumori e inviare segnali attraverso l'arma del voto segreto. E nemmeno dopo un incontro deciso in poche ore tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, che rilancia e rinnova quel Patto del nazareno colonna portante dell'attuale stagione politica. Dodicesima fumata nera: i giudici della Corte Costituzionale ancora mancanti restano tali. Luciano Violante e Donato Bruno, anzi, segnano un regresso nel numero dei consensi. Due giorni fa avevano ricevuto 530 e 529 voti rispettivamente. Ieri erano 526 e 544. Oggi 518 e 511, sempre piu' lontani da quei 570 consensi che segnano il quorum necessario. Con l'aggravante che - mossa inusuale - era giunta esplicita la richiesta dal Quirinale a farla finita con i tatticismi ed a procedere con l'elezione. "Si rifletta bene", aveva tuonato il Presidente della Repubblica, se continuano a "prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte il meccanismo si paralizza". Quindi basta con i settarismi che bloccano l'attivita' parlamentare. E' finita in un altro modo.

L'IRA DI NAPOLITANO PER IL PARLAMENTO RECALCITRANTE (LEGGI)

Da parte del Pd e da parte di Forza Italia le prime reazioni vedono il rinnovo della fiducia ai candidati ufficiali. Anzi, qualcuno all'interno di FI gia' giura che domani la Lega si ravvedera' e fara' convergere i suoi voti su Violante e Bruno. Quindi sara' la volta buona. Renzi e Berlusconi, un'ora e quaranta di colloquio a Palazzo Chigi, concordano su una serie di punti. Avanti con le riforme, avanti con l'Italicum che, a detta del premier, dovra' essere approvato entro l'anno. Ma gia' da giorni, in Transatlantico, qualcuno fa notare che, con questo preludio, il cammino non sara' comunque facile.

- Roma, 17 set. - "E' stato un incontro positivo, in cui abbiamo fatto il punto sulla legge elettorale e le riforme costituzionali. Abbiamo convenuto sulla necessita' di accelerare sulla riforma della legge elettorale ed abbiamo confermato il percorso sulle riforme". Lo ha detto il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, lasciando palazzo Chigi al termine dell'incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. "Abbiamo cercato di far fare dei passi in avanti alla legge elettorale, anche attraverso una calendarizzazione in tempi brevi" al Senato, ha aggiunto Guerini: "Sappiamo quali sono le tematiche aperte e abbiamo dato la nostra disponibilita' ad affrontare i nodi evidenziati fin qui". Guerini ha spiegato che "non si e' parlato di Consulta e di Csm se non nei termini in cui si e' espresso il capo dello Stato". . Insomma, ci si e' limitati "a condividere l'appello del Capo dello Stato a procedere al piu' presto con le scelte. Sui nomi si sono gia' pronunciati i gruppi parlamentari, a quel pronunciamento noi rimaniamo", ha aggiunto Guerini. L'esponente Pd ha inoltre assicurato che "non si e' assolutamente parlato di elezioni anticipate. L'orizzonte e' quello della legislatura". .

Consulta-Csm: ancora fumata nera

Mercoledì, 17 Settembre 2014
- Roma, 17 set. - E' ancora fumata nera per l'elezione di due giudici della Consulta e dei membri restanti del Csm. Luciano Violante ha ottenuto 518 voti, Donato Bruno 511. Fonti di FI spiegano che a Bruno sono mancati i voti della Lega. .

AGI) - Roma, 17 set. - Il primo round della 'guerra' degli ascolti tra Massimo Giannini e Giovanni Floris e' andato decisamente a Ballaro', su Rai3: ieri sera ha esordito con un ascolto di 2 milioni 503mila spettatori e media share dell'11,76%. Invece Floris, che ha lasciato Ballaro' e la Rai migrando a La7 dove ha ieri lanciato il suo nuovo programma "diMartedi'", ha esordito con un ascolto pari a 755mila spettatori e media share del 3,46%.

Il successo di Giannini, almeno nel primo faccia a faccia a distanza, era comunque atteso; l'incognita semmai riguardava l'entita' degli ascolti che l'ex vicedirettore di Repubblica e spesso ospite di punta con la conduzione Floris avrebbe fatto ora che il timone e' passato nelle sue mani. E gli ascolti sono andati bene, anche se rispetto alla passata stagione si e' registrato intorno ai 5-600mila spettatori in meno e un paio di punti sotto la media stagionale.

Da aggiungere che nella passata stagione il programma di Rai3 terminava intorno alle 23,30 mentre ieri e' andato oltre la mezzanotte. Il picco di ascolto di Ballaro' si e' avuto con la parte finale dell'intervista a Roberto Benigni, con 3 milioni 972mila spettatori alle 21,40, mentre il picco di share alle 23,17 con l'intervento del segretario della Fiom Maurizio Landini, ed e' stato del 15,5%. Soddisfazione e' stata subito espressa dal direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, per il risultato di Giannini.

Il dg di viale Mazzini - a quanto si apprende - ha telefonato al conduttore complimentandosi per il risultato che ha accompagnato il suo esordio televisivo. Dal dg i complimenti anche al direttore di Rai3, Andrea Vianello. Gubitosi ha sottolineato la grande professionalita' dei lavoratori della Rai che ha contribuito a questo successo, parlando di grande gioco di squadra.

Nessun commento, per ora, invece ne' da parte di Giannini ne', sul fronte opposto, da Floris: si preferisce guardare gia' alla prossima sfida, martedi' 23, per capire quale possa essere il trend stagionale dei due talk di approfondimento, l'uno consolidato negli anni con la conduzione Floris ed ora in mano a Giannini, l'altro invece in una fase di netto rodaggio, e dunque e' come se Floris debba ripartire da zero e su una rete completamente diversa dal servizio pubblico.

Tra i commenti della giornata da segnalare quello dell'Aiart. Premesso che "la concorrenza e' sempre positiva", per il presidente del'associazione degli utenti televisivi cattolici, i dati di ascolto sono inferiori alle aspettative sia per l'uno che per l'altro programma e testimoniano che "il pubblico ha raggiunto il massimo della ricettivita' nei confronti dei talk show politici, che rischiano di trasformarsi in 'parlatoi'".

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