Redazione

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- Roma, 11 set. - Nessuno vuole tagliare la sanita', ma nessuno vuole gli sprechi. E' quanto sottolineano fonti di palazzo Chigi commentando la presa di posizione arrivata questa mattina dalla conferenza delle Regioni che ha stigmatizzato l'ipotesi di effettuare tagli lineari al comparto sanita'. "Ne prendo atto con soddisfazione anche se siamo ancora di fronte a notizie di stampa. Abbiamo fatto bene a porre il problema". Cosi' il presidente della Conferenza delle regioni Sergio Chiamparino commenta con i giornalisti la smentita di Palazzo Chigi di possibili tagli alla sanita'. "Voglio chiarire - ha aggiunto - che, un conto e' se si dice che bisogna risparmiare nella sanita' attraverso la riorganizzazione e modernizzazione e su questo noi ci siamo impegnati sottoscrivendo il Patto per la Salute. Se invece vuole ridurre il fondo sanitario, allora questo incontrebbe la nostra opposizione". Anche il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, mette le mani avanti in caso di eventuali tagli alla sanita' da parte del governo: "Se vogliono togliere gli sprechi, ci sono Regioni dove hanno l'imbarazzo della scelta, ma basta tagli a Lombardia e Veneto". "Se fanno un taglio uguale per tutti non esiste. Gli facciamo la guerra", ha detto Salvini a margine di una conferenza stampa a Milano. - "Aggiungere ai 30 miliardi di tagli gia' effettuati negli scorsi anni sulla sanita' un ulteriore 3% e' assolutamente insostenibile. Una scelta di questo tipo equivarrebbe alla decisione di non assicurare piu' i Livelli Essenziali di Assistenza, come peraltro gia' avviene in alcune regioni". Cosi' in una nota Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil, e Stefano Cecconi, responsabile delle politiche della Salute di Corso d'italia, commentano le notizie in merito ai tagli alla spesa sanitaria che potrebbero rientrare nella spending review decisa dal governo.
- Roma, 11 set. - Una nuova fumata nera, e magari con numeri anche piu' risicati di quelli registrati ieri. Potrebbe andare cosi' negli archivi anche questa nuova giornata di votazioni del Parlamento in seduta comune per eleggere 2 giudici della Corte Costituzionale. Potrebbe, invece, andare meglio per almeno alcuni dei 6 componenti 'laici' del Csm che devono essere ancora eletti, dopo il disco verde di stanotte a Legnini e Fanfani. A questo punto, dice 'radio Transatlantico', diventa incerta la possibilita' di una nuova votazione nel pomeriggio, per la quale tutti comunque i gruppi sono stati gia' allertati. E c'e' chi pronostica addirittura uno slittamento a lunedi'. Intanto e' finita la chiama mattutina dei senatori e dei deputati. Lo spoglio delle circa 2000 schede dara' ufficialita' ai risultati di un percorso che, sin da ieri, si e' dimostrato in salita. Nonostante la mattinata di contatti fra le forze politiche, lo stallo improvviso provocato dal no di Forza Italia al ticket Violante-Catricala' per la Consulta, aveva comunque portato a eleggere a Palazzo dei Marescialli l'attuale sottosegretario all'Economia, vicepresidente in pectore, e il sindaco di Arezzo, entrambi in quota Pd. E lo screening dei voti ha fatto registrare per Fanfani anche una quindicina di voti dalle fila di FI, soprattutto fra gli ex An, significativi per 'passare'. 'All'appello' mancano, allora, ancora gli altri 6 nomi frutto dell'accordo fra maggioranza e opposizione: Teresa Bene e il centrista Renato Balduzzi, l'Ncd Antonio Leone, gli azzurri Elisabetta Casellati e Luigi Vitali. A loro si aggiunge il candidato M5S che il Pd ha individuato in Nicola Colaianni, fra i ciqnue piui' votati dalla Rete, riferimento ultimo dei Cinque Stelle. Sulla Corte Costituzionale solo stamattina e' arrivato il placet di Forza Italia che sembrava sbloccare la situazione con un nuovo ok a Violante e Catricala'. Un'indicazione che peraltro non tutti avrebbero seguito in Forza Italia, dove si continua a votare per il senatore Donato Bruno che, nelle scorse settimane, il tam tam dei Palazzi individuava come 'il candidato' del partito di Berlusconi. Mentre il M5S continua a votare i propri candidati per il Csm e per la Consulta, la Lega ha dato indicazione, ufficialmente, di votare scheda bianca. In realta' i senatori del Carroccio sanno di poter votare secondo liberta' di coscienza, e molti di loro hanno votato perche' alla Consulta vada Luciano Violante. Ne' si esclude che qualche voto a Violante arrivi anche dai deputati del partito di Matteo Salvini. L'altro candidato che il Carroccio di Palazzo Madama ha scritto sulla scheda e' Donato Bruno. .
- Roma, 11 set. - "Mi auguro che il percorso della legge elettorale al Senato sia incardinato quanto prima e procederemo in contemporanea con le riforme qui alla Camera ma su due binari diversi, le riforme non aspetteranno la legge elettorale". Lo ha spiegato il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, al termine della riunione della commissione Affari costituzionali di Montecitorio. "Mi auguro che alla Camera ci sia continuita'" nell'iter del ddl riforme, "e che gia' dalla prossima settimana si possa proseguire con i lavori. Sono consapevole - ha aggiunto il ministro Boschi - del calendario e dei decreti da esaminare qui a Montecitorio, ma credo che possiamo procedere in modo continuativo e costante. Sono molto serena e per nulla preoccupata" dal percorso che il ddl costituzionale si accinge ad avviare per la seconda lettura. .
- Roma, 11 set. - Non e' stato raggiunto, neanche in occasione della nona votazione, il quorum per l'elezione di due giudici della Corte Costituzionale. Sarebbero stati 468, a quanto si apprende alla Camera in attesa della proclamazione ufficiale, i voti per Violante; 368 quelli per Catricala'; 120 quelli per Bruno. Sarebbero, sempre stando alle stesse fonti, 83 i deputati assenti e 47 i senatori. A questo punto non e' esclusa, sempre a quanto si apprende, una convocazione per le 16 della Conferenza dei capigruppo. .
- Roma, 11 set. - Un passo avanti vero la riforma, in materia di lavoro, che introduce le ferie solidali. Questa mattina la commissione lavoro del Senato ha approvato, all'unanimita', una proposta della Lega Nord che prevede la possibilita' di cedere parte delle ferie a colleghi con figli minori malati gravi. Il testo dell'emendamento, inserito nel Jobs Act, prevede il "riconoscimento, compatibilmente con il diritto ai riposi settimanali e alle ferie annuali retribuite, della possibilita' di cessione fra lavoratori dipendenti dello stesso datore di lavoro di tutti o parte dei giorni di riposo aggiuntivi spettanti in base al contratto collettivo nazionale in favore del lavoratore genitore di figlio minore con necessita' di presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di salute". .
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